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POLITICA ECONOMICA & ESTERA DEL FASCISMO
Tutto ciò che sta succedendo incontra in parte opposizione e in parte no. Con l'applicazione della normativa razziale non tutti gli italiani però sono diventati antisemiti e razzisti. Rimane una parte della società che non viene toccata, contaminata, perché non è neanche interessata a queste leggi. Si pensi ad una serie di aree geografiche del paese.
Il mezzogiorno d'Italia è stato toccato di meno perché le espulsioni erano metà del '400 (per mano degli Spagnoli), e questogià iniziate dalla seconda fa si che all'entrata in vigore delle leggi razziali nell'Italia meridionale ci fossero pochissimi ebrei. A Napoli c'era una piccola comunità ebraica che poteva contare circa 600-700 elementi contro i 40.000 in tutta Italia. Si capisce bene che non è un problema per la popolazione italiana aver a che fare con una legislazione di tipo antisemita.
Il problema c'era invece, ed era molto grande, per quelle città che avevano comunità ebraiche consistenti come Modena, Venezia, Ferrara, Roma, la Toscana. Roma, non a caso, subisce una drammatica deportazione dal ghetto. Il rapporto con il nero, con l'altro, arriva con la guerra (prima non se ne erano mai visti), con l'arrivo delle truppe USA nel 1943 che vedono tra le proprie fila numerosi militari di colore. In Italia l'opposizione è stata clandestina. Dopo una prima fase di applicazione della legislazione razziale, del ricorso al confino, l'opposizione si fa principalmente fuori dall'Italia perché sono molti gli oppositori che fuggono, che riescono a fuggire dal confino. Tra questi i fratelli ROSSELLI che in Francia costituiscono una delle formazioni politiche che poi ricoprirà un ruolo particolarmente importante durante il periodo della resistenza "Giustizia e Libertà" troveranno la morte.L'opposizione è difficilissima da farsi in Italia perché è un regime che si basa sul terrore e sulla repressione delle opposizioni. Sono moltissimi gli antifascisti che sono in carcere, che sono al confino, sono molti quelli che muoiono come conseguenza più o meno diretta della prigionia e delle percosse (Piero ROBETTI era uno di quegli intellettuali morti in Francia all'inizio del regime come conseguenza delle botte). IL NAZISMO L'affermazione del nazismo in Germania è parte della generale lotta europea alla democrazia. Abbiamo già visto come nel giro di pochissimi anni dalla fine della grande guerra si finisce per adottare una soluzione antidemocratica e fortemente autoritaria. L'Italia insieme agli altri paesi europei, come ad esempio la Polonia, l'Ungheria, e nella metà degli anni 30 anche la Spagna e il Portogallo, finiranno per trasformarsi in regimi autoritari e dittatoriali. A partire al 1933 anche laGermania diventa (erimane sino alla fine della 2ª guerra mondiale) un sistema di tipo dittatoriale o come da molti è stato definito di tipo totalitario. L’ascesa el’affermazione del nazismo vanno cercate in una serie di fattori e nellepremesse strutturali della situazione europea ma più specificatamentenella situazione della Germania di quegli anni.Il nazismo che si afferma in Germania a partire dal 1933 è un regime che si distingue per il grado di penetrazione in quando finisce per dominareinteramente la vita della popolazione tedesca e si distingue per lapolitica di annientamento nei confronti di alcune popolazioni e di alcunigruppi della società tedesca e non solo (soprattutto gli ebrei e glizingari).All’origine del nazismo ci sono fattori sia di ordine culturali di anticache fattori più strettamente congiunturali. Tra questi ultimi c’èdatasicuramente la crisi della Repubblica di Weimar, cioè diQuella Repubblica che non riesce a stabilizzarsi e che è travolta anche dall' tentativo di legittimazione dei vari governi che si succedono al potere. Nel periodo che va dal 1919 al 1928 si svolgono in Germania ben 5 tornate elettorali e si alternano al potere ben 18 governi nei 14 anni di vita della Repubblica; il partito comunista da una parte (o partito nazionalista di destra dall'altra, fanno una spartachista) e le opposizioni grossa opera di delegittimazione della Repubblica. A contribuire in questa forte instabilità della Repubblica interviene anche la grossa crisi economica. La Germania è infatti letteralmente travolta nella prima metà degli anni 20 da una iperinflazione dalla quale ne uscirà solo a partire dal 1924/25 con il conio di una nuova moneta che è il Rentenmark (marco di rendita) e con gli aiuti da parte degli americani i quali leniscono il peso delle riparazioni a cui devono far fronte la Germania in seguito a quanto stabilito dal Trattato di Versailles.
“Trattato di Versailles”. Nonostante ciò, la ripresa economica non riesce a stabilizzare il quadro politico, la disoccupazione è molto alta e quando scoppia la crisi del 1929 negli Stati Uniti la Germania è ancora troppo debole per poterla fronteggiare e ne viene a sua volta letteralmente travolta.
La debolezza del sistema Parlamentare, del sistema Democratico e la crisi economica sono sicuramente i fattori principali che contribuiscono in maniera significativa allo scivolamento rapido della Germania verso il Nazismo.
Ma il Nazismo ha anche radici e fattori culturali presenti nella società tedesca già dal XIX secolo, ha cioè quella miscela di anti-industrialismo, anticapitalismo, antiliberalismo e antisemitismo che anima i vari gruppi nazionalisti i c.d. “Corpi che si costituiscono dopo la prima guerra mondiale” e che rivendicano una nuova guerra della Germania per vendicarsi dell’onta subita dalla Francia.
Hitler arriva
Al potere grazie al movimento, che si trasformerà in seguito in partito, che nasce già nei primissimi anni della Repubblica di Weimar con il nome di "Partito Nazionale Socialista dei Lavoratori". Il partito che nasce a Monaco avrà, come il partito fascista in Italia, una fase movimentista e una fase di istituzionalizzazione per cui la forza di questo partito si misurerà attraverso la partecipazione alle elezioni, cioè attraverso quel momento istituzionalmente centrale di funzionamento della democrazia.
La prima fase è appunto quella movimentista che si conclude nel 1923 con il fallito colpo di stato in seguito al quale Hitler viene carcerato. In carcere Hitler scrive il testo che chiamerà "MEIN KAMPF" (le mie memorie) in cui si notano già i primi germi e i primi indizi della sua ideologia.
Questa prima fase si diffonde sul territorio (come aveva fatto in Italia il partito fascista) anche attraverso la pratica della
viene vista come una necessità per garantire la sopravvivenza e la supremazia della razza ariana. Durante il periodo di legalizzazione, il partito nazionalsocialista inizia a organizzare manifestazioni di massa, a diffondere propaganda e a reclutare nuovi membri. Hitler utilizza abilmente la retorica nazionalista e antisemita per guadagnare consensi e aumentare il sostegno al partito. Nel 1930, il partito nazionalsocialista ottiene un notevole successo alle elezioni, diventando il secondo partito più grande del Reichstag. Questo risultato spinge Hitler a intensificare i suoi sforzi per ottenere il potere assoluto. Nel 1933, Hitler viene nominato Cancelliere e inizia a consolidare il suo potere. Utilizzando metodi autoritari e repressivi, il partito nazionalsocialista sopprime ogni forma di opposizione e istituisce un regime totalitario. La violenza diventa uno strumento fondamentale per il regime nazista, che persegue una politica di persecuzione e discriminazione nei confronti di gruppi considerati "inferiori" come gli ebrei, i rom e i disabili. Questa politica culmina nell'Olocausto, durante il quale milioni di persone vengono uccise nei campi di concentramento. La storia del partito nazionalsocialista e del regime di Hitler è un triste esempio di come l'ideologia estremista e la violenza possano portare a conseguenze disastrose. È un monito per non dimenticare mai i pericoli del fanatismo e dell'intolleranza.non poteva che dare luogo al predominio dell'arrazza ariana. Il futuro della Germania secondo l'ideologia di questo partito era legato al concetto di "LEBENSRAUM" (spazio vitale) che non poteva essere ottenuto solo attraverso la conquista dei territori ad est. Ovviamente il partito nazional-socialista aveva una forte contrapposizione al marxismo, soprattutto nella sua versione bolscevica, così come nella versione che aveva assunto dopo la rivoluzione del 1917 in Russia. Sin dall'inizio si presenta come un partito radicalmente antisemita. Nello schema di Hitler e del partito nazional-socialista, gli ebrei erano considerati all'origine di tutti i mali della Germania: responsabili della guerra, agenti del capitalismo e agenti del bolscevismo. I bersagli di Hitler e dell'azione politica del partito nazional-socialista sono: a) gli ebrei; b) il trattato di "Versailles" che era considerato un'onta da lavare, per tutte le imposizioni cheerano state stabilite contro la Germania; l'alleanza tra la Francia e la Gran Bretagna. c) Tutti questi messaggi, che erano messaggi populistici e che facevano leva sulla potenza della Germania, cominciano a fare breccia sulla popolazione tedesca e sull'elettorato tedesco facendo anche leva sulle conseguenze della crisi economica del 1929 che aveva fatto un numero impressionante di disoccupati e di disperati per l'assenza di lavoro. La crisi fa impennare i tassi di disoccupazione che sale al 15,7% della popolazione nel 1930 e che già nel 1932, che è l'anno più drammatico, tocca la punta del 30,8% della popolazione attiva. La crisi che colpisce tutti i settori (agricoltura, industria, dimezzamento della produzione, ecc.) non viene gestita dai partiti della coalizione che sostanzialmente si sfascia sui temi dei sussidi ai disoccupati, si sfascia sull'alternativa tra una politica deflazionista che deve contenere la crisi e politiche che intendonocomunque tenere alta la spesa pubblica per evitare che il conflitto sociale si allarghi e diventi insostenibile. L'ultimo governo di coalizione è il governo Muller (1930) dopodiché l'allora presidente della Repubblica Hindeburg (un generale che è alla presidenza della repubblica dal 1925), la cui elezione aveva rappresentato una svolta a destra, affida il governo a Bruining ma soprattutto comincia a usare sistematicamente l'articolo 48 della costituzione di Weimar, cioè comincia a far leva su quella parte della costituzione che consentiva al Presidente e al Capo del Governo di esautorare (by-passare) il Parlamento e le sue funzioni. Contemporaneamente all'ascesa della crisi sempre più drammatica della sono anche le tappe dell'ascesa denuncia della costituzione di Weimar elettorale del partito nazional-socialista.