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Citiamo solo “il negozio Habana”, “l’Esposizione di Dresda del 1906”, “la sede della
Kunstgewerbeschule” (poi sede del Bahuaus) ed “Honenhof”, in cui l’artista tenta di divincolarsi
dall’Art Nouveau per rientrare a contatto con gli stili locali.
“Villa Springmann” ad Hagen è una riproposizione fedele dell’architettura della “English Free
Architecture”, in particolare della villa sul lago di Voysey. Nell’interno si evince l’idea classicista
propria dell’ultimo Van de Velde. “Villa Springmann” ad Hagen
Il “teatro per l’Esposizione del Werkbund” sarà il punto di arrivo per l’architettura di Van de Velde,
in cui alla linea astratta propria del primo periodo artistico si fonde l’idea empatica che farà capo
all’intero movimento dell’Art Nouveau.
LA SECESSIONE VIENNESE: SEZESSIONSTIL
L’opera di Joseph Maria Olbrich e di Joseph Hoffmann
Si trattava di una risposta di scissione alle strutture artistiche ufficiali, specie alle accademie. La
Secessione propose un gusto secco e geometrico, altamente decorativo e astrattizzante.
Quest’ultima preannunciò il funzionalismo contemporaneo, eliminando lo storicismo e
privilegiando la geometria.
OTTO WAGNER, maestro di Olbrich e di Hofmann, fu colui che anticipò la poetica della
Secessione Viennese, alimentata anche dalla pittura di Klimt. Nella Casa in via dell’Università e
nella villa Wagner a Vienna, si esplicita la concezione artistica del maestro prima dell’adesione
all’Art Nouveau. La prima opera di avvicinamento a questa tendenza artistica fu la stazione
metropolitana in Under-Dobling (il modello dell’arco inquadrato nell’ordine). Nello studio di
Wagner si formerà una vera e propria scuola, tanto che alcune opere tarde di Wagner furono
ipotizzate essere state costruite dai suoi discepoli più importanti: Olbrich e Hoffmann. Un’esempio
di questa compartecipazione è la “Karlsplatz” “Karlsplatz”
Il massimo esponente della Secessione è indubbiamente OLBRICH, allievo di Wagner, di cui
citiamo il famoso Palazzo della Secessione a Vienna, noto come il “cavolo d’oro”. Fu ideato come
palazzo per le esposizioni degli artisti vicini a questa tendenza artistica, divenne poi il simbolo
celebrativo di essa. E’ un’opera massiccia e monumentale, lontana dagli stilemi dell’Art Nouveau.
Sicuramente il modello è quello classicista- monumentale del primo Wagner, molti ci intravedono
una reminiscenza dell’idea del tempio classico. La scritta sopra il portale d’ingresso è fortemente
allusiva e simbolica:
« Der Zeit ihre Kunst, der Kunst ihre Freiheit » « A ogni epoca la sua arte, all'arte la sua libertà »
Il volume è unitario, ma le superfici si articolano liberamente in maniera diversificata. La cupola è
un mero elemento fitomorfico, forse l’unico che si avvicina alla tendenza Art Nouveau in tutta
l’opera, essa non ha scopo pratico ne statico, ma solo di abbellimento.
Il portale di accesso e dettaglio della cupola del “cavolo d’oro” a Vienna
Citiamo anche la Casa di Maioliche, forse ad opera di Wagner, che si presuppone Olbrich abbia
effettuato dopo un viaggio in Grecia, ove entrò a contatto con la prassi di abbellire le facciate dei
palazzi con elementi lignei durante le giornate di festa.
La casa di maioliche
Inoltre va citato “Ernst Ludwig Haus”, polo d’arte visto come elemento di fusione che si inserisce
nell’acceso dibattito della Germania post-unitaria. Al piano terra ci sono gli studi, ognuno dei quali
con ingresso indipendente, che hanno delle pareti divisorie removibili per facilitare la
trasformazione dello spazio frammentato in uno unico adibito alle esposizioni che ivi si tenevano.
Al piano di sopra la tecnica di frammentazione in pianta è più logica e strutturata. All’inizio si
ipotizzavano delle camerate per accogliere gli artisti che ivi operavano. I prospetti mostrano dei
finestroni simili a quelli usati nella scuola di Glasgow.
“Ernst Ludwig Haus”
Infine nominiamo solamente la Torre dei matrimoni e gli edifici espositivi, in cui si evince una cura
particolare in tutti gli elementi compositivi.
Torre dei matrimoni e gli edifici espositivi