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Intermezzo teorico - Risposta alla domanda: Che cos'è la religione?
I. Il paradosso della religione.
Che cos'è la religione? È una domanda che molti studiosi si sono posti negli anni; uno di loro fu Wilhelm Bousset (filologo e teologo, rappresentante della Religionschichtliche Schule tedesca per il rinnovamento degli studi delle origini cristiane).
A tale domanda sono state trovare infinite risposte, un elenco che al giorno d'oggi supererebbe le cinquanta opzioni.
La religione è stata sottoposta a prospettive ed interpretazione diverse che hanno poi accompagnato lo studio critico di essa stessa in epoca moderna.
Ciò che noi definiamo in quanto "religione" non è altro che un aspetto della vita che ci aiuta a capire l'uomo e i rapporti culturali e sociali che lo legano ad altri individui come lui.
La religione getta le sue radici nel sacro e/o in esseri soprannaturali quali gli dèi o l'unico.
Dio che va oltre la dimensione umana. I sistemi religiosi si presentano poi come la radice del pensare e dell'agire umano. La religione poi si differenzia tra ciò che una religione come sistema culturale è (prodotto umano storico) e ciò che essa pretende di essere (realtà fondatrice e giustificatrice della storia e della società). Esiste poi un paradosso distintivo delle religioni: nel caso in cui una religione proviene da un essere sovrumano, allora questa conduce ad esso stesso, presentandosi come il fondamento del cosmo e dell'essere. Queste stesse religioni sono però in funzione dell'uomo e dei suoi interessi. Le religioni vengono sempre viste come portatrici di pace, ma spesso si dimentica che queste sono anche fattore di divisione, antagonismo, guerre e quindi morte. Una religione che difende la propria dimensione tradizionale diventa anche ostacolo per i cambiamenti, creando così tradizionalismi, ma più importante.anche fondamentalismi. Le religioni diventano il non-luogo dell'utopia, spingendosi fino anche a diventare la negazione totale del mondo e dei suoi valori. La natura multiforme della religione ha le proprie radici nell'altresì multiforme natura dell'esperienza umana; natura che rende disonesto il tentativo di racchiudere la religione in un'unica definizione. Si rischia infatti di incappare in una ricerca senza fine di una "realtà" (materializzata nelle posizioni ontologiche e/o volatilizzata nelle posizioni analoghe, ma di segno contrario). Oggi cresce il numero di studiosi che, di fronte ad un conflitto che non può essere deciso (trovare la definizione di religione) - siccome si tratta sempre di fede in valori e visioni del mondo - ritengono inutile il compito di dare una definizione alla religione, preferendo quindi prendere atto di prospettive e punti di vista al posto di teorie e definizioni. Definire la religione si rivela un compito disonesto.ma anche inevitabile. Per un verso sono sempre più numerose le voci a favore dell'abolizione del concetto cristianocentrico di religione; per un altro verso, solo un'approfondita consapevolezza storiografica dei complessi problemi può contribuire a uscire dal circolo vizioso. Per trovare quindi una definizione è necessaria quindi un'indagine empirica, che si rivela però impossibile iniziare senza dare una definizione preliminare di tipo stipulativo che permetta di delimitare il campo. Vi è chi ha proposto di utilizzare quelle autodefinizioni che vennero usate dalle stesse tradizioni religiose; il problema sorge però ricordando che l'autoconsapevolezza è riscontrabile solo in un piccolo numero di casi, quindi non nelle religioni indigene o nella maggior parte di quelle antiche, provando però ad accettare questo criterio dove applicabile, si sposterebbe solo il problema in quanto rimarrebbe comunque il bisogno ditrovare un minimo comune denominatore (la religione) in base al quale procedere. PROSPETTIVA STORICA → i tentativi di definire la religione non possono prescindere dalla constatazione che ciò con cui lo storico ha a che fare non è l'essenza della religione stessa, ma le sue manifestazioni storiche, indagabili con il ricorso ad uno strumento concettuale con un'origine storica e sviluppi peculiari che ne condizionano i modi di definire. Assumere questo punto di vista storico, aperto ai rischi del relativismo, comporta modalità d'indagine, effetti e risultati diversi da quelli ipotizzabili se si assumesse un punto di vista diverso. Nella prospettiva storica, la religione è una categoria interpretativa dotata di una sua storia interna alla storia della cultura occidentale e della tradizione giudaico-cristiana che la caratterizza. I procedimenti messi in atto dal moderno razionalismo sono specifici del punto di vista della ragione critica traSe è vero che la categoria di religione è stata adoperata da un’ottica tendenzialmente eurocentrica e cristianocentrica (all’inizio), si dovrà allora ammettere che la prospettiva di razionalismo critico distintiva della nostra tradizione culturale ha messo in atto un processo di superamento di questa ottica; la crisi del pregiudizio etnocentrico, conseguenza della crisi del colonialismo, ha indotto ad usare la categoria di religione per trovare differenze e peculiarità che non è sempre semplice.
coglierené tanto meno sciogliere, che deve essere calato di volta in volta in modo concreto nei differenti contesti storico-culturali. Z. SMITH quando osservava che la religione non è una categoria nativa, dal momento che era imposta dai colonialisti. La religione dunque è solo una creazione dello studioso che ne aveva in sostanza fatto un uso ideologico e politico. CATEGORIE INTERPRETATIVE FONDAMENTALI DEL LAVORO STORICO → esse riflettono lo spirito del tempo, quindi è necessaria una consapevolezza storiografica alimentata continuamente che permette di navigare in tutto ciò. II. Dalla "religio" romana alle nuove religioni: cenni di storia di un termine controverso. Il termine religione deriva dal latino religio. Le trasformazioni che esso conobbe con l'arrivo del cristianesimo furono cambiamenti fondamentali che esso ha conosciuto nell'epoca moderna. Il termine religio finì per caricarsi di molti significati diversi cheche il termine religio acquisisse un significato più ampio e universale, riferendosi alla fede e alla pratica religiosa in generale. Il termine religio, nella sua accezione originaria, si riferisce quindi alla relazione tra l'uomo e il divino, alla cura e al timore/venerazione verso una qualche entità superiore. Questa relazione si esprime attraverso l'osservanza scrupolosa delle pratiche religiose e dei riti, sia pubblici che privati. Nel contesto della religione romana, religio indica l'atteggiamento del romano di fronte ai suoi dèi nel compiere gli atti fondamentali del culto. Questo comprende sia il culto pubblico, svolto nelle cerimonie e nei templi, che il culto privato, praticato nelle case e nelle famiglie. Con l'avvento del cristianesimo, il termine religio ha assunto un significato più ampio, riferendosi alla fede e alla pratica religiosa in generale. Il cristianesimo ha ripreso e ri-utilizzato il termine, ampliandone il suo significato e includendo tutte le forme di religione. In conclusione, il termine religio ha una doppia dimensione: da un lato indica l'aspetto oggettivo della religione, cioè l'insieme dei rapporti stabiliti con il divino, e dall'altro indica l'aspetto soggettivo, cioè l'osservanza scrupolosa delle pratiche religiose.un significato più ampio e complesso. Durante questo periodo, la religione iniziò ad essere vista non solo come un insieme di credenze e pratiche, ma anche come un fenomeno sociale e culturale. Le teorie dell'illuminismo e della rivoluzione industriale portarono ad una maggiore critica e razionalizzazione della religione, mettendo in discussione le credenze tradizionali e promuovendo l'importanza della ragione e della scienza. Nel corso del XIX secolo, il termine religione assunse un significato ancora più ampio, includendo anche le diverse tradizioni e pratiche spirituali presenti in diverse culture e società. L'antropologia e la sociologia contribuirono a studiare la religione come un fenomeno sociale, analizzando le sue funzioni e il suo ruolo nella società umana. Nel XX secolo, con l'avvento della psicologia e delle scienze cognitive, la religione fu studiata anche dal punto di vista individuale, analizzando le credenze e le esperienze religiose delle persone. La religione divenne oggetto di studio multidisciplinare, coinvolgendo diverse discipline come la filosofia, la storia, la psicologia, la sociologia e l'antropologia. Oggi, il concetto di religione continua ad evolversi e ad essere oggetto di dibattito e interpretazione. Mentre per alcuni la religione rappresenta ancora una pratica spirituale e una fede in un essere superiore, per altri può essere vista come una forma di espressione culturale o come un insieme di valori e principi morali. La religione può essere vissuta in modi diversi da individuo a individuo, e può assumere forme diverse in diverse culture e società.quell'universalità e astrattezza che sono alla base del nostro uso.KANT, sottoponendo la religione al tribunale della critica sintetizza lo sforzo di astrarre dalle varie religioni positive un concetto generale di religione, analogo a quello di un astratta e generale narrativa umana.
HEGEL reinserì nell'alveo della storia questo concetto.
FEUERBACH pose in modo chiaro, per la prima volta, quel problema delle caratteristiche essenziali di un fenomeno religioso che doveva stare al centro della Comparative Religion della seconda metà dell'Ottocento.
III. Definire la religione.
Il problema della definizione della religione coincide con il problema del metodo cui fa ricorso. Sededuttivo come avviene in una prospettiva di filosofia della religione o induttivo a partire da una concreta base empirica, come è proprio di una prospettiva di Storia comparata delle Religioni.
La questione è resa oggi complicata dalla necessità di doversidelle Religioni si occupano di studiare e analizzare le diverse manifestazioni religiose presenti nel mondo, cercando di comprendere le loro caratteristiche e significati. Tuttavia, è importante tenere presente che la definizione di religione è un argomento complesso e soggetto a diverse interpretazioni. La filosofia analitica e il linguaggio delle proposizioni tecnologiche hanno sollevato critiche nei confronti di qualsiasi tentativo di definire in modo essenzialistico e oggettivo la religione. Queste critiche mettono in evidenza come i concetti religiosi, come ad esempio Dio, divino e Sacro, siano sempre mediati dal linguaggio e quindi influenzati dalla loro codificazione linguistica. Poiché il linguaggio stesso è condizionato storicamente, ciò implica la possibilità di diverse codificazioni, che sono state sviluppate dalle diverse Scienze delle Religioni nel corso del tempo. Non dobbiamo dimenticare che le diverse manifestazioni dell'esperienza religiosa sono sempre espressioni di un'esperienza unica e peculiare. La questione dei rapporti tra religione e religioni, che è alla base della moderna riflessione sul fenomeno religioso, richiede un approccio aperto e non preconcetto.delle Religioni hanno aiutato ad impostare in maniera diversa quel l'equazione impossibile consistente nell'incrociare struttura e storia/religione e religioni in