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MODERNE

Corso di Laurea Triennale in Lingue e Letterature Straniere

SAGA DI EGILL IL MONCO ANALISI E COMMENTO

Candidato: Edoardo Dezi

Relatrice: Chiar.ma Prof.ssa Eleonora Cianci

Matricola: 3170230

Anno Accademico 2017-2018

Indice

INTRODUZIONE 1

CAPITOLO 1: COMMENTO SULLA SAGA 3

CAPITOLO 2: ANALISI LINGUISTICA 14

2.1 TESTO IN LINGUA ORIGINALE 14

2.2 TRADUZIONE 15

2.3 GLOSSARIO 16

CONCLUSIONI 41

BIBLIOGRAFIA 44

Introduzione

Il presente lavoro ha come oggetto di studio la Saga di Egill il Monco, scritta agli inizi del XIV secolo, con particolare attenzione rivolta al capitolo III del racconto, nel quale viene descritto il vittorioso sbarco nella terra del Re Hertryggr del giovane vichingo Egill, che grazie alla sua spada dal potere divino, costringe i nemici ad una rovinosa ritirata. L'analisi della saga in questione, strutturata in due macrosezioni, si focalizza in primo luogo su una disamina del contesto storico, letterario e sociale in cui è immersa, e successivamente offre

Un approfondimento della dimensione prettamente linguistica. La prima parte del lavoro, evidenziando alcuni dei motivi letterari più peculiari dell'opera, ha lo scopo di dimostrare che sono proprio questi ultimi e la loro provenienza non germanica, a permetterci di inserirla in due filoni narrativi, apparentemente distinti, ma tra i quali intercorre una labile distinzione: le Saghe del Tempo Antico (Fornaldarsögur) e le Saghe dei Cavalieri (Riddarasögur). In aggiunta ci si propone di esaminare quali siano i parallelismi rintracciabili nella letteratura Eddica, risalente all'originario patrimonio culturale dei popoli germanici, senza però mancare di considerare le contingenze storiche che, con il passare del tempo, hanno considerevolmente contribuito al gusto islandese, incline ora ad apprezzare l'esotismo di modificare L'Islanda, terre remote ed il loro straordinario fascino. Infatti, era inizialmente rimasta immune a sostanziali influenze esterne.

grazie alla sua posizione geograficamente isolata, ma sotto il dominio del Regno di Norvegia si potrà assistere di tendenza, che innescò il mescolarsi di culture e società mai venute in contatto prima di allora. La diffusione del Cristianesimo e delle tradizioni europee portò, non solo all'introduzione di nuovi usi e costumi, ma anche alla commistione, in una stessa saga, fra topoi letterari germanici ed altri innovativi, provenienti non solo dal mondo latino, ma anche da quello orientale. La seconda parte è costituita da un glossario linguistico, prodotto di un'analisi sia logica sia grammaticale del capitolo III, ed ulteriormente arricchito da un approfondimento etimologico riguardante ciascun lemma. Questo tipo di ricerca riesce a garantire la piena comprensione del testo in lingua originale, della sua sintassi e della sua morfologia, fornendo inoltre un utile strumento di confronto con le altre lingue germaniche, procedendo con

Una comparazione a ritroso fino al proto-germanico e all'indoeuropeo. Tale approccio, messo in pratica grazie all'utilizzo di dizionari e grammatiche dell'antico islandese, risulta indispensabile per lo svolgimento di un rigoroso lavoro di traduzione, costituisce la fase conclusiva dell'indagine linguistica.

Capitolo 1: Commento sulla Saga

La Saga di Egill il Monco, il cui titolo completo è Egils saga einhendaok Ásmundar berserkjabana (Saga di Egill il Monco e Ásmundarl'uccisore dei berserkir), espone le vicende personali degli omonimi personaggi e della gigantessa Arinnefja, narrando gli sforzi da loro intrapresi nel salvare le due figlie del Re Hertryggr. Secondo Fulvio Ferrari è un racconto che si inserisce nel genere delle Saghe del tempo antico (Fornaldarsögur), tramandato in numerosi manoscritti cartacei, derivati da tre codici in pergamena risalenti al XV secolo, ovvero: AM 343a 4° (ff.

14r-21v) risalente al 1400-1500, AM589e 4°, ed AM 577 4° (ff. 1r-3v) risalente al 1450-1500. Sono conservati nell'Árni Magnússon Institute, di Reykjavík. 4 Nei primi due codici è possibile trovare l'intero testo dell'opera, nel terzo è riportata solamente la festa di matrimonio delle figlie del re, ovvero la conclusione della storia. La suddetta corrente letteraria iniziò a svilupparsi nei primi decenni del XIV secolo, dopo che i generi maggiormente realistici e storici, ovvero le Saghe dei Re (Konungasögur) e le Saghe degli Islandesi1 Il testo in lingua originale è contenuto in G. Jónsson, B. Vilhjámsson, Fornaldarsögur Norðurlanda, 1943-1944.2 Il nome proprio Hertryggr è una combinazione delle radici lessicali Her (esercito, truppe) e Tryggr (sicuro, affidabile). (ZOEGA 1967: 196-443)3 FERRARI 2015: 764 Le segnature dei manoscritti, sia pergamenacei, sia cartacei, nei quali è

conservata lasaga, sono riportate sul sito web dell'Institut for Nordiske Studier og Sprogvidenskab: https://skaldic.abdn.ac.uk/m.php?p=ammstext&i=101235 FERRARI 2015: 96 3(Íslendingasögur), cessarono di essere produttivi. Le Fornaldarsögur esplorano il panorama del fantastico e del leggendario e sono ambientate nel mondo nordico, precedente all'introduzione del Cristianesimo, del latino e alla colonizzazione islandese narrata nella 6Landnámabók. Nelle trame del tempo antico (fornöld) sono inseriti elementi leggendari, credenze tradizionali e regioni mitologiche che raggiungibili anche dall'uomo, nella narrazione sono abbandonando il loro precedente status di spazi trascendenti esclusivamente riservati all'entità divine. Tali componimenti si contraddistinguono inoltre per la partecipazione di personaggi vissuti in età diverse, i quali si ritrovano l'uno di fianco all'altro grazie all'uso di

Una cronologia priva di profondità temporale, che riesce a immergere il racconto in verosomiglianza, richiamando attivamente il passato eroico dei popoli Scandinavi, il cui costume era stato ormai soppiantato da quello cristiano.

Il focus tutt'altro che realistico è connesso ovviamente con il fine primario del genere, che non era quello di riportare con precisione gli avvenimenti storici, bensì divertire ed intrattenere il pubblico che ne avrebbe beneficiato, ed è per questo che sono utili testi di riferimento per i preziosi indizi che ci forniscono sulla cultura del periodo in cui furono composti, ma non sono fruibili come esempi che permettono agli studiosi di trarre delle conclusioni dal punto di vista storico.

Marcello Meli,

nella prefazione alla Bósa Saga, sostiene invece che la Saga di Egill il Monco faccia parte delle Saghe dei Cavalieri (Riddarasögur), soprattutto per la assidua occorrenza di passi cruenti, corredati da descrizioni truci e dettagli sanguinolenti, rivelando un piacere per l'orrido caratteristico del genere. Lo studioso precisa però dicendo, che la distinzione con le fornaldarsögur è in realtà labile, proprio perché in entrambi sono presenti elementi fantastici, fiabeschi, il magico ed anche topoi letterari provenienti dalla letteratura cavalleresca cortese. Il confluire della cultura latina in quella germanica è da attribuire alla perdita dell'indipendenza dell'Islanda nel biennio 1262-1264, e al potere dalle mani dell'oligarchia agraria conseguente passaggio di islandese a quelle della Corona Norvegese. Tali cambiamenti hanno portato ad una modificazione del gusto islandese, tendente ora verso l'apprezzamento.

meraviglioso e dell'esotico, del che incorpora nellapropria letteratura tratti specifici provenienti da qualsiasi altra10tradizione letteraria con la quale gli islandesi venissero in contatto. Nella Saga di Egill il Monco è pertanto possibile individuare numerosimotivi di origine chiaramente non germanica come ad esempio nelcapitolo XV. Le due figlie del re, inizialmente rapite improvvisamente8 HALL 2005: 19 FORT-MELI 2008: 14-1510 FERRARI 2015: 76 5 11da un avvoltoio e da un enorme hjasi, ma poi portate in salvo da Egille Ásmundr, sono in possesso di due oggetti magici: Brynhildr ha con sèun tappeto volante, mentre invece Bekkhildr ha una veste da lei cucita.intuibile, si sollevava inIl primo, com'è volo e riscendeva in terra apiacimento, e poteva in aggiunta spostare carichi dal grande peso. Ilsecondo donava una difesa inviolabile contro i colpi di qualsivogliaarma e permetteva di nuotare senza mai affaticarsi. Vesti cheassicuravano tali

I vantaggi sono ugualmente rintracciabili sia nelle Saghe del Tempo Antico, sia nelle Saghe dei Cavalieri ed in quest'ultime è presente il tappeto voltante, motivo di origine molto probabilmente orientale. Questo genere di artefatti sono ricorrenti nella letteratura cavalleresca cortese ed anch'essi sono dotati di poteri fuori dal comune, ad esempio nel ciclo bretone e nel ciclo carolingio troviamo rispettivamente le spade Excalibur e Durlindana, nell'Orlando Innamorato i personaggi fanno uso di un anello che dona l'invisibilità e che scherma dagli incantesimi. L'autore della saga qui in analisi ha perciò abilmente tessuto insieme archetipi della fiaba ed ha tratto ispirazione da altre saghe leggendarie tarde (come ad esempio Hálfdanar saga). Lo hjasi è un animale fiabesco noto per la sua ferocia e longevità che appare anche in Gibbons saga. Lo studioso Petter Salan sostiene si tratti di un lupo; Lagerholm sottolinea la.

connessione con il termine norvegese jase (lepre), Marina Mundt lo mette a confronto invece con il termine sanscrito hasty e identifica in questa creatura un elefante indiano. Fulvio Ferrari evidenzia che nella lingua norrena esisteva già la parola d'origine persiana per designare l'elefante, pertanto se confill, hjasi si intendesse elefante non si spiegherebbe l'assente descrizione dell'elemento più peculiare, ovvero la proboscide. (FERRARI 2015: 8)

FERRARI 2015: 54-55

Eysteinssonar) e da elementi cavallereschi, riuscendo successivamente ad amalgamare al meglio l'abbondanza di motivi letterari, la loro varietà e diversa provenienza tipiche del genere, creando un

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
47 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/15 Filologia germanica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher edoardodezi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia germanica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Cianci Eleonora.