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Il tessuto connettivo

Il tessuto connettivo è formato da cellule non in stretto contatto, ma separate da abbondante sostanza intercellulare. Ha origine nel mesoderma.

Il tessuto connettivo più caratteristico è il tessuto osseo. L'osso è formato da una parte inorganica (minerali), che è quella che lo rende duro e resistente, e da almeno un terzo di collagene.

Il tessuto osseo forma anche i denti, i palchi dei cervi e le scaglie dei pesci. Le scaglie dei pesci sono prodotte dal derma al di sotto dell'epitelio monostratificato, ma in molti casi l'epitelio se ne va e la scaglia rimane esposta.

Per quanto riguarda i palchi dei cervi bisogna introdurre una piccola nozione: si deve sapere che il tessuto osseo è in continua rinnovazione. Infatti, esistono delle cellule chiamate osteoclasti che distruggono l'osso e altre cellule, dette osteoblasti che lo ricostruiscono. Quindi, durante un certo periodo dell'anno, alla base dei palchi dei cervi si concentra una

grande quantità di osteoclasti che sono responsabili dellaloro caduta. Dopodiché, piano piano, gli osteoblasti iniziano a ricrearei palchi. Mentre l'osso si riforma, è ricoperto dall'epitelio che dopo un po' sparisce.

Gli echinodermi possiedono tessuti capaci di mutare rapidamente il proprio stato viscoelastico, passando da una condizione di rigidità a una diplasticità.

Esempio 1: i cetrioli di mare, quando sono rilassati, sono molli, ma se vengono disturbati, di colpo, diventano rigidi. Se poi si continua a maneggiarli si trasformano in una sorta di gelatina. Ciò dipende dal fatto che il tessuto connettivo è sotto il controllo del sistema nervoso, per cui la densità e la rigidità del tessuto dipende dal modo in cui le fibre di collagene sono agganciate le une con le altre.

Esempio 2: la lucertola quando ha paura libera degli ormoni che rilassano il collagene dei dischi vertebrali che tengono insieme le vertebre della coda.

facendola staccare. VARI TIPI DI SCHELETRO APPUNTO: • Esoscheletro: esterno all’epidermide. • Endoscheletro: al di sotto dell’epidermide. Una piccola classificazione di scheletri: • Scheletro idraulico è una struttura piena di liquido rivestita di un tessuto muscolare che contraendosi irrigidisce l’organismo. • Scheletro esterno minerale: conchiglie dei molluschi. • Scheletro esterno organico rigido: artropodi. • Scheletro interno organico rigido. Esistono amebe che si costruiscono un esoscheletro utilizzando materiale estraneo (in genere granelli di sabbia). Altre specie di amebe, invece, sono in grado di selezionare il materiale da utilizzare. L’alimentazione Metabolismo basale: è l’energia utilizzata dal nostro corpo per rimanere in vita. Attraverso il glucosio il nostro organismo riesce a creare l’energia necessaria. Nel nostro corpo riusciamo ad immagazzinare glucosio e anche i lipidi. I lipidi vengono usati quando non

Abbiamo più glucosio. Questi vengono prima convertiti in glucosio e poi, attraverso il ciclo di Krebs, vengono trasformati in ATP. Ovviamente, prima o poi le scorte di glucosio e di lipidi finiscono, e dobbiamo reintegrarli attraverso l'alimentazione. Dopo aver ingerito i nutrienti, il glucosio viene lavorato durante la digestione.

PER OTTENERE ENERGIA BISOGNA CONSUMARE ENERGIA

Esempio 1: il ghepardo è un predatore che non adotta nessuna strategia di caccia. È un corridore che su brevi tratti fa più di 100km/h. Statisticamente una certa percentuale di attacchi del ghepardo va a vuoto e questo gli costa molte energie. Il vantaggio del ghepardo è che mangia un cibo molto energetico, perciò può non mangiare ogni giorno.

Esempio 2: la mucca utilizza un cibo che non scappa: l'erba. Passa la maggior parte del giorno a mangiare perché l'erba non le fornisce molta energia.

Esempio 3: il lombrico mangia la terra che contiene pochissimi nutrienti.

nutrienti. Ciò significa che il lombrico passa ogni minuto della sua vita a mangiare. Questo concetto lo si può adottare per gli organismi eterotrofi unicellulari. Esistono protozoi che si nutrono di altri protozoi. E esistono protozoi che si nutrono di sostanze organiche disperse nell'ambiente. Il metodo con cui i protozoi si nutrono è la fagocitosi. LA DIGESTIONE Digerire: trasformare sostanze organiche complesse in sostanze organiche semplici: • Proteine → amminoacidi; • Zuccheri → monosaccaridi; • Lipidi → acidi grassi. Questo è il lavoro dell'apparato digerente. Nei protozoi questo avviene nel vacuolo alimentare. Soltanto una volta digerito, le sostanze semplici passano nel citoplasma. Si distinguono due classi di animali: • I proctodeati: dotati sia di una cavità orale che di un ano. Riguarda, per esempio, gli umani. Noi svolgiamo una digestione esterna che avviene tutta a livello intestinale. Questo tipo di digestione

è unidirezionale. Il cibo entra dalla bocca e la parte non digerita esce dall’ano attraverso le feci. Il celoma circonda l’apparato digerente e isola i movimenti intestinali che spingono il cibo in una direzione oro-anale senza coinvolgere il resto del corpo.

L’intestino è un tubo che va dalla bocca all’ano. Si può distinguere un intestino anteriore, uno medio e uno posteriore. Gli intestini anteriore e posteriore hanno un’origine ectodermica, mentre l’intestino medio, che ha la funzione digestiva e assorbente, ha un’origine endodermica. In questa fase partecipano anche il pancreas e il fegato.

La prima parte è la bocca seguita dalla faringe. All’interno del cavo orale ci sono le ghiandole digestive, dette ghiandole salivari. Attraverso l’esofago il cibo finisce nello stomaco. Si passa poi all’intestino assorbente dove la digestione termina. Poi c’è la parte assorbente in cui i nutrienti finiscono.

Nell'apparato circolatorio. L'ultima parte dell'intestino serve a recuperare acqua e a compattare il cibo non digerito e a produrre feci che verranno eliminate attraverso l'ano. Infine, bisogna classificare un gruppo di animali particolari in cui l'apparato digerente ed escretore sono uniti. Un esempio sono gli uccelli. Questo nuovo apparato è detto cloaca.

  • Gli aprocti: dotati solo di una cavità orale. Esempio: le anemoni di mare non hanno l'ano. Quando mangiano, le cellule che formano la parete dell'archenteron svolgono due attività. Per prima cosa producono degli enzimi che immettono nell'archenteron e che cominciano la digestione della materia incorporata ma non la finiscono. In seguito, altre cellule fanno la fagocitosi delle sostanze che sono state parzialmente digerite e la digestione finisce nel vacuolo digestivo di queste cellule. Questo tipo di digestione è detta interna perché avviene all'interno.
delle cellule dell'apparato digerente. In questi animali l'alimentazione è poco efficiente perché prima di poter mangiare di nuovo devono per forza aspettare di digerire e di espellere la parte non digerita del materiale ingerito. Si parla quindi di una digestione che ha una struttura bidirezionale. Perché la digestione sia il più efficiente possibile è necessario che il cibo stia il più possibile a contatto con l'endotelio dell'apparato digerente. L'apparato digerente più semplice che possa esistere è l'archenteron della gastrula. CLASSIFICAZIONE DEI TIPI DI ALIMENTAZIONE È appropriato distinguere le categorie di consumatori in base alle tecniche alimentari impiegate: - Cacciatori: sono animali che mangiano altri animali. Questi animali si procurano il cibo attraverso la caccia che può avere uno svariato numero di strategie: - Attacco grezzo senza nessuna strategia: è tipica dei

Ghepardi e squali. In realtà questi animali conoscono le loro prede, sanno dove cercarle e anche i loro metodi di fuga o di difesa. Gli squali hanno una sensibilità cutanea che gli permette di percepire il gusto delle prede senza avercele in bocca.

  • Attacchi in branco: tipica dei leoni, dei lupi, dei licaoni... I licaoni hanno una strategia piuttosto interessante. Uno alla volta inseguono la stessa preda in modo tale da sfinirla e poterla così catturare senza troppa fatica. Ovviamente, questi animali selezionano la preda in modo da rincorrere l'animale più giovane, più indifeso o più ferito.
  • Agguato: è tipica dei leopardi, dei bobbit worms, della rana pescatrice. I leopardi in genere stanno appostati sui rami degli alberi e se vedono che una preda passa sotto di loro gli saltano addosso da sopra. I bobbit worms sono dei vermi marini, lunghi fino a mezzo metro, che stanno sotto la sabbia esponendo di poco il loro capo.

Leprende ignare del pericolo passano sopra ai bobbit worms e questi acchiappano la preda con le sue enormi mandibole, la tagliano in due e la trascinano sotto la sabbia dove la mangiano.

La rana pescatrice è un pesce dotato di una pinna dorsale di cui i primi raggi sono staccati e mobili. Questi hanno in cima delle strutture epiteliali che mimano alla perfezione dei piccoli crostacei. Quando la preda si avvicina ai finti crostacei, la rana pescatrice apre la sua enorme bocca creando un risucchio che trascina la preda nelle sue fauci.

Esiste un animale, chiamato ctenoforo, che sul suo corpo o sui suoi tentacoli ha delle cellule dette colloblasti. I vacuoli all'interno dei colloblasti emettono all'esterno una sostanza appiccicosa con cui lo ctenoforo cattura le sue prede.

Parassiti: si differenziano dai cacciatori per due aspetti fondamentali: per prima cosa le prede dei parassiti sono molto più grandi dei parassiti stessi. Inoltre, il parassita ha l'interesse di non

uccidere la preda per sfruttarla il più a lungo possibile.

Esempio: ci sono delle lumachine di mare che hanno un sifone che infilano all’interno della cozza succhiando tutti i suoi liquidi. Lo stesso concetto vale per le zanzare.

Esempio 2: le vespe quando devono depositare le loro uova svolgono un’azione un po’ raccapricciante. Pungono un insetto paralizzandolo, senza ucciderlo, depongono al suo interno le uova e quando le larve nascono si nutrono dall’interno dell’insetto paralizzato.

Esempio 3: esistono dei gamberetti, chiamati caprellidi, che stanno attaccati agli animali o alle alghe marine. Fanno questo perché qua

Dettagli
A.A. 2021-2022
20 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/19 Microbiologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher GiuliaCortinovis02 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Biologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Bavestrello Giorgio.