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Le leggi regionali

Le leggi speciali sono le leggi statali e non quelle regionali. In linea generale, le singole Regioni non hanno competenza a fare norme di diritto privato, valide per il loro territorio. Questa preclusione è sempre stata riconosciuta da quando esistono le Regioni ordinarie (1970), pur senza essere scritta in nessuna norma. La legge cost. n. 3/2001 l'ha espressamente inserita in Costituzione. La ragione è un'esigenza di uniformità nazionale, senza la quale si avrebbero inammissibili discriminazioni fra i cittadini, in violazione del principio di uguaglianza: come accadrebbe se in Veneto ci si potesse sposare a 19 anni, in Campania a 17 e nel resto d'Italia a 18.

L'uniformazione internazionale del diritto privato

Il diritto privato moderno nasce come diritto degli Stati nazionali. Ma la "nazionalità" del diritto privato entra in contrasto con le esigenze dell'economia, nel momento in cui questa si sviluppa sempre.

più su basi transnazionali. I crescenti rapporti d’affari fra cittadini e imprese di Stati diversi sono impacciati dalla diversità dei diritti; pertanto per funzionare al meglio, hanno bisogno che alle relazioni d’affari si applichi un diritto il più possibile uniforme, a prescindere dalla nazionalità degli operatori interessati. E l’Italia partecipa a questo processo.

Lo strumento generale per realizzare l’uniformazione del diritto è rappresentato dalle convenzioni internazionali, con cui i diversi Stati aderenti si impegnano a trasferire le norme concordate con gli altri Stati e definite nella convenzione stessa. Ad esempio: l’Italia ha ratificato due importanti convenzioni di diritto privato uniforme: quella di Bruxelles (1970) sui contratti internazionali di viaggio, e quella di Vienna (1980) sulla vendita internazionale di cose mobili.

Ma esistono altri strumenti di uniformazione del diritto, che operano all’interno di

una cerchia di Stati più limitata: è il caso delle fonti europee, che realizzano tale funzione nell'ambito dei paesi membri della Ue. Si segnalano in particolare le direttive, aventi come scopo il "ravvicinamento delle legislazioni nazionali nella misura necessaria al funzionamento del mercato comune". Ma oltre le convenzioni e le direttive, l'uniformazione internazionale del diritto privato si realizza anche con strumenti non formali: le prassi contrattuali abitualmente seguite, le consuetudini costantemente osservate nei rapporti commerciali fra operatori di paesi diversi formano un corpo di "regole" che acquistano il valore e la forza di disciplina applicabile a tutti i rapporti di quel genere. Per indicare questo "diritto" internazionalmente uniforme, di fonte non statale, si usa l'espressione: lex mercatoria. SITUAZIONI GIURIDICHE E RAPPORTI GIURIDICI Le situazioni giuridiche soggettive riassumono il modo in cui le norme

regolano le possibilità dei diversi soggetti relativamente ai diversi beni, in conformità con la graduatoria che le norme stesse intendono stabilire fra gli interessi dei soggetti.

Le situazioni giuridiche possono classificarsi in due grandi categorie:

  • Le situazioni giuridiche attive, che sono quelle che determinano la prevalenza dell'interesse di chi ne è titolare, sull'interesse di altri soggetti; ma le situazioni giuridiche attive non sono tutte uguali, bensì, all'interno della categoria sono possibili ulteriori classificazioni che permettono di identificare vari tipi di situazioni attive. Le principali sono: il diritto soggettivo, con la particolare sottospecie del diritto potestativo; l'aspettativa; l'interesse legittimo; e i cosiddetti interessi diffusi.
  • Le situazioni giuridiche passive, che invece, sono quelle che determinano la subordinazione dell'interesse del loro titolare rispetto all'interesse di altri soggetti.
cui si vuole dare la prevalenza. Anche le situazioni passive possono suddividersi in varie figure, fra le quali in particolare: il dovere; l'obbligo; la soggezione; la responsabilità. Infine vi sono altre tre situazioni giuridiche soggettive, delle quali è difficile dire se siano attive piuttosto che passive, in quanto presentano elementi sia dell'una sia dell'altra categoria, e sono: la potestà; l'onere; e lo status. Vediamoli adesso nello specifico: Il diritto soggettivo è la più importante situazione giuridica attiva, e possiamo definirlo come il potere di agire nel proprio interesse, o di pretendere che qualcun altro tenga un determinato comportamento nell'interesse del titolare del diritto. Sono diritti soggettivi, ad esempio, il potere del proprietario di utilizzare in vari modi la cosa che gli appartiene; il potere del creditore di pretendere e ottenere che il debitore gli paghi la somma dovuta. Il contenuto dei diritti soggettivi può essere di diversa natura: possono riguardare la persona stessa (diritti personali), oppure possono riguardare beni o cose (diritti reali). Inoltre, i diritti soggettivi possono essere assoluti o relativi. I diritti assoluti sono quelli che spettano al titolare indipendentemente dalla presenza di altri soggetti, mentre i diritti relativi sono quelli che spettano al titolare solo nei confronti di determinate persone. In conclusione, le situazioni giuridiche soggettive sono fondamentali nel diritto, in quanto permettono ai soggetti di agire e di pretendere determinati comportamenti dagli altri.soggettivi corrisponde al tipo di poteri che essi conferiscono ai titolari, e al tipo di interessi che gli consentono di realizzare, e al tipo di utilità che gli consentono di ricavarne. Inoltre, tutti i diritti soggettivi hanno un elemento comune che costituisce la caratteristica fondamentale, secondo la quale: qualsiasi diritto soggettivo riserva al suo titolare uno spazio di autonomia di giudizio e di decisione, entro il quale il titolare del diritto è libero di valutare a proprio arbitrio, senza vincoli o condizionamenti esterni, quale sia il proprio interesse e quale il modo migliore di perseguirlo, e quindi di agire nel modo prescelto per perseguirlo. In questo senso, il diritto soggettivo acquista il valore di una categoria politica, in quanto esprime un principio di libertà e autodeterminazione del privato, sia di fronte ad altri privati sia soprattutto di fronte al potere pubblico. Il diritto potestativo è una sottospecie di diritto soggettivo, che consistenel potere di incidere sulle situazioni soggettive altrui – creandole, modificandole o cancellandole – senza che il titolare della situazione incisa possa giuridicamente impedirlo. Ad esempio, in un rapporto di lavoro, il dipendente ha il potere di dare le dimissioni, e questo è un suo diritto potestativo: se il dipendente lo esercita, egli con ciò cancella le situazioni giuridiche che il datore di lavoro aveva in base a quel rapporto; e il datore di lavoro non può opporsi a questo risultato giuridico ma è costretto a subirlo. La facoltà è la possibilità, riconosciuta al titolare di un diritto, di tenere un determinato comportamento, che è compreso nel contenuto del diritto, ma non esaurisce tale contenuto. Ad esempio, il proprietario di un gioiello ha la facoltà di indossarlo, di tenerlo in cassetta di sicurezza, di venderlo o darlo in pegno o regalarlo, e così via. Il concetto di facoltà esprimel'idea di una libertà d'azione, di una libertà di scelta fra vari comportamenti, che sono tutti leciti, cioè permessi dalla legge. Usare la cosa nel modo x piuttosto che nel modo y è una facoltà del proprietario, perché egli è libero di scegliere fra l'uno e l'altro, e la legge né gli vieta né gli impone il modo x o il modo y. L'aspettativa è la posizione di chi non ha attualmente una determinata situazione attiva, ma ha la prospettiva di acquistarla, se si verificherà un determinato evento. L'aspettativa può essere semplice aspettativa di fatto quando cioè il diritto non la protegge, ovvero non dà alcun rimedio per garantire che l'aspettativa si trasformi nella situazione soggettiva attesa. Ad esempio, l'anziano e ricco signor A ha come unico familiare il nipote B; se A muore senza testamento, B sarà il suo erede, e dunque egli ha.l'aspettativa di acquistare un'ingente fortuna; ma la sua è una semplice aspettativa di fatto, che potrà essere delusa dalle più varie circostanze, contro le quali B non ha rimedi (B può morire prima di A; A può dissipare il suo patrimonio diventando poverissimo). Si ha invece aspettativa di diritto, quando la posizione del titolare è protetta dalla legge, che offre rimedi contro determinati eventi capaci di deluderla e di impedire la sua trasformazione in diritto pieno. Ad esempio, A regala a B la propria automobile, ma solo a condizione che, e a partire dal momento in cui, B si laurei con 110 e lode; prima di laurearsi B non è ancora proprietario dell'auto, ma ha l'aspettativa di diventarlo; e questa è un'aspettativa di diritto, che consente a B di reagire legalmente se, ad esempio, A nel frattempo usa l'auto in modo da distruggerla o danneggiarla gravemente. L'interesse legittimo è la

La situazione attiva che spetta ai privati i quali siano stati toccati direttamente, in un loro interesse, dall'esercizio di un potere pubblico, e precisamente della pubblica amministrazione che agisce come autorità pubblica che opera per realizzare interessi pubblici, e in nome di questi è dotata di poteri di supremazia nei confronti dei privati. Pertanto, l'interesse legittimo si può definire come la pretesa del privato alla regolarità dell'azione con cui la pubblica amministrazione incide sui suoi interessi; ovvero come la pretesa del privato ad ottenere l'annullamento degli atti della pubblica amministrazione, lesivi dei suoi interessi, quando questi atti siano illegittimi. Un esempio: chi si presenta ad un concorso per un posto in un ente pubblico, non ha un diritto soggettivo a vincerlo ed essere assunto nel posto bandito. Quello che può pretendere è che il concorso si svolga nel pieno rispetto delle norme che lo disciplinano.

Se il nostro candidato perde il concorso e questo si è svolto in modo regolare, egli non ha nessuna situazione attiva da far valere. Se invece il concorso è stato irregolare allora egli ha un interesse legittimo e può farlo valere. Inoltre, l'interesse legittimo è una tipica situazione regolata dal diritto pubblico, perché riguarda la posizione del privato di fronte alla pubblica autorità. Si definisce interesse "diffuso" o "collettivo" la situazione di un soggetto, danneggiato da comportamenti altrui, i quali però nello stesso tempo danneggiano gli analoghi interessi di una moltitudine di altri soggetti. Gli esempi più consueti riguardano la posizione dei consumatori di fronte alla pubblicità ingannevole delle imprese; riguardano, ancora, la posizione degli abitanti di un luogo minacciato da fenomeni di inquinamento o di degradazione dell'ambiente naturale. È chiaro che il cittadino o ilgruppo di cittadini il quale chiede tutela contro questi fatti dannosi, per un verso agisce nel proprio interesse ma per altro verso, e contemporaneamente, agisce per un interesse collettivo. Tali interessi vengono fatti valere attraverso azioni di sensibilizzazione, petizioni e manifestazioni pubbliche. Il gruppo si impegna a promuovere la consapevolezza e a difendere i diritti dei cittadini, cercando di ottenere un cambiamento positivo nella società.
Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
217 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/01 Diritto privato

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Moses di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto privato e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Turco Claudio.