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Nasceva proprio attraverso le pagine del Principe e dell'Arte della guerra una prosa affascinante e suggestiva
capace di affrontare i tempi più complessi, con la rapidità di una sintesi che coglie solo e sempre i nessi necessari e si svolge secondo assoluta razionalità e sicura sequenza di fatti. Per gli umanisti la storia può offrire esempi di virtù e poi insegnare che la vita è soggetta alla sorte quindi l'uomo non deve fare affidamento sui beni del mondo. Questo era il senso generale dell'opera di Petrarca. Machiavelli invece da un senso tutto nuovo alla lettura delle storie antiche per trarre da esse non insegnamenti morali ma piuttosto una lezione politica realistica. Non bisogna però credere che da parte di Machiavelli manchi un'ammirazione fervida verso gli eroi romani. Machiavelli nel Principe ha creato un'opera drammatica, così ricca di intelligenza della realtà, da apparire spesso una sorta di
immenso affresco delle cose in Italia e in quel periodo. L'opera di Machiavelli si ponecosì come una sorta di inno all'intelligenza; possiede una dinamica del linguaggio che in primoluogo è arte e poesia. Solo Giambattista Vico qualche secolo dopo seppe raggiungere la stessa forzaespressiva ma la sua fantasia così creativa finisce spesso per cadere nell'oscurità. La prosa delsegretario fiorentino vigorosa e irruente procedere per dilemmi e per l'antitesi. Infatti essa presentala sintassi della lingua latina, con un uso frequente di due posizioni soggettive e oggettive, con ilricorso persino all'ablativo assoluto e al participio congiunto. Ma ciò che più colpisce è la rapiditàdi tutti i periodi nei quali le congiunzioni inutili sono eliminati e tutti i legami logici sono accorciati.Machiavelli non ricorre a commenti inutili, le cose sono narrate così come sono avvenute, in unordine chiaro secondo
Il quale vengono presentati da prima in fatti e poi gli esempi convincenti e sempre calzanti.
Capitolo 10: La lingua italiana e la storiografia del primo '500
La vicenda politica culturale che si collegò direttamente allo sfortunato tentativo di Fra Girolamo Savonarola di conquistare il potere a Firenze attraverso un'azione ideologica e morale prima ancora che politica e militare lasciò grande seguito nella cultura fiorentina ed italiana. La fusione e gli ideali religiosi e democratici che Savonarola predicava e soprattutto la volontà di farle del discorso religioso una parte nella vita politica di tutti i cittadini avevano una profonda rispondenza nella coscienza comune. Si trattò di un tentativo assai importante che avrebbe potuto condurre a un rinnovamento civile fondato anche su aspirazioni religiose del tutto assenti nella nostra penisola. Il popolo restò per molti secoli l'oggetto della storia senza mai poterle esprimere direttamente.
La propria opinione, la propria istanza politica. Sul piano della storia della lingua italiana il movimento del Savonarola suscitò una serie di manifestazioni letterarie nelle quali gli interessi politici, le aspirazioni popolari, le esigenze religiose si fusero in una nuova e più decisa scrittura di storie di cronaca.
Le scelte letterarie e le ideologie di Jacopo Nardi, Bernardo Segni, Benedetto Varchi, Donato Giannotti e Bartolomeo Cavalcanti furono pienamente avversati dai signori di Firenze che li costrinsero a trascorrere gran parte della loro vita in esilio. Questi storici comprendono che gli ideali della libertà italiana è ormai definitivamente compromessa. La verità è nel fatto che sia di altri storici fiorentini non si limitarono più ad usare una lingua parlata a Firenze né tendono come altri settori ad esprimersi in una forma vivace, vicina a quella della lingua parlata. Essi possiedono un'elevata preparazione letteraria e
quindi aspirano a scrivere una prosa finalmente degna delle opere classiche. L'esempio del Boccaccio indicato dal Bembo quale modello essenziale era molto importante. Si trattava cioè di scrivere in un volgare privo di elementi dialettali, con una sintassi più composita di quella parlata. Era necessario però creare una prosa meno ricca e poetica di quella del Decamerone. La cosa più importante della prosa italiana fu lo studio approfondito della retorica di Aristotele. Pomponazzi aveva difeso l'uso del volgare contro il latino contro il latino umanistico che era lontano dalla vita quotidiana. Sperone Speroni allievo di Pomponazzi, scelse definitivamente l'uso del volgare anche nelle opere di filosofia e di retorica. Gli scrittori fiorentini difeso l'uso della lingua di Firenze. Il Trissino fu tra i letterati, colui che più si batté per giungere ad una lingua liberata dal municipalismo, comune a tutti gli italiani. Furono in moltiallora a cercare di costruire, attraverso opere di retorica, un vero e proprio modello, di lingua volgare italiana non più fondato semplicemente sull'uso o sull'imitazione di un solo autore ma determinato da una approfondita ricerca della retorica e della passione. La nuova prosa italiana nasce appunto dalla fusione dell'elezione del Bembo sulla necessità di adoperare il fiorentino dei grandi autori con una raffinata e completa rilettura della retorica di Aristotele. Si riuscì a formare una norma stilistica nuova attraverso una struttura sintattica e retorica nella quale tutte le novità espressive trovavano dignità letteraria. Si trattò di una sorta di compromesso tra l'insegnamento del Bembo e le tendenze retoriche della scuola di Padova. Fu allora che Firenze venne fondata l'Accademia della Crusca che ebbe tra i suoi più autorevoli rappresentanti Leonardo Salviati. L'accademia iniziò la pubblicazione ebbe tra i suoiVocabolario detto appunto della Crusca, destinato ad avere grande influenza su tutta la prosa italiana nel corso dei secoli.
Capitolo 11, seconda metà del '500
Scrittura e prosa nella
La differenza fra Machiavelli e Francesco Guicciardini sta nel fatto che, pur essendo entrambi attratti decisamente dal gioco della politica, Machiavelli si lasciò sedurre dall'idea del gioco politico è solo forza, intelligenza, grande capacità di intervenire nel giusto modo, Guicciardini del tutto lontana dagli ideali repubblicani popolari, cercò invece di trovare nelle vicende politiche ciò che può assicurare la vita il buon governo di uno Stato. Guicciardini rifuggì dall'idea di una repubblica popolare che riesca a sostenersi da sola, egli costruisce la prima vera prosa storica della letteratura italiana. La grandezza di Guicciardini è proprio nel fatto che la sua analisi è assolutamente priva di idee preconcette: non ha senso
Parlare di un governo migliore dell'altro; quello che conta è ciò che esso riesce a costruire per il benessere della società. Anche i miei confronti della religione di Roma egli riesce ad assumere un atteggiamento per così dire giusto e sincero. Guicciardini conosce alla perfezione le grandi opere storiche del mondo romano. La conoscenza della lingua latina è tale da rendere in lui quasi automatica la traduzione in volgare senza particolari difficoltà. La sua prosa infatti ha un tono solenne e severo a un tempo. Partendo da queste considerazioni si può certamente affermare che la prosa di Guicciardini è fra le più alte espressioni letterarie di tutto il 500 italiano.
Capitolo 12
Scrittori irregolari tra epica e teatro: Teofilo Folengo e Angelo Beolco detto il Ruzzante
Teofilo Folengo adotta una lingua maccheronica, questa lingua si basa sulla grammatica e sulla morfologia del latino ma costruisce frasi nell'ordine
sintattico del volgare e immette forme lessicalivolgari.Opera importante: BALDUS, il poema narra l'infanzia e la giovinezza di Baldo, egli è disinteressato alla vita cavalleresca e partecipa all'umile vita quotidiana del borgo di Cipodopresso Mantova, unendosi a balordi di tutti i tipi e vivendo a contatto rude con la naturaBaldo è a capo di una banda di teppisti che impongono la loro legge nelle campagne del mantovano, intraprende un viaggio con degli amici verso luoghi magici e grotteschi.Su tutta la produzione del 500 mancava la presidenza della vita reale. Ci fu una sorta di ribellione al conformismo della cultura ufficiale. Ci fu una ramificazione1) autori che lavorano per i signori2) autori che si sottraggono alle regole accademicheManca quasi totalmente in tutta la produzione letteraria del primo 500 la vita reale, contemporanea specialmente quella del popolo. Persino nelle commedie viene raccontata una vita del tutto convenzionale, assai lontana dalle
vicende della esistenza quotidiana. Anche la mandragora intenderà raccontare una beffa boccacesca piuttosto che un aspetto della vita usuale ai suoi tempi. Questa condizione di distacco fra letteratura aristocratica e cultura quotidiana determinò una sorta di ribellione al conformismo della cultura ufficiale. Si trattò di una serie di manifestazioni letterarie da parte di spiriti liberi, che non accettavano le forme regolari, ma vuote, della letteratura ufficiale umanistica. Da un lato incontriamo gli scrittori "regolari", quelli che agiscono all'interno del sistema ufficiale e lavorano al servizio dei signori e dei principi, dall'altro troviamo autori che intendono sottrarsi alla uniformità accademica e cercano di dar voce a forme letterarie più popolari e realistiche. Lo scrittore che seppe mescolare meglio la vita quotidiana e la fantasia fu Teofilo Folengo, egli era un monaco che fu allontanato per qualche tempo dal monastero. La suanovità fu proprio la scelta di un linguaggio maccheronico, nel quale forme volgari e dialettali venivano in qualche modo rese simili alle parole latine attraverso l'uso di desinenze che imitavano quelle della lingua dotta. Il più importante dei suoi poemi in linguaggio maccheronico fu Baldus. Folengo ha reso personale questo linguaggio e riesce così ad esprimere la più vasta gamma di situazioni e sentimenti, dai più plebei ai più raffinati. L'uso spregiudicato dei verbi costituisce un'assoluta novità nel mondo letterario italiano. Costruire un linguaggio con espressioni esagerate e buffonesche è sempre segno di un'intelligenza superiore capace di rendere piacevole la lettura e interessante il discorso narrativo. Leggendo i suoi versi sentiamo la presenza dello stile di Virgilio, sia nella poesia bucolica che in quella epica. Folengo ha ripreso interi versi, ha costruito episodi riprendendo il...
Di ascoltare un modello virgiliano. Si tratta di un linguaggio costruito per gioco. Linguaggio costruito sul momento. Resta naturalmente la considerazione di un tentativo, interessante, coraggioso, ricco di forte tensione morale ma non di una visi