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IL PRINCIPIO DELL EQUILIBRIO DI BILANCIO
L'equilibrio dei bilanci pubblici e la sostenibilità della spesa sono diventati fondamentali nella
gestione delle politiche pubbliche con l'adozione dell'Euro. Il Trattato di Maastricht del 1992 ha
reso le politiche economiche una questione di interesse comune, poiché la sostenibilità del debito
pubblico di ogni Stato influisce sulla stabilità dell'Euro. Dopo la crisi del 2008, il Fiscal Compact del
2012 ha rafforzato la convergenza finanziaria, obbligando l'Italia e altri Stati a rispettare il pareggio
strutturale di bilancio e un debito pubblico sostenibile.L'Italia ha modificato la Costituzione nel 2012
per includere il principio dell'equilibrio di bilancio (art. 81), regolato più dettagliatamente dalla legge
243/2012. Questa legge definisce il contenuto della legge di bilancio e i criteri per mantenere
l'equilibrio tra entrate e spese, in conformità con l'Unione Europea. L'equilibrio di bilancio è inteso
come il pareggio strutturale, che considera gli effetti del ciclo economico e include criteri tecnici
stabiliti dall'UE.Il saldo strutturale, corretto per il ciclo economico e netto delle misure temporanee,
deve raggiungere un obiettivo di medio termine (OMT), concordato con le istituzioni europee. Gli
Stati membri possono temporaneamente discostarsi dall'OMT in caso di eventi eccezionali, con
l'approvazione delle Camere e sentita la Commissione europea. Tra il 2014 e il 2020, l'Italia ha
spesso utilizzato questa possibilità per adattarsi a condizioni economiche avverse.In caso di
scostamento, il governo deve presentare un piano di rientro, che può essere aggiornato con
ulteriori eventi eccezionali o modifiche cicliche. Le riforme strutturali rilevanti possono anche
giustificare una revisione dell'OMT. Il Semestre europeo fornisce raccomandazioni specifiche per
ogni Paese, influenzando le decisioni di bilancio e le politiche economiche nazionali.
LA LEGGE DI BILANCIO E LA DECISIONE DI ECONOMIA E FINANZA
La politica di bilancio italiana ha subito profondi cambiamenti negli ultimi decenni, specialmente
con l'introduzione dell'equilibrio di bilancio nella Costituzione. Prima del 2016, la legge di bilancio
era un semplice documento formale senza norme sostanziali, autorizzando solo il governo a
riscuotere e spendere le somme indicate.Con la riforma del 2012 e la legge 163/2016, la legge di
bilancio ha acquisito contenuti sostanziali, consentendo modifiche alle leggi vigenti e unendo in un
unico testo voci di bilancio e obiettivi finanziari. Questo ha semplificato la procedura, eliminando la
separazione tra bilancio e leggi di spesa. Il ciclo di programmazione finanziaria e di bilancio
comprende vari strumenti, come il Documento di economia e finanza (DEF) e la Nota di
aggiornamento del DEF, che stabiliscono gli obiettivi economici triennali e indicano i saldi finanziari
e il costo delle misure.La riforma ha anche eliminato i capitoli di spesa, sostituendoli con criteri di
programma e missione di bilancio, richiedendo una giustificazione dettagliata delle spese. Questo
nuovo sistema mira a evitare la rincorsa agli emendamenti di spesa settoriali e a mantenere i saldi
contabili stabiliti. Il Patto di stabilità interno coordina i bilanci degli enti territoriali con gli obiettivi di
finanza pubblica, assicurando coerenza con la manovra statale e gli accordi con l'UE.
LA POLITICA ECONOMICA
L'intervento dello Stato nell'economia si manifesta attraverso la politica economica, che
comprende le misure e gli interventi governativi volti a indirizzare l'andamento economico verso
obiettivi desiderati. Questa politica si esprime principalmente attraverso la politica di bilancio,
condizionata dalla governance economica europea, nonostante l'UE non abbia competenza diretta
sulla politica economica degli Stati membri.Gli Stati dell'Eurozona hanno perso il controllo della
politica monetaria, mantenendo solo la politica fiscale, che implica interventi su spesa pubblica e
entrate. Gli obiettivi di queste politiche sono allocativi, redistributivi e di stabilizzazione. Gli
interventi allocativi correggono i fallimenti del mercato, quelli di stabilizzazione garantiscono
crescita, piena occupazione e stabilità dei prezzi, mentre quelli redistributivi trasferiscono ricchezza
tra gruppi sociali e forniscono beni e servizi essenziali.La politica economica, quindi, riflette scelte
politiche basate sulle preferenze degli elettori e si manifesta nel bilancio, sintetizzata nel
Documento di economia e finanza (DEF). Tuttavia, la governance economica europea impone
vincoli che possono limitare l'autonomia dei parlamenti nazionali, sollevando questioni sul deficit
democratico dell'UE e sull'integrazione economica incompiuta.
LO STATO REGOLATORE I SERVIZI DI INTERESSE ECONOMICO GENERALE
La politica di regolazione dei mercati, influenzata dal diritto europeo, ha portato lo Stato a ridurre il
ruolo di imprenditore per diventare un "arbitro" dei mercati. Questo concetto, noto come "Stato
regolatore", implica che le istituzioni pubbliche si concentrano sulla formulazione di regole per
mantenere la concorrenza e proteggere i consumatori, compito affidato a autorità indipendenti.La
regolazione riguarda soprattutto i settori di pubblica utilità, liberalizzati per favorire la concorrenza,
pur mantenendo obblighi di servizio universale per garantire l'accesso a servizi essenziali a prezzi
congrui. I servizi di interesse generale si dividono in economici, non economici e sociali. Quelli
economici, come i servizi postali, devono rispettare le norme di concorrenza europea, con possibili
deroghe per garantire l'accesso universale. I servizi non economici, come la polizia e la giustizia,
non sono soggetti a queste norme, mentre i servizi sociali, che rispondono ai bisogni dei cittadini
vulnerabili, possono essere aperti al mercato. Le direttive europee degli anni '90 hanno
liberalizzato i settori di pubblica utilità, distinguendo tra concorrenza nel mercato e concorrenza per
il mercato, quest'ultima applicata quando un servizio può essere gestito efficacemente solo da un
singolo operatore. Questi principi saranno esaminati attraverso i casi dei servizi postali e
dell'energia elettrica.
I SERVIZI POSTALI
La direttiva UE sui servizi postali (97/67/CE) ha tre obiettivi principali: garantire un servizio postale
universale di alta qualità a prezzi accessibili, creare un mercato interno competitivo per i servizi
postali, e introdurre principi di armonizzazione per la regolamentazione. In Italia, il servizio postale
universale è affidato esclusivamente a Poste Italiane S.p.A., che include la raccolta, il trasporto, lo
smistamento e il recapito di invii postali fino a 2 kg e pacchi fino a 20 kg. Le tariffe sono regolate
dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) e Poste Italiane riceve un contributo
annuale statale.La concessione del servizio universale scadrà nel 2026, ma a causa
dell'inseparabilità della rete postale pubblica di Poste Italiane dalla gestione del servizio, è
improbabile che venga assegnata a un altro fornitore. Anche se la concorrenza per il mercato è
prevista in altri settori come energia e telecomunicazioni, nei servizi postali questa separazione è
considerata impraticabile. Pertanto, è plausibile che Poste Italiane continui a gestire il servizio
universale anche dopo il 2026.
I MERCATI DELLENERGIA ELETTRICA
Il settore dell'energia elettrica in Italia è stato soggetto a liberalizzazione attraverso direttive
europee come la Direttiva 96/92/CE. Contrariamente al passato, non esiste più un servizio
universale esclusivo nel mercato della vendita di energia elettrica ai consumatori, con gli oneri di
servizio universale distribuiti tra tutte le imprese autorizzate a vendere energia elettrica. La filiera
dell'energia elettrica va dalla produzione alla vendita, con segmenti liberalizzati e altri soggetti a
monopolio.La produzione di energia è liberalizzata e avviene attraverso varie fonti come centrali
idroelettriche, termoelettriche e rinnovabili. L'energia prodotta viene immessa nella rete nazionale
attraverso la compravendita sulla "Borsa Elettrica" gestita dal Gestore del Mercati Energetici. La
trasmissione avviene tramite Terna S.p.A., che si occupa anche del dispacciamento per equilibrare
domanda e offerta.Le attività di trasmissione e dispacciamento sono di interesse pubblico e
riservate allo Stato, mentre la distribuzione avviene tramite imprese concesse fino al 2030, come
E-distribuzione del Gruppo ENEL. Queste imprese gestiscono reti locali e forniscono energia ai
consumatori, occupandosi anche della manutenzione e della lettura dei contatori.Il mercato è
passato gradualmente dal regime tutelato a quello libero, dove i consumatori domestici e le
imprese scelgono liberamente il fornitore. Il mercato tutelato, con tariffe fissate da ARERA e
operatori in regime di concessione, è stato in vigore fino a gennaio 2024 per le famiglie e le
microimprese.ENEL e Terna mantengono una posizione di monopolio o prevalenza su alcuni
segmenti della filiera, come il dispacciamento e la distribuzione. Tuttavia, le regole europee
richiedono che la gestione delle reti locali sia soggetta alla concorrenza di mercato entro il 2030. I
margini di riserva per il servizio universale nel mercato tutelato sono stati eliminati.
PNRR
La recente crisi economica derivata dalla pandemia da Covid-19 ha segnato un cambiamento di
rotta rispetto alla tendenza anti-keynesiana del passato, riportando l'intervento diretto dei poteri
pubblici a sostegno delle imprese e delle famiglie. La Banca Centrale Europea (BCE) ha giocato
un ruolo chiave contrastando la crisi di liquidità monetaria attraverso interventi di sostegno
finanziario, permettendo agli Stati di indebitarsi per affrontare le conseguenze economiche della
pandemia. L'indebitamento statale aggiuntivo è stato finanziato interamente dalla BCE anziché dai
mercati finanziari, grazie alla sospensione dei vincoli del Patto di stabilità e crescita e del Fiscal
Compact. Questo nuovo debito è stato utilizzato per sostenere investimenti nel sistema sanitario,
nelle imprese, nelle famiglie e nell'occupazione per mitigare l'impatto della crisi economica. A
livello europeo, la Commissione europea ha promosso il più vasto programma di finanziamento
pubblico dell'economia dalla nascita delle Comunità europee. Il Piano Nazionale di Ripresa e
Resilienza (PNRR) elaborato dal governo italiano, in linea con il programma di finanziamenti
europei Next Generation EU (NGEU), prevede interventi straordinari per sostenere la politica
industriale e creare nuove infrastrutture fisiche e digitali. Questi interventi straordinari non hanno
un impatto formale sulla governance economica e sul sistema politico-istituzionale dell'UE, ma
sembrano anticipare una riconsiderazion