Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
LA SUCCESSIONE
Successione non è solo patrimoniale, ma anche nei rapporti personali del pater familias,
in termini di potestas. 91
Dal punto di vista patrimoniale quando muore il pater il patrimonio si divide in parti
uguali tra i sui, cioè tra i figli e le figlie che si trovano in potestà e la moglie se in mano
del marito.
Questa successione che prevede che alla morte del padre subentrino figli, figlie e moglie
in manu (se mancano i figli l’agnatus proximus, se manca l’agnatus i gentiles, cioè i
parenti di grado più lontano appartenenti alla stessa gens) è una successione regolata
dalla legge e prende il nome di SUCCESSIONE LEGITTIMA.
Noi la conosciamo nelle XII tavole: “se una persona muore senza aver fatto testamento e
in assenza di figli in potestà, il parente maschio prossimo erediterà il patrimonio, se
questo non c’è erediteranno gli uomini della sua gens”.
Da un punto di vista cronologico e logico nel diritto romano, che è incentrato sul
principio del patrimonio generazionale, è più importante la successione legittima.
Non esiste la possibilità di andare contro il patrimonio generazionale.
Il patrimonio rimane nella famiglia agnatizia e si trasmette di generazione in
generazione perché incide sulla capacità patrimoniale e politica delle famiglie.
Nella fase più antica non c’erano deroghe nella successione legittima, però notiamo la
presenza del TESTAMENTO. Le XII tavole (V secolo) attestano l’esistenza del
testamento, che viene ammesso in un successivo a seguito dei primi testamenti speciali.
Naturalmente l’invenzione del testamento è una grande rottura del principio di
solidarietà agnatizia.
Alla morte di un sui si trasmettono tutte le relazioni fisiche, si ereditano vantaggi e
svantaggi: crediti, debiti e diritti. Si diventa creditore di tutte quelle relazioni attive che
il de cuius aveva nei confronti di terzi.
L’erede è il continuatore della persona del defunto, ne prende il posto e deve sapere se è
quanto sarà chiamato a pagare se accetta l’eredità.
L’accettazione può essere espressa, quindi fatta presso il notaio o il tribunale, o tacita o
per fatti concludenti. In quel caso si diventa erede senza neanche accorgersene.
Nella fase più antica si parlava di consorzio: i figli e le figlie non potevano dividere
l’eredità, ma rimanevano tutti all’interno della casa e dell’ortus per generazioni. A un
certo punto si introduce la divisione dell’eredità.
I debiti ereditari si dividono pro quota e automaticamente fra i co-eredi. È espressione
del criterio di solidarietà delle obbligazioni.
La successione può rappresentare un vantaggio oppure uno svantaggio in quanto il suo
scopo originario non era quello di assicurare il patrimonio a chi viene dopo ma di
continuare la famiglia, nel bene e nel male. 92
In caso di conflitto per l’eredità si andava dal giudice, come per noi. Se un pater avesse
voluto lasciare qualcosa a uno dei suoi figli scelto da lui c’era uno strumento: il LEGATO.
Contro la successione ereditaria c’è il legato, che è una diminuzione dell’eredità con la
quale il testatore vuole che sia data una cosa a una persona sottraendola
dall’universalità.
Ecco che nasce la disposizione testamentaria, il bisogno di modificare quello che c’è
scritto nella legge.
Il legato però contraddice il principio della solidarietà familiare, quindi sia per i romani
sia per noi sono presenti dei limiti che per i romani è quello di lasciare almeno una certa
quantità di patrimonio che possa poi essere trasferito.
Il nostro articolo 588 riprende la differenza tra eredità, cioè la successione a titolo
universale, e il legato, cioè la successione a titolo particolare. Quindi quando si parla di
eredità bisogna tenere presente se si parla in primo luogo se si parla di successione
legittima (= disposta dalla legge, si apre solo quando manchi quella testamentaria anche
se cronologicamente è nata prima) o testamentaria (= prevale la libertà). Ancora oggi
esistono dei limiti alla libertà di testare che servono a mantenere il patrimonio
generazionale.
Nella successione legittima ci sono pochi problemi in quanto è già la legge a decidere
tutto. La legge prevede che quando muore una persona, a seconda di chi lascia, si
formano le quote previste dal codice civile.
La successione testamentaria può prevedere un ordine diverso da quello legittimo. Può
essere universale (= erede) o particolare (= legatario).
AZIONI IN FATTO = azioni pretorie le cui formule non contenevano pretese, ma
● semplici descrizioni di ciò che era accaduto nei fatti e a dire i momenti salienti
che possono portare alla sanzione o condanna di una persona e derivano dal
diritto perché sono riconosciute dall’ordinamento
AZIONI CON TRASPOSIZIONE DI SOGGETTI = azioni pretorie le cui formule di
● condanna si rivolgono a soggetti diversi che non coincidono con quelli dedotti in
giudizio. Quindi con la trasposizione di soggetti (nell’intentio era indicata la
persona che aveva concluso il contratto, nella condemnatio quella da
condannare), il pretore estendeva la formula sulla base del diritto civile con lo
scopo di concedere al creditore insoddisfatto di far valere la responsabilità
patrimoniale anche alla terza persona estranea al rapporto, ma fondamentale
perché ne trae tutto il profitto
La gestione d’affari (negotiorum gestio) è l’atto di colui che senza esservi tenuto per
legge, come il tutore o il curatore, di propria iniziativa ed eventualmente nell’ignoranza
dell’interessato tratta affari giuridici o comunque cura interessi altrui
IL TESTAMENTO 93
Il primo testamento è quello tramite mancipatio (cioè che si basa sulla fiducia):
l’acquirente è un amico, un fiduciario, a cui il testatore trasferisce il suo patrimonio ma
con l’accordo di trasferire quel patrimonio a chi ha deciso lui, successivamente alla
morte = mancipatio non accompagnata da corrispettivo, che non persegue la libertà
(non è una donazione) ma accade solo a seguito della morte. Bisognerà porre in essere
un ulteriore atto per trasferire le res.
Ciò che non deve mai mancare nel testamento: purché sia valido deve esserci
l’istituzione di erede (chiunque si voglia ma deve esserci un erede) =poiché questo deve
pagare i debiti che erano in capo al testatore.
I romani richiedevano forme particolari per il testamento, altrimenti si apriva la
successione legittima basata sugli eredi necessari = formula :“tito heres esto”.
Ammettiamo quindi che il testatore scelga una qualsiasi persona come erede.
Ci possono essere vari problemi: se il testatore sbaglia e non effettua la mancipatio:
coloro che sono nominati non possono conseguire il titolo di erede poiché c’è un vizio di
forma, e si apre successione legittima; ma se non vengono rispettate le regole del
testamento liberale (o perché manca la pesatura, o perché è stata effettuata una sola
traditio e non mancipatio) il pretore concede a chi era stato nominato nelle tavole un
possesso ad usucapione (e dopo uno o due anni diventeranno proprietari), purché il
tutto sia stato eseguito di fronte a 7 testimoni: da valore a chi era stato nominato anche
se in maniera impropria = va contro il principio di conservazione del patrimonio
generazionale
diseredazione: il testamento poteva essere usato anche per nominare una
● persona anche se aveva già dei figli. Si possono pre-permettere figli o figlie ma
devono essere comunque nominati nel testamento per essere diseredati (i
maschi uno per uno e le femmine anche in generale) = i figli o sono eredi
necessari o si devono diseredare con delle motivazioni. Se i sui iuris vengono
diseredati tutti è comunque necessario che venga designato un erede = va contro
il principio di conservazione del patrimonio generazionale. Nel nostro
ordinamento è stata abolita poiché il principio della solidità familiare è ritenuto
più importante rispetto ai romani.
bonorum possesium contra tabulam: mancipatio a scopo di successione, e fra gli
● eredi non sono stati nominati i figli emancipati o le figlie con dote (quindi i figli
non in potestà che non sono gli eredi necessari); se questi richiedono di essere
considerati nella successione = il pretore introduce il principio dei
legittimari/successione necessaria (diversa dalla legittima ex lege), va contro le
tavole, ma introducendo l’obbligo della collazione =questo verrà introdotto anche
nei confronti di tutti i figli e poi tutti i parenti. Per fare valere la richiesta bisogna
effettuare l’azione di riduzione:si colpisce le altre quote ereditarie, in modo tale
da avere una propria quota uguale(dopo aver collazionato ciò che era stato 94
ottenuto precedentemente). >quota di legittima. (oggi riguarda sia i figli che i
coniugi).
Inizialmente i romani agivano in un altro modo: “querela in officiosi testamento” = il pater
che aveva designato gli eredi veniva ritenuto infermo di mente, così il testamento era
invalido e si apriva la successione ex lege.
bonorum possesium sine tabula: muore un individuo senza testamento: prima
● dell’agnatus proximus e dei gentiles, ci sono altre persone che meritando
l’eredità: vengono compresi per primi i figli emancipati, poi tutti gli agnati (non
solo l’agnatus proximus), e infine poi comprende tutti i cognati (cioè coloro che
son legati da vincolo di sangue) = tutti i discendenti, cognati, moglie/marito, con
porzioni diverse.
ACTIONES: PROCESSO: diventa bipartito molto presto, in età repubblicana: processo
per formulas =
fase in iure, iurisdictio: “giurisdizione”, parte riguardante il magistrato: le parti
● raccontano al pretore (o prima al console) qual è il loro problema giuridico e se il
magistrato capisce che è una farsa delega l’azione (li manda a casa), se invece
capisce che c’è un certo fondamento nella pretesa dell’attore autorizza la
seconda fase
apud iudicem: fase “presso il giudice” che svolge l’azione istruttoria (fase che non
● richiede particolari competenze, a differenza del magistrato) = il giudice è un
cittadino privato che viene scelto dalle parti all’interno di elenchi di cittadini ma
questi giudici non erano scelti tanto per la competenza giuridica appunto, ma
perché persone oneste ed esperte di quel problema giuridico = fase che doveva
realizzarsi entro una giornata intera, non di più.
legis actiones: esistono 5 azioni (3 azioni di cogni