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L'assassinio di Sarajevo, l'inizio della guerra e l'entrata in guerra
dell'Italia
La mattina del 28 giugno 1914, a Sarajevo, il giovane nazionalista
Gavrilo Princip spara due colpi di pistola uccidendo l'erede al trono
dell'Impero austro-ungarico Francesco Ferdinando e sua moglie Sofia.
Sarajevo è la capitale della Bosnia-Erzegovina, amministrata
dall'Austria mentre era parte dell'impero ottomano. L'Austria ha
portato il progresso, ma molti nutrono sentimenti antiaustriaci. Le due
vittime, che viaggiano su un'auto scoperta, sono appena sfuggite a
una bomba che ha colpito l'auto immediatamente dietro. I due, ai colpi
di pistola, muoiono all'istante. Lui colpito all'aorta e lei all'addome. La
dinamica dell'assassinio somiglia ad un attentato terroristico. Il
commando di cui fa parte Princip è composto da sette giovani
estremisti che hanno l'ordine di uccidere l'arciduca e poi di suicidarsi.
Princip verrà arrestato dalla polizia, fallendo così nel suo obiettivo;
sarà imprigionato e morirà 4 anni dopo. Lui e gli altri fanno parte di un
gruppo terroristico del movimento nanzionalistico penslavo e della
società segreta ''mano nera''. Obiettivo principale è distruggere il
progetto di Ferdinando di trasformare l'impero austro-ungarico in un
impero che unisca austro-ungheresi e slavi, soffocando così le loro
aspirazioni autonomistiche. Questo progetto avrebbe azzerato la
speranza di emancipare da Vienna sloveni, bosniaci, croati e serbi che
volevano fondare lo Stato unitario degli slavi del Sud, accomunati
dall'odio contro l'Austria.
La corsa colonial-imperialistica ha tra 800 e 900 ha alimentato i
contrasti tra Germania e Gran Bretagna per la conquista sui mari; ha
risvegliato i vecchi contrasti tra Germania e Francia (quest'ultima
voleva l'Alsazia-Lorena); ha riacceso i focolai dell'area balcanica,
pondendo in rotta di collisione Russia zarista e Austria-Ungheria.
Alla vigilia della guerra la Germania è la nazione più ricca d'Europa,
una vera e propria potenza. A questo si accompagna la smania di
espandersi. La crisi marocchina del 1911 aveva portati la Germania a
inviare un incrociatore per contestare l'espansione francese. Così alla
Germania erano stati concessi alcuni territori in Africa, e aveva
rafforzato la sua forza militare. La Germania voleva completare il
processo di unificazione nazionale che presupponeva la superiorità
della razza ariana rispetto agli slavi, voleva annettere al Reich intere
regioni europee. Questo porterà a gravissime conseguenze.
L'Austria, il 5 luglio 1914, consulta la Germania che dichiara il suo
appoggio per un'azione di forza contro la Serbia. Il 23 luglio invia in
Serbia un ultimatum con il quale chiede di cessare le manifestazioni
antiaustriache sul territorio serbo e di sciogliere le associazioni
ispiratrici, aggiunge poi una clausola che risulta inaccettabile, dove
chiede di far partecipare funzionari austriaci all'inchiesta