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La soluzione di Maria Corti del 1978, stampare integralmente sia Pj1 sia Pj2, è la più corretta
filologicamente. Ma il lettore comune cosa dovrebbe fare, leggerle entrambe?
Lorenzo Mondo fece un lavoro di sartoria testuale, prendendo qualcosa dalla prima e qualcosa
dalla seconda, senza indicare però dove era tratto da Pj1 e dove da Pj2. Il problema inoltre fu che
Mondo si dimenticò l’intero capitolo!
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La prima edizione
Nella prima edizione del Partigiano, Lorenzo Mondo attinge arbitrariamente da PJ1 e PJ2,
dimenticandosi per di più del capitolo VII; la scelta non è stata in alcun modo motivata, ed inoltre,
se fossero giustificabili le scelte in caso di mancanze nel PJ1, non si comprende come si siano
scelti passi comuni ad entrambe le redazioni.
La seconda edizione del 1978
(Tutte le opere, diretta da Maria Corti, 3 volumi in 5 tomi)
Premessa 1978
Maria Corti ricorda con amarezza quanto manca: carte scomparse dal Fondo Fenoglio di Alba,
personaggi che non hanno risposto all’appello. Anche le carte presenti erano ingestibili, a causa di
un miscuglio indefinito di carte diverse: è stato necessario ordinare l’intero Fondo Fenoglio.
Per tutti i testi di Fenoglio abbiamo più redazioni: due per Primavera di Bellezza, una del ‘libro
grosso’ ed una tagliata singolarmente; tre per Una Questione Privata; .
Un’edizione di questo tipo, ovviamente, non si rivolge ad un lettore comune: bisogna, accanto al
rigore ed alle giuste scelte operate dalla Corti e dai suoi collaboratori, porsi il problema di cosa
fornire ai lettori non filologi.
[pag. XIII]
Ur partigiano Johnny
Per la prima volta in quest’opera si presenta l’Ur Partigiano Johnny, nel quale c’è un’identificazione
tra Johnny e l’autore implicito (ad esempio, Johnny è nato lo stesso giorno di Fenoglio). Questo
testo viene pubblicato con testo originale a fronte, tentando di tradurre la lingua mentale di
Fenoglio, non molto fedele alla grammatica, inserendo termini d’inglese antico della seconda metà
del Cinquecento e del Seicento. La traduzione fu fatta da un inglese, che collocò, come faceva
Fenoglio, costruzioni italiane come erano regolamentate in inglese.
Piero Ghiacci, qui citato, testimonia che nel periodo resistenziale Fenoglio prendeva appunti su
block-notes.
Purtroppo l’edizione critica, rigidamente curata alla luce della tradizione del testo, è priva di
commento, che in un’opera simile – che presenta on poche difficoltà di ordine linguistico – sarebbe
molto utile.
Thomas Edward Lawrence, metà ‘700/metà ‘800, noto come Lawrence d’Arabia; Sir Walter
Raleigh, metà ‘500/ metà ‘600; Charles George Gordon, ‘800, noto come Chinese Gordon per
quanto abitò in Cina, che si impegnò per abolire la tratta degli schiavi in Africa: tre grandi generali e
condottieri inglesi.
Il povero Johnny tenta di far capire che conosce la geografia inglese, paragonando le colline con lo
Yorkshire, ma i due inglesi non ci sono mai stati: “Questi sono poveri inglesi” commenta Johnny.
Secodo Maria Corti, UrPJ sarebbe la continuazione di PJ1, in quanto in PJ2 Johnny muore. Ma ci
si chiede: Fenoglio scrisse inizialmente tutto il Partigiano in inglese? E dunque è possibile che
questo blocco narrativo sia stato già tradotto da Fenoglio? Può far pensare che anche tutto ciò che
è venuto prima è stato scritto i inglese?
Scheda di presentazione, 1978.
In tale lettera rivela che Primavera di Bellezza venne concepito e steso in lingua inglese, e dunque
il testo che leggiamo è una mera traduzione; il testo inglese non ci è pervenuto.
Nel 1969 Calvino scrive una lettera a Maria Corti per dirle che anche lui ricordava della stesura
iniziale in inglese di Fenoglio.
Quando in filologia d’autore si lavora ad un testo critico di un’opera con più redazioni, NON si
possono mischiare. Quella di Lorenzo Mondo dunque è stata un’edizione contaminata, perché
realizzata pescando un po’ da PJ1 un po’ da PJ2.
La terza edizione del 1992
Nel 1992 per Einaudi esce l’edizione curata da Dante Isella, sotto al titolo Romanzi e Racconti:lo
studioso pone le opere nell’ordine 23 giorni - La Malora - Primavera di Bellezza - Il Partigiano
Johnny.
Per Isella, dunque, è un punto d’arrivo, non una partenza – come crede Maria Corti.
Qui si pone il problema di come pubblicare un testo simile, facendo capire al lettore che l’autore è
venuto a mancare prima di pubblicarlo: restituire anche al lettore comune la certezza che sta
leggendo un testo incompiuto. Accanto a tale esigenza, Isella recupera anche quella di Lorenzo
Mondo: allestire un’edizione leggibile anche dal lettore comune, pur filologicamente corretta.
Isella prende i primi 20 capitoli da PJ1, dal 21 al 39 da PJ2, mettendo in chiaro la cosa; si premura
però anche di dar conto, nel modo più completo possibile, di ciò che nei primi 20 capitoli c’è in PJ2
e non PJ1, pubblicandole in una parte chiamata Il dossier del partigiano, stampando i secondi 20
capitoli.
La quarta edizione del 2015
Gabriele Pedullà pubblica tutto il grosso libro, chiamandolo Il Libro di Johnny.
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La terza edizione del 1992
Isella parla de Il Partigiano come romanzo anepigrafo, cioè privo di titolo; secondo Isella, Mondo
ha voluto dare un’illusione di completezza a tale testo, quando in realtà esso è incompiuto.
L’edizione Isella si può definire la sua vulgata, cioè l’edizione affermata nella tradizione e più
diffusa; tiene conto di Pj1 per i primi 20 capitoli, di Pj2 tra il 21° ed il 39° capitolo. Si vedrà che tra
l’11° ed il 20° capitolo ci sono molte incongruenze. Inoltre nell’edizione del 1992 Isella pone
un’appendice, chiamata Dossier del Parigiano, nel quale sono pubblicati integralmente i capitoli di
Pj2 che non si trovano in Pj1 tra l’11° ed il 20° , ed i capitoli di Pj1 che non ci sono in Pj2 dal 21° in
poi. Dunque si ha la seconda redazione al completo (pubblicandone i capitoli I, II, III, IV e V), la
prima in gran parte. Il capitolo 8 è mancante, in quanto non è stato pervenuto nel dattiloscritto; i
numeri romani si riferiscono proprio ad esso, che inizia col capitolo XVI (i precedenti XV sono di
Primavera di Bellezza). Mentre in Pj1 inoltre i capitoli sono solo numerati, in Pj2 essi sono anche
titolati.
Pj2 oltre che acefalo (che inizia col 10 ottobre 1944), è anche lacunoso: il capitolo 12° è mutilo,
sono assenti i capitoli 13°-15° . Inoltre tutte le informazioni relative al partigiano Kyra scompaiono
in Pj2 (viene dunque narrata la lotta come fratricida), così come la partigiana Sonia. Dal capitolo
21° in avanti ci sono entrambe: a parte per la lingua, c’è la tendenza di sfrondare di capitoli ed
episodi il testo.
La quarta edizione del 2015
Ricorreva il 70° anniversario dalla fine della lotta partigiana. La casa editrice Einaudi ha inteso
celebrare tale anniversario con la proposta di un testo di Fenoglio molto particolare: tutto e per
nulla nuovo. Decide, affidandone la cura ad un giovane studioso, Gabriele Pedullà (colui che ha
ideato L’atlante della letteratura italiana Einaudi) di pubblicare tutto il grosso libro, chiamandolo Il
Libro di Johnny.
Pedullà è partito dal prendere in seria considerazione quella dichiarazione di Fenoglio, nella quale,
all’incirca nel 1958, dice a Calvino di stare lavorando ad un libro grosso che avrebbe coperto
l’arco cronologico del 1940-’45: Pedullà tenta di ricostruirlo, mettendo la prima redazione di
Primavera di Bellezza più tutto Pj1. Tralasciando l’Ur Partigiano Johnny: si può pensare, provando
a pensare come Pedullà, che sia stato precedente a Pj2 ed a Pj1, visto che inizia con Chapter 2.
Ricordiamo che Primavera di Bellezza ha 20 capitoli, ma Pj1 inizia con il 16° … Originariamente
erano 15 in Primavera di Bellezza. È stato come ricreare un fantasma: Chiodi e Cocito, per
esempio, si chiamano Monti e Corradi, dunque Pedullà deve modificare i nomi in Primavera di
Bellezza. Ha comunque il merito di fornire una nuova proposta interpretativa dell’opera di Fenoglio,
proponendo di dire che Fenoglio avrebbe avuto come modello di riferimento l’Eneide di Virgilio – i
primi 6 libri riferiti al viaggio da Troia alle coste del Lazio, i secondi 6 libri relativi ai combattimenti
ed alla guerra. L’introduzione s’intitola “Le armi ed il ragazzo”, ricordando arma virumque cano –
anche la Corti l’aveva definito cronaca epica partigiana.
Il Partigiano Johnny
Capitolo I
Settemplici: formato di sette parti
Non entirely manned: non completamente equipaggiate
Hangers-on: parassiti, seguaci seccatori, fannulloni (e compagnia bella)
All’indomani dell’8 settembre gran parte dell’esercito italiano (600mila italiani) è stato fatto
prigioniero e condotto in campi di prigionia (non sterminio); ogni mese veniva offerto loro di
combattere come repubblichini.
Pleased and pleasing: compiaciuta e compiacente
Proditoriate: che arrivavano a tradimento.
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Dopo il capitolo XVII de Il Partigiano Johnny (cap. III dell’Ed. Isella) Fenoglio indicò Parte seconda:
evidentemente era a quest’altezza che originariamente Fenoglio aveva pensato di iniziare la
seconda parte del ‘libro grosso’, dopo la parte di Primavera di Bellezza. Non dimentichiamo che
PdB1 finisce con Jonny che arriva ad Alba, non che decide di andare dai partigiani: come si
collega con Pj1? Dove è finita la parte tra le due?
Forse quest’ultimo titolo doveva essere quello dell’intero librone: in questo momento, la Primavera
di Johnny fu di morire a poco più di vent’anni; nel caso secondo la bellezza è la sua crescita
antifascista (Pedullà). In seguito si vedrà.
[Giovinezza Giovinezza in realtà era stata composta nei primi anni dell’Ottocento, quindi solo dopo fascista]
Tavola di Concordanza delle Edizioni
Concordanza dell’edizione Mondo con Pj1e Pj2: il pasticcio iniziale di Mondo si è tramutato con il
problema che il dattiloscritto inizi con il capitolo XVI. Il XXIII è il capitolo non pervenuto: c’era, ma
non è attualmente presente nelle carte del Fondo Fenoglio di Alba – dove si passa dal XXII al
XXIV. Nell’edizione critica del 1978 di Maria Corti si passa dal capitolo VII all’VIII, senza segnalare
il capitolo mancante! Isella è il primo che lo numera.
Per il capitolo 7° si rimanda alla nota 10 col numero tra parentesi.
I primi dieci capitoli (ed. Isella) sono attestati solo in Pj1; dall’11° in po