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Temi:
-lo sforzo della letteratura di aderire alla realtà,
-l’opportunità che la scrittura letteraria sia impersonale,
-l’attenzione costante alle dinamiche psicologiche.
“Fantasticheria” da “ Vita dei campi”
è un manifesto del verismo ma non del tutto, vi è un atteggiamento critico nei confronti della borghesia.
condivide quello che provano i più umili, non c'è la regressione ma verga fa parlare i personaggi, la voce
narrante rappresenta la voce dell'autore stesso e ci sono atteggiamenti polemici e moralistici , idealizzazione
rurale.
Non c'è il progresso ma il fatalismo siciliano, è così che devono essere le cose.
Un' amica nobile gli chiede di entrare in un romanzo, lui la inserisce in una novella.
L'autore scrive una novella in cui parla della dama dell'alta società, che dopo aver sostato nel villaggio di Aci
Trezza, affascinata da quel mondo primitivo di pescatori, dopo soli due giorni ne fugge annoiata,
proclamando: Non capisco come possa viver qui tutta la vita. La risposta di Verga anticipa il nuovo romanzo
i Malavoglia.
Verga immagina di recarsi ad Aci Trezza, il paese dei Malavoglia, in compagnia di una signora del gran
mondo che, appena arrivata, mostra un fatuo entusiasmo per quella vita semplice. Ben presto non ne potrà
più e, anzi, dichiarerà di non capire come altri possano condurvi l'intera esistenza.
La risposta di Verga è polemica con la frivola superficialità della dama: lo scrittore afferma infatti la propria
adesione morale alla rassegnazione coraggiosa che quei pescatori manifestano e con cui affrontano una vita
di stenti. (pietà)
L'obiettività verista fa cogliere però a Verga come neppure Aci Trezza sia un paradiso terrestre: persino lì,
malgrado gli apprezzabili valori condivisi (questa religione della famiglia, che si riverbera sul mestiere, sulla
casa...), giungono le inquietudini, la febbre del progresso e dell'arricchimento. Il travaglio della brama di
meglio non risparmia quella società arcaica, sede anch'essa di quella lotta per la vita che costituiva un tema
caro alla cultura positivistica dell'epoca. Questo è il nodo del dramma di cui parla Verga rivolgendosi alla sua
interlocutrice: chi, tra i paesani di Aci Trezza, vuole staccarsi dai suoi e mutare stato (così farà il giovane
'Ntoni nel romanzo successivo), mettendo in radicale discussione l'assetto tradizionale dei valori, si espone
all'inevitabile sconfitta.
Il romanzo I Malavoglia viene pubblicato a Milano nel 1881, il suo nucleo narrativo era stato anticipato da
Verga nella novella Fantasticheria. I Malavoglia, il cui titolo originario è Padron‘Ntoni, doveva rappresentare
il primo stadio della lotta per la vita, “dove la lotta è limitata al pane quotidiano”.
Il romanzo è ambientato nella Sicilia del 19 secolo.
“Rosso Malpelo” da Vita dei campi
Prima opera verista, rivela una visione primitiva e superstiziosa della realtà che vede nell'individuo diverso un
essere malvagio da temere e e disprezzare.
Verga usa la regressione per diventare portavoce di un pregiudizio comune del popolo. capelli rossi:
cattiveria.
Lui ha preso il posto del padre nella cava e sa che non potrà fare altri lavori perchè non è amato da nessuno
anzi tutti lo insultano e lo picchiano, questo è il suo destino: è cattivo e sa di esserlo e si comporta come tale.
Malpelo è un vinto ma anche un eroe intellettuale perchè consapevole del suo essere.
Verga spesso paragona le persone agli animali.
C’è lo straniamento: anche verga sembra credere a quello che pensa malpelo (scava dopo una settimana per
trovare suo padre). C'è un dentro e un fuori, nella cava nessuno gli da fastidio anzi i suoi capelli si
confondono con il rosso della pietra al di fuori di essa tutti lo odiano compresa la sua famiglia. La fune con
cui si calavano i minatori fa da tramite come se fosse un cordone ombellicale e la cava rappresenta l'utero
materno protetto e sicuro . descrive tutto senza emozioni.
Riferimento a “Ciaula scopre la luna” Pirandello
“La lupa” da “vita nei campi”
Figlia è Maricchia e lui è Nanni.
Descrizione della donna vampiro. eros e thanatos amore che porta alla morte. un amore malato.
Non giudica ma ritrae la realtà, i pregiudizi comuni.
Lui alla fine la uccide.
“La roba” da Novelle rusticane 1983
Il tema della bramosia di possesso (Mastro don Gesualdo) La roba è simbolo di benessere economico di una
ricchezza che non si misura in denaro, ma in pascoli, terre, fattorie, magazzini ricolmi, animali; e Mazzarò,
che con tenacia, sacrificio, è riuscito ad accumularne tanta, assume una statura a suo modo eroica, anzi
tragicamente eroica.
Verga fa capire che spesso nella realtà quotidiana che ci circonda ci proponiamo delle mete, ci battiamo per
vincerle e dopo che ci sembra di averle vinte ci accorgiamo che il tempo passa e che abbiamo trascurato la
vita tralasciando le cose essenziali come la felicità, la salute, ecc.; perché la vita è molto preziosa e bisogna
viverla al meglio. Questa novella narra di un ragazzo che voleva possedere tanta roba, cioè tanto terreno e
per fare ciò lavorava giorno e notte senza sosta nutrendosi di poco per guadagnare e comprare costantemente
della terra che poi faceva coltivare e con il nuovo guadagno ne comprava altra. Questo ragazzo
comportandosi così passò la sua vita e da avaro che era quando si accorse di essere troppo vecchio non stava
all'idea di dover morire e lasciare tutta la sua roba per sempre.
“Mastro don Gesualdo” dal Ciclo dei vinti
Sul piano sociale il romanzo rappresenta la borghesia in ascesa di nuova formazione, avida e ambiziosa
simboleggiata da Mastro-don Gesualdo, e le vecchie aristocrazie in declino, simboleggiate dai Trao.
Mastro-don Gesualdo è un uomo senza riposo, sempre attento a custodire i suoi beni e i suoi affari, morso dal
cruccio interno della coscienza che ha del proprio fallimento familiare e sociale.
Il mito del progresso e dell’innalzamento delle nuove classi, tanto spesso sbandierato dalla cultura del
positivismo, è sottoposto ad una critica assai più radicale che nei Malavoglia, e tutto ciò mentre anche i
privilegi e le tradizioni dell’ordine antico sono osservati con occhio lucido, senza alcuna indulgenza.
Nel Mastro lo scrittore, pur mantenendo la sua fedeltà al metodo impersonale e obiettivo, è indotto dalla
maggiore complessità dei temi e dal maggiore approfondimento psicologici dei personaggi a usare soluzioni
di linguaggio meno audacemente innovative rispetto ai Malavoglia.
La lingua è quella d’uso comune, ma non propriamente popolare.
Decadentismo
Movimento artistico letterario che si contrappone si contrappone al positivismo scientifico e al razionalismo
poiché si scoprono i limiti della scienze e il mondo ricade nell’ignoto.
Sfiducia nelle forze della ragione : crisi esistenziale dell’uomo.
-individualismo - pessimismo - solitudine - inconscio- mistero
Temi:
-malattia, follia, sogno.
-Freud con l’inconscio frammentazione dell’io.
-Proust per il potere evocativo: rendere le immagini attraverso i sensi
-Bergson scrittura circolare
Ricerca del bello e della musicalità: verso libero, linguaggio simbolico, senso della poesia come illuminazione
Poeta è veggente: sembra vedere più lontano della realtà.
Estetismo
Tema decadente
Ricerca del bello. Musicalità Forma libera e ambiguità
Poesia analogica: per immagini: analogia, metafora, sinestesia (termini appartenenti a diverse sfere sensoriali).
A. Gatto
“Nello spazio lunare”
1863
D’Annunzio
Nacque a Pescara nel 1863 e rappresenta il Decadentismo europeo, visse la vita in modo attivo, in modo
pieno, con l'intento di farne un'opera d'arte.
Viveva sempre al di sopra delle sue possibilità economiche, viveva come un divo, circondato da servitori, lusso
e sfarzo. Dal punto di vista artistico assimilò tutte le novità della cultura europea dai simbolisti francesi, dal
Verismo italiano e dal superomismo di Nietzsche.
Nel 1889 pubblicò "Il piacere" mentre tra le poesie pubblicò nel 1903 "Laudi del cielo, del mare e della terra"
del quale fa parte "Alcyone".
Nel 1897 venne eletto deputato alla Camera e sedette tra la destra per protestare contro i provvedimenti
reazionari di fine secolo. Successivamente si allontanò dalla politica attiva.
Alla fine della guerra si lanciò nell'impresa di occupare e governare la città di Fiume in attesa che si
concludessero i trattati di pace e venisse assegnata all' Italia o alla Jugoslavia.
Intanto nel concreto agire di D'Annunzio presero forma dei rituali che sarebbero diventate parte integrante
del regime fascista.
Deluso, il poeta si ritirò a Gardone dove fece ristrutturare e arredare lussuosamente il Vittoriale e dove passò
gli ultimi suoi anni.
Poetica
I suoi modelli sono il classicismo carducciano per la poesia e il verismo verghiano per la prosa
(modificandone i significati).
Sperimenterà modelli e generi letterari nuovi e diversi ma la sua ricerca si muoverà costantemente attorno
alla definizione di uno stile sublime, di un linguaggio con termini mistici e arcaici e dalla rappresentazione di
una realtà dominata da la sensualità.
D'Annunzio vive la sensualità come panismo,cioè alla fusione totale fra uomo e natura, in questa
caratteristica risiede l'aspetto più interessante del poeta.
Egli resterà estraneo a ogni atteggiamento problematico e critico nei confronti della condizione umana. La
scoperta delle opere di Nietzsche e della sua poetica del superuomo annulleranno qualsiasi atteggiamento
critico. In D'Annunzio il pensiero del filosofo tedesco viene banalizzato e forzato all'interno del suo personale
sistema di idee. Il superuomo dannunziano è energico, aggressivo e violento, ha un'energia primordiale
(prende da Verga), non è vile ma esiste solo la perfezione. Caratteristica della sua superiorità è l' estetismo
cioè la cultura della bellezza.
Il passaggio al superomismo è segnato nel romanzo "Il trionfo della morte" del 1894 in cui il protagonista
non è più un perdente o un malato ma un superuomo.
I fase: estetismo: il poeta concepisce l’arte come valore supremo a cui devono essere subordinati tutti gli altri
valori, compresi quelli morali. Vita un opera d’arte. IL verso è tutto. Musicalità, parole inventate, Legge del
bello. Esteta si isola in un mondo rarefatto di pura arte, fuori