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VON SAVIGNY (1779/1861, aristocratico di origine francese "DELLA VOCAZIONE DEL NOSTROtrasferitosi in Germania):TEMPO PER LA LEGISLAZIONE E LA GIURISPRUDENZA"
Savigny sottolinea l'importante nesso che vi è tra il diritto e il momento storico, quello fatto proprio dagli uomini. È infatti la fede popolare a rendere il diritto valido, poiché questo altro non è che la risposta a tutte le esigenze giuridiche che la vita presenta.
Il diritto dunque si sviluppa insieme al popolo, si perfeziona con esso e infine si estingue.
In Germania invece ciò non sta avvenendo, poiché il diritto è divenuta una scienza che appartiene solo ai giuristi, che lo rendono artificioso e complicato. Questa è una sprta di critica che il Savigny rivolge a Thibaut, il quale non rifiutava il metodo storico, ma riteneva opportuno affiancare a questo l'utilizzo della ragione, in modo tale da rendere razionale e sistematico il diritto positivo.
La vocazione del Savigny è una risposta a Thibaut. Mentre riconosce la validità degli scopi che questo perseguiva e dichiara di condividerli, Savigny sostiene che il mezzo per raggiungerli non è un codice, ma una scienza del diritto e sicura, sicura dall'arbitrio dei giuristi. Savigny vuole un diritto organica, progressiva che può essere comune all'intera nazione, mentre per la diversità della situazione storica dei vari paesi tedeschi, un codice non può essere comune a tutta la Germania. Da questa occasionale presa di posizione del Savigny nacque la scuola storica del diritto.
VITTORIO SCIALOJA (1856/1933, prof. Di diritto romano a soli 20 anni): (docente a Pisa).
In questa lettera il giovane Scialoja espone al professore Serafini la sua teoria su come affrontare lo studio e l'insegnamento del diritto romano. Egli è convito che nel loro periodo storico le nazioni lottino tra di loro non
Solo per conquiste materiali, ma anche per vincere in ambito spirituale, mediante la cultura. I professori universitari devono, dunque, insegnare non per portare uno stipendio a casa, ma per accrescere le menti dei loro alunni attuando il metodo di studio più idoneo a fare ciò: il metodo scientifico.
Infatti secondo Scialoja il metodo scientifico conferisce allo studente la capacità di muoversi nei concetti generali e, mediante la deduzione, di giungere ai concetti particolari. A disposizione dello studente devono esserci anche le Fonti del diritto, le quali permettono allo studente di rendersi conto che ciò che studia è una vera scienza, la quale partendo dai bisogni sociali ha dato vita al diritto positivo, romano prima, moderno poi.
Solo in questo modo lo studente potrà avere vera coscienza dello studio che svolge, sarà in grado di mettere in discussione pensieri di autorità antiche ed avrà libertà di giudizio.
(influenza)
formazione completa e approfondita del diritto romano. Inoltre, sottolinea l'importanza di studiare il diritto romano non solo per la sua rilevanza storica, ma anche per la sua influenza e continuità nel diritto moderno. 2) Riguardo alla seconda questione, il Perozzi critica l'approccio superficiale e riduttivo che spesso viene dato al diritto romano nelle università. Egli sostiene che il diritto romano debba essere insegnato come una disciplina autonoma e non solo come una materia di supporto per altre branche del diritto. Inoltre, sottolinea l'importanza di una corretta metodologia di insegnamento, che includa lo studio delle fonti del diritto romano e la comprensione dei principi fondamentali che lo regolano. In conclusione, il Perozzi sostiene che l'insegnamento del diritto romano deve essere basato su un approccio integrato, che tenga conto sia degli aspetti dogmatici che storici, e che venga dato il giusto riconoscimento e importanza a questa disciplina nelle università.Trattazione esaustiva del diritto romano, fatto concesso anche da quello che è attualmente il diritto romano, ovvero un diritto spento, non più in evoluzione. Quanto concerne la ragione dell'insegnamento del diritto romano nelle università, il Perozzi sostiene che il diritto romano è l'unico vero strumento di educazione giuridica. Esso infatti permette di comprendere il fenomeno giuridico a 360 gradi, essendo un diritto nato come risposta alle esigenze sociali. Ciò è avvenuto soprattutto nell'epoca della repubblica, quando il diritto romano è divenuto soddisfazione non solo della libertà sociale, ma anche individuale, tutelando tanto i forti quanto i deboli.