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TRASFUSIONE AUTOLOGA
Raccolta di sangue o emocomponenti attraverso un pre-deposito.
Attraverso il recupero peri-operatorio.
Lo svantaggio è che per il recupero, per non attivare fattori della coagulazione si utilizzano degli antiaggreganti. Quindi quando si infonde si infondono anche gli antiaggreganti.
TRASFUSIONE DI SANGUE OMOLOGA
Rischi sierologici (HIV, HCV): quasi eliminati.
Rischi dovuti ad errore umano.
Linee guida Ministero della Salute 2007
RICHIESTA DEL MEDICO
- La corretta e completa anagrafica.
- La motivazione della richiesta.
- I valori dell'emocromo.
- Specifica se il paziente ha già ricevuto in passato trasfusioni e se ha eventualmente avuto reazioni avverse.
PRELIEVO EMATICO
- Identificare il gruppo sanguigno e il fattore Rh.
- Per il cross match, ovvero le prove crociate.
PROVA CROCIATA
Verificare la compatibilità del sangue del ricevente con quello del donatore.
Ad ogni nuova richiesta di emazie, il prelievo per il cross match deve essere
nuovamente eseguito.CORRETTA IDENTIFICAZIONE DEL PAZIENTE
- Se cosciente chiedere al paziente nome, cognome e data di nascita.
- Se incosciente ricorrere al braccialetto identificativo.
LINEE GUIDA:
Attaccare l'etichetta alla provetta prima di eseguire il prelievo.
Utilizzare l'anagrafica presente sull'etichetta, insieme a quella presente sulla richiesta, per eseguire la corretta identificazione del paziente.
Provetta:
- Firmate dall'infermiere che esegue il prelievo, compilate con data e ora del prelievo.
- Se la provetta per il gruppo e la provetta per il cross match vengono eseguiti nello stesso momento, le linee guida raccomandano che vengano effettuati da due operatori diversi. Nel caso sia lo stesso infermiere a eseguire il prelievo, le due provette devono essere prelevate in due momenti diversi.
- Il prelievo, insieme alla richiesta, verrà poi inviato al centro trasfusionale.
COLLABORAZIONE MEDICO INFERMIERE
- Corretto controllo della sacca, della richiesta e
dell'anagrafica del paziente.- Corretta identificazione del paziente come nella fase del prelievo.- Controllano che vi sia il modulo del consenso informato firmato.- Moduli di registrazione.
MONITORAGGIO DURANTE LA TRASFUSIONE
I primi minuti dopo l'inizio dell'emotrasfusione sono quelli più delicati, poiché sono quei minuti con più a rischio di sviluppare reazioni avverse.
Chiedere al paziente, se cosciente, di comunicare tempestivamente se avverte disturbi di qualsiasi genere.
VELOCITÀ DI INFUSIONE
Iniziale 2 ml/minuto.
1U emazie concentrate in 2 ore.
Plasma e piastrine in 30'-50'.
APPOSITO DEFLUSSORE.
Durante il trasporto il sangue va tenuto freddo in appositi frigoriferi (emoteca). Prima di trasfonderlo però si può aspettare qualche minuto prima di infonderlo.
Il sangue che arriva dal centro trasfusionale è freddo, poiché conservato nell'emoteca.
Le linee guida sconsigliano di scaldarlo, o
di tenerlo a temperatura ambiente per qualche tempo. È invece importante iniziare la somministrazione subito dopo i dovuti controlli. - Riscaldatore in terapia intensiva: non più utilizzato per le problematiche che ne derivavano. - Sangue freddo: possibilità di aritmie in caso di somministrazione tramite CVC, preferire il CVP. REAZIONI AVVERSE Immediate: - Emolisi da incompatibilità AB0. - Porpora da anticorpi anti-piastrine. - Sovraccarico di ferro. - Trasmissioni di infezioni virali (HIV, HCV, HBV). Una volta eseguita l'urgenza: Inviare al centro trasfusionale: - La sacca connessa al set d'infusione. - Un campione di sangue da vena diversa da quella usata per la trasfusione. - Il modulo di denuncia di reazione trasfusionale. GESTIONE DEL RISCHIO Blood safety: per identificare la responsabilità del servizio trasfusionale nel garantire la sicurezza degli emocomponenti che vengono assegnati attraverso una serie di processi controllati che vannodal prelievo al donatore alla distribuzione. Trasfusion safety per comprendere l'insieme dei processi che si sviluppano nelle U.O. che richiedono emocomponenti, dal momento del ricevimento delle unità al momento dell'infusione al ricevente. È nel processo della transfusion safety che si hanno la maggior parte degli errori correlati all'atto dell'emotrasfusione. DRENAGGIO PLEURICO Con drenaggio pleurico si intende l'incisione della parete toracica e la successiva introduzione percutanea di un tubo di drenaggio nello spazio pleurico. Si tratta di una procedura che richiede l'utilizzo di un presidio atto ad eliminare liquidi generalmente patologici o patogenici. Nel campo della chirurgia toracica, il drenaggio pleurico è utile alla rimozione di qualsiasi accumulo di materiale biologico che di fatto impedisce meccanicamente l'espansione polmonare ed il corretto funzionamento fisiologico dei polmoni. Il grado pressorio negativo.All'interno della cavità pleurica, infatti, permette l'espansione polmonare impedendone il collasso.
CONDIZIONI CLINICHE CHE RICHIEDONO DRENAGGIO TORACICO
- Pneumotorace dovuto alla presenza di fluidi nello spazio pleurico;
- Accumulo di sangue nello spazio pleurico (emotorace);
- Versamento pleurico;
- Empiema pleurico a raccolta purulenta causata da flora batterica;
- Controllo della cavità dopo intervento in chirurgia toracica;
- Necessità di ripristino della pressione negativa intrapleurica.
CARATTERISTICHE
Il sistema di drenaggio è fondamentalmente composto da 4 diverse parti:
- Il catetere di drenaggio;
- Il raccordo;
- Il tubo collettore;
- Il presidio di raccolta.
CATETERE DI DRENAGGIO
Il catetere, in pvc o silicone, ha un calibro che può variare dagli 8 ai 40 F, in base all'entità del fluido da drenare, dall'età e dal peso del paziente. Si inserisce con un sistema dotato di mandrino tra il 2° e 3° spazio intercostale.
ACQUA La camera con valvola ad acqua è una componente del sistema di drenaggio toracico. Questa camera ha il compito di controllare la pressione di aspirazione. È riempita con acqua sterile fino al livello standard di 20 cm di acqua. Tuttavia, può essere calibrata anche su altre quantità, se necessario, anche se meno frequentemente. Durante l'aspirazione, l'acqua nella camera produce un leggero gorgoglio, che indica un buon funzionamento dell'aspirazione.ACQUA ha funzione di sicurezza impedendo all'aria di ritornare nel torace quando il paziente inspira grazie all'unidirezionalità della valvola. È importante valutare il gorgogliamento dell'acqua della camera: la presenza di gorgogliamento persistente e non intermittente, può essere manifestazione di una possibile fuoriuscita d'aria dallo spazio pleurico. VALVOLA UNIDIREZIONALE DI HEIMLICH Valvola unidirezionale permette all'aria di fuoriuscire dalla cavità toracica durante la fase espiratoria e le impedisce di rientrarvi in fase inspiratoria. Indicata nei casi di: - Pneumotorace; - Gestione domiciliare del paziente; - Livelli pressori instabili dei fluidi; - Trasporto del paziente. COMPLICANZE DEL DRENAGGIO - Malposizionamento del drenaggio; - Malfunzionamento per occlusione meccanica da coaguli, fibrina, etc.; - Dolore durante le fasi di espansione toracica; - Enfisema sottocutaneo; - Emorragia; - Infezione; - Lesione del parenchima polmonare; - Lesionedel diaframma;
Lesione vascolare o cardiaca;
Edema polmonare.
ASSISTENZA INFERMIERISTICA
- Mantenere il funzionamento corretto del sistema di drenaggio;
- Monitorare ed intervenire in caso di complicanze dovute al confezionamento del drenaggio;
- Monitorare ed intervenire riguardo l'insorgenza di possibili infezioni;
- Monitorare quantità e qualità dei fluidi raccolti secondo cadenze orarie programmate;
- Programmare cambi posturali orari al fine di garantire il comfort e il corretto funzionamento del drenaggio.
GESTIONE DEL DRENAGGIO PLEURICO
- Controllare che tutte le connessioni siano efficienti e mantengano il circuito chiuso;
- Fissare il tubo collettore lasciando margine di manovra, affinché non si verifichino dislocamenti o strozzature da posizionamento;
- In caso di coaguli o parziali ostruzioni, effettuare le operazioni di mungitura verso il presidio di raccolta;
- Il dispositivo di drenaggio deve essere posizionato "a valle" rispetto al torace.
Il drenaggio pleurico può rappresentare un ostacolo fisico e psicologico importante per un paziente. Una buona educazione dell'assistito, dunque, risulta fondamentale, in particolare ponendo come obiettivi:
- il mantenimento del sistema "a valle" rispetto al torace del paziente;
- Una accorta movimentazione degli arti e del busto al fine di ridurre al minimo il rischio di posizionamento o rimozione accidentale del presidio;
- La corretta esecuzione di ginnastica respiratoria e incoraggiamento ad una tosse efficace;
- una corretta
impostazione e confezionamento della nuova medicazione ogni qualvolta essa sia sporca o al massimo ogni 48h. Il punto di inserzione del drenaggio presenta punti di fissaggio che per loro natura richiedono la massima attenzione in quanto fattori predisponenti ad un'eventuale infezione.
- Versamenti pleurici non complicati
- Versamento pleurico massivo
- Minimi versamenti pleurici da prelevare per indagini
- Empiema pleurico
- Emotorace
- Emotorace di piccola entità (recente)
- Pneumotorace post intervento
- Estemporanea chirurgico
- Minor invasività
- Lunga permanenza in sede
- Meno dolorosa
- Esecuzione ambulatoriale
- Non residua cicatrice
- Necessità di ricovero ospedaliero
- Non drena versamenti densi