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DECRETO MINISTERIALE 739/94 IL PROFILO PROFESSIONALE
I cambiamenti che si andranno ad effettuare riguardano un tipo di assistenza
infermieristica intesa ora come campo specifico. Viene introdotto il regime di libera
professione in aggiunta ai 6 punti del dpr 225/74. Viene introdotta la formazione
complementare che è obbligatoria (prevede E.C.M. (educazione continua in medicina)
e master di 1° e 2° livello (non sono obbligatori)). Vengono identificate 5 aree:
1. Sanità pubblica
2. Pediatria
3. Salute mentale
4. Geriatria
5. Area critica
Il D.M. 739/94 è importante perché va ad identificare il profilo dell’infermiere.
L’infermiere era l’esecutore, ma ora diventa un operatore sanitario. Viene introdotto il
diploma universitario abilitante che porta l’infermiere ad essere immediatamente
idoneo alla professione. Si ha iscrizione all’ albo professionale, essenziale perché così
il legislatore garantisce una sorte di tutela. Vengono introdotti dei campi innovativi
d’intervento per le prestazioni erogate, come: cure palliative, lavoro d’equipe.
L’infermiere si può avvalere di ausiliari e lavorare in ambito extra ospedaliero. Gli
infermieri che hanno conseguito il diploma nelle scuole convitto( prima del ’94) hanno
lo stesso valore giuridico degli altri che lo hanno conseguito dopo il ’94. Viene redatto
il codice deontologico. Con la legge 42/99 il mansionario viene abrogato e non si usa
più la terminologia di professione sanitaria ausiliaria ma solo professione sanitaria.
L’infermiere deve rispettare il codice deontologico, le norme penali e civili. Con queste
normative si ha una sorte di autorità professionale raggiunta in parte. Questa autorità
garantisce il riconoscimento sociale attraverso la sanzione della comunità, che da
privilegi:
a) Segreto professionale e immunità dal giudizio della comunità
b) Introdotto patto infermiere-cittadino
La formazione dell’infermiere si ha già nel 1500 con san camillo e nel 1633 con san
vincenzo. San vincenzo istituisce 4 categorie di suore che si occupano di assistenza ai
malati di mente,carcerati, degenti e assistenza domiciliare. La vera e propria
formazione si ha con Nightingale nel 1860 a londra dove fonda l’ospedale s.thomas,
una scuola volta a formare le infermiere. Con lei nasce l’infermiere professionista che
si occupa di cura e prevenzione. In italia le prime scuole nascono a napoli. Queste
scuole verranno poi riconosciute nel 1931 e 1932. Il Regio Decreto del 1920 stabilisce
che le scuole convitto hanno come obbiettivo una funzione didattica. I criteri per
essere ammessi erano:
a. Avere licenza media inferiore
b. Integrità fisica e morale
c. Avere un impegno costante
Afferma anche che devono avere una disciplina interna e vengono indicate le modalità
d’esame e le prove in itinere. Nel 1954 vengono istituite le scuole per infermieri
generici, vengono istituiti i requisiti d’accesso, le modalità di tirocinio(si svolgono nei
reparti, attraverso un turno completo con infermieri professionali, o in assenza di esso,
da medico o affidato al capo sala). L’ esame è orale con una prova pratica, se positivo
viene rilasciato un certificato di abilitazione per svolgere l’attività di infermiere
generico.
1965-> primo inserimento della formazione in università
1971-> estensione al personale maschile e modifica del titolo di accesso alle scuole di
infermieristica professionale. Viene abolito l’internato obbligatorio nelle scuole
convitto. La regione ammette un numero massimo di allievi.
1974-> attraverso un D.P.R. viene stabilito l’istituzione di scuole universitarie a fini
speciali di discipline infermieristiche presso la facoltà di medicina e chirurgia della
statale di milano, nell’istituto d’igiene.
1975-> nuovi programmi con inserimento discipline umanistiche
1975/76-> istituito corso di infermeria professionale di 3 anni
Per Greenwood è essenziale l’apprendimento in sede accademica. Si ha la nascita di
scuole professionali spesso affiliate ad università, ma queste davano solo una
formazione professionale, infatti nel 1975 la professione infermieristica diventa una
professione. Nel 1990 inizia il processo per arrivare ad una riforma inerente alla
professione infermieristica. Il testo definitivo si avrà nel 1992.
Nel 1990 si ha riforma ordinamento della didattica universitaria che prevede 4 livelli di
formazione:
I. D.U.-> diploma universitario
II. D.L.-> diploma di laurea
III. D.S.-> diploma di specializzazione
IV. D.R.-> dottorato di ricerca
Tra il 91 e il 93 un decreto del ministro stabilisce che ce un unico diploma universitario
con 3 indirizzi:
1) Cure generali
2) Pediatria
3) Ostetricia
Queste 3 verranno eliminate perché si creerà un unico corso di studi in aree generali e
la specializzazione sarà prossima.
La 509/99 prevede autonomia didattica degli atenei attraverso l’ordinamento per gli
studi universitari e prevede:
1) C.L. di 1° livello
2) C.L. di 2° livello
3) C.M.U. di 1°livello
4) C.M.U. di 2°livello
5) D.S.
6) D.R.
L’assistenza infermieristica per essere una professione deve basarsi su:
a) Abolizione mansionario
b) Codice deontologico
c) Cultura professionale
Il mansionario era uno strumento limitativo, infatti è un insieme di compiti, che
stabiliscono come ottenere un risultato, l’arricchimento della mansione porta alla
prestazione. Abbiamo il :
a) Compito
b) Mansione
c) Prestazione
L’arricchimento della mansione prevede:
La rotazione delle mansioni: cioè il ruotare il lavoratore in alcune fasi dello
stesso processo, non implica nessuna modifica organizzativa e nessuna
mansione
L’allargamento della mansione: All’esecuzione si affiancano altre esecuzioni così
si partecipa allo svolgimento di una serie di operazioni più o meno numerose
rispetto a prima. In questa fase è importante l’esecuzione in modo da eseguire
più parti del processo di formazione
Arricchimento della mansione: questo interviene sull’attività del singolo
individuo attraverso l’arricchimento del semplice compito eseguito con altri.Le
fasi sono:
PROGRAMMAZIONE->stabilizzazione obbiettivi
ORGANIZZAZIONE-> valutazione risorse
CONTROLLO->valutazione risultati
Queste fasi danno la professionalità e una sorte di responsabilità.
CAPITOLO 2
Per quanto riguarda la professione infermieristica, per essere definita tale si deve
basare su:
1) Teoria sistemica
2) Attività professionale
3) Codice deontologico
4) Sanzioni della comunità
5) Cultura professionale
L’infermiere per espletare i suoi compiti risponde ad alcuni bisogni del paziente. Ci
sono varie definizioni di bisogno.
a) Bio-fisiologico
b) Psicologico
c) Socio-economico
d) Assistenza infermieristica
a.1)Per poter capire la definizione di bisogno bio-fisiologico bisogna partire da altre
definizioni cioè: carenza, deficit , istinto, pulsione ed emotivazione ed introdurre il
discorso di omeostasi(equilibrio funzioni vitali). Quando vi è mancanza di questo
equilibrio si va a definire il bisogno, perché si vuole andare a trovare un nuovo
equilibrio
b.1) è quello più complesso perché il bisogno è legato ad una motivazione, cioè un
qualcosa che induce il comportamento umano. Molti filosofi danno parecchie
definizioni di bisogno in base al loro contesto storico. ARISTOTELE considera la realtà
come un’entità reale o un unità di materia e forma. Con l’introduzione del metodo
scientifico il bisogno diventa più pratico. I bisogni si dividono in primari(quelli
fisiologici, cioè necessari nell’immediato) e secondari (necessari alla sopravvivenza
dell’individuo esempio il bisogno di sicurezza).
Le motivazioni definiscono i fattori del comportamento animale ed umano. Questi
fattori definiscono i fattori di un individuo. Le motivazioni possono essere primarie(di
natura fisiologica e comprendono i bisogni fondamentali più altri impulsi molto forti
come il sesso) e secondarie ( di natura personale/sociale e acquistano tramite
l’esperienza).
Il bisogno per GALIMBERTI è definito nel campo:
1) Fisiologico
2) Psicologia sperimentale
3) Psicologia della personalità
4) Psicologia del profondo
5) Della teoria cognitiva
6) Teoria autoredizzazione
1) Per Galimberti quello della fisiologia è inteso come stato fisiologico di
privazionee va distinta la pulsione che è una conseguenza che si manifesta nel
comportamento. Ci sono 3 classi di fisiologia in psicologia: 1) i bisogni relativi
alla vita dell’individuo(fame, sete). 2) i bisogni relativi alla specie, legati a stato
ormonale (sessualità,cura, prole). 3) i bisogni con correlati fisiologici
(curiosità,manipolazione)-> Devono avere un interscambio con il mondo esterno
essenziali per lo sviluppo dell’individuo.
La motivazione assume un importanza fondamentale ed è uno stato ipotetico
che viene recepito attraverso un comportamento mirato per uno scopo. Ha
come scopo la sopravvivenza dell’individuo stesso. Può essere positiva o
negativa. Ogni comportamento ha il suo impulso. L’impulso è definito come una
dimensione osservabile del comportamento.
2) La psicologia sperimentale fa riferimento a un modello di ricerca di leggi
universali che governano il comportamento degli individui e sono legati al
principio stimolo-risposta attraverso il metodo sperimentale. Il bisogno viene
soddisfatto attraverso due teorie:
a) teoria bisogno(individuare lo stato di pulsione),pulsione(identifica lo stato di
tensione), incentivo(provoca un comportamento consumatorio).
b) Teoria attrazione-repulsione dove l’oggetto che si vuole ottenere sposta
lontano da se il comportamento (repulsione) oppure lo attrae
3) Campo psicologia della personalità-> il bisogno è inteso come bisogno di
realizzazione legato ai fattori psicologici e sociali. Ricordiamo la teoria di
MASLOW che prevede agli estremi della scala i motivi di carenza e i motivi
dell’essere che entrano in funzione quando gli altri bisogni sono soddisfatti .
Maslow parte dagli impulsi fisiologici, infatti se tutti restano insoddisfatti e
l’organismo è dominato dai bisogni fisiologici tutti gli altri possono essere
annullati.
MURRAY distingue i bisogni viscerogeni da quelli psicogeni. Il bisogno è una
forza mentale, che definisce le percezioni in modo tale che cambiano una
situazione già esistente non soddisfatta.
4) Campo p