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DELL’OSPITE
2) Un altro meccanismo di variazione antigenica interessa
il virus dell’influenza.
Ogni epidemia influenzale è causata da un singolo tipo di virus.
L’antigene verso cui l’ospite produce anticorpi protettivi è
l’emoagglutinina.
Il virus dell’influenza ha sviluppato due modi per poter modificare
il proprio corredo antigenico e per poter sopravvivere in una
popolazione che sviluppa anticorpi anti-emoagglutinina.
EVASIONE DEI MECCANISMI DI DIFESA
DELL’OSPITE
A) La deriva antigenica è causata da mutazioni puntiformi a
carico dei geni codificanti per l’emoagglutinina e per la
neuraminidasi.
Ogni 2-3 anni compare una variante.
Altre mutazioni modificano gli epitopi riconosciuti dai linfociti T
(in particolare dai linfociti T CD8).
Comunque epidemia non grave perché esistono reazioni crociate
con gli anticorpi e i linfociti T diretti contro la vecchia variante.
EVASIONE DEI MECCANISMI DI DIFESA
DELL’OSPITE
B) La commutazione antigenica è causato da un riarrangiamento
tra i segmenti di RNA genomico del virus dell’influenza e quelli
dei virus influenzali correlati degli animali.
Riguarda sempre l’emoagglutinina ed è responsabile delle
pandemie che si manifestano ogni 10-15 anni.
EVASIONE DEI MECCANISMI DI DIFESA
DELL’OSPITE
3) Un terzo meccanismo è causato da riarrangiamenti programmati
nel DNA del microrganismo.
I tripanosomi africani, responsabili della “malattia del sonno”,
danno ripetutamente luogo a varianti antigeniche in un singolo
ospite infettato.
Il tripanosoma è rivestito da un tipo di glicoproteine , la
glicoproteina variante specifica (VSG), che induce una risposta
anticorpale protettiva.
EVASIONE DEI MECCANISMI DI DIFESA
DELL’OSPITE
Il genoma del tripanosoma contiene circa 1000 geni VSG, ciascuno
codificante per una proteina con distinte proprietà antigeniche.
Normalmente viene espressa solo una di queste glicoproteine, ma
tale VSG può essere modificato in seguito a riarrangiamento
genico che pone un nuovo VSG nel sito di espressione.
Questa variante permette al tripanosoma di sfuggire agli anticorpi
causano la ricaduta della malattia.
Vengono poi prodotti nuovi anticorpi e l’intero ciclo si ripete.
Questo ciclo cronico porta a danni da immunocomplessi ed
infiammazione e infine a danni neurologici -> coma
EVASIONE DEI MECCANISMI DI DIFESA
DELL’OSPITE
La malaria è un’altra delle principali malattie causate da un
protozoo che modifica i propri antigeni secondo questo
meccanismo.
Riarrangiamenti nel DNA rendono conto della patogenicità di due
batteri:
Salmonella typhimurium, causa di intossicazioni alimentari;
nuove forme di flagellina per inversione del promotore
-> blocco dell’espressione del gene ed espressione di un
secondo gene di flagellina, antigenicamente distinta
Neisserie gonorrhoeae, agente della gonorrea
nuove forme di pilina per espressione di varianti silenti
EVASIONE DEI MECCANISMI DI DIFESA
DELL’OSPITE
Alcuni virus possono persistere nelle cellule in uno stato
conosciuto come latenza.
In questo periodo non si replicano, non producono proteine e
le cellule infettate non vengono eliminate.
Di conseguenza infezioni latenti possono essere riattivate e
causare malattie ricorrenti.
Gli herpes virus entrano spesso in latenza.
EVASIONE DEI MECCANISMI DI DIFESA
DELL’OSPITE
Il virus herpes simplex, causa delle febbri erpetiche, infetta le
cellule epiteliali e si diffonde ai neuroni sensoriali del ganglio
del trigemino, dove persiste in stato latente.
La luce del sole, le infezioni batteriche, lo stress o modificazioni
ormonali riattivano il virus che ridiscende gli assoni dei neuroni
sensoriali e reinfetta le cellule epiteliali.
Due sono le cause della permanenza dell’infezione nei neuoni
sensoriali:
1) Il virus è quiescente e codifica per poche proteine virali
2) I neuroni hanno un livello molto basso di molecole MHC
di classe I
EVASIONE DEI MECCANISMI DI DIFESA
DELL’OSPITE
Il virus herpes zoster (o varicella zoster), che causa la varicella,
rimane latente nei gangli spinali, dopo che la malattia acuta è
superata.
In seguito a stress o immunosoppressione il virus può essere
riattivato, ridiscende il nervo e reinfetta la cute.
Eruzione cutanea della varicella nella sede innervata dal
ganglio spinale infetto > Fuoco di Sant’Antonio
La riattivazione di herpes simplex è frequente, mentre
l’herpes zoster generalmente si riattiva una solva volta
nell’arco della vita.
EVASIONE DEI MECCANISMI DI DIFESA
DELL’OSPITE
Il virus di Epstein-Barr (EBV) rimane latente nei linfociti B dopo
una prima infezione che spesso decorre senza essere stata
diagnosticata.
In una minoranza di individui (di solito adulti) determina
l’insorgenza della mononucleosi infettiva o febbre ghiandolare.
L’infezione delle cellule B attraverso il legame a CR2 induce i
linfociti B a proliferare e a produrre virus, i quali determinano
la risposta dei linfociti T CD8 antigene-specifici che uccidono i
linfociti B infettati.
Tuttavia una frazione di linfociti B rimane infettata in modo latente.
EVASIONE DEI MECCANISMI DI DIFESA
DELL’OSPITE
EBV nei linfociti B produce EBNA-1 che è necessario per
mantenere il genoma virale integrato nel genoma cellulare.
EBNA-1 interagisce anche col proteasoma prevendendo la
propria degradazione e la generazione di peptidi che
potrebbero causare una risposta da parte dei linfociti T.
I linfociti B che conservano il genoma EBV, coltivati in vitro in
assenza di linfociti T, vanno incontro a trasformazione e
diventano immortali.
EVASIONE DEI MECCANISMI DI DIFESA
DELL’OSPITE
In vivo, in opportune condizioni, cioè per una insufficiente
sorveglianza da parte dei linfociti T, i linfociti B possono
andare incontro a trasformazione maligna e dare origine
a un linfoma a cellule B -> linfoma di Burkitt
Un linfoma a cellule B, EBV-associato, può insorgere in
pazienti con immunodeficienza acquisita o ereditaria dei linfociti T.
EVASIONE DEI MECCANISMI DI DIFESA
DELL’OSPITE
Alcuni microrganismi inducono una normale risposta
immunitaria, ma hanno sviluppato meccanismi specializzati per
resistere ai suoi effetti.
Mycobacterium tubercolosis è fagocitato dai macrofagi, ma
previene la fusione del fagosoma col lisosoma.
Listeria monocytogenes esce dal fagosoma nel citoplasma dove
può facilmente moltiplicarsi. Riorganizza i fasci di actina che
formano dei vacuoli contenenti la Listeria, la quale lisa i vacuoli
e si trasferisce in un’altra cellula, evitando l’attacco degli anticorpi.
Le cellule infette da Listeria sono comunque suscettibili all’azione
delle cellule T.
EVASIONE DEI MECCANISMI DI DIFESA
DELL’OSPITE
Il protozoo Toxoplasma gondii forma una vescicola nel citoplasma
che non si fonde con le altre vescicole, permettendo al Toxoplasma
di non rendere disponibili i propri peptidi per il legame con le
molecole MHC e rimanere invisibile al sistema immunitario.
La sifilide è causata dal treponema pallidum. Il Treponema
riveste la propria superficie con molecole dell’ospite, evita il
riconoscimento da anticorpi e invade il sistema nervoso centrale,
dove è meno accessibile agli anticorpi.
La malattia di Lyme è causata dalla spirocheta Borrelia burgdorferi,
la quale evita la lisi da parte del complemento ricorprendosi con
la proteina inibitrice del complemento H dell’ospite.
SOVVERSIONE DEL SISTEMA IMMUNITARIO
DELL’OSPITE
Alcuni virus hanno evoluto strategie per sovvertire i meccanismi
del sistema immunitario:
- delezione dei geni cellulari per le citochine o per i loro recettori
- sintesi delle molecole regolatrici del complemento
- inibizione della sintesi o assemblaggio delle molecole MHC di
classe I
- produzione di proteine esca che mimano i domini TIR delle
molecole di trasduzione del segnale da parte delle citochine o
dei batteri
L’IMMUNOSOPPRESSIONE CONTRIBUISCE ALLA
PERSISTENZA DELLA MALATTIA
Gli stafilococchi producono le enterotossine stafilococciche e la
tossina-1 della sindrome da shock tossico, che si comportano da
superantigeni, quindi legandosi al TCR di un gran numero di
linfociti, attivandoli a produrre citochine con conseguente
soppressione di tutte le risposte immunitarie.
E’ possibile che i linfociti T stimolati proliferano e quindi
vanno incontro ad apoptosi con eliminazione di certi subset
periferici di linfociti T periferici.
L’IMMUNOSOPPRESSIONE CONTRIBUISCE ALLA
PERSISTENZA DELLA MALATTIA
Molti microrganismi causano una immunospporessione
temporanea durante l’infezione acuta (secondo meccanismi
sconosciuti) che può rendere suscettibile l’ospite a infezioni
secondarie da microrganismi ambientali.
Le ustioni e i grandi interventi chirurgici rendono i pazienti più
suscettibili alle infezioni, per es. alla sepsi con conseguente morte.
L’IMMUNOSOPPRESSIONE CONTRIBUISCE ALLA
PERSISTENZA DELLA MALATTIA
Il morbillo è ancora responsabile del 10% della mortalità totale dei
bambini sotto i 5 anni.
La morte avviene in seguito ad una infezione secondaria in bambini
denutriti, soprattutto polmoniti.
L’immunosoppressione che fa seguito al morbillo può durare per
parecchi mesi ed è associata ad una ridotta funzione di linfociti B e T.
La causa della morte è solitamente una polmonite batterica
secondaria.
L’infezione delle cellule dendritiche e la conseguente non
responsività dei linfociti T sembra essere il meccanismo principale
di induzione dell’immunosoppressione.
L’IMMUNOSOPPRESSIONE CONTRIBUISCE ALLA
PERSISTENZA DELLA MALATTIA
Il virus HCV è responsabile di epatite acuta e diepatite cronica
(nel 70% dei casi).
Il virus infetta il fegato durante l’infezione primaria, ma può
sovvertire l’immunità acquisita interferendo con l’attivazione e
la maturazione delle cellule dendritiche
-> inattivazione inadeguata delle cellule CD4 e perdita della
1 -> mancata azione di “helper”
differenziazione in cellule T
H
nei confronti di cellule CD8 -> cronicizzazione dell’infezione
Il ritardo della maturazione delle cellule dendritiche sinergizza con
un’altra proprietà del virus: l’RNA polimerasi manca della capacità
di correzione di bozze -> elevata capacità di mutazione del genoma
e quindi cambiamento della sua antigenicità