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Regolazione pattizia del diritto internazionale
Convenzione internazionale di codificazione che tendono a recepire norme di origine consuetudinario. L'adeguamento però non è sempre automatico perché avviene solo per le norme generali che si riconoscono di vari indicatori come la dottrina che deve riconoscerla come norma generale, deve trovare applicazione nella condotta degli stati e reciproche relazioni tra stati, ci deve essere anche qualche pronuncia dei giudici interni che la qualifica tale e poi dipende dagli atti legislativi dello stato. Essere di immediata vigenza vuol dire che queste norme vengono trattate come norme della costituzione.
Non tutte le norme internazionali possono trovare immediata applicazione nell'ordinamento interno. Le norme del diritto internazionale hanno immediata applicazione solo se non contrastano con i principi fondamentali della nostra costituzione, come il diritto di difesa.
I successivi commi disciplinano la...
condizione dello straniero. “1 La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. 2 Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. 3 Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.”
Si trae il pieno superamento della clausola dove il trattamento dello straniero deve corrispondere a criteri di reciprocità. Riconosco certi diritti allo straniero in quanto all'italiano in paese straniero gli sia riconosciuti i medesimi diritti. A oggi non è più così con la costituzione repubblicana.
Il riconoscimento costituzionale di diritti inviolabili dell'uomo e che valgono a prescindere dalla cittadinanza solo quei diritti che ovviamente
voto agli stranieri che risiedono legalmente nel paese ospitante. Inoltre, gli stranieri hanno il diritto di essere protetti dalla discriminazione e di avere accesso alla giustizia. Tuttavia, è importante sottolineare che gli stranieri possono essere soggetti a restrizioni e condizioni specifiche per quanto riguarda l'accesso a determinati diritti, come ad esempio il diritto al lavoro o il diritto alla sicurezza sociale. Queste restrizioni possono essere basate sulla nazionalità, sullo status di immigrazione o su altre considerazioni legali. In conclusione, gli stranieri hanno diritti fondamentali che devono essere rispettati, indipendentemente dalla loro cittadinanza o dal loro status di immigrazione. La società deve lavorare per garantire l'uguaglianza e l'inclusione di tutti gli individui, indipendentemente dalla loro provenienza.Il diritto di asilo è garantito a coloro che nel proprio paese non hanno potuto esercitare le libertà democratiche. Questo diritto è disciplinato in maniera perentoria dalla costituzione e si esercita secondo le condizioni stabilite dalla legge. Nonostante la legge non sia mai stata emanata, il diritto di asilo trova fonte all'interno della costituzione. È importante sottolineare che il diritto di asilo è riconosciuto al singolo individuo e non a masse intere di cittadini. La disciplina del diritto di asilo è complessa, motivo per cui la legge non è mai stata proclamata.
Il diritto dei rifugiati, invece, riguarda una categoria di stranieri prevista da una convenzione a cui l'Italia ha aderito, la Convenzione di Ginevra del 1951. Questo diritto si applica ai perseguitati, ovvero alle persone che rischiano la libertà o la vita nel loro paese di appartenenza a causa di motivi religiosi, etnici, politici, razziali o sociali.
Orientamenti sessuali. Ai rifugiati è consentito rifugiarsi nel paese e rimanere nel territorio nazionale.
Articolo 11 contiene due proposizioni normative, la prima è il ripudio della guerra: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".
Il secondo, invece, riguarda l'imitazione di sovranità a cui il nostro paese consente per perseguire la pace tra le nazioni. "Consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo."
Il nostro stato vuole evitare le cosiddette guerre di aggressione, cioè le guerre aggressive promosse dall'Italia nei confronti di altri stati. Non vieta assolutamente le guerre di tipo difensive e non contrasta con.
Il trattato NATO, perché non è incompatibile con l'autodifesa collettiva. Il trattato NATO prevede che in caso di aggressione ad uno stato membro della NATO gli altri interverranno a difesa di quel paese aggredito. Il problema si ha quando si parla di operazione di peace-enforcing, operazione che sono state compiute per porre fine alla pulizia etnica che stava compiuta da una fazione armata, come quella del Kosovo del 1999 senza l'autorizzazione dell'ONU, ma attraverso l'organizzazione della NATO. Alcuni reputano che non ci siano problemi di incostituzionalità poiché si tratta di favorire un ordine mondiale, altri invece pensano che sia una decostituzionalizzazione dell'articolo 11 legata ad una consuetudine internazionale che si sta formando che autorizza la tutela armata, con l'ausilio di bene bellici dei diritti umanitari. Per quanto riguarda invece le limitazioni di sovranità questa clausura è servita più perLa formazione delle Nazioni Unite, che hanno una funzione non molto rilevante sullo scenario internazionale, è servita nelle cosiddette European Clauses per legittimare costituzionalmente l'adesione dell'Italia prima alle comunità europee e poi all'UE. Per questa autolimitazione di sovranità, l'Italia ha potuto cedere tutta una fetta di competenze legislative ad un organismo sovranazionale, ha potuto riconoscere l'efficacia di un giudice europeo e si è sottoposta volontariamente a una limitazione del bilancio e una forte decurtazione della sua sovranità momentanea, altri paesi invece hanno avuto bisogno di riforme costituzionali.
L'articolo 12 riguarda la bandiera italiana: "La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni." Si tratta di un ossequio alla tradizione, il tricolore nasce a Reggio Emilia nel 1797 e viene utilizzata in tutta la campagna.
politica d'Italia di Napoleone che durò fino al 1799, fu soffocato dalla restaurazione ma rimase come emblema dell'unità italiana. Nel 1861 rimane come bandiera italiana e la sua conservazione non fu oggetto di discussione. Il fatto che venga trattato in costituzione rende più rigido l'uso della bandiera nazionale, nessun'altra istituzione può utilizzarla, le regioni non possono utilizzarlo in quanto simbolo ed espressione della nazione italiana, per questo hanno una loro bandiera. Articolo 13 dedicato alla libertà personale. "La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dall'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge". Non si individua il titolare di questo diritto e non si dice se questo diritto spetta.alcittadino o all'uomo in quanto tale, non si definisce neanche il contenuto di questa libertà. La libertà personale è un diritto fondamentale della persona, dell'uomo e aspetta a chiunque cittadino e non. Per quanto riguarda il contenuto si dice che la libertà personale è una libera disposizione di sé stesso, libera disponibilità del proprio corpo. La libertà di agire e muoversi. La libertà personale si identifica con la libertà da coercizione fisiche, nessuno se non dalle garanzie previste da questa disposizione può limitare attraverso l'uso della forza la possibilità dell'individuo di determinarsi come vuole, muoversi o agire. L'articolo però non intende tutelare la libertà morale, la libertà di determinarsi autonomamente, determinare il proprio comportamento. La libertà morale, quindi la possibilità di limitarla attraverso l'imposizione
di obblighi trovadisciplina nell'articolo 23. Si vuole preservare l'individuo da coercizione fisiche. È difficile però stabilire ciò che lede la libertà individuale. Per tutela della libertà si intende anche libertà diagire che deve essere tutelata a fronte di vari provvedimenti che limitano ladignità e personalità morale, seppur non si traducono in coercizione fisica. Questa libertà può essere limitata dalla detenzione, ispezione o perquisizionepersonale o qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per attomotivato dall'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge. Sidelineano due tecniche di protezione del diritto di libertà: - La riserva di giurisdizione: solo l'autorità giudiziaria possa adottareprovvedimenti restrittivi della libertà personale - La riserva di legge: esige che solo il legislatore attraverso la leggepossa limitare la libertà personale.Sicompie e non la volontà di realizzare l'effetto vietata dalla legge.