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PROSPETTO VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO
CAPITOLO 11
AREE DI REGOLAMENTATE
La regolamentazione nel sistema finanziario è articolata su alcuni obiettivi, il sistema finanziario è
soggetto ad una forte regolamentazione, gli obiettivi da perseguire sono :
- Stabilità delle istituzioni e del sistema nel suo complesso affinché abbia continuità e che non si
alteri il rapporto fiduciario per svolgere la funzione allocativa.
Bisogna togliere quelle istituzioni che possono creare danni al sistema perché funzionano male
- Efficienza allocativa e operativa degli intermediari
- Tutela dei risparmiatori, la tutela passa attraverso l’obbligo di trasparenza di informazioni per la
clientela e il CONTROLLO degli strumenti utilizzati per raccogliere risparmio.
l’indebolimento della fiducia dei risparmiatori è negativo per il sistema.
- Concorrenza all’interno dei mercati in cui gli intermediari operano, non si deve consentire alle
istituzioni di avere posizioni di oligopolista per evitare che influenzano troppo.
Le autorità che controllano sono la CONSOB, IVAS, COVIP e L’AUTORITA’ GARANTE DEL
MERCATO E DELLA CONCORRENZA insieme alla BANCA D’ITALIA.
I MODELLI DI REGOLAMENTAZIONE sono suddivisi :
- PER SOGETTI : le banche sono vigilate dalla banca d’Italia e le altre dalla Consob.
- PER ATTIVITA’
- PER FINALITA’
Questo per spiegare come vengono divise le competenze fra le autorità.
IL SISTEMA DEI CONTROLLI DI VIGILANZA :
1) VIGILANZA REGOLAMENTARE :
1. VIGILANZA STRUTTURALE :
- CONDIZIONI DI ACCESSO AL MERCATO : autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria,
regolamentazione delle succursali bancarie italiane all’estero, regolamentazioni delle
succursali bancarie comunitarie in Italia, regolamentazioni delle succursali bancari
extracomunitari GOVERNO LA STRUTTURA DOMESTICA
- VINCOLI ALL’OPERATIVITA’ : fisso dei limiti sul grado di CONCENTRAIZIONE DEI RISCHI
(limiti di a affidamento, “grandi fidi” se superiori al 10% del patrimonio di vigilanza, al massimo
del 25% del patrimonio di vigilanza) LIMITE AL GRADO DI CONCETRAZIONE,
- CONDIZIONI SU SPECIFICHE OPERAZIONI
2. VIGILANZA PRUDENZIALE : (rispetto di regole preventive, rispettando delle regole però
possono farsi concorrenza tra loro) per evitare di far diventare statue tutte le banche devo
pormi un problema prudenziale, quindi per mantenere efficace il sistema non devo solo
controllare la struttura ma anche la concorrenza.
La prima direttiva europea era basato sulla creazione di u sistema omogeneo per far si che
le banche competessero tra di loro all’interno del territorio libero, sulla base di un principio
di regole omogenee.
Questo perché in partenza le banche dell’UE operavano in maniera diversa, per riuscire a
creare un sistema comune si sono create regole sul PATRIMONIO, che funga da garanzie
sui creditori della banca stessa (risparmiatori), quindi si è identificato il patrimonio come
variabile cardine, non come PATRIMONIO NETTO, ma come PATRIMONIO DI VIGILANZA,
ha una definizione più estensiva del concetto di patrimonio netto, siccome questa era poco
elastica.
Il PATRIMONIO DI VIGILANZA è formato dal PATRIMONIO BASE (composto da alcune
poste che raccolgono anche contributi che non sono patrimonio in senso stretto è presente
il capitale versato, fondo per rischi bancari generali (questo in teoria è un debito), previa
deduzione delle azioni proprie, avviamento, immobilizzazione perdite dell’esercizio in corso
e di quelle precedenti); PATRIMONIO SUPPLEMENTARE è un’aggiunta che viene fatta
rispetto al concetto classico del patrimonio vi sono poste che non sono vere e propri debiti
verso socio (riserve di rivalutazione, passività subordinate e strumenti ibridi di
patrimonializzazione, fondi rischi su crediti, al netto di minusvalenze su titoli e
plusvalenze/minusvalenze su partecipazioni).
Questo patrimonio ha quindi una caratteristica diversa da quello che si intende
normalmente è più ampia; all’interno di questo patrimonio però vi sono dei vincoli.
Il primo accordo era quindi la creazione del patrimonio di vigilanza, la logica per fissare le
regole comuni è che bisogna seguire la regola del PRIMO PILASTRO DEL NUOVO
ACCORDO DI BASILEA SUL CAPITALE.
La prima volta fu usato solo per il rischio di credito (adesso in base al profilo di rischio).
In merito al rischio di credito, sono state avanzate due alternative, perché prima
indipendentemente da chi do i soldi vi era lo stesso rischio, con BASILEA 2 (ma i soggetti
hanno diversi profili di rischio di credito vedi griglia, il coefficiente non è più l’8%, es. per un
finanziamento di uno stato sovrano è il 50%, detto METODO STANDARDIZZATO) :
vengono definiti pesi per ogni singola banca, su serie storiche che vengono validate da
un’autorità:
- Nuovo metodo standardizzato
- Metodo basato sui rating interni : approccio di base e approccio avanzato
Ma si presentavano altri rischi oltre a quello di credito, quindi sono stati identificati altri rischi
esterni come il rischio di mercato, cambio, interesse e oscillazione dei prezzi di mercato delle
attività.
Rimane l’8% ma si ha anche l’8% sull’esposizione al rischio di mercato (interesse, cambio,
oscillazione).
Inoltre 8 anche sul RISCHIO OPERATIVO; cambia quindi la consistenza del patrimonio che la
banca deve avere.
Il coefficiente di solvibilità si è trasformato.
In relazione al ischio di credito sono state introdotte alternative :
a. NUOVO METODO STANDARDIZZATO : il coefficiente di ponderazione per il rischio di
credito si ricava a partire dal rating assegnato a diverse classi di esposizione, da parte di
agenzie esterne riconosciute (ECAI).
Per ognuno a cui presti i soldi vedi il rating che vi ha, in basa a quel giudizio applichi il
PESO PENDERALE che ha quel rating, se il rating peggiora applichi un coefficiente
crescente (prima in base all’imprese applicavi sempre lo stesso peso).
b. Metodo basato sul rating interno :
a) COEFFICIENTE DI PONDERAZIONE PER IL RISCHIO DI CREDITO SI RICAVA
SULLA BASE DI 4 INPUT FONDAMENTALI:
1. Probabilità di insolvenza (PD) 5%
2. Tasso di perdita in caso di insolvenza (LGD) : in caso di perdita, questa è la quantità
di perdita prevista, qual è la recuperabilità del credito. 70 %
3. Durata (M) : 5 anni
4. Esposizione al momento del default (EAD), debito residuo al momento del default.
100
Con questi punti possiamo capire i rischi che abbiamo a chi prestiamo i soldi, e si
può calcolare la perdita attesa ( recuperiamo il 70%, quindi perdiamo il 30%, la
probabilità di perdere 30 tra 5 anni è il 5%, quindi la percentuale di perdita attesa è il
1,5%, (perdita cumulata nel corso degli anni, la perdita attesa al terzo è la perdita
1+perdita 2); attualizzando 1,5 in media perdo 1,2) (se prestiamo 100 al tasso di
5%, se non me lo ridanno perdo 1,2%, se va bene mi danno 105, se no perdo 98.8,
quindi devo fare un prestito al tasso di 98,8(1+r)= 105).
Con PERDITA ATTESA ALTA I PESI PONDERALI SONO ALTI
In merito al rischio OPERATIVO, 3 sono gli approcci disponibili : indicatore semplice,
- COEFFICIENTE MINIMO PATRIMONIALE
3. VIGILANZA FAIR PLAY
c. VIGILINZA PROTETTIVA :
- Single resolution e machanism e BRRD : si gestisce la crisi e liquidazione della banca secondo
un processo standardizzata a livello europeo.
All’interno di questo meccanismo prevede che ogni paese sia dotato di un FONDO che
garantisca in ogni caso (sia in caso di liquidazione che non) i depositi fino a 100000€ (si
proteggono i depositanti più deboli).
In passato si cercava di fallire le banche più piccole perché avevano un effetto minore sul
sistema e si cercava di salvare quelle più grandi, quindi in molto paese i salvataggi sono stati
caricati sul bilancio dello stato (l’ha comprata messa a posto e rivenduta).
Oppure per mantenerla in piedi bisogna trovare nuovi azionisti, tuttavia solo dopo che la banca
è stata pulita dalle perdita, quindi si va al passivo si tolgono i depositi fino a centomila poi si va
in fondo e si cancellano uno alla volta, quindi gli azionisti poi gli obbligazionisti subordinati
- FONDO INTERBANCARIO DI TUTELA DEI DEPOSITI : partecipano obbligatoriamente tutte le
banche; rimborsa i depositanti in caso di liquidazione coatta della banca fino ad un massimo di
10000€; interviene in operazioni di cessione di attività e passività; può fornire finanziamenti
quando sussistano prospettive di risanamento per la banca in crisi.
- FONDO NAZIONALE DI GARANZIA PER GLI INVESTITORI : partecipano tutti i soggetti
abilitati a offrire servizi di investimento; indennizza gli investitori (fino a 20000€) che si sono
rivolti a intermediari successivamente sottoposti a procedure concorsuali.
d. VIGILANZA INFORMATIVA : attività che ha natura cartolare, è l’attività conoscitiva posta in
essere dalle autorità di vigilanza nei confronti de soggetti sottoposti al loro controllo.
Tali flussi di comunicazione possono avere carattere regolare (dette segnalazioni
periodiche di vigilanza) o essere richieste in via episodica quando l’autorità voglia
approfondire una o più aspetti con riferimento a una particolare intermediario o gruppo.
I dati e le notizie cosi raccolti vengono utilizzati per verificare la regolarità formale delle
rilevazioni contabili, la correttezza dei criteri di misurazione dei rischi, l’adeguatezza della
struttura organizzativa e più in generale il rispetto della normativa primaria e secondaria
nonché dei principi di sana e prudente gestione.
In un accezzione più ampia, la vigilanza informativa comprende tutti gli strumenti volti a
sanare la strutturale situazione di asimmetria informativa presente in tutti gli scambi
finanziari.
In tal caso in realtà appare più corretto parlare di controlli di trasparenza e correttezza dei
comportamenti (fair paly)
e. VIGILANZA ISPETTIVA : si estrinseca attraverso verifiche condotte direttamente presso
l’intermediario per valutarne anche gli aspetti iu soft e qualitativi, difficili da cogliere
mediante una comunicazione di tipo documentale (le ispezioni possono avvenire
periodicamente, secondo una pianificazione di lungo periodo, oppure essere disposte sulla
base di necessità emergenti dalle informazioni fornite dal singolo intermediario o da
segnalazioni esterne)
Infine al di fuori della classificazione finora proposta è bene ricordare gli interventi delle
autorità di vigilanza finalizzati a garantire l’integrità del sistema finanziario, impedendo l’uso
dei suoi canali per finalità illecite.
Nello specifico negli anni è cresciuta la