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Estetica trascendentale
L’estetica trascendentale riguarda la prima fase della conoscenza, ossia la
sensibilità.
La sensibilità è ricettiva, in quanto riceve le informazioni attraverso i sensi in
modo disordinato, ed attiva, poiché li riorganizza immediatamente ed
istintivamente secondo le forme a priori di spazio e tempo.
Per Kant, spazio e tempo sono dei modi di funzionamento della nostra mente
che non esistono nella realtà, e che sono:
trascendentali, in quanto, pur avendo senso e significato solo se riferiti
• all’esperienza, pre-esistono ad essa
necessarie, in quanto, nella conoscenza empirica, è impossibile farne a
• meno
universali, in quanto appartengono a tutti gli uomini dotati di ragione
•
Il problema sorge nel momento in cui l’intelletto umano, non essendo né
puramente ricettivo né puramente creativo, non si limita solo a registrare i dati
provenienti dall’esperienza ma li rielabora attraverso le sue forme a priori,
quindi la fondazione di una conoscenza totalmente oggettiva non può
esistere.
La validità della conoscenza scientifica
Le forme a priori di Spazio e Tempo sono importanti per formare la
matematica, la quale si dimostra essere una conoscenza assolutamente valida
per tutti, in quanto proprio la mente umana è organizzata secondo uno
schema matematico.
In particolare, l’aritmetica è costruita nel tempo, mentre la geometria è
costruita sia nello spazio che nel tempo, il che determina che si possa
applicare all’aritmetica; tutto ciò permette quindi di applicare il tempo e lo
spazio all’aritmetica e alla geometria.
Analitica trascendentale
L’analitica trascendentale riguarda la seconda fase della conoscenza, ossia l’intelletto e le
relative forme a priori delle 12 categorie.
Kant riteneva che queste 12 categorie fossero “concetti supremi unificatori dell’intelletto”,
ossia funzioni attive che creassero nella mente le idee, al contrario della sensibilità, in cui
gli oggetti erano dati.
Di conseguenza, sensibilità ed intelletto sono entrambi indispensabili per ottenere una
conoscenza completa, in quanto:
i pensieri senza intuizioni sarebbero vuoti
• le intuizioni senza pensieri / concetti sarebbero cieche
•
Le 12 categorie
Per Kant, dato che giudicare significa anche pensare, allora esisteranno tante categorie
quante sono le modalità del giudizio; queste categorie sono suddivise per quantità,
qualità, relazione e modalità, ma la principale di queste categorie é quella di causa- effetto.
Il problema sorge nel momento in cui l’intelletto umano, non essendo né puramente
ricettivo né puramente creativo, non si limita solo a registrare i dati provenienti
dall’esperienza, ma li rielabora attraverso le sue forme a priori, quindi la fondazione di una
conoscenza totalmente oggettiva non può esistere.
L’Io penso
Per giustificare la validità e l’uso di queste 12 categorie, Kant introduce il concetto di
Io Penso, una struttura mentale comune a tutti gli esseri umani che funge da attività
unificante, ossia sintetizza automaticamente le percezioni attraverso le forme a priori di
spazio, tempo e delle 12 categorie.
Dialettica trascendentale
La dialettica trascendentale riguarda l’ultima fase della conoscenza, ossia la ragione,
nonché l’intelletto che si spinge al di la dei limiti della possibile esperienza.
Lo scopo della dialettica trascendentale è quello di criticare l’uso metafisico della ragione.
Partendo dal presupposto che la ragione da sola non basti a rappresentare un oggetto, in
quanto per fare ciò servirebbe il materiale sensibile proveniente dall’esterno, la metafisica,
come scienza in cui vengono utilizzati concetti dell’intelletto e non dati sensibili, é
destinata al fallimento.
Infatti, essendo la conoscenza data dal concetto puro e dall'intuizione sensibile, quando
l’esperienza sensibile non avviene, di conseguenza la conoscenza è impossibile; questo è
proprio ciò che avviene con la metafisica.