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LA PERUVIANA
La peruviana è un testo scritto nel 1754, tuttavia bisogna ammettere che non è un capolavoro, soprattutto dal
punto di vista estetico.
Un po’ sulla falsa riga del mito del buon selvaggio, il tema è la visione dell’altro, l’incontro tra due culture.
Pamela nubile si ispirava alla Pamela di Richardson; la peruviana si ispira ad un romanzo francese, scritto da
una donna Graffingy ed è ambientato nel ‘600.
L’opera è dedicata alla contessa Donn’Antonia Somaglia, una parente di Pietro Verri.
Avvenuta la conquista dell’America, la fanciulla Zilia viene portata in Europa con il resto del bottino dagli
spagnoli. La nave su cui si trova Zilia ha uno scontro con una nave francese che prende il bottino degli spagnoli
compresa la ragazza. L’amato di Zilia che l’aveva seguita invece, rimane sulla nave spagnola.
Nonostante Goldoni fosse particolarmente affezionato al testo, dice che è stato un fiasco. Spiega che a volte si
può avere un insuccesso senza ragioni particolari. La ragione per cui la prima rappresentazione non è piaciuta
è dovuta al fatto che la prima donna che faceva la peruviana aveva 50 anni, mentre Zilia ne aveva 15. Goldoni
scriveva le opere a seconda degli attori che aveva a disposizione, ma in questo caso è diverso poiché il testo
era preesistente.
Esorta così a leggere la peruviana così non ci sarebbero stati degli attori a rappresentarla, e i lettori avrebbero
potuto restituire un riscontro positivo negato al momento della rappresentazione.
1° ATTO
La scena si rappresenta in un villaggio di Francia poco distante da Parigi in una casa destinata ad uso di Zilia.
Deterville sta definendo una faccenda con il notaio, il quale aspetta la firma da una donna che capiremo essere
Zilia.
Rigadon si impiccia degli affari di Deterville, e gli chiede se la casa è per Zilia, Deterville non solo gliel’ha
destinata, ma gliel’ha anche intestata. Rigadon dice a Deterville che spende troppo, e sta pregiudicando il suo
patrimonio, gli dice che deve pensare all’eredità dei figli, e che, eventualmente, ci sarebbero anche i suoi di
figli.
Deterville parlando della conquista del Perù, arriva a dire che la più bella conquista è stata Zilia. Tuttavia,
secondo Rigadon, Zilia non è stata presa come tesoro da equiparare all’oro, ma come divertimento. Deterville
ha preso con sé i tesori di Zilia, li ha fatti convertire in terre e ci ha arredato la casa. Deterville ammette subito
il suo amore per la donna: Rigadon dice che potrebbe tranquillamente amarla e sposarla visto che è del tutto
di sua proprietà. Nel frattempo, attendono Zilia che ancora non sa che le terre e la casa sono di sua proprietà.
Nella seconda scena arriva la donna e nella terza arrivano i servitori perché vadano a conoscere quella che sarà
la loro padrona, ed è nella quarta scena che cominciano a familiarizzare con Zilia.
Cellina chiede a Zilia se le piace la villa, questa le risponde che le sembra perfetta, ma l’architettura, l’arte in
genere, fanno violenza alla natura. Zilia dice che chi ha a disposizione un simile luogo non può non sentirsi
fiero o fortunato. Cellina le dice che tutto ciò che vede è suo, e che il tutto è stato ottenuto con i suoi ori del
Perù. Zilia non ci crede, ma spera che Deterville non le chieda in cambio un amore che lei non può dargli. Zilia
infatti, è innamorata di Aza: si sente sempre legata e fedele al primo uomo che ha amato. Cellina però, le dice
che non è sposata con Aza, ma si tratta solo di una promessa, dunque non ha senso impuntarsi tanto.
2° ATTO
Il secondo atto si apre con una scena che vede protagonisti Serpina e Pasquino. Pasquino ha catturato un
uccellino per portarlo in dono a Zilia, ma nelle mani di Serpina l’usignolo muore, così che Pasquino, disperato,
dà colpa a Serpina di quanto avvenuto, ma Zilia, per rincuorarlo, gli dona delle monete.
Zilia sente sempre di più la mancanza di Aza, nonostante Deterville la ami molto e meriterebbe il suo cuore.
Aza è stato il primo amore per Zilia, grazie a lui, lei ha imparato ad amare, e se ne è innamorata da subito, per
il suo spirito e per la sua onestà.
Nella sesta scena c’è un colloquio tra Cellina e il marito Pierotto, che ribadisce il suo disaccordo verso il gesto
di Deterville, crede che non abbia senso aver predisposto la villa per la peruviana senza neanche averla in
sposa.
Nella nona scena Deterville dà la prova del suo amore a Zilia. Le dice inoltre che Aza è vivo e che ora si trova
a Parigi. Ma Deterville, dopo aver favorito il loro riavvicinamento intende allontanarsi, perché non vuole
sopportare un simile dolore. A Zilia dispiace vederlo così triste, e Deterville, vedendola triste e piangente, le
chiede se lei lo ami. Lei gli ribadisce di amare Aza, e gli dice che non gli sarà mai infedele. Zilia si assume la
colpa di aver fatto innamorare Deterville, crede che avrebbe dovuto essere meno recettiva nei suoi confronti e
delle sue attenzioni: si sente in colpa per averlo fatto innamorare, ma è stato tutto involontario.
Zilia si preoccupa delle dicerie del mondo e della reazione di Aza, così minaccia Deterville di tornare in Perù.
A questo punto Deterville decide che non sarebbe andato via.
3° ATTO
Pierotto porta una lettera destinata a Zilia che Deterville legge: Rigadon ha avuto delle informazioni su Aza
che si rivelano importanti per il destino di Zilia. Si tratta dell’infedeltà di Aza nei confronti della donna.
Deterville non sa come dirlo a Zilia, poiché teme che dicendoglielo lei lo odierà, così affida questo compito a
Pierotto.
Nella sesta scena arriva finalmente Aza e i due hanno una conversazione. Da un lato ribadiscono il loro amore,
dall’altro c’è qualcosa che reciprocamente uno sospetta dell’altro: Zilia sospetta dell’amore di Aza per Zulmira,
e Aza sospetta di Zilia per Deterville. Alla fine però si scambiano la loro promessa di fede e si dichiarano amore
reciprocamente.
Zilia inizia a raccontare quello che Deterville ha fatto per lei, le dice che si è innamorato di lei, gli racconta del
sacrificio che ha fatto, ovvero che ha rinunciato al tesoro e l’ha restituito a Zilia.
A questo punto Zilia chiede notizie su Zulmira. Aza dice che è qui in Francia poiché qui vive sua sorella, non
è maritata ma è innamorata di lui.
Inoltre, Aza mostra le sue incertezza su Zilia, dice che è cambiata, non è più la stessa. Zulmira ne vuole
approfittare per portarlo via.
4° ATTO
Deterville è triste perché Zilia lo sfugge. La prima cosa che pensa di fare è di proporsi a Zilia come sposo,
perché Zilia probabilmente avrebbe accettato per vendetta verso Aza, innamorato di un’altra. Poi però ci
ripensa, perché non vorrebbe mai che Zilia lo sposasse per una simile ragione. Nel frattempo, entra in scena
Zulmira, ed è proprio lei ad introdurre la faccenda di Zilia e Aza. Questa crede che Aza continui a ribadire il
suo amore per la peruviana solo in nome della promessa fatto molto tempo prima. Zulmira racconta di come
Aza sia stato catturato da suo padre, che l’ha portato a casa sua e lo ha trattato come un figlio. Zulmira
consolava sempre Aza, perché questo era abbattuto in quanto credeva che non avrebbe mai più visto Zilia. Nel
frattempo, però, i due si innamoravano, e quando stavano per dichiararsi amore, è arrivata la notizia che Aza
avrebbe potuto rivedere Zilia.
Deterville vuole che Zilia e Aza si incontrino per chiarirsi, ma Zulmira non vuole che i due si riconcilino.
Deterville vuole che i due peruviani si sbrighino la faccenda tra loro, poiché vuole chiarezza in questa storia,
Zulmira invece, vuole Aza a tutti i costi, ed ha paura di perderlo a causa di Zilia.
Nella nona scena avviene l’incontro tra i due peruviani che si chiariscono. Aza e Zilia comprendono di essere
entrambi fedeli. Aza dice che in realtà, chi ha scritto quella lettera non sa quanto siano innocenti i peruviani.
Entrambi riconoscono di essere gelosi l’uno dell’altra. Arriva Zulmira che si finge felice della riconciliazione
dei due amanti, ma Aza le dice che non apprezza questo suo “simulato affetto” e va via.
5° ATTO
Il matrimonio tra Aza e Zilia si può fare, ma Aza sembra turbato, o perlomeno non è felice di sposarsi con Zilia
tanto quanto lo è lei. Il turbamento di Aza è dovuto al fatto che sapeva che sarebbe venuto fuori che Aza e Zilia
sono fratelli, e a quel punto, il matrimonio tra i due non sarebbe stato fattibile. Kancih (un altro peruviano)
dice che i due son fratelli e il loro matrimonio in Europa non è possibile. Aza dice allora che sarebbero partiti
per un posto dove un matrimonio di questo tipo era possibile. Ma stavolta è Zilia ad essere turbata.
Nella dodicesima scena Aza e Zilia assumono consapevolezza del fatto che ormai sono europei, ed essendo
fratelli non possono sposarsi. Aza disconosce i cardini della sua cultura e della sua religione, dando invece
ragione ai suoi principi europei; a questo punto Zilia gli si affida in quanto sorella, non più in quanto promessa
sposa. Aza affida il “cuore” di Zilia a Deterville, e Aza invece, sposerà Zulmira. Zilia dice di non essere più
gelosa di Aza, il che sembra alquanto paradossale, in quanto ne era gelosa fino a poco prima.
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GLI INNAMORATI
Gli innamorati è una commedia in tre atti scritta da Carlo Goldoni nel 1759, la cui stesura avvenne nella città
di Bologna durante un viaggio che portò l’autore da Roma a Venezia.
Goldoni inizialmente voleva scrivere Gli innamorati in versi sdruccioli, ma alla fine la scrive in prosa,
attribuendola alla dea della commedia.
La prima rappresentazione avvenne probabilmente tra il novembre e il dicembre 1759 al Teatro San Luca di
Venezia.
In quest’opera Goldoni indaga i minimi aspetti del cuore umano e della psiche umana, lui stesso riconosce che
nella commedia è presente più verità che verosimiglianza.I personaggi della suddetta commedia sono forti,
legati ad un approfondimento psicologico riguardo ogni possibile piega del cuore umano. L’amore dei
personaggi potrebbe non essere tormentato da nulla se non fosse per gli innamorati stessi, ricorda quasi un
amore adolescenziale.
L’opera è dedicata al nobile spoletino Antonio Ancajani, che non compare altrove nella produzione goldoniana,
del quel elogia in particolar modo la gentilezza e l’ospitalità.
Ne’ “L’autore a chi legge” Goldoni dice che le commedie in cui non compaiono gli innamorati sono davvero