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La valutazione dell'intelligenza e le teorie di Wechsler
Wechsler cominciò a costruire a partire dal quarto decennio del XX secolo. Binet e Simon crearono una batteria per la valutazione dell'intelligenza sulla base dell'assunzione che l'intelligenza si sviluppa nel bambino e che le prove critiche per misurarla dovevano essere scelte senza riserve concettuali fra quelle che meglio differenziavano il comportamento a diverse età. Oggi, tuttavia, sono le scale ideate da Wechsler a costituire la base in quasi tutto il mondo per la valutazione dell'intelligenza. Wechsler si limitò a selezionare dalle batterie esistenti ai suoi tempi le prove che funzionavano meglio. Il successo delle teorie globali è dovuto alla loro cautela misurativa, e alla loro sostanziale ateoreticità che, pertanto, non si pone in contrasto netto con nessuna teoria. Wechsler affermava che concepisce l'intelligenza come un'entità generale e globale, vale a dire come un'entità molto determinata.
variamente sfaccettata piuttosto che come entrata indipendente e regolarmente definito; evita di indicare qualche singola abilità per quanto importante possa essere considerata come essenziale o di importanza determinante. La teoria globale sfugge alla richiesta di spiegare l'intelligenza.teorie unitarie dell'intelligenza
Un bambino di 10 anni è superiore ad un bambino di 5 in tutte le funzioni cognitive e queste sembrano essersi sviluppate con una notevole sinergia, pur con qualche differenziazione. La specificità riguarda gli elementi precisi della prova e la natura del contenuto su cui la mente deve lavorare, mentre la componente generale prescinde da prova e contenuto e quindi si pone a livello più astratto. Questo livello astratto può essere associato al ragionamento logico. Questo spiega perché molti test d'intelligenza sono infarciti di item logici. Però le batterie intellettive hanno anche il test che riguardano il
al calcolo delle correlazioni, ma anche all'analisi dei dati empirici. Egli osservò che le persone che ottenevano punteggi elevati in una determinata prova intellettiva tendevano ad ottenere punteggi elevati anche in altre prove. Allo stesso modo, coloro che ottenevano punteggi bassi in una prova tendevano ad ottenere punteggi bassi anche nelle altre prove. Questo fenomeno, noto come "g", rappresenta la capacità generale di una persona di affrontare compiti intellettivi. Secondo Spearman, questa capacità generale è alla base delle abilità specifiche che una persona possiede. Ad esempio, se una persona è brava nel risolvere problemi matematici, è probabile che sia anche brava nel risolvere problemi di logica o di ragionamento verbale. L'idea di una capacità intellettiva generale è stata oggetto di dibattito nel corso degli anni. Alcuni studiosi sostengono che esistano diverse abilità intellettive indipendenti, mentre altri sostengono che esista una sola capacità generale che influisce su tutte le abilità intellettive. In ogni caso, l'approccio di Spearman ha contribuito in modo significativo allo sviluppo della psicologia dell'intelligenza. La sua analisi correlazionale ha fornito una base solida per la comprensione delle relazioni tra le diverse abilità intellettive e ha aperto la strada a ulteriori ricerche nel campo dell'intelligenza umana.Il testo formattato con i tag HTML sarebbe il seguente:A test veri e propri, ma tenesse conto anche degli apprendimenti scolastici e delle impressioni suscitate dai ragazzi negli adulti che avevano avuto modo di conoscerli. Ebbene tutti questi aspetti presentavano elevati valori di correlazione positiva. Per ogni abilità misurata si poteva rinvenire una componente centrale legata all'abilità generale è una componente specifica legata alle caratteristiche particolari della prova e dell'abilità associata. La dimensione generale, dagli psicometristi chiamata fattore generale, g, costituirebbe il quid essenziale dell'intelligenza, integrato da abilità specifiche legate ai singoli compiti. Il fattore g ritrovato, o calcolato, psicometricamente è stato poi definito e misurato in vari modi. Normalmente, il punteggio del fattore g viene isolato operando complessi calcoli statistici sul punteggio ottenuto da una persona a varie province elettive. Queste analisi non aiutano però a capire che
cosapossa essere l'intelligenza perché il fattore g risulta essere presente in misura non molto dissimile in tutte le prove intellettive. I ricercatori del settore si sono occupati di valutare in che misura il valore g stimato statisticamente ha una sua solidità misurativa e non dipende dalle circostanze. Questo fattore centrale però tuttavia vede ridotta la sua importanza se un fattore generale spiega il 25% delle differenze fra gli individui, ma un altro fattore legato ad abilità sensoriali ne spiega una porzione di poco inferiore, il 20%, come possiamo pensare che l'intelligenza si identifichi con un fattore che descrive solo un quarto della variabilità e non con l'altro che ne descrive un quinto? Alcune persone sembrano maggiormente portate per l'uso del linguaggio, altre per il ragionamento spaziale, altri ancora per i numeri, alla musica, le tecnologie e così via. Questa osservazione ha portato vari studiosi a ritenere che visiano molte forme di intelligenza e non una sola. Un'ulteriore critica all'idea del fattore g consiste nel fatto che esso è un semplice risultato di un'elaborazione statistica, ma non ha immediato il significato psicologico. Tipicamente, le teorie unitarie dell'intelligenza virgola che hanno un vero significato psicologico, hanno dato maggiore peso alle operazioni del pensiero. La celebre teorizzazione dell'intelligenza sviluppata dallo psicologo ginevrino Jean Piaget può essere considerata un esempio di teoria unitaria in cui viene posto l'accento sulla capacità crescente che ha la mente di ragionare su entità astratte. Per Piaget l'intelligenza richiede un ragionamento logico che prescinde dalla intuizione concrete dallo stesso linguaggio comunicativo. Un'altra critica celebre riguarda la presenza dei cosiddetti décalage, cioè delle variazioni in maturazione intellettiva richieste per affrontare lastessasituazione logica in contesti diversi. Se è vero che per molte teorie unitarieclassiche il pensiero logico astratto è una chiave fondamentale peridentificare la quintessenza dell'intelligenza, va però precisato che le teorieoggi più accettate hanno cercato di individuare un quid che sottostà nonsolo le prove di ragionamento ma anche a tutte le altre prove di intelligenza.Vari elementi convergenti hanno infatti portato a pensare che alla base didifferenti prove intellettive ci sia un quid unitario che si assomma allaspecificità delle prove. Dal punto di vista intuitivo non è facilissimo capirecome si arriva ad un quid non meglio definito, ma dal punto di vistastatistico la cosa risulta molto semplice. Si tratta infatti di andare a vedereche cosa è comune a tutte le prove intellettive proposte. Una obiezioneall'idea della centralità del ragionamento logico proviene da teorie chepensano che il fattore che
spiega il successo nel ragionamento logico non risiede in abilità logiche non meglio definite, ma in qualche fattore sottostante. Per quanto le operazioni del pensiero logico astratto sembrano costituire, per talune teorie unitarie, il nucleo critico dell'intelligenza, varie discussioni hanno messo in luce come la capacità di pensiero possa a sua volta rinviare ad una capacità ancora più primitiva. Per esempio, tanto per le matrici di Raven, quanto per le prove piagetiane è stato argomentato che il successo è legato alla capacità della memoria di lavoro, cioè la capacità di tenere in mente più elementi contemporaneamente e lavorare su di essi. Un altro aspetto associato, che è stato evocato, riguarda la capacità di prescindere da elementi disturbanti. Teorie multiple dell'intelligenza di tipo psicometrico La sottolineatura dell'importanza di funzioni cognitive distinte da quelle logiche e concontenuti differenti, rispetto a quelli simbolico astratto, costituiscono le premesse per gli approcci multicomponenziale, cioè per l'individuazione di varie forme separabili di intelligenza. L'accettazione dell'importanza di una certa componente unitaria, avulsa dai contesti specifici di utilizzazione dell'intelligenza, sembra costituire una forzatura della complessità degli eventi intellettivi. Una teoria delle intelligenze multiple afferma che esistono forme indipendenti di intelligenza e che un individuo può brillare in una, ma non nelle altre. In particolare, Thurstone offrirà un contributo antiunitario a favore della individuazione di differenti forme di intelligenza primaria. Il successo di Thurstone può anche essere dovuto al fatto che gli propose un test che per l'appunto valutava queste abilità primarie. Thurstone propose un'ampissima gamma di prove, alcune delle quali fra loro abbastanza simili. Inoltre, egli si focalizzò,
piuttosto che sui bambini, sui giovani adulti, nei quali il grado di differenziazione fra le abilità è notoriamente maggiore. Le principali abilità primarie identificate da Thurstone erano le seguenti: comprensione verbale, fluenza verbale, abilità numerica, memoria, velocità percettiva, ragionamento, visualizzazione spaziale. Oggi probabilmente nessuno accetterebbe la classificazione originaria di Thurstone. Teorie multiple contemporanee Meno ambiziose, e forse per questo più accettabili, sono quelle posizioni multiple che hanno messo l'accento su alcune forme fondamentali di intelligenza e che non si sono basate semplicemente sull'uso dei test di intelligenza. Stenberg ha proposto di distinguere tre forme fondamentali di intelligenza. All'intelligenza più astratta, da lui chiamata analitica, su cui tanto hanno implicitamente giocato le posizioni unitarie, ha aggiunto una forma di intelligenza pratica e una forma di intelligenza.Gardner, l'intelligenza creativa riguarda la capacità di individuare strade nuove e soluzioni originali. L'intelligenza pratica consente alle persone di applicare e usare in contesti concreti quanto hanno appreso o elaborato. Una teoria più ambiziosa e influente è stata elaborata dallo psicologo americano Howard Gardner. Secondo questa teoria, le varie forme di contenuto simbolico utilizzabili dalla mente, come parole, simboli numerici, numeri, ma anche notazioni musicali e di movimento, possono produrre tipi diversi di intelligenza. Gardner ha individuato diverse forme di intelligenza, ognuna con personalità caratterizzanti, disturbi specifici e traiettorie evolutive particolari. Nella teoria di Gardner, forme di intelligenza che nelle teorie tradizionali sono raramente associate ai nuclei centrali dell'intelligenza, come la musica e l'uso del corpo, assumono un ruolo di primo piano.Gardner possiamo ritrovare: intelligenza linguistica,