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Estratto del documento

Ponte sul fiume Severn (Iron Bridge 1775-1778) Coalbrookdale UK: Thomas Pritchard su idea

di John Wilkinson realizzato grazie a Abraham Darby. E’ un opera che precede di parecchi anni

l’epopea dell’ingegneria del ferro nata inizialmente come sperimentazione delle capacità industriali

del progresso finora raggiunto nella siderurgia è rivelatasi una delle prime opere perfettamente

riuscite, pioniere dei tale epoca. Nonostante i piloni fossero in muratura, le campate fra un pilone e

l’altro sono semiarchi preparati in officina e saldati in cantiere, nel punto di chiave per ottenere un

arco a tutto sesto. Tuttavia proprio per la sua struttura mista in ghisa e in pietra, non poteva

sostenere pesi imponenti tanto che nel 1934 fu escluso dalla circolazione veicolare.

Ponte Maria Pia sul fiume Douro (1877-78) Oporto: Gustave Eiffel Le nuove tecnologie di fine

Ottocento permisero la costruzione di opere ardite completamente in acciaio specialmente ponti

dalle dimensioni maggiori e dalle campate più elevate. E’ strutturato secondo un grande arco

tralicciato che sostiene un traliccio rettilineo che costituisce il passaggio per la ferrovia.

Viadotto sul fiume Garabit (1880-84) Ruynes-en-Margeride, Francia: Gustave Eiffel costruito su

modello del Ponte Maria Pia realizzato pochi anni prima sempre da Eiffel, presenta anch’esso un

grande arco tralicciato centrale sul quale si appoggia una trave tralicciata che costituisce il

passaggio superiore. Si differenzia dal precedente che a causa della maggior lunghezza, furono

necessari la disposizione non sole del grande arcone centrale di sostegno ma anche di torri

tralicciate in acciaio ai lati.

A Gustave Eiffel si deve anche la costruzione della struttura in ferro interna della Statua della

Libertà, opera modellata su progetto dello scultore Frederic Auguste Bartholdi, donati dai francesi

agli Stati Uniti d’America nel 1886 in occasione del primo centenario della Dichiarazione

d’Indipendenza Americana. La sua costruzione fu ispirata da quella che fu ritenuta una delle sette

meraviglie del Mondo Antico: il colosso di Rodi. La donna indossa una toga fino ai piedi, porta una

corona a sette punte in testa, simbolo dei sette mari e dei sette continenti, sorregge in un mano una

fiaccola, simbolo del fuoco della libertà mentre con l’altra regge un libro recante la data del 4 luglio

1776, giorno della Proclamazione d’Indipendenza, mentre ai piedi vi sono catene spezzate, simbolo

della liberazione dall’oppressione inglese.

La Scuola di Chicago

Chicago nacque da un piccolo villaggio di pionieri sorto agli inizi dell’800 costituito in maggior

parte da abitazioni in legno sia nella struttura portante sia nei rivestimenti. L’uso appunto del legno

permise di sviluppare tecniche costruttive ed elementi architettonici per l’edilizia residenziale come

il Ballon Frame ovvero la tecnica che permetteva di costruire una struttura portante in listelli di

legno e controventi mediante chiodatura con rivestimenti in laterizio o in tavole di legno stesso.

Nel 1871 quando la città aveva raggiunto i 300 000 abitanti, un

grandissimo incendio si sviluppa ne centro della città che la

devastò sia per il carattere ligneo delle strutture per le

condizioni ambientali che si erano sviluppate. Circolarono

dall’inizio voci sulle possibili cause, alcune totalmente

inventate come la versione di Michael Ahern giornalista

repubblicano che sostenne come l’incendio fosse stato causato

da una mucca che con un calcio aveva rotto una lanterna su un suolo di paglia in una stalla.

La tecnica del Ballon Frame è un sistema costruttivo basato sull’accostamento

modulare di listelli di legno di dimensioni standard, intorno ad una struttura che ha

come fondamento principale il camino e la canna fumaria in muratura lungo l’asse

della casa.

La ricostruzione prevedeva quindi che la città fosse risorta in maniera differente, non più

affidandosi al ballon frame, tecnica secondo il quale l’intelaiatura di legno delle strutture e il

successivo rivestimento interno ed esterno in legno, risultava facile da realizzare ed economica.

L’impiego nella progettazione di Ingegneri e l’uso delle nuove tecnologie dell’epoca del ferro

determinarono la ricostruzione di Chicago fra il 1880 e il 1900.

Le opere più importanti furono naturalmente i grattacieli che ebbero una diffusione importante

nell’America di fine ottocento e naturalmente gli ingegneri più importanti che li progettarono:

William Le Baron Jenney, il primo progettista ad aver realizzato un grattacielo, Louis Sallivan e

Dankmar Adler. L’idea del grattacielo nacque dall’esigenza di dover ricostruire un numero elevato

di alloggi su lotti regolari e ristretti le cui speculazioni edilizie non permettevano di edificare su

zone più ampie a causa dell’elevato costo del metro quadrato di superficie edificabile. Si preferì

quindi sviluppare gli edifici in altezza per sfruttare al massimo il suolo edificabile a vantaggio della

richiesta di abitazioni. Il grattacielo quindi nasce con struttura e scheletro d’acciaio e nuove

fondazioni su pali infissi. Esso determinò l’esigenza di far coesistere la struttura e la sua architettura

con tutti gli impianti tecnologici derivanti dall’uso delle nuove scoperte e dalla perfezione di quelle

già esistenti: ascensore, rete di telefoni, rete idrica e rete fognaria, citofono e posta telematica. Il

grattacielo quindi è il simbolo della giusta condivisione fra ingegneria della struttura e architettura

degli interni. La ricostruzione di Chicago iniziò dalla costruzione del Loop, quartiere centrale degli

affari costituito da soli 9 isolati; ed essa fu così radicale che già nel 1889 il volto urbano della città

apparve completamente riformato.

Ci si chiedeva quale arte e architettura nazionale dovesse caratterizzare la

ricostruzione; è la preoccupazione degli americani di trovare un linguaggio artistico

nel quali essi potevano riconoscersi; è chiaro che il grattacielo del tutto nuovo alla

tradizione architettonica, divenne per l’America una sorta di simbolo nazionale, una

strada su cui insistere per emanciparsi dagli altri.

Firts Leiter Bulding (1879) Chicago: William Le Baron Jenney edificio provvisto di 7 piani è

ancora una struttura primordiale che non ha la snellezza degli edifici successivi. Poggia su colonne

in ghisa all’interno di pilastri di muratura abbastanza imponenti e l’intera mole dell’edificio non si

avvicina ancora al principio dell’altezza quando invece quello della larghezza della facciata.

Tuttavia la struttura portante permette di aprire finestre ampie dal piano del pavimento al soffitto

così da poter illuminare al massimo lo spazio interno.

Manhattan Building (1890-91) Chicago: William Le Baron Jenney La struttura è più complessa

oltre al fatto che l’altezza è notevole rispetto ai precedenti esemplari di grattacielo; 16 piani,

struttura completamente antincendio e un design della facciata che fosse identificabile dalla

clientela e al tempo stesso un ornamento per la stessa città. Elevato a ridosso di una strada stretta.

Presentava il problema dell’illuminazione dei piani bassi che Jenney tentò di risolvere con

l’inserimento della finestra a balcone detta blow window, nella parte centrale dell’edificio, al di

sopra del basamento, fino alla parte superiore dove il prospetto è coronato da una fascia di chiusura.

Si tratta essenzialmente di una finestra sporgente rispetto al prospetto che conferisce ondularità e

interrompe la geometria piana della facciata. Tali accorgimenti occupano la fascia centrale della

facciata dell’edificio, mentre la fascia ai piani più bassi sono rivestiti da un bugnato e la fascia più

elevata presenta in prossimità dell’ultimo piano finestre ad arco superiore.

Fair Store Building (1891) Chicago: William Le Baron Jenney Di questo edificio ci si sofferma

sul carattere estetico della facciata che prende in prestito caratteri dell’architettura

neorinascimentale. La facciata può dirsi suddivisa in tre grande fasce ognuna ripartita fa fasce

marcapiano sostenute da paraste con capitelli corinzi. All’interno di tali colonne corrono i pilastri in

ghisa che sostengono l’intera struttura. Tuttavia la sua struttura e la sua forma è ancora lontana

dall’idea di grattacielo moderno a causa dell’altezza non particolarmente elevata rispetto alle

dimensioni in pianta. Egli fu costruito fin da subito per ospitare grandi magazzini per ospitare il

cosidetto ”mercato equo e solidale” che proponeva alla clientela la vendita di generi alimentari a

prezzi solidali.

Second Leiter Building (1889-1890) Chicago: William Le Baron Jenney Era il secondo edificio

che portava il nome Leiter ad otto piani, tuttavia pur conservando la tradizionale struttura portante

in acciaio all’interno di un massiccio rivestimento in muratura, tende leggermente ad un maggior

decorativismo rispetto al precedente modello. L’architetto inserisce in facciata fra una colonna di

finestre e l’altra, e negli angoli paraste con capitelli tuscanici e sulla stessa colonna delle finestre le

suddivide in due fasce con fasci di tre colonnine con capitello corinzio. Tuttavia la struttura della

facciata rimane ancora particolarmente libera nelle aperture, e questa rappresentava un esigenza

irrinunciabile per permettere la massima libertà di divisione interna della pianta.

Grandi Magazzini Marshall Field (1885-87) Chicago: Henry Richardson Il Palazzo ha richiama

nell’aspetto alcuni elementi romanici tanto da poter essere interpretato come un edificio

neoromanico di Chicago. Anche la sua forma non ci da l’idea di slanciatezza del grattacielo ma

piuttosto una solenne maestosità nella quale la larghezza e la lunghezza prevale sull’altezza. Tutte le

finestre sono architravate con archi a tutto sesto che irrompono in una facciata rivestita da una

muratura costituita da grossi blocchi calcarei più accentuati nella parte bassa dell’edificio così come

se si trattasse di uno zoccolo in bugnato. E’ interessante notare come la successione delle finestre

con arco in correlazione con quelle del piano sovrastante, ricordi l’architettura di un acquedotto

romano nel quale due arcate poggiavano su una sottostante unica arcata (modello delle logge a più

ordini). Il cornicione è costituito da un particolare fregio che richiama lo stile di edifici più antichi.

Nonostante la facciata lasci tradizionalmente molto spazio all’apertura di finestre; il progettista nel

disegno definitivo non tiene conto della funzione finale che dovrà assumere l’edificio, ma configura

l’aspetto esteriore a suo piacimento e secondo il suo stile neoromanico imponendo all’attività che vi

svolgerà al suo interno di adattarsi, so

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
59 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher DavideM088 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Politecnica delle Marche - Ancona o del prof Cruciani Paolo.