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Altri due aspetti importanti della rotonda
particolare: da una parte le proporzioni e il simbolismo del disegno, dall’altra la
constatare l’importanza assunta dalla cura delle
decorazione interna. Possiamo
proporzioni nell’architettura classica. Vitruvio descrive numerose regole sull’uso
delle proporzioni e questo si spiega chiaramente con i caratteri di un’architettura che
si fondava sull’utilizzo di di un’unità di base, o moduli,
multipli o sui suoi semplici
derivati geometrici. In un altro passaggio, lo stesso autore propone una descrizione
di come lo spazio interno del Pantheon sia stato esattamente diviso in 4, 8, 16 e 32
parti simmetriche; date queste osservazioni, non può sicuramente essere un caso che
la distanza fra la cornice dell’ordine inferiore e la sommità della cupola corrisponda
37 Flaminio Lucchini, opera citata, pag. 67-68 21
al lato del quadrato inscritto nella circonferenza della rotonda. Il fatto che ci siano
queste corrispondenze almeno fra le dimensioni principali in altezza e larghezza non
è un caso vista e considerata anche la preparazione degli architetti romani, abituati a
operare in base a ragionamenti di natura geometrica e matematica. Pochi erano gli
elementi non previsti.
Da tenere in considerazione, soprattutto in un’architettura che assume in maniera più
o meno diretta i tratti dell’architettura religiosa, è il simbolismo; è la presenza della
semicupola che copre la nicchia principale, motivo ormai ricorrente nel cerimoniale
di ascendenze religiose della corte imperiale, a sottolineare l’attenzione per gli
aspetti simbolici. Simbolismo cosmico che nel Pantheon si esprime attraverso
l’organizzazione dello spazio interno: questo è infatti diviso in otto settori uguali
pertinenti alle sette nicchie e all’ingresso. Avventurandosi nell’analisi di questo
aspetto, è facile entrare nel campo delle mere congetture: è sensato far derivare le
scelte di carattere simbolico da alcune necessità architettoniche e costruttive, data la
forma generale.
3.3.5 La connessione fra pronao, avancorpo e rotonda
La singolare combinazione di questi tre elementi, visti anche gli accorgimenti
stilistici adottati dall’architetto per la loro unione in un unico organismo, hanno dato
vita a diverse ipotesi che per secoli hanno messo in dubbio l’appartenenza del
disegno del Pantheon a un unico progetto. Per Palladio, per esempio, il pronao era
stato probabilmente innestato sull’avancorpo sulla sala, appartenenti a un’epoca
e
precedente. Michelangelo invece attribuiva il pronao ad un architetto, il basamento a
un secondo architetto, il coronamento della rotonda a un terzo. Oggi sappiamo con
certezza che l’idea del Pantheon è stata partorita da una stessa mente 38 .
Opera cementizia e opera in pietra vengono per la prima volta utilizzate insieme. Le Illustrazione 14: Ippolito, La trabeazione nel muro laterale
colonne del pronao si trasformano, stagliandosi contro il muro dell’avancorpo, in est dell’avancorpo, 1995
pilastri, i cui fusti e le cui basi si addossano alla parete. I capitelli, interamente in
38 Flaminio Lucchini, opera citata, pag. 41 22
marmo, affondano all’interno del muro in cemento e laterizi. La trabeazione del
pronao si comporta allo stesso modo inserendosi per intero nello spessore murario
del corpo intermedio.
Sopra il pilastro posto all’angolo occidentale, la trabeazione presenta un leggero
rilievo: una delle mensole venne scolpita in maniera ortogonale alle altre, come se il
motivo decorativo dovesse proseguire all’interno del pronao, sul fronte
dell’avancorpo. Anche una fascia di ovoli viene in quel punto interrotta: una foglia
ripetuta. L’elemento lapideo sulla quale si evidenziano
che avvolge un ovolo viene
questi interventi è unico. L’intento del progettista era chiaro: mettere il risalto il
punto in cui pronao e avancorpo s’incontravano.
Altro elemento interessante è fornito dalla dimensione dei pannelli marmorei
incassati fra i pilastri posti agli angoli del fronte dell’avancorpo e del vano
dell’ingresso: questi ultimi hanno dimensione maggiore. Ciò è reso necessario
dall’urgenza di coordinare i rivestimenti marmorei con la disposizione delle file di
colonne.
La cornice intermedia della rotonda viene interrotta per far spazio alle falde del
pronao, lungo le quali, per proteggere il giunto fra i due elementi, è originariamente
presente un ricorso di mattoni bipedali. La cornice tuttavia prosegue seguendo
parallelamente le inclinate della copertura del pronao, descrivendo un timpano sul
fronte del corpo intermedio. Al suo interno si trovano alcuni blocchi di travertino
che sporgono e presentano un foro sull’estremità protesa: probabilmente servivano
per ancorare cavi e macchine per la costruzione; forse furono lasciati in loco per
eventuali operazioni di restauro. Illustrazione 15: Ippolito, Il giunto tra avancorpo e rotonda,1995
Il rivestimento in marmo ai lati dell’avancorpo presenta alcune anomalie
dimensionali: scompartito orizzontalmente fra le lesene in rilevo, queste si trovano a
distanze differenti. Il pannello compreso fra l’ultima lesena e il muro della rotonda è
più largo degli altri e fra esso e il muro circolare si trova uno spazio nel quale
probabilmente era alloggiato il rivestimento dell’anello inferiore della rotonda. 23
3.3.6 La cupola
La luce della volta del Pantheon raggiunge i 43,40 metri; la cupola di San Pietro in
Vaticano, costruita 1400 anni dopo, i 42,50 metri. Il diametro della cupola è allo
stesso tempo altezza dell’edificio (dall’oculo a terra); i cassettoni della cupola
alleggeriscono il peso della volta e insieme creano un effetto prospettico che tende
verso l’oculo e il cielo. L’oculo è il vertice alto dell’intera struttura: Isolati dai
rumori e dalle immagini del mondo esterno, questa luminosa apertura sembra porre
miracolosamente in contatto con il cielo e con gli dei che lo abitano; osservando il
sole che nel suo corso illumina ora il pavimento, ora le pareti, ora la cupola, pare
quasi di avvertire, in questo vasto tempio dedicato a tutti gli dei, l’immanenza
39
divina . della cupola rispondono all’esigenza
Gli accorgimenti adottati nella costruzione
della riduzione del peso: la sua sezione viene progressivamente ridotta con
l’aumentare dell’altezza; con l’aumentare dell’altezza è mutata anche la miscela
dell’opus caementicium qui utilizzato (aggregati via via più leggeri).
Fondamentalmente il metodo costruttivo della cupola del Pantheon è basato sul
getto di strati successivi di calcestruzzo di differente composizione su un organismo
centinato di notevoli dimensioni. Alla sua base il muro cilindrico prosegue diritto,
arretrando semplicemente di 15 cm al livello della cornice intermedia.
Contemporaneamente si applicano getti di calcestruzzo su una centina di notevoli
dimensioni. L’esperienza accumulata dai costruttori romani suggeriva la necessità di
rinforzare i fianchi della calotta. Nel caso del Pantheon questi vennero consolidati,
come si è visto, mediante la contraffortatura interna del muro cilindrico che
prosegue elevandosi fino alla terza cornice esterna. Di fondamentale importanza
deve essere stato l’apporto fornito dalla centina di cui ignoriamo le precise forme e i
metodi della sua costruzione. Secondo alcuni, per sostenere la massa della cupola in
costruzione, era stata costruita un enorme impalcatura dal livello del pavimento.
Una leggenda vuole che l’intero vano interno del Pantheon sia stato riempito di
terra, rimossa al momento del disarmo con l’aiuto dei cittadini romani, incentivati in
questa azione, dalla speranza di trovare le monete d’oro disseminatevi
dall’imperatore. La stessa leggenda racconta di come, una volta rimossa, la terra sia Illustrazione 16: Beltrami e Adam, Sezione alla base della cupola e
utilizzata per l’elevazione della
ricostruzione ipotetica della centina
cupola, 1929 e 1984
39 David Watkin, opera citata, pag. 75 24
40
stata accumulata generando il colle di Montecitorio . Probabilmente la centina
venne montata alla quota di 30,5 metri, sulla cornice posta a coronamento
dell’attico: montati i meridiani in legno, su questi sono poi stati forse assemblati i
pannelli con la forma dei cassettoni. Aggettando di 3 metri, con un doppio getto di
materiale senza volte di scarico, in muratura piena, la cupola raggiunge gli 11,75
metri di altezza sopra l’imposta. Sull’estradosso il getto dei due anelli di
calcestruzzo si traduce in un primo gradone di due metri. Il peso di questo primo
nucleo della cupola è in gran parte sorretto dal muro verticale sottostante. Due anelli
più leggeri, formati da strati di mattoni e scaglie di tufo alternati a letti di malta di
aumentano l’elevazione di ulteriori 2,25 metri.
una certa altezza, Oltre questa quota,
la composizione dei caementa venne nuovamente modificata: il tufo venne alternato
alla cruma, una lava bollosa, prelevata direttamente dal cratere del Vesuvio e
prodotta dal raffreddamento rapido del magma. La sua resistenza a compressione è
simile a quella della malta a cui aderisce perfettamente proprio per la sua
L’angolo
conformazione spugnosa, creando un legame difficilmente scindibile.
cupola all’altezza raggiunta fino a
compreso fra il piano che taglia la sezione della
quel punto, con il getto degli ultimi strati descritti, e il piano dell’imposta è pari a
43° dell’emisfera. In quello stesso tratto lo spessore della calotta diventa minimo
(1,50 metri). Gli ultimi anelli di materiale vennero messi in opera orizzontalmente,
contenendo il materiale cementizio allo stato liquido fra due armature sferiche
(intradosso e estradosso). Sull’estradosso vennero poi applicati dei semilateres
disposti a squame, ricoperti poi da uno strato di opus signinum, una malta formata
da un impasto di sabbia e calce costipato per battitura, con proprietà
Con gli ultimi anelli si giunge all’arco orizzontale dell’oculo:
impermeabilizzanti.
costituito da una doppia fila di mattoni bipedali, contiene le spinte agenti su di esso
provenienti dal masso che lo circonda.
All’interno dell’aula si può osservare, dal basso, il disegno dato dalla presenza dei
con l’avvicinarsi alla
cassettoni che si restringono prospetticamente sommità: essi si
distribuiscono su cinque anelli orizzontali; in ciascun anello si possono contare ben
ventotto lacunari. La parte superiore della superficie interna della volta è invece
liscia. Il grande opaion, il quale presenta un rivestimento in bronzo, con i suoi 9
l’unica pertugio attraverso il quale la luce esterna
metri di diametro, cost