vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Ciascuno ione si idrata in maniera
diversa rispetto agli altri e questo è
fondamentale per i canali nel distinguere
da ione a ione. Il trucco del filtro di selettività consiste nel sostituire all’acqua il legame mediato da
amminoacidi i quali formano un ambiente in cui si possono formare legami di tipo idrogeno o ionico
che favoriscono la penetrazione del solo ione potassio.
Il potassio prima di poter entrare attraverso il filtro di selettività deve essere liberato dal suo
involucro di molecole d’acqua. Si passa dall’involucro di molecole di acqua al passaggio del
composto attraverso amminoacidi polari.
Ci sono quattro passaggi in cui può essere intrappolato lo ione potassio.
Nel filtro di selettività lo ione potassio viene
scambiato da una posizione all’altra. Questo
avviene perché l’arrivo di uno ione potassio
respinge uno che è già all’interno del filtro di
selettività che esce e riesce a passare nella
posizione successiva. Lo ione potassio entra
all’interno del canale idratato e viene scambiato
dal guscio di idratazione alla prima posizione del
canale facendo così respingere lo ione potassio
che è presente nel secondo step del filtro il quale
a sua volta respinge quello presente nell’ultimo
passaggio, che quindi esce. Poi arriva uno nuovo
e ricomincia il ciclo portando alla fine
all’espulsione dello ione potassio che a questo
punto si circonda nuovamente da un guscio di
idratazione.
Il canale potassio che è stato studiato e descritto
molto bene (e da cui derivano le osservazioni di
cui sopra) è il canale potassio dei batteri la cui funzione fisiologica è comunque al momento ignota.
Quello che si sa è che anche il canale potassio delle cellule umane funziona in maniera molto
simile. Non solo, molto canali anche quelli controllati dal voltaggio o dai ligandi hanno uno schema
molto simile di filtro di selettività. Per cui questo può essere visto come esempio molto semplice di
tutta una serie di canali.
A cosa serve il potenziale di membrana?
Il potenziale di membrana può essere anche utilizzato, combinato con le pompe e i trasportatori
per generare modificazioni rilevanti dell’ambiente ionico all’interno di comparti specifici
dell’organismo.
Un esempio è lo stomaco: quando digeriamo produce acido cloridrico. Lo produce mediante cellule
dette
parietali che possiedono una membrana
plasmatica che si invagina nella direzione
del lume dello stomaco formando tutta
una serie di ramificazioni all’interno della
cellula.
Questo perché? Per aumentare al
massimo la superficie della membrana
plasmatica.
Da questo lato la cellula infatti “secerne”
HCl.
Come fa a farlo? Utilizza pompe, trasportatori e canali.
Sulla superficie è presente anche un canale cloro. Il cloro è favorito a uscire perché la cellula con
sistema di antiporto scambia il cloro (lo porta all’interno) dalla parte della membrana opposta a
quella che dà sul lume con lo ione bicarbonato. Lo ione bicarbonato si origina tramite reazione di
anidride carbonica e acqua da parte dell’anidrasi carbonica. Questo porta indirettamente alla
formazione dell’acido carbonico (H2CO3) ma l’acido carbonico si dissocia rapidamente in ione
bicarbonato e H+. Lo ione bicarbonato viene dunque scambiato col cloro e lo ione idrogeno viene
pompato in antiporto col potassio verso il lume dello stomaco (è una pompa perché utilizza ATP
per pompare fuori lo ione idrogeno in antiporto con lo ione potassio che viene pompato contro
gradiente). Quindi in questa situazione lo ione potassio esce verso il lume naturalmente perché la
concentrazione di potassio all’interno della cellula tende ad aumentare a causa della pompa e
insieme con lo ione idrogeno che è stato pompato nel lume promuove l’attrazione dello ione cloro
all’esterno perché lo ione cloro aumenta all’interno della cellula grazie all’antiporto e inoltre la
carica netta di ione potassio e ione idrogeno attraggono lo ione cloro. Ione idrogeno e ione cloro
formano esattamente l’acido cloridrico.
Il potenziale d’azione
Un’altra applicazione del potenziale di membrana è il potenziale d’azione. Questa è
un’applicazione più diretta perché il potenziale d’azione è il sistema con cui i neuroni trasmettono
un’informazione lungo la loro lunghezza.
Si tratta di un cambiamento temporalmente e spazialmente localizzato del potenziale di
membrana.
Questo è un neurone, costituito da
un soma (o corpo cellulare) che
possiede anche tutta una serie di
diramazioni, dette dendriti, e da un
assone, che è una diramazione
particolare poiché ha tutta una serie
di caratteristiche che permettono la
diffusione dello stimolo
che arriva al neurone sino alle sinapsi che
permettono la trasmissione dello stimolo alle cellule
che devono riceverlo (post sinaptiche). Questo
stimolo viaggia come un’onda elettrica,: la
stimolazione viaggia grazie a una modificazione
dell’ambiente elettrico della cellula, per la precisione
una modificazione localizzata del potenziale di
membrana.
Originariamente il potenziale d’azione è stato
misurato sugli assoni dei neuroni delle seppie. Ciò
perché vanno utilizzati degli elettrodi e i neuroni
devono possedere assoni abbastanza grandi e
lunghi: al tempo la tecnologia non era abbastanza
avanzata da usare elettrodi abbastanza piccoli da poter essere utilizzati sugli assoni dei neuroni
umani.
Inoltre gli assoni umani sono ricoperti da altre cellule, le cellule di Schwann, che formano una
guaina mielinica che è un isolante. I neuroni di seppia, al contrario, proprio in virtù della grandezza
e della lunghezza dei neuroni non hanno bisogno di questa guaina.
Il potenziale di membrana di queste cellule è di circa -60mV. Quando arriva lo stimolo si ha una
rapida depolarizzazione (il potenziale di membrana, originariamente negativo, in un millisecondo
diventa leggermente positivo). Da questa posizione poi si ha una ripolarizzazione della
membrana, sino addirittura a una iperpolarizzazione della stessa (il potenziale di membrana
diventa più negativo del potenziale originale). Lentamente poi si torna al potenziale originario.
Poiché il fenomeno è localizzato in un punto, misurando il potenziale in un altro punto non si
osserva nessuna variazione di potenziale. Successivamente però si osserva una variazione nella
zona più vicina a quella dove si è osservata la depolarizzazione inizialmente.
Praticamente un potenziale d’azione in un punto della membrana scatena una depolarizzazione in
una zona adiacente e dunque un nuovo potenziale d’azione in un secondo punto. Una sorta di
onda che si trasmette lungo tutto l’assone. Si torna dunque ad avere un potenziale di membrana
normale nella zona precedentemente caratterizzata da una variazione di potenziale, mentre la
parte più lontana sta depolarizzandosi.
Il cambiamento di potenziale è dovuto ai movimenti del sodio e del potassio e dal loro gradiente
di concentrazione. La concentrazione del sodio è maggiore all’esterno piuttosto che all’interno
mentre la concentrazione del potassio è maggiore all’interno. Ciò che si muove per primo è il sodio
che è responsabile della depolarizzazione: l’interno della cellula è
negativo, una volta avvenuto lo stimolo e raggiunto il potenziale soglia, si
aprono i canali del sodio che segue il proprio gradiente elettrochimico ed
entra nella cellula, invertendo il potenziale di membrana.
Questi canali poi vanno a chiudersi bloccando il flusso di sodio e a
questo punto entrano in gioco i canali di potassio a controllo di voltaggio
che si aprono nella fase calante della depolarizzazione. Aumenta
dunque in questa fase la permeabilità al potassio che esce fuori
seguendo il proprio gradiente elettrochimico (non solo chimico ma anche
elettrico poiché la cellula è ora depolarizzata e quindi è più negativo
fuori). L’uscita del potassio ripristina l’equilibrio elettrico. Il ritorno alle
condizioni normali è dovuto sia alla chiusura dei canali del sodio sia all’apertura dei canali del
potassio. Ora entra in gioco la Pompa Na+/K+ a ripristinare le concentrazioni degli ioni e il
potenziale di membrana. Canale del sodio.
Presenta un filtro di
selettività che fa
passare solo gli ioni
sodio.
La chiusura è nel lato
interno. Normalmente il canale è chiuso: possiede delle
alfa eliche che sono sensibili al voltaggio. Questi domini possiedono diversi amminoacidi carichi
positivamente che sono attratti verso il lato negativo della membrana: sono posizionati verso il lato
interno della membrana plasmatica. Questo mantiene i canali in una conformazione chiusa.
L’apertura è scatenata dalla depolarizzazione della membrana che avviene nella prossimità del
canale e che produce quindi lo spostamento delle alfa eliche. La depolarizzazione consiste
nell’inversione del potenziale di membrana e le alfa eliche si spostano dunque verso l’esterno.
Questo porta all’apertura del “cancello” e al momentaneo passaggio degli ioni sodio attraverso il
filtro di selettività. Questo ha una durata di circa un millisecondo, poi un altro dominio di questo
canale si sposta (modificazione allosterica) e va a bloccare il canale di passaggio del sodio.
La depolarizzazione della membrana porta alla rapida apertura dei canali del sodio voltaggio
dipendenti e alla loro altrettanta rapida chiusura (si auto inattivano) producendo un picco di entrata
del sodio nella cellula.
Lentamente, dallo stato di inattivazione, quando la membrana torna allo stato di polarizzazione
normale il canale torna allo stato di chiusura. Esiste un intervallo di tempo necessario perché i
canali di sodio voltaggio-dipendenti vengano ripristinati in una condizione in cui possono essere
attivati. Il passaggio va da chiuso ad aperto a inattivato. I canali una volta aperti vengono
inattivati e per un certo periodo di tempo non possono
essere più riaperti (periodo refrattario).
Questo schema rappresenta quello che succede
una volta che un impulso elettrico (di valore almeno
pari al valore di soglia) giunge all’assone. La
membrana si depolarizza rapidamente a causa dei
canali sodio voltaggio dipendenti che si aprono. Ciò
provoca l’apertura a catena di tutti i canali sodio
voltaggio dipendenti adiacenti. Man mano i canali
vanno ad essere inattivati e lentamente il potenziale
torna al potenziale di riposo. Alla fine la maggior
parte dei canali tornano allo stato di chiusura.
La cadut