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Considerazioni su "Scritti di Francesco Calasso"

Salve a tutti, scorrendo i commenti del blog ho notato che l'argomento che vorrei pubblicare è già stato ampiamente analizzato da Antonio Belviso, perciò mi limiterò a poche considerazioni per evitare ripetizioni e risulare quindi ripetitiva. Sono stata nella biblioteca della Facoltà e ho trovato una raccolta di scritti di Francesco Calasso tra cui figura quella famosa lettera in cui l'autore esprime la sua opinione riguardo al diritto comune e l'opportunità di introdurre il suo insegnamento nelle Università italiane. Il testo a cui mi riferisco è "Scritti di Francesco Calasso" pubblicati nel 1965 dalla Giuffrè. Dell'argomento avevamo già discusso durante le prime lezioni e ricordo che il Professore ci disse che Calasso auspicava che un insegnamento di diritto comune venisse introdotto nelle Facoltà Giuridiche, cosa che poi ottenne alla Sapienza. Il testo in questione parte ricordando loscritto di un altro illustre autore e professore, Salvatore Riccobono, che pure criticava come negli ultimi anni si stesse stringendo l'insegnamento del diritto romano. Calasso si trova d'accordo con Riccobono sull'opportunità di introdurre una cattedra di diritto comune, ma per motivi diversi. Riccobono infatti, da romanista, auspicava l'evento per riportare il diritto romano in auge, in quanto per lui il diritto comune ne rappresentava la semplice continuazione, interpretazione se vogliamo, ma comunque un naturale proseguimento. Calasso, come abbiamo invece accennato, critica seppure con modi rispettosi (basti notare che si riferisce sempre a Riccobono chiamandolo Maestro con la lettera maiuscola) questa concezione. Il diritto Comune rappresenta l'anello di congiunzione tra Giustiniano e l'epoca moderna, colma una lacuna di 13 secoli che nemmeno l'insegnamento di Storia del Diritto Italiano riusciva a fare perché appunto non teneva conto.

Il diritto comune nell'ottica di Calasso, è il frutto dell'unione del particolarismo che imperava in quei secoli: non esisteva solo il diritto romano (anche se era comunque il più importante e studiato), ma erano importantissimi anche il diritto canonico, il diritto germanico con tutte le sue trasformazioni e adeguamenti a quello romano, le varie consuetudini e Statuti locali. Anello di congiunzione da intendere però in senso dinamico, il diritto comune si trasformava con la società stessa, si evolveva, non era un semplice ponte di passaggio tra l'epoca romana e quella moderna in senso statico e immutabile come invece riteneva il Riccobono.

Questa concezione sarebbe provata per Calasso dalle seguenti osservazioni:

  • il diritto romano si è trasformato con travaglio, con fatica durante il Medioevo e non è germogliato in modo spontaneo e naturale
  • importanti infiltrazioni di altri diritti

Dati dalle invasioni straniere e dall'evoluzione della società (particolarismo di cui sopra) - il variare delle condizioni economico-sociali - il cambiamento dello strato sociale rispetto all'epoca romana - l'influenza della giurisprudenza.

Per Calasso tutte queste trasformazioni diedero vita allo Jus Novum, cioè al Jus commune come lo intende lui, in senso dinamico, un diritto che racchiude e rappresenta tutte queste trasformazioni e evoluzioni.

Significativo è anche il fatto che l'autore sottolinei come l'insegnamento di diritto comune sia quindi utile non solo per gli studiosi, per meglio capire le sorti del diritto romano nonché le caratteristiche del diritto moderno, ma anche per gli studenti che colmerebbero così le loro lacune causate dai metodi di insegnamento dell'epoca.

Dettagli
Publisher
A.A. 2009-2010
2 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/19 Storia del diritto medievale e moderno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Atreyu di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto Comune e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Conte Emanuele.