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TERRITORIALISMO E RIVOLUZIONE BOLSCEVICA
Il lungo '800 va oltre il calendario delle date. Termina quel periodo aperto con la Rivoluzione Francese. Alle soglie dello
scoppio della Prima Guerra Mondiale, il lungo periodo 1789-1914 e dal 1917 fino alla Rivoluzione Russa restiamo in un
periodo considerato abbastanza omogeneo. Scenario grandi fabbriche, degli operai resta. L’800 era stato sostanzialmente
un secolo di pace (in relazione anche alle guerre napoleoniche che avevano scomposto tutto). Arriviamo nell’ingresso del
20esimo secolo in un momento di scompostezza dovuto a ciò che ha cambiato da metà '800 e cioè la nascita della
Germania, sotto Guglielmo I che vuole affermare la propria egemonia nel contesto europeo che si mette contro il dominio
inglese e che scombussola l’ordine europeo, riuscendo nel suo intento. Si pone come nuovo soggetto centrale che si basava
sui rapporti bilaterali, si mette sul perno, lega gli stati a lei con alleanze o trattati economici. Imperialismo significa che alla
tradizionale attitudine colonialismo che gli europei si sostituisce la presenza della madrepatria. Tutti gli stati europei si
spingeranno oltremare. Il controllo si farà sempre più marcato. Nel corso dell’800 gli staterelli vengono fatti sparire e
integrati sotto il dominio di paesi europei (India con Inghilterra) considerati pezzi veri e propri della madrepatria. Anche
gli ultimi entrati in scena, Germania ed Italia cercano colonie per ricavare vantaggi e ricchezze ma anche sull’idea del
disegno territorialista dei vari paesi che mirano ad avere rapporti di forza sugli altri. Più sai controllare gli altri paesi
(integrato al potere e al controllo e alla gestione economica) più puoi avere potenza con le proprie caratteristiche imperiali
che comprendono anche l’uso della forza e quindi dei militari. Tutti gli europei si sono lanciati in una gara di potenza tra
loro il cui perno al momento era ancora l’Inghilterra e ciò crea antagonismo. La gara fuori dai confini europei si esaurisce
per finire all’interno stesso dei confini europei. Le piccole guerre territoriali si vanno intensificando. Dove non si vince con
le armi si cercano soluzioni (gli inglesi sui boeri attuarono una guerriglia in cui rinchiudevano in campi di concentramento
donne, bambini etc e vincevano così mentalmente). Uno dei primi genocidi sarà in Africa per opera dell’esercito coloniale
tedesco. Approdare allo stato nazionale era una tappa di liberazione. La nazione afferma sempre più la propria superiorità,
la propria potenza ed enfatizza i difetti delle nazioni vicine. Nel 1918 l’impero austro-ungarico, ottomano, quello tedesco
si risolvono, ed erano stati importanti ed esce definitivamente di scena l’Impero zarista, uscendone (inizialmente vincendo
contro la Germania) aggravata per lo sforzo militare e lo zar casca ma era diverso dagli imperi occidentali, era quasi una
divinità, l’ultimo paese a eliminare la schiavitù della gleba e nel 1917 la Russia viene anche sconvolta dalla Rivoluzione
che segnerà il continuo del ciclo della Rivoluzione Francese ma combinato nella prima guerra mondiale che mette una
crepa, che dura tutt’ora, per la crisi europea, portata fino alle colonie. Prima guerra mondiale, rivoluzione bolscevica e nel
1917 ingresso degli Stati Uniti in Europa fa si che finisca il lungo '800 e si apra il ventesimo secolo. Nel '900 la Guerra e la
Rivoluzione si aprono su un altro periodo che fa prevalere elementi di rottura. Presa potente del potere che si realizza con
un nuovo soggetto: chi guida la rivoluzione bolscevica è un partito. La rivoluzione del 1917 è la prima rivoluzione che
torna a creare caos tra gli ordini sociali, istituisce una nuova forma di organizzazione del potere e rappresenterà l’idea di
uno stato che organizza il governo su una nuova società, diventerà un esempio, un modello per gli altri paesi del mondo
ma per altri diventa un vero e proprio incubo. Nel febbraio del 1917 nasce uno scontro rivoluzionario a San Pietroburgo
con la mobilitazione delle piazze per i danni causati dalla guerra (carenza di cibo, morti etc) , nascono i Soviet (consigli
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degli insorti, riuniscono i gruppi che contestano il potere dello Zar). Chiedono riforme per ampliare e includere
progressivamente parte del mondo popolare e ci sono poi i bolscevichi portatori di idee che bisogna prendere a qualsiasi
costo il potere. Anche il socialismo russo era diviso in due gruppi al suo interno. Aprile 1917 rientra dalla Svizzera Lenin
(uno dei protagonisti della Rivoluzione) e insieme ad altri dirigenti bolscevichi daranno luogo alle ‘Tesi di Aprile’ che
fissano i punti di riferimento dei bolscevichi, il potere deve andare ai Soviet. Tra il 6 e il 7 novembre a Pietrogrado viene
preso Palazzo d’Inverno, sede del governo in cui si insedia Lenin che effettuerà subito leggi, tra le prime quella di uscire
dalla guerra, patto con la Germania pace di Brestixot, con conseguenze molto punitive di cui la Germania si approfitta e
perde la Polonia, Finlandia, parte dell’Ucraina. E’ una pace punitiva ma porta fuori la Russia dalla guerra; la capitale
diventa Mosca, si nazionalizzano tutti i beni, il partito bolscevico nel 1918 diventa il partito comunista. Le armate bianche
(armate esercito rimaste fedeli allo zar) tentarono di ribaltare il governo socialista senza riuscirvisi. Scontri sanguinosi che
portano al comunismo di guerra.
BIENNIO ROSSO EUROPEO
1917 Sovietico insieme alla WWI rappresenta un'altra di quelle faglie determinanti della storia, quel momento di
rottura che inserisce sulla scena protagonisti e quindi guerra da una parte e rivoluzione dall'altra a marcare gli anni
successivi: la guerra segna l'inizio del declino della centralità europea del mondo; gli europei erano arrivati a
controllare oltre il 90% del globo prima della WWI, gli Stati Uniti emergeranno come i primi soggetti più importanti
nella storia del Novecento. Da una parte guerra, distruzione e nascita degli Stati-Nazione. Dall'altra la rivoluzione
bolscevica che pone sulla scena il movimento comunista e l'idea che la rivoluzione socialista realizzata in Russia
possa diventare un modello per altri partiti che si ispirano a quel movimento rivoluzionario. Minaccia comunista
come una delle grandi immagini della politica novecentesca, la paura dei rossi come uno degli elementi che
impronterà il controllo delle masse in movimento.
Alla fine della guerra si ha quello che viene definito il biennio rosso europeo: 1919-1921 grande turbolenza in Europa
di grande conflittualità sociale e mobilitazione di masse che chiedono di vedere riconosciuti i sacrifici e i ruoli che
hanno ricoperto durante la guerra. Dietro gli eserciti sta un'intera nazione per sostenere lo sforzo bellico. Una guerra
che non si pone più dei limiti, non è più una guerra di coloro degli eserciti, ma sono gli eserciti dello Stato-nazione
che vengono chiamati attraverso la leva obbligatoria e che richiede mobilitazione totale: per mantenere un esercito
occorre che vi sia dietro tutta una macchina organizzativa che divora ogni giorno risorse su risorse; apparato
industriale che lavora continuamente per sostenere gli eserciti in guerra; sarà anche la prima fase di un ingresso nel
mondo del lavoro le donne che vanno a sostituire gli uomini nelle fabbriche. Mobilitazione totale significa anche che
una guerra fatta da Stati-nazione che si combattono con l'obiettivo di annichilire completamente l'avversario significa
che dietro agli eserciti e ai governi stanno delle macchine propagandistiche complicate che diffondono in tutti i Paesi
lo spirito dell'impresa nazionale: nemici della civiltà. La società nella sua integralità viene mobilitata per sostenere la
guerra.
Il risultato di questa mobilitazione è una società europea fortemente danneggiata: danni umani, costi alti, Stati in
ginocchio, coloro che più hanno sostenuto il carico della guerra (le classi popolari) a cui era stato promesso che lo
sforzo sarebbe stato ricompensato vedono che lo Stato non è in grado di mantenere le promesse, tutto questo
favorisce una mobilitazione delle masse popolari che nel 1914 hanno l'idea che i Russi hanno dimostrato che sia
possibile una presa di potere dal basso.
Biennio di grandissima turbolenza europea che vede gran parte dei paesi europei attraversati da numerosi conflitti. La
Germania si sente tradita dagli alleati, dal crollo dell'Impero e tradita dalla propria classe dirigente, consiglia
assemblee di operai che chiedono di essere riconosciute per il ruolo e i sacrifici che hanno garantito durante i quattro
anni di guerra. Il Keiser scappa dalla Germania e nasce la Repubblica tedesca sotto la guida di un governo socialista e
dà l'idea il fatto che la guerra si traduca in sconvolgimento dell'ordine nazionale; nel 1919 la lega di Spartaco (il
partito comunista tedesco) promuove un'insurrezione a Berlino che viene duramente repressa dalle componenti più
radicali dell'esercito tedesco, dai corpi franchi costituiti dai reduci di guerra più bellicisti e nazionalisti, ci sono le
elezioni per dare vita a un'assemblea costituente, l'SPD vince le elezioni (38% dei voti), costruisce un governo
insieme ai partiti moderati di centro e dà vita a una Repubblica parlamentare e costituzionale (Repubblica di Weimar,
capitale); il governo è garantito da un'alleanza fragile e mobile tra i democratici e il vecchio potere tedesco dello Stato
che aveva promosso l'intervento nella guerra: le componenti che fanno capo all'esercito (fortemente colpito). Questo
spiega uno degli elementi che condurrà nel '33 all'ascesa del nazismo in Germania, una forte fragilità politica-sociale
che però ha ribaltato l'Impero.
L'Ungheria: dissoluzione dell'Impero, spinte nazionaliste che riemergono con forza; tra il '18-19 si assiste a una
collaborazione tra social-democratici e comunisti che sostengono il governo dando vita a una nuova repubblica
sovietica. Ha un rovesciamento radicale dell'ordine costituito. Repubblica incarnata dei principi del socialismo. Nel
'19 viene assalita militarmente dai rumeni e dai cechi che sono preoccupati che la minaccia del comunismo possa
superare le barriere e coinvolgerli. Questo porta all'affermazione della prima vera dittatura controrivoluzionaria in
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Europa. Primo governo fortemente reazionario che per primo elaborerà una legislazione anti-ebraica.
Nel 1919 il modello socialista sta diventando un punto di riferimento chiaro ai sovietici, nasce un'organizzazione
nazionale dei partiti comunisti: Comintern diventa un'organizzazione nazionale di tutti i movimenti comunisti. Nel
'20 si deciderà la separazione definitiva dai socialisti riformisti: si discute il rapporto con il segmento dei movimenti
dei partiti socialisti che accettano la via parlamentare alla trasformazione dei partiti politici e decidono una frattura tra
due famiglie