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AUTORE A CHI LEGGE

Goldoni afferma che Richardson riesce a esprimere emozioni e sentimenti così forti

che si potrebbero attribuire ad un’eroina tragica. La storia che propone Goldoni non è

proprio la stessa del romanzo in quanto se a Venezia un nobile avesse sposato una

serva, avrebbe perso ogni suo diritto di nobile. Goldoni si preoccupava dell’effetto che

la commedia poteva avere sul pubblico vario che andava ai suoi spettacoli. Nella

Pamela di Goldoni alla fine lei sposta lui ma solo dopo aver scoperto di essere anche

lei una nobile. Goldoni si oppone a quel tipo di matrimonio, i matrimoni misti. Per

questo alcuni considerano l’opera di Goldoni molto più reazionaria e meno moderna di

quella di Richardson.

PERSONAGGI

Notiamo che non ci sono maschere

Milord Bonfil

Miledi Daure, sua sorella

Il Cavaliere Ernold, nipote di Miledi Daure

Milord Artur

Milord Coubrech

Pamela, fi cameriera della defunta madre di Bonfil

Andreuve, vecchio padre di Pamela

Madama Jevre, governante

Monsieur Longman, maggiordomo

Monsieur Villiome, segretario

Isacco, cameriere.

La scena si presenta a Londra, nella casa di Bonfil, in una stanza con tante porte.

Gozzi diceva che non andava bene rappresentare una plebea così ben educata di

fronte a uomini nobili rappresentati come scapestrati. Pamela è la prima commedia di

Goldoni senza maschere

ATTO PRIMO

Scena 1: scena fissa (in realtà nel romanzo la scena cambia). Figura della ripetizione,

insistenza sulla parola povero.

Scena 2: monologo di Pamela che si chiede se ci siano altre motivazioni alle sue

lacrime e si domanda perché il padrone le voglia così bene. Iniziano le oscillazioni

dell’incertezza amorosa viene annunciata una futura visita del padre di Pamela

Scena 3: Pamela sta scrivendo una lettera al padre e scrive del padrone, lui arriva,

legge la lettera e lei arrossisce, lui le dona l’anello della madre e inizialmente lei non si

sente degna ma poi è costretta ad accettare.

Scena 4: Bonfil parla con Jevre e le dice che lui ama Pamela e che lei deve riferlo a

Pamela.

Scena 5: Pamela esprime i suoi sentimenti attraverso frasi esclamative e interrogative.

Scena 6: il padrone si dichiara apertamente. Tentativi di sottoporre l’altro a prove

d’amore, lui cerca di corromperla e lei si infuria.

Scena 7: il padrone non vuole sposare la ragazza ma solo sedurla. Non capisce perché

lei vuole resistere quando lui essendo nobile potrebbe averla in qualsiasi momento.

Scena 11: Bonfil dice a Longman di voler partire

Scena 12: Bonfil si contraddice e nega quello che aveva deciso, oscillazioni.

Scena 13: Milord Artur ha il compito di esporre gli argomenti contrari alla tesi del

matrimonio impari. Bonfil chiede se sia opportuno che un nobile sposi una donna che

non lo è e gli viene detto che l’unica giustificazione è quella in cui l’uomo si trovi in

necessità di sposare comunque una donna ricca pur non essendo di sangue nobile poi

Bonfil chiede in cosa n cavaliere che sposi una donna povera offenda il suo ordine=

problema di successione.

Scena 14: arriva Isacco, parlano dell’importanza del viaggio e viene introdotto Ernold

che stava facendo il grand Tour.

Scena 16: Ernold inizia a mettere a paragone Londra con le altre città che ha visitato e

ad un tratto mette a confronto i tipi di teatro dicendo che in Italia ad esempio si

preferisce il riso al pianto e quindi viene paragonata la serietà degli inglesi con il

carattere degli italiani, più allegro. Mentre parla non si rende conto di aver infastidito

l’amico. Bonfil gli dice che lui ha viaggiato prima del tempo in quanto non è

abbastanza maturo, avrebbe dovuto studiare ancora prima di partire e Ernold ribadisce

che parla così perché non ha viaggiato. E’come se i viaggi anziché averlo istruito i

viaggi gli avessero messo dei grilli per la testa e si sente superiore a chiunque non

abbia viaggiato. È un giovane ridicolo. Sono presenti figure molto meno stereotipate,

riesce a descrivere le emozioni come faceva Richardson. La commedia inizia con le

lacrime di Pamela e continua su questa linea. In Francia era presente un vero e proprio

genere che faceva piangere. Alcune parti sono riprese dall’originale, passato al vaglio

dalle traduzioni.

ATTO SECONDO

Scena 2: Artur ribadisce che non è cosa buona sposare una donna che non sia nobile e

che ben presto si ritroverà intorno a persone che lo faranno vergognare e un suocero

dalle mani incallite. Bonfil continua a non dar importanza a quello che dice e si rifiuta

di darla come serva alla sorella, cosa che invece gli viene consigliata da Artur.

Scena 5: Jevre ha un ruolo importante perché induce la ragazza ad accettare la

proposta del padrone (ovvero di sposarla)

Scena 6: elemento ricorrente il fatto che Pamela sia disposta a morire piuttosto che

perdere la sua virtù.

Scena 7: torna Artur e Bonfil ha un atteggiamento altalenante, non vuole partire ma

allo stesso tempo si assicura che nei tre giorni in cui sarà via Pamela non vada dal

padre

Scena 9: Jevre dice a Pamela che il padrone è partito e deve dirle che non può più

partire, finchè lui non torna

Scena 11: arriva la sorella di Bonfil che capisce che il fratello è innamorato di Pamela e

capisce che è corrisposto.

ATTO TERZO

Scena 3: Jevre e Artur parlano del matrimonio tra Pamela e Bonfil prendendo due

posizioni opposte: quella della libertà e quella della non libertà.

Scena 6: si scopre che Pamela in realtà è di sangue nobile, figlia di un nobile scozzese

desueto. Il padre di Pamela porta con sé delle lettere per provare ciò. Bonfil la manda

subito a chiamare.

Scena 9: incontro tra Pamela e Bonfil

Scena 10: Bonfil rivela a Pamela la sua vera identità e le dice di volerla sposare ma lei

non ci crede.

Scena 11: il ‘padre le da prova del fatto che lei è veramente nobile. Ultima battuta di

Bonfil in cui lui dice di essere contrario al fatto che la virtù della ragazza debba essere

legata per forza alla sua condizione sociale.

Scena 13: viene confermata la vera identità di Pamela. Lei e Bonfil si danno la mano.

Pamela accetta il matrimonio del padrone solo se lui cambia atteggiamento tenendo a

mente che in passato aveva provato a sedurla.

LA LOCANDIERA (1753)

E’ un testo scritto alla fine del 1752. Goldoni ancora non ha abbandonato la

compagnia Medebac, nella quale avviene un forte cambiamento: il Brighella aveva

sposato Maddalena Raffi (zia di Teodora Medebac) la quale però aveva abbandonato il

marito e si era allontanata dalla compagnia, aveva un temperamento forte e vivace.

Successivamente decide di tornare (si era allontanata forse per via dei maltrattamenti

del marito). Quando il pubblico del Santangelo la vede riapparire è molto felice perché

la Locandiera era stata scritta appositamente per lei. Piazza scrive sul teatro e parla

delle donne di teatro di Goldoni e Chiari e afferma che Maddalena è l’unica donna che

gli piace sul palco perché era capace di tutto, in ogni genere. Che aveva buona

memoria e non aveva bisogno del suggeritore. Considerata la ‘’miglior comica dei

vostri teatri’’.

Nelle Memoire Goldoni parla di Teodora Medebac dicendo di come fosse diventata

matta. Giustifica il fatto di aver scritto una commedia impostata solo sulla servetta

perché Teodora Medebac non era in grado di salire sul palco. In realtà si riprende ma

quando viene a sapere che la commedia era prevista per il giorno dopo si risente

male. Questo è diverso da Pamela poiché lei era tutt’altro che una serva, era una

prima donna. Per questo era interpretata da Teodora.

Mirandolina innamora gli uomini suo malgrado perché è affascinante.

AUTORE A CHI LEGGE

Goldoni rivendica una funzione didattica e morale della commedia e descrive la donna

con elementi estremamente negativi. L’autore a chi legge è in contrasto con la

commedia perché Mirandolina è un personaggio che ha ottime mimetiche, finge più

parti all’interno della stessa commedia. Il corteggiamento è presentato come una

guerra in cui la donna è il nemico che vince il cavaliere misogino. Secondo Goldoni il

terzo atto serve a far odiare le donne come Mirandolina (cosa che poi non avviene). I

toni che usa Goldoni sono forti, lui vuole che le donne sirene incantatrici continuassero

a maledirlo. Questa visione che da non corrisponde alla commedia. La locandiera si fa

portavoce di un vizio.

La servetta riusciva a farsi amare da tutti assumendo i comportamenti che loro stessi

volevano che lei avesse, simile a ciò che fa Rosaura. In questo la locandiera era un

testo tipicamente teatrale.

PERSONAGGI

Il Cavaliere di Ripafratta

Il Marchese di Forlipopoli

Il Conte d’Albafiorita

Ortensia e Dejanire, comiche

Fabrizio, cameriere di locanda

Servitore del cavaliere

Servitore del conte

La scena si rappresenta in Firenze, nella locanda di Mirandolina, la quale la possiede

da 6 mesi dopo la morte del padre.

ATTO PRIMO

Scena 1: viene detto che il Conte è un nobile perché ha comprato la contea, al

contrario il Marchese è nobile di sangue ma decaduto, quindi non ha più molte

disponibilità economiche.

Scena 2: il conte dona uno zecchino a Fabrizio per far vedere al Marchese che lui è

ricco.

Scena 4: compare il cavaliere di Ripafratta. Dalle sue battute capiamo che è misogino

(compaiono 3 elementi: non le ho amate, non le ho stimate, e penso che per l’uomo

siano un’infermità insopportabile). Il marchese aggiunge altre caratteristiche di

Mirandolina

Scena 5: entra Mirandolina. Il conte vuole donarle degli orecchini e ogni volta che lui

vuole farle un dono, il marchese, non potendoseli permettere li sminuisce. Il cavaliere

chiede a mirandolina della biancheria che sia meglio di quella che ha già, lo chiede

con disprezzo ed è questo suo comportamento che innesca in Mirandolina il puntiglio,

decide di volerlo innamorare.

Scena 9: monolgo di Mirandolina, atteggiamento molto lontano dallo stereotipo sulle

donne.

Scena 10: emerge il rapporto tra Mirandolina e Fabrizio. Lei afferma di trattare con lui

più per tenerselo stretto e fedele che per altro. Il padre di Mirandolina prima di morire

ha detto che lei avrebbe dovuto sposare Fabrizio, lui glielo dice e lei dice che ci

penserà quando vorrà sposarsi.

Scena 15: Mirandolina inizia a mettere in atto tutte le sua abilità per far innamorare il

cavaliere. Fa dei gesti per avvicinarsi sempre di più al cavaliere. Per piacergli si

comporta come vuole lui e parla male degli uomini che appena vedono che lei è

gentile con loro, si i

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
15 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giuls.- di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Tavazzi Valeria.