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CAPITOLO IV: LO SPETTACOLO COMICO
La tradizione antica considera come inventore della tradizione comica SUSARIONE, originario
dell’Icaria al pari di Tespi. Aristotele afferma che i Dori rivendicano spesso l’origine della
commedia, per motivazione legate anche ad un fattore più propriamente linguistico:
KOMOIDIA< KÒME =villaggio
Il filosofo contesta, tuttavia, questa etimologia, perché egli ritiene più apparentato il termine
KOMÀZEIN inteso come “far festa, fare baldoria” ossia “dare luogo ad un kòmos”, un’allegra
brigata di persone che girovaga per le strade e si abbandona a scherzi. Riso, beffe e oscenità,
nonché il linguaggio della commedia antica potrebbero avere delle caratteristiche connesse al
ciclo della stagione e al rinnovarsi della vita. Tipici in questo contesto erano gli dei:
Dioniso, vite;
• Demetra, messi.
•
Per quanto concerne l’ambito dionisiaco, abbiamo qualche osservazione da fare. La commedia
avrebbe origine da alcuni cortei che portavano in processione il FALLO, denominati
PHALLIKÀ, di cui è conservata una descrizione da SEMO DI DELO, datata II secolo a.C. Essi
procedevano a passo cadenzato e cantavano in onore di Bacco. Si sostiene che questa sia stata
una parte fondamentale della commedia (PARABASI ESEGUITA DAL CORO).
Di diversa derivazione, invece, le SCENE BUFFONESCHE, che erano delle forme di spettacolo
praticate senza impegno e sovente si trattava di brevi episodi farseschi con recitazione e
mimi, assumendo nomi diversi a seconda della comunità di riferimento:
ETHELONTAÌ, a Tebe;
• PHLYAKES, in Magna Grecia;
• SOPHISTAI, etc..
•
Più spesso tra le popolazioni doriche è uso attribuirsi la paternità della commedia:
I MEGARESI DI GRECIA sostengono che la commedia sia nata dopo l’istituzione
• della democrazia;
I MEGARESI di SICILIA richiamano il fatto che li avesse vissuto Epicarmo.
•
Tuttavia, quest’ultimo, pur essendo colui che influenzò il corso della commedia, non può
esserne considerato l’inventore. Fu autore di DRAMATA, ossia rappresentazioni comiche di
circa 400 versi con l’esclusione del coro. Gli argomenti si rivolgevano principalmente alla
narrazione mitica o scene di vita quotidiana o parodia letteraria.
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La componente essenziale di questo universo comico sembra essere riscontrabile nella poesia
giambica, in particolare quella di IPPONATTE, ARCHILOCO, SEMONIDE caratterizzata da:
Invettiva personale;
• Aggressione verso i personaggi noti della comunità;
• Linguaggi osceni;
• Riferimenti alla sfera del sesso e del cibo;
• Gusto per la parodia letteraria;
• Invenzione di nomi derisori.
•
Per quanto riguarda la commedia abbiamo tre periodi di riferimento:
1. ARCHAIA, primo concorso comico ateniese e fine del V secolo;
2. COMMEDIA DI MEZZO, inizio del IV secolo ed esordio di Menandro;
3. COMMEDIA NUOVA, Menandro.
COMMEDIA ANTICA
Le caratteristiche essenziali sono:
Riferimento critico e polemico alla realtà contemporanea;
• Denuncia degli errori, comportamenti corrotti e vizi;
• Oggetto di denuncia erano anche i personaggi di pubblico rilievo.
•
Esiste un filone opposto di opere che vogliono evadere dalla realtà o rappresentazioni che
facevano scaturire il riso attraverso l’imitazione di tipi umani. Ci si riferisce principalmente
alle opere di Cratete e Ferecrate.
Il patrimonio mitico costituiva un serbatoio di spunti e trame in chiave farsesca, con
l’abbassamento degli eroi e delle divinità a personaggi ridicoli. Autori fondamentali in questo
senso sono:
1. Chionide;
2. Magnete;
3. Cratino e Cratete;
4. Ferecrate;
5. Aristofane;
6. Eupoli.
Andiamo a delineare la struttura della commedia.
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Introduce il soggetto della commedia, fornendo
le coordinate di partenza e cercando di
PROLOGO accattivare il pubblico. Può avere:
1. Monologo;
2. Dialogo + discorso;
3. Sequenza dialogica.
È sicuramente il canto di ingresso del coro, ma
PARODO anche la sequenza in cui il gruppo corale entra
in scena e interagisce con gli attori.
I due avversari si misurano spiegando le loro
opposte posizioni o iniziative. La sua struttura
prevede:
ODÈ, il coro commenta lo scontro che
•
sta per generarsi;
AGONE BREVE ESORTAZIONE del corifeo a uno
• dei contendenti invitandolo a prendere
parola;
INTERVENTO DEL PRIMO
• CONTENDENTE;
BREVE CONCLUSIONE.
•
A questo coincide una sequenza del tutto
simmetrica che riguarda il secondo
contendente. Poteva essere preceduta da
scene di varia natura.
PARABASI Il coro prendeva a sfilare rivolgendosi in modo
diretto al pubblico e rompe l’effetto
dell’illusione scenica. Il coro si trovava ad
esprimersi sotto punti di vista diversi: o il
proprio ruolo e identità drammatica o dando
voce alla persona e alle idee dell’autore. Gli
argomenti possono essere:
1. ANAPESTI, il valore
20
dell’autore viene celebrato
e difeso dalle calunnie dei
rivali, esaltato il valore dei
consigli.
2. SEQUENZA EPIRREMATICA,
il coro può rivolgere consigli
o attacchi