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Quali punti di partenza per l'architettura del dopoguerra Pag. 1
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Anche sulle case collettive stesse scelte: Ivan Zholtovsky casa di

abitazione Mosca 1934, tentativo di modernità ma con elementi

che ubbidiscono alla monumentalità e alla storicità. E’ possibile

osservare anche nelle abitazioni realizzate dal regime sovietico, ci

sono alcune istanze che si mantengono: ES. vetrate; ma a fianco di queste: frontoni, archi,

colonne, rappresentazione della monumentalità delle strutture.

- ARCHITETTURA NAZISTA Invece col regime nazista l’idea è quella di “dare le colonne al

popolo”: obbediscono alla monumentalità, anche le case private. Questi nuovi indirizzi

progettuali neoclassici diventano un modo per rileggere diversi luoghi: ES. Italia, Germania

nazista, USA. La presenza di elementi storicistici che permettono una contrapposizione tra

moderno e storicistico (monumentale). Come esempio, il Progetto di Berlino, di Albert Speer,

1937-43. In questo progetto Berlino viene concepita come “la nuova Roma”, capitale di un

nuovo impero. Questo progetto coinvolge anche Hitler. Si usano elementi classici rivisitati

(neoclassico) quali colonne, archi, timpani, ma è anche un progetto fortemente concepito sulla

scala. Principale intervento è l’asse nord-sud: sarà l’asse più lungo mai esistito. La sala

assembleare alla fine dell’asse potrebbe contenere 4 volte san Pietro. Quindi vi è non solo la

magnificenza stilistica, ma anche la scala immensa. Ci sono diverse letture della scala: scala

come nuova misura temporale: tempi ridotti per la costruzione. La nuova centralità logistica

caratterizza non solo la Germania nazista e l’Unione Sovietica, ma anche gli USA. Esempio:

Skidmore, Owings and Merrill, Oak Ridge New Town, Tennessee 1942-1949, prima importante

commessa dello studio SOM, dove in pochi anni progetta insediamenti nati dal nulla, come

questo, destinato agli scienziati che devono mettere a punto la bomba atomica. Es. progetto

per il campo di concentramento (Aushwitz) e Pentagono, edificio per uffici più grande.

Camouflage: mimetizzazione, attraverso

l’architettura ipogea. Berthold Lubetkin e Tecton

con Ove Arup, progetto per un rifugio anti-

incursione aerea Finsbury, Londra 1939. Tantissimi

progetti si centrano su smontare e ricostruire

altrove edifici e abitazioni fino a sistemi urbani:

Walter Gropius e Konrad Wachsmann, Packages

House System, 1941-1946, sia per abitazioni che

per edifici pubblici. Si basa sul giunto

componibile fatto di pezzi facilmente trasformabili

che unisce elementi verticali e orizzontali. Neufert

Rosso: architetti Blu: progetti Viola: date Verde: luoghi

nel 1943 propone questa idea di Hausbaumachine che non a caso coinvolge il termine

Bauhaus: è una fabbrica che si muove su binari e permette di costruire grandi edifici lineari: il

camion porta i materiali di costruzione.

E’ il clima ideale per le idee di Richard Füller che già dagli anni ’20 lavorava su edifici

• minimamente radicati al suolo, tema dell’abitare con alto

contenuto tecnico. Negli anni della guerra conosce numerose

rielaborazioni, semplificando e riducendo il modello originale e

adattandolo a nuovi contenitori e disponibili in grande quantità:

Dymaxion house 1927, abitazione adattata a nuovi contenitori

ottenuti dai residui industriali ES. silos di cereali facili da spostare e

aggregare, riadattati alla scala industriale. Sono moltissime le

applicazioni di questo progetto dove Füller arriva a delineare la

struttura che poi influenza altre architettura.

USO MATERIALI NUOVI. Un elemento che era già presente nella proposta di Füller sono

• materiali differenti per contenere i consumi energetici, in particolare l’uso del carburante: si

attiva una ricerca in ambito domestico. Questa ricerca era stata marginale, ma che in questi

anni in cui il gasolio serve per i bombardieri diventa strategicamente importante, va usato con

parsimonia: prima si era ricchi di petrolio, sembrava marginale lavorare sulla minima estensione

degli isolati per il risparmio del carburante. Una ricerca che si muove non solo sul versante

domestico, ma anche in altri ambiti.

NUOVO INIZIO nella cultura della progettazione. L’idea di un nuovo inizio generato dalla

• guerra, è molto presente nelle dinamiche progettuali: il progettista ha finalmente le mani libere

perché non c’è più la città da tenere in considerazione. Nuovi edifici nasceranno dalle ceneri

lasciate dalla guerra. Uno dei luoghi in cui si può osservare questa tensione verso il nuovo, è la

rivista the architectural forum, new buildings for 194x. Apre un concorso per il dopoguerra per il

194X perché non sanno bene quando finirà, ma sanno che ci sarà bisogno di nuovi edifici.

Occorrono nuovi edifici: ci sono straordinarie visioni degli anni ’30 in prospettive nuove. Uno dei

progetti più celebri che obbedisce alla visione della tabula rasa: MARS, associazione di

architetti vicina ai CIAM, che presentano nel ’42 questo nuovo piano per Londra (progetto in

orizzontale) dove la città viene riorganizzata in modo totalmente nuovo: vengono aggiunte due

aree produttive a nord e a sud del centro storico; costruite fasce residenziali intervallate da

spazi verdi: la città si amplia nella sua estensione ma si dirada facendo penetrare la natura,

quasi in centro. Corrisponde quindi a una nuova idea di flussi: libertà dei flussi ma la mobilità

si fa efficiente, un sistema di autostrade che distribuisce il flusso dei lavoratori all’interno

dell’organismo. Patrick Abercrombie e John Forshaw, mappa delle presenze sociali e funzionali

sul territorio di Londra, 1950. Solo teorica, provocatoria. Appena più tardi, effettivo piano per

Londra, dove si vede non con una finalità immediatamente progettuale (mappa sulle presenze

sociali sul territorio) si prescinde dalla reale forma urbana nella rappresentazione.

SOVRAINTERNAZIONALITA’: un altro dei temi che caratterizza poi la prima fase del secondo

• novecento è una forte enfasi sulla dimensione internazionale. L’architettura moderna è definita

International Style: dimensione internazionale molto forte, idea associabile alla modernità

anche in paesi molto lontani culturalmente e fisicamente. C’è una diffusione di maniere di

progettare e questa cultura del progetto tende a prevalere su visioni nazionali. Non è sempre

stato così: se pensiamo agli anni ’20 l’enfasi sulla questione nazionale era importante. Roosvelt,

valori culturali economici e politici che portano alla nazionalizzazione. Una delle culle è il

deutsche Bergmund: si chiama in tedesco per trovare una nuova espressione tedesca. E’ negli

anni 30 durante e dopo la guerra che c’è un’idea sovranazionale, anche per effetto della crisi

del 29: mostra la fragilità dei mercati nazionali e la necessità di aprire i mercati su orizzonti più

ampi. Gli anni che susseguono alla caduta di Wall Street sono anni in cui la politica estera si

orienteranno verso una grande apertura. Ci sono ragioni per cui l’internazionale prevale sul

nazionale. Uno dei luoghi più ovvi dove rivolgersi è l’esposizione che si tiene al MOMA nel 1932

dove l’architettura moderna ha posto fondamentale e vengono presentate nuove esperienze

soprattutto dall’Europa. In questo anno viene inaugurata l’attività del museo. Si dice che i capi

hanno preso degli esempi europei dei primi anni 30 spogliate del contesto e presentati come

Rosso: architetti Blu: progetti Viola: date Verde: luoghi

estetici. In parte è vero. Il catalogo che affianca la mostra parla di International Style. Viene

proposto un progetto di Mies in copertina.

IN LATINO AMERICA:

Alberto Sartorius “Gli elementi dell’architettura funzionale”: si muove intorno al mediterraneo

creando un’architettura funzionale, andando a prendere posti che non erano presi in

considerazione da altri architetti (Albania, Giappone, Persia, Uruguay, Brasile, Argentina..) si

muove in modo internazionale. Si viaggia tra Argentina, Uruguay, Brasile nel 1930. Le Corbusier

negli anni tra il 1929 e 30 compie un viaggio passando anche lui dal Sud America.

Tra Nord e Sud America si stipulano alleanze fondamentali per motivi strategici: attività

diplomatiche (es. Brasile e Messico).

Ci sono architetture celebri che altri architetti bocciano perché carichi di elementi soggettivi.

Uruguay, Messico: i paesi latino americani. “Guerra fredda culturale”. C’era anche l’idea di

cercare le radici americane, costruire una grande tradizione da mettere a fianco a quella

europea. I nuovi approcci degli USA producono cambiamenti e iniziano a trattare il Sud America

come un buon vicino. ES. il Brasile era un grande alleato per le materie prime e strategici.

Muralisti messicani – grandi murales sulle facciate degli edifici. ES. Diego Riviera 1934, murales a

New York all’interno del Rockfeller center: simboli del dualismo dei 2 disegni. E’ stato demolito a

causa della sua posizione troppo radicale.

Walt Disney documentari sull’America latina. Amici latino americani: paperino, gallo messicano,

pappagallo carioca, speeds gonzales. Questi personaggi sono macchiette che rappresentano gli

aspetti evidenti delle popolazioni. L’America Latina va integrata nella cultura degli USA.

Carmen Miranda star holliwoodiana ha dei cappelli di frutta tropicale improvvisa un’idea di

brasilianità.

Ci sono architetture importanti: Oscar Niemeyer + Lucio Costa, in Brasile col nuovo governo

inaugura programmi di modernizzazione, ci sono condizioni per una nuova ondata per

l’architettura. Lucio Costa e Oscar Niemeyer, ministero dell’educazione e della salute, Rio de

Janeiro 1936-1945: reinterpreta caratteristiche di Le Corbusier degli anni

’20, pilotis, creano una nuova dialettica tra arte/architettura. Idea del

palazzo per uffici a lama, che reinterpreta alcune caratteristiche del

linguaggio di Le Corbusier. Le facciata sono in courtain wall, il prospetto

nord è dotato di bris soleil orientabili a sud, idea di pre-sostenibilità, ha

anche un valore estetico: controllo climatico non grazie ai materiali, ma

grazie ad un accorgimento. Idea di presostenibilità.

Bubblemar: pittore-architetto. Tratta l’idea della piazza e terrazza come

elementi vegetali parti di un quadro astratto. L’impatto dell’architettura

brasiliana immediatamente post bellica è straordinario.

L’architecture d’aujourd’hui, una monografia sul Brasile, 47. Non è l’unico

caso. Il caso brasiliano è quello più clamoroso.

Uno dei momenti in cui si confeziona il caso brasiliano che mette in luce le condizioni con cui

devono lavorare gli architetti dopo il conflitto è l’Expo di

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A.A. 2016-2017
5 pagine
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SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Biasil94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e teorie dell'architettura del secondo novecento e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Deambrosis Federico.