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RISCHIO DI CONTROPARTE

Sorge quando un operatore compie la sua prestazione prima di ricevere la relativa

controprestazione: egli è esposto al rischio di non chiudere il contratto stipulato. Se nel rischio di

credito l’inadempienza è legata all’attività di prestito di un intermediario, nel rischio di controparte

essa è collegata al sistema dei pagamenti e delle operazioni su titoli.

Tale rischio può manifestarsi come:

- rischio di consegna: la controparte non adempie alla sua obbligazione in uno scambio che

dovrebbe essere contestuale;

- rischio di sostituzione: la controparte diventa inadempiente prima della scadenza pattuita; il

rischio consiste in un eventuale maggior costo o minore guadagno che la parte solvente

sopporta.

2) Rischio d’interesse

Le posizioni il cui valore si modifica per effetto di variazioni dei tassi d’interesse. La differenza

nelle scadenze espone la banca a un potenziale rischio di rifinanziamento (quando la scadenza delle

passività è inferiore rispetto a quella delle attività) e reinvestimento (quando la scadenza delle

attività è inferiore a quella delle passività).

Esempio relativo al rischio di rifinanziamento: una banca emette una passività semestrale per

finanziare l’acquisto di un’attività con scadenza annuale. In caso di aumento dei tassi d’interesse,

alla fine del primo semestre, dovrà emettere un’altra passività a un tasso maggiore per rifinanziare

l’attività.

Una variazione inattesa nei tassi d’interesse si riflette sul margine di interesse della banca. Per

gestire tale rischio quindi:

- maturity gap: con obiettivo di stabilizzare il margine d’interesse a fronte di ampie

fluttuazioni nel tasso;

- duration gap: quantificare gli effetti che le variazioni inattese nei tassi generano sul valore

del patrimonio netto della banca.

3) Rischio di mercato

Il valore a cui possono essere cedute attività di proprietà dell’intermediario subisce una variazione

sfavorevole. Tale rischio può essere ricondotto a variazioni nel mercato di

- tassi di cambio: movimenti avversi che determinano variazione nei valori delle posizioni in

valuta e in quelle degli strumenti derivati su cambi.

- tassi d’interesse: è legato all’investimento in titoli obbligazionari ed è dovuto alla

variazione di prezzo delle attività detenute in ptf in risposta a cambiamenti del tasso

d’interesse. Esso sorge per obbligazioni con holding period più lungo della vita residua

poiché il ricavato dell’obblig. dovrà essere reinvestito a un tasso di interesse futuro incerto.

Un indicatore sintetico di tale rischio per un titolo obbligazionario è la duration che

permette di misurare la variazione di prezzo del titolo a seguito della variazione dei tassi di

interesse.

- Rischio dei prezzi azionari: deriva dalla detenzione in ptf di titoli azionari. Tale rischio si

scompone in RISCHIO SISTEMATICO (riferito all’andamento generale del mercato di

riferimento – non eliminabile-) e RISCHIO SPECIFICO (che dipende dalle caratteristiche di

ogni singola società emittente ed è eliminabile tramite diversificazione del ptf).

4) Rischio operativo

È un rischio puro, caratteristico di ogni impresa e attività imprenditoriale. E’ collegato al rischio di

perdite derivanti da disfunzioni a livello di procedure, processi interni, errori umane, carenze, fattoi

esogeni. Una forma particolare di rischio operativo è, per esempio, il rischio di frode che deriva dal

comportamento illecito dei soggetti operanti.

Nel caso degli intermediari, per prevenire il rischio operativo si usa

- affidabilità del sistema informativo

- organizzazione fattore lavoro.

BASILEA II

Il comitato di Basilea ha introdotto un sistema di requisiti patrimoniali per indurre le Banche a

detenere un ammontare di patrimonio commisurato ai rischi. Il nuovo accordo (2007) si fonda su 3

pilastri:

1) requisito patrimoniale per fronteggiare rischi tipici dell’attività bancaria e finanziaria;

2) strategia di processo di controllo dell’adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica;

3) obblighi di informativa al pubblico sull’adeguatezza patrimoniale, esposizione a rischi e

caratteristiche generali di gestione e controllo.

Cap 6: la funzione di gestione dei rischi

Il sistema finanziario svolge un ruolo rilevante della redistribuzione e nel trasferimento dei rischi tra

gli operatori economici; inoltre analizzando i contratti finanziari abbiamo visto come il contratto

assicurativo e i contratti derivati permettano il trasferimento dei rischi da un soggetto a un altro,

mentre quello di partecipazione prevede la condivisione dei rischi fra più soggetti e/o la

diversificazione dei rischi.

In economia si parla di incertezza quando non si conosce un risultato futuro e vi è rischio quando

quest’incertezza (futuro risultato) può influenzare benessere o ricchezza futura. Quando gli

accadimenti futuri possono generare effetti sia sfavorevoli sia vantaggiosi, si parla di rischio

finanziario o speculativo. (il possessore di un’azione esposto a tale rischio potrà conseguire

deviazioni positive o negative rispetto al risultato atteso) Quando invece gli accadimenti producono

solo effetti sfavorevoli che danneggiano il benessere allora parleremo di rischio puro.

La gestione dei rischi non è altro che il tentativo di analizzare il rischio e di occuparsene: essa è

caratterizzata da 5 fasi:

- identificazione del rischio :

il soggetto, cioè, enuclea le più importanti esposizioni al rischio cui è soggetto, quelle da cui può

derivare una perdita o riduzione del reddito. Non sempre si è consapevoli dei rischi a cui si è esposti

e talvolta accade di acquistare strumenti assicurativi che contengono coperture contro rischi ai quali

non si è esposti. L’identificazione del rischio comporta la necessità per la singola unità di avere una

visione complessiva di tutti i rischi cui è soggetta.

- misurazione del rischio

prevede la valutazione dell’entità dei rischi, quantificando i costi/perdite associate ai rischi

identificati. Occorre avere informazioni ma generalmente si delega un operatore che

professionalmente gestisce i rischi e che elabora e raccoglie tali informazioni, stimando le

probabilità di accadimento, sostenendo costi minori di transazione.

- selezione delle tecniche di gestione del rischio :

per fronteggiare i rischi, individuiamo 4 modalità:

1) evitare il rischio, non assumendolo (evitare di sottoscrivere azione se troppo rischiosa)

2) prevenire l’insorgere del rischio e controllarlo quando si manifesta

3) assumere il rischio consapevolmente (per esempio le persone possono risparmiare –

risparmio precauzionale- per far fronte a eventuali rischi che potranno materializzarsi)

4) trasferire il rischio in cui il sistema finanziario svolge un ruolo rilevante. Esso, infatti,

permettendo una riallocazione dei rischi esistenti contribuisce alla realizzazione di

progetti validi ma rischiosi. Ci sono tre tecniche di trasferimento/contenimento dei rischi

e cioè

–ASSICURAZIONE; - COPERTURA/HEDGING; -DIVERSIFICAZIONE. La scelta fra le diverse

opzioni dipende anzitutto dalla probabilità di accadimento dell’evento rischioso, dall’entità della

perdita che potrebbe verificarsi, dalla sua incidenza sulla ricchezza della persona esposta al rischio,

dall’entità dei costi generati da ciascuna opzione, dal grado di avversione al rischio.

- implementazione delle tecniche prescelte,

secondo la logica di minimizzazione dei costi

- controllo dei risultati

valutare se, con il passare del tempo, le decisioni prese e le tecniche di gestione utilizzate

continuino a essere la scelta migliore.

Ritorniamo adesso alla 2 fase, quella della misurazione dei rischi:

Il rischio è la misurazione della divergenza tra un risultato atteso e il risultato effettivamente

realizzato. Ricordando che una variabile aleatoria prevede un risultato incerto, il rischio è la

possibile deviazione di una variabile aleatoria rispetto al suo valore atteso.

Il VALORE ATTESO di una distribuzione di probabilità ci fornisce un risultato in media. Per

calcolarlo è necessario moltiplicare ciascun possibile risultato per la sua probabilità e sommare i

risultati parziali.

E’ possibile rappresentare su grafico la distribuzione di probabilità, che è rappresentata da una curva

i cui estremi coincidono con il risultato più elevato e quello più basso e l’area al di sotto della curva

rappresenta il tot. Delle probabilità =1.

Tanto più i valori estremi distano da quello medio atteso, tanto maggiore è la variabilità dei risultati

effettivi, cioè il rischio.

Per misurare la dispersione dei risultati intorno al valore atteso uno dei metodi utilizzati è LA

DEVIAZIONE STANDARD o SQM o VOLATILITA’ definito come:

2

√ Ξ [X – E(X) ] p(X) (sta tutto sotto radice)

Maggiore è la deviazione standard, maggiore è la dispersione dei risultati attesi rispetto al valore

medio atteso e maggiore è il rischio. La maggiore o minore rischiosità dipende dalla probabilità di

ottenere un risultato diverso da quello atteso.

La PERDITA ATTESA è la distribuzione delle probabilità di risultati che possono essere negativi o

uguali a 0.

RUOLO DEL SISTEMA FINANZIARIO NELLA GESTIONE E NEL

TRASFERIMENTO DEI RISCHI

Gli intermediari da un lato, agiscono in qualità di consulenti della clientela offrendo servizi di

misurazione delle esposizioni al rischio del cliente e consigli su quali tecniche di gestione

intraprendere,

dall’altro giocano un ruolo rilevante in qualità di controparti della clientela oppure in qualità di

broker alla ricerca di una controparte quando la clientela sceglie di trasferire i rischi che ha assunto.

Il trasferimento dei rischi può avvenire tramite assicurazione o copertura oppure l’offerta di

servizi/prodotti finanziari permette di limitare/contenere i rischi (diversificazione).

ASSICURAZIONE

È una tecnica che permette a un’unità economica esposta al rischio puro di trasformare una

situazione a rischio in una situazione di sicurezza. Il rischio, perché sia assicurabile, deve essere

puro (a cui è connessa solo prob di perdita), il danno eventualmente provocato possa essere

misurato e la probabilità stimata. L’assicurazione si basa sulla mutualità, cioè sulla decisione di più

persone di mettere in comune i rischi ( risk pooling) e di contribuire al risarcimento dei danni che

colpiranno alcune di queste.

Dall’esempio dei due amici che sottoscrivono un accordo per c

Dettagli
A.A. 2013-2014
118 pagine
10 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher rossellaferrini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia degli intermediari finanziari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Gualtieri Paolo.