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INTERVENTI INFERMIERISTICI:
- rilevare stato di coscienza,P.V. , controllare ferita e drenaggio.
-monitoraggio ossigenazione con saturimetro e EGA
-respirazione diaframma.
-spirometria incentivante.
-appena possibile rialzo letto a 30-40° per facilitare la respirazione.
-favorire cambio posizione a letto e promuovere la mobilizzazione precoce.
-aspirazione endotracheale se presente il tubo et.
-aspirazione nasotracheale per stimolare la tosse.
-tossire.
-somministrazione farmaci analgesici.
-valutare effetti degli oppiacei sulla respirazione.
-aiutare l'assistito nell'assumere posizioni diverse ed antalgiche (ogni 2h).
-controllare area ferita chirurgica.
-predisporre pompa di infusione (PCA).
DRENAGGIO TORACICO: lo scopo del drenaggio taracico è quello di evacuare aria o liquido
contenuti nello spazio pleurico ripristinando la fisiologica pressione negativa, permettendo cosi la
riespansione del polmone, ristabilendo la regolare dinamica respiratoria e garantendo il controllo di
eventuali perdite gassose e/o liquide. AMPUTAZIONE
-consiste nel distaccamento o nella rimozione chirurgica di un arto parziale o totale. Di solito
l'amputazione viene effettuata al punto più distale possibile per una guarigione più efficace, la
posizione dell'amputazione è determinata dai seguenti fattori : vascolarizzazione dell'area,
necessità di una protesi, si cerca di preservare il ginocchio.
-negli arti inferiori viene preferita l'amputazione sotto il ginocchio. Quando viene effettuata
un'amputazione sopra il ginocchio si preserva la maggior lunghezza dell'arto.
-nell'amputazione degli arti superiori si cerca di mantenere la massima estensione funzionale.
CAUSE: patologie vascolari periferiche, gangrena, trauma, deformità congenita, osteomielite
cronica parziale o totale.
COMPLICANZE: edema del moncone, emorragia, ematoma nella sede del moncone, infezione,
lesione cutanea, dolore da arto fantasma.
ARTO FANTASMA: svanisce dopo 2-3 mesi, precoce mobilizzazione, massaggio di modellamento
del moncone tecniche di distrazione, terapia antalgica.
DIAGNOSI INFERMIERISTICA: -rischio elevato di disturbo dell'immagine corporea, correlata
a effetti negativi dell'amputazione e risposte delle altre persone al nuovo aspetto.
-rischio elevato di compromissione della mobilità, correlata a compromissione del movimento
secondario a dolore.
-lutto correlato alla perdita di un arto e a i suoi effetti sullo stile di vita.
-alterazione del confort, correlata a sensazione da arto fantasma secondarie a stimolazione dei nervi
periferici e impulsi anormali al sistema nervoso.
-rischio elevato di lesione, correlato ad andatura alterata e pericoli legati all'uso delle protesi.
-rischio elevato di gestione inefficace del regime terapeutico, correlato ad un insufficiente
conoscenza degli adattamenti per svolgere le attività di vita quotidiana, della cura del moncone,
della cura della protesi, dell'addestramento alla deambulazione e del follow up.
INTERVENTI: -ascolto attivo,incoraggiare il pz a svolgere attività in maniera autonoma, preparare
i familiarii ai cambiamenti fisici ed emotivi, facilitare l'utilizzo della protesi, se appropriato
indirizzare il pz verso un esperto di counsueling.
-sollevare arto nelle prime 24 ore, mobilizzazione e deambulazione precoce, consultare il
fisioterapista, variare frequentemente la posizione, discutere del maggiore fabbisogno energetico
dovuto all'uso della protesi.
-incoraggiare l'espressione dei sentimenti del pz e dei familiari, promuovere l'elaborazione del lutto,
indirizzare il pz a gruppi di supporto.
-spiegare che sono sensazioni normali e che si possono manifestare sotto forma di disaggi, dolore,
prurito, formicolio ect. Spiegare che lo stress, ansia, affaticamento, depressione, eccitazione,
cambio meterologico, possono intensificare la sensazione dell'arto fantasma, spiegare quali
possono essere le tecniche per alleviare questi sintomi.
-rinforzare gli esercizi e le attività prescritte dal fisioterapista. Fornire un ausilio per la
deambulazione, insegnare al pz ad eliminare dalla propria abitazione potenziali rischi (tappeti,
ingombri), incoraggiare il pz a chiedere aiuto quando è in ambienti poco familiari, riferire al medico
alterazioni nella deambulazione.
-insegnare a preparare il moncone per la protesi, esaminare regolarmente il moncone, valutare le
capacità nelle attività di vita quotidiana.
OSTEOSINTESI ANCA
PERCORSO ASSISTENZIALE: riduzione dell'attesa pre-operatoria, rieducazione post-operatoria,
elevato standard di cure infermieristiche, riduzioni delle complicanze post-operatorie, integrazione
interdisciplinare, pianificazione della dimissione, assistenza domiciliare, continuità terapeutica.
IL TEAM:-approccio alla persona.
-globalità di intervento e interdisciplinarità
-collaborazione (ortopedico,anestesista,radiologo,biochimico, internista, cardiologo,ematologo,
fisiatra, infermieri,tecnici di laboratorio,trasfusionali,fisioterapista etc)
-conoscenza sul tipo di intervento/percorso.
-comunicazione e interazione fra operatori.
CLASSIFICAZIONE FRATTURA: Intrarticolare (medio-cervicale,basi-cervicale,sottocapitata),
extrarticolare (pertrocanterica, persottotrocanterica, sottotrocanterica), testa del femore.
CAUSE: negli anziani le fratture sono spesso causate da cadute o traumi insignificanti.
Osteoporosi, tumori o infezioni rendono l'osso più suscettibile alle fratture, nei giovani origine
traumatiche.
PREVENZIONI NELLE PERSONE ANZIANE: ridurre il rischio caduta, trattare l'osteoporosi.
Raccomandazioni:
SINTOMI: -se la frattura è scomposta, i due capi ossi perdono il naturale allineamento.
-si accompagna a dolore intenso e impossibilità di muovere la coscia.
-arto interessato è extraruotato,adotto e leggermente più corto.
PERCORSO ASSISTENZIALE: 118 → pronto soccorso → radiologia → ricovero in unità di
degenza → intervento chirurgico → dimissioni → continuità di cura
VALUTAZIONI: dolore, valutazione dello stato nutrizionale e idrico, prevenzioni delle lesioni da
pressione, mantenimento della continenza sfinterica, controllo parametri vitali, accertamento delle
abilità funzionali e cognitive, valutazione del sostegno familiare.
OSTEOSINTESI: per frattura articolare,se il soggetto è giovane.
PROTESI DI ANCA: la scelta del tipo di protesi varia in funzione dell'età, della patologia, della
qualità dell'osso ricevente ed è comunque sempre affidata all'esperienza del chirurgo.
-frattura intraarticolare, scomposta.
-pz >60 anni
-artroprotesi (protesi totale)
-endoprotesi: solo estremità femorale distale (> 70 anni, soggetti con scarse richieste funzionali).
OBIETTIVI TRATTAMENTO: recupero funzionale precoce, obiettivo del trattamento chirurgico:
riduzione e stabilizzazione della frattura.
TIMING: intervento chirurgico entro le 48 ore dall'ammissione, se le condizioni cliniche lo
permettono. Non ritardare>48 ore, timing ottimale<6 ore, profilassi per TVP – inizio preoperatorio.
OBIETTIVI:-ripristinare il precedente grado di autonomia compatibilmente al quadro clinico della
persona.
-reinserire la persona nel minor tempo possibile, nella situazione abitativa idonea e ottimizzare le
risorse assistenziali.
-ridurre salvo diverse indicazioni mediche i tempi di allettamento per prevenire complicanze.
INTERVENTI: -definire un programma di postura.
-stimolare le capacità residue.
-educazione dell'utente a deambulare con carico parziale o totale sull'arto operato a secondo
dell'intervento e delle indicazioni mediche utilizzando il presidio più adatto.
-educazione della persona ad effettuare la salita e la discesa di scale.
EDUCAZIONE TERAPEUTICA: -istruire la persona o il care-giver sulla somministrazione della
terapia anticoagulante per via sottocutanea.
-educare alla medicazione della ferita chirurgica.
-gestione dei farmaci antidolorifici.
-gestione dell'eventuale catetere vescicale.
-addestramento care-giver per l'esecuzione delle esigenze assistenziali e riabilitative della persona.
-follow-up
CONTINUITA' DI CURA: valutazione della persona in modo da valutare le risorse adeguate per
dare una risposta pertinente ed efficace ai bisogni della persona stessa.
-scheda di segnalazione al territorio.
-decidere per l'accoglienza in RSA.
-favorire il rientro a domicilio attraverso l'attivazione dei servizi assistenziali territoriali.
INDICATORI ASSISTENZIALI PER LA DIMISSIONE:-P.V. In un range di normalità.
-assenza di complicanze polmonari e circolatorie.
-ferita chirurgica in fase di guarigione senza segni di complicanze.
-capacità di controllare il dolore con farmaci orali.
-assenza di febbre.
-emoglobina nel range di normalità.
-capacità di enunciare le limitazioni dell'attività fisica.
-eliminazione fecale ed urinaria nella normalità.
-il completamento dell'addestramento iniziale con l'ausilio se prescritto.
-la presa dei contatti com l'ADI.
-in mancanza di un supporto a domicilio, presa di contatti per la temporanea sistemazione in una
struttura idonea per la convalescenza e riabilitazione.
ARTROPROTESI
-l'artroplastica con sostituzione mediante protesi può essere indicata nella degenerazione articolare
causata da: artrite reumatoide, osteoartrite (artrosi), traumi, tumori, malformazioni congenite.
COMPLICANZE: lussazione/sublussazione, compromissione neurovascolare, embolia gassosa,
emorragia/formazione di ematoma, sepsi, tromboembolia.
DIAGNOSI INFERMIERISTICA: -compromissione della mobilità, correlata a dolore, rigidità,
affaticamento, limitazioni dovute ai presidi e restrizioni di attività prescritte.
-rischio elevato di compromissione dell'integrità cutanea, correlato a compromissione e immobilità
secondaria a dolore e restrizioni.
-rischio elevato di gestione inefficace del regime terapeutico, correlato a insufficiente conoscenza
delle restrizioni di attività, dell'uso di ausili, dei segni di complicanze e del follow-up.
INTERVENTI: -identificare i soggetti ad alto rischio di infezioni della protesi articolare (infezioni
apparato urinario-gastro intestinale – dentale).
-mantenere un posizionamento corretto.
-accertare la presenza di segni di lussazione (anca ginocchio)
-monitorare per rilevare presenza di lussazione/sublussazione della spalla.
-monitorare per rilevare segni e sintomi di compromissione neurovascolare, confrontando i rilievi
ottenuti con quelli relativi all'arto non interessato.
-istruire il pz a riferire la comparsa di intorpidimento, formicolio, sensazione di freddo,
modificazione del colorito cutaneo, dolore.
-stabilire un programma di esercizi adeguato alla capacità del pz, consultare il