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CREDERE CONOSCERE FAR FINTA
Una parte del sistema cognitivo. Il suo input è costituito da "rappresentazioni primarie" prodotte da altri moduli, che codificano stati di fatto in modo letterale. Il suo output è costituito da rappresentazioni secondarie che chiameremo "metarappresentazioni". La metarappresentazione è una struttura di dati particolare che codifica l'atteggiamento di un agente nei confronti di una proposizione. Le metarappresentazioni sono quindi formate da tre parti: un simbolo per una persona (o un animale), una proposizione (cioè il significato di una frase) e un concetto relativo a uno stato mentale (ad esempio, sperare, credere, far finta).
Ad esempio, nel pensare che Michele crede che la palestra sia chiusa, Sabrina forma una rappresentazione del significato del suo pensiero: "M che p" (dove M = Michele, p = la palestra è chiusa). Questa è una rappresentazione nella testa di Sabrina, ma
uno dei simboliche vi compaiono,si riferisce a una rappresentazione nella testa di Michele. La chiamiamo metarappresentazione perché è la rappresentazione mentale di un'altra rappresentazione mentale. Vista la prolissità dell'espressione "deficit nella Teoria della Mente", qui si suggerisce un nuovo termine, psicoagnosia. Questa espressione si riferisce in modo trasparente alla mancanza di conoscenze (agnosia) sulla mente (psiche).
2. Gioco di finzione e origini della "teoria della mente"
Il gioco di finzione testimonia l'emergere di una teoria della mente, perché nel fingere e comprendere la finzione negli altri il bambino deve disporre sia di rappresentazioni primarie sullo stato di fatto, sia di rappresentazioni secondarie, metarappresentazioni, sullo stato mentale di chi sta fingendo. Grazie a questa capacità i bambini possono con facilità interpretare le frasi di un compagno di giochi che dice "Io".
ero il dottore, e tu eri il malato»,«Questo bastone è una spada», «Questa banana è un telefono». Interpretare correttamente queste frasi utilizzando metarappresentazioni permette loro di evitare aberrazioni dello sviluppo semantico e concettuale in cui i bastoni sono spade, o le banane sono telefoni! In questa prospettiva, la mancanza del gioco di finzione nei bambini con autismo è perciò un indizio del ritardo nello sviluppo metarappresentativo.
3. Esperimenti sulla comprensione psicologica nell’autismo
Le ricerche sull’attribuzione di credenze false sono state il banco di prova più importante per la teoria metarappresentazionale. Nella prima ricerca è stato presentato ai bambini uno scenario composto da due bambole, Sally e Ann, una scatola, un cesto e una pallina. Si raccontava loro la seguente storia: «Sally mette la sua pallina nel cesto e poi esce. Poi, mentre Sally è fuori, Ann prende la
pallina dal cesto e la mette nella scatola». Terminato il trasferimento, Sally ritornava e al bambino veniva chiesto: «Dove andrà Sally a cercare la pallina?». Al bambino venivano inoltre poste due domande di controllo, una sulla collocazione iniziale e l’altra sullaposizione finale della pallina, per poter escludere che gli sbagli insorgessero a causa di unadifficoltà relativa alla memorizzazione di alcune informazioni chiave. Tutti i soggetti superarono le domande di controllo, ma solo il 20% dei 20 autistici risposero correttamente alla domanda sperimentale, e questo nonostante le loro prove nei test di intelligenza fossero migliori di quelle dei bambini con sindrome di Down. Un altro strumento utilizzato è il «compito degli Smarties». Qui si mostra al bambino un tubetto di caramelle Smarties e si chiede che cosa pensa che contenga. Alla risposta dei bambini («Smarties» o «caramelle») la si apre e si mostra
che invece contiene una matita. Subito dopo si reinserisce la matita e si pongono tre domande:- "Che cosa c'è nella scatola?"
- "Che cosa hai risposto quando prima ti ho chiesto cosa conteneva?"
- "Quando (nome di uno sperimentatore che si è momentaneamente assentato) torna, se gli chiedo cosa c'è qui dentro che cosa dirà?"
Questo principio nei bambini. Presentiamo due bamboline e un contenitore dal contenuto sconosciuto al bambino, poi mostriamo al bambino che una delle due bambole guarda dentro il contenitore mentre l'altra lo tocca all'esterno e infine chiediamo: "Quale delle due bambole sa che cosa c'è dentro la scatola?". I bambini autistici hanno chiare difficoltà in questa prova. Sembra però che una minoranza di bambini autistici possieda capacità metarappresentative, ma ciò non significa che la loro teoria della mente sia paragonabile a quella delle persone senza disturbi dello sviluppo. Alcuni studi hanno messo in risalto difficoltà nell'attribuzione di stati mentali anche nei pazienti capaci di superare i test di falsa credenza. I compiti di comprensione sono stati presentati in termini di "storie strane" volte a esaminare il grado di comprensione del soggetto. Le storie erano di due tipi: le storie di tipo
«fisicalistico» erano centrate su un evento di natura meccanica o biologica. Le storie «mentalistiche» invece, riguardavano scherzi, giochi di definizione, usi del linguaggio non letterale, bugie, piccole strategie di inganno e persuasione.
Come si sviluppa la teoria della mente:
Gli aspetti centrali della teoria della mente si sviluppano entro i primi tre anni di vita. La complessità e l'astrazione di queste conoscenze suggeriscono che tali acquisizioni non sono il prodotto di meccanismi associativi e di condizionamento. Pertanto appare molto più probabile l'azione di processi specializzati e predisposizioni biologiche.
I bambini sordi dalla nascita e figli di genitori udenti dimostrano una prestazione significativamente inferiore nei compiti di falsa credenza. I bambini sordi ma figli di genitori sordi, i quali usano quotidianamente la lingua dei segni, hanno invece prestazioni simili a quelle dei bambini udenti. Questa differenza si può
Probabilmente spiegare con la deprivazione conversazionali che riguarda il primo gruppo. Una conferma deriva da studi che indicano una superiorità dei bambini che hanno fratelli rispetto ai bambini che non ne hanno. L'esperienza conversazionali potrebbe, ad esempio, essere una preziosa occasione di esercizio nell'uso flessibile e rapido delle nozioni psicologiche. Potrebbe sembrare che le seguenti affermazioni:
- il bambino sviluppa una teoria della mente,
- ha bisogno di esperienze per farlo,
- il bambini possiede una teoria della mente innata,
si contraddicano. Ma le differenze riguardo al carattere innato di una competenza non sono solo quantitative, ma anche qualitative.
Per Gopnik e Meltzoff i bambini partono operando su una base di conoscenze innate. In questo modello, i bambini con autismo soffrirebbero non già del malfunzionamento di un meccanismo di acquisizione, ma della mancanza di un'adeguata base di conoscenze psicologiche innate e di principi.
Astratti di ragionamento. Fra questi, il principio secondo cui «gli altri sono come noi». L’attivazione di tale conoscenza si manifesta nella selettività dei comportamenti imitativi; i bambini tendono a imitare azioni eseguite da una persona e non da agenti meccanici. Nella proposta modularista di Lesile si presume l’esistenza sia di una base di conoscenze psicologiche innate sia di un meccanismo di elaborazione e di acquisizione di informazioni specializzato. Nella proposta costruttivista di Gopnik e Meltzoff viene invece ipotizzata una base di conoscenze innata che si arricchisce, e viene in parte radicalmente cambiata nel corso dello sviluppo, grazie a processi di invenzione e revisione delle conoscenze teoriche. Un’altra teoria modularista sullo sviluppo della teoria della mente prevede ben quattro moduli distinti che costituiscono il nucleo del sistema di lettura della mente. Oltre al modulo che produce metarappresentazioni ve ne sono altri tre, uno
dedicato a elaborare ladirezione dello sguardo, uno specializzato nel leggere l'intenzionalità nei movimenti erappresentare stati volitivi e uno per partecipare a interazioni triadiche in cui due personecondividono l'attenzione per il medesimo oggetto. I primi due sarebbero i precursori evolutividel terzo, il quale a sua volta è precursore del ToMM. Baron-Cohen sostiene che le conoscenzeinnate presenti in questi moduli sono il frutto di un processo filogenetico basato sullamutazione casuale e la selezione naturale. È possibile per i bambini con autismo acquisire unaToMM con meccanismi di apprendimento vicarianti, ad esempio le capacità di apprendimentoassociativo e ragionamento analogico? In alcuni bambini appaiono, sebbene in ritardo, varicomportamenti che indicano la presenza di una teoria della mente. Questo fenomeno puòessere spiegato in almeno due modi: il ritardo e l'invenzione di strategie di compensazione.
Le difficoltà a generalizzare gli apprendimenti suggeriscono che il successo sia stato raggiunto utilizzando processi mentali diversi da quelli usati da bambini normali.
Comprendere desideri, intenzioni ed emozioni. I bambini con autismo sanno anticipare come si sentirà una persona (felice o triste) se conoscono un suo desiderio ed è stato detto loro che questo desiderio è stato soddisfatto, oppure frustrato. Questo è possibile perché esiste un'alternativa non metarappresentazionale per comprendere o rappresentare il desiderio, una rappresentazione del desiderio o della volontà che possiamo chiamare finalistica o teleonomica. Nella "concezione" teleonomica lo stato mentale di desiderio di qualcosa è rappresentato come una tendenza a fare cose (desiderio di un gelato = andare dal gelataio). All'agente viene attribuito uno scopo, non la rappresentazione mentale della situazione desiderata.
Teoria della mente e
controllo dell'attenzione. Buona parte dei risultati ottenuti nei compiti di false credenze sono spiegabili senza far ricorso al deficit di tipo rappresentativo. Infatti i compiti di teoria del