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Storia contemporanea - Prima guerra mondiale Pag. 1
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La "Grande Guerra": cause effettive e linee essenziali di sviluppo

Premesse

Diversi episodi di crisi nei rapporti internazionali accentuarono agli inizi del XX secolo quelle rivalità che già da tempo minavano le prospettive di una pace durevole. Inquietava principalmente il duello che Francia e Germania avevano ingaggiato da quasi cinquant'anni e che aveva visto la potenza tedesca uscire clamorosamente vincitrice nella battaglia di Sedan nel 1870. Vendicare quell'offesa, costata la perdita dell'Alsazia e della Lorena, divenne per i Francesi una sorta di imperativo morale che con il trascorrere degli anni, anziché stemperarsi, si riaccese a causa dell'aggressiva politica colonialista abbracciata dai Tedeschi. Inoltre la Germania, che aveva goduto di un rapidissimo tasso di sviluppo tecnologico e industriale, poteva accedere solo ai marginali mercati dell'Europa centrale e orientale, mentre Gran Bretagna e Francia

disponevano di vasti imperi coloniali da cui traevano risorse a costi contenuti e in quantità pressoché illimitata e costituivano un mercato enorme. Il secondo punto caldo dello scacchiere europeo era rappresentato dai Balcani, dove nei territori del declinante Impero Ottomano si stava consumando un intricato e rissoso conflitto di nazionalità ed etnie nel quale erano direttamente implicate Austria e Russia (il cui panslavismo mirava ad un'espansione nell'Europa sud-orientale), e indirettamente Francia e Inghilterra (unite alla Russia dal 1907 nella Triplice Intesa). Nel 1908 l'annessione della Bosnia da parte dell'Austria-Ungheria fece temere un conflitto allargato, che solo la momentanea neutralità della Russia impedì che si scatenasse. La Serbia comunque, ferita nel suo orgoglio di giovane nazione con ambizioni di egemonia regionale, era in allarme. L'acutizzarsi della tensione innescò la corsa agli armamenti e la

Mobilitazione dei soldati. Persino piccole nazioni, come Belgio e Olanda, coinvolte in questo clima di estremo nervosismo, imposero per la prima volta il servizio militare obbligatorio. Ovunque si mise in moto una gigantesca macchina istituzionale ed economica predisposta al conflitto.

Casus Belli

Il casus belli fu fornito dall'attentato del 28 giugno 1914 a Sarajevo, in cui perse la vita per mano di uno studente serbo l'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono austro-ungarico: il governo di Vienna inviò un ultimatum alla Serbia, ritenendola corresponsabile del grave atto terroristico. Con l'attacco alla Serbia (28 luglio 1914) la catena delle alleanze internazionali fece precipitare la situazione, così che in rapida sequenza quasi tutti gli Stati europei si trovarono in guerra. Nell'estate del 1914 anche il Giappone scese in guerra contro il Reich per impossessarsi dei possedimenti tedeschi in Asia: era il segnale che il conflitto avrebbe avuto.

Un'inattesa dimensione mondiale. Infatti con la partecipazione dell'Italia nel 1915, degli Stati Uniti nel 1917 e di altri Paesi americani ed europei, si contarono ben 28 nazioni diversamente coinvolte e divise negli schieramenti opposti: da una parte le potenze alleate (Inghilterra, Francia, Russia, Italia, Stati Uniti ed altre minori) unite dal patto dell'Intesa; dall'altra gli Imperi centrali con Germania e Austria-Ungheria in testa (strette dalla Triplice alleanza del 1882, da cui l'Italia si dissociò il 3 maggio 1915, allineandosi all'Intesa), cui si allearono successivamente Impero Ottomano e Bulgaria.

Guerra totale. Il piano tedesco di "guerra lampo", predisposto da lungo tempo, prevedeva in fulminante successione lo sfondamento delle linee francesi (i Tedeschi furono fermati sulla Marna) e l'attacco a est, attuati senza successo nel 1914, ma nel giro di pochi mesi si manifestò la vera natura della prima grande guerra.

Dell'era industriale: non sarebbero state risolutive le singole battaglie in campo aperto, ma lo scontro si sarebbe consumato piuttosto in un logorante conflitto di posizione in trincea, per sostenere il quale ogni Paese avrebbe dovuto dimostrare grandi capacità di tenuta morale, politica, economica ed industriale.

Le operazioni militari si svolsero su sei fronti: l'occidentale, lungo la Marna e la Somme; l'orientale, o russo, molto esteso e privo di barriere naturali; il meridionale, o serbo; l'austro-italiano, sulle Alpi orientali ed in Carnia; il greco a nord di Salonicco; il mediorientale, o caucasico.

Il 1915 fu un lungo anno di logoramento per tutte le parti combattenti, senza risultati rilevanti, mentre il terzo anno di guerra, il 1916, si annunciò come l'anno degli orrendi macelli di Verdun, dal 21 febbraio al 24 giugno quattro mesi costati mezzo milione di vittime, della Somme (in cui comparvero i primi carri armati) e della Strafexpedition.

(spedizionepunitiva) sugli Altopiani (Garda e Brenta) lanciata il 15 maggio 1916 dal generale austriaco Conrad contro l'ex alleato "fedifrago" italiano.

Continuava intanto sempre più indiscriminata la guerra sottomarina contro lo strangolamento del blocco mercantile inglese, che mirava ad interrompere il flusso di scorte alimentari e materie prime necessarie all'industria bellica tedesca.

1917

Il 1917 risultò essere l'anno decisivo a causa dell'ingresso in guerra degli Stati Uniti, del ritiro della Russia e del fallimento dell'offensiva per mare lanciata dalla Germania contro l'Inghilterra.

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
2 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Moses di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia Contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Fattorini Emma.