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MARTIRI,
Per quanto riguarda i le persecuzioni anziché considerate una sconfitta, sono
• state considerate una partecipazione alla morte di Gesù Stefano è il protomartire e
celebrato come figura Christi.
spiritualità del martirio
Si comincia a delineare una : es con Ignazio Vescovo di antiochia
• condannato ad essere divorato dalle belve al Colosseo (110-118 d.C.) che in una Lettera ai
Romani li prega di non impedirgli di imitare la passione di Cristo facendosi divorare dalle
fiere per trasformarsi in puro pane per Cristo.
il sacrificio della vita per testimoniare la fede è detto
Dalla seconda metà del II d.C.
• martirio: dal greco testimonianza originariamente relativa all’attività
martyrion,
missionaria di Gesù. Poi avvenne il passaggio semantico a “testimone fedele e veritiero”
(Apocalisse) infatti i martiri di Lione (177d.C.) , sottoposti atorture, si rifiutavano di
essere chiamati tali xkè il martire x eccellenza era Gesù, preferendo la denominazione di
“confessori”, persone che avevano testimoniato e confessato la fede senza giungere alla
morte. La distinzione tra martire e confessore, con discriminante la morte, si imporrà dal III!
Con le Passioni di Policarpo di Smirne, vescovo condannato al rogo tra 155 e 177, eil
• martirio di Stefano negli Atti degli Apostoli, si legge come i Martiri, discepoli e imitatori di
nella loro eccezionalità svolgono
Cristo si pongano come modello per chi voglia imitarli
la funzione di mediare il Modello per eccellenza!
Benchè fin dall’inizio si pose la questione dei cristiani, ad es con Nerone nella metà del I
• d.C., la grande persecuzione fu quella promulgata da Diocleziano e Massimiano tra 303-
304: distruzione di chiese, perdita dei diritti civili dei Cristiani, arresto del clero,
persecuzione che da Nicomedia, la capitale imperiale si estese in tutta l’Asia minore
(Agnese, Marcellino, Pietro, Felice e Adautto, Sebastiano). Con Costantino ci fu la pace
religiosa ma in Africa le persecuzioni ripresero con i Vandali nel V d.C.
IL martirio fu considerato quasi come un secondo Battesimo, capace di annullare i peccati,
• ecco perché spesso nei documenti troviamo che i condannati rispondevano alla condanna
con anticamente si credeva ancke che loro non dovessero neanche attendere
Deo gratias
la resurrezione finale, giungendo direttamente presso Dio.
Iconograficamente di diffonde l’immagine del martire trionfatore con corona e palma in
• tal senso il martire si afferma come eroe della Chiesa, degno di essere ricordato e che sia
presentato come modello ( questi infatti sono gli obiettivi delle prime letterature martiriali).
Il legame con il sangue dei martiri svilupperà quello che poi sarà il culto delle reliquie, e di
• pari passo i più cominceranno a voler essere sepolti ad sanctos, per beneficiare delle
preghiere rivolte a loro.
Anche i confessori rientravano in una categoria privilegiata d fedeli, ai quali soprattutto si
• rivolgevano i lapsi, gli apostati della fede che durante le persecuzioni cedettero, per essere
riconciliati con la Chiesa, anche se doveva spettare al Vescovo occuparsene ( Cipriano li
rassicurò dicendo che il martirio non dipende dalla volontà dell’uomo ma dalla grazia di
Dio…x cui anche le opere di giustizia e carità portano alla remissione dei peccati!) si
martirio spirituale
diffonde l’idea di un che consiste in una vita pura dedita a Dio e
all’osservanza della sua parola. Infatti durante le predicazioni sui martiri in occasione dei
loro anniversari (dal IV in poi) si fa soprattutto riferimento alle loro virtù in vita.
In un’ottica di santificazione personale dal IV d.C si sviluppa il culto anche per asceti,
• monaci e vescovi:
- Asceti noti già dal II (askesis, esercizio) sono persone dedite all’attività di preghiera,
astinenza sessuale, restrizioni alimentari
- Monaci vivono in comunità
- Eremita eremos, deserto, sceglie una vita solitaria
Tutti e tre scelgono di isolarsi dalla mondanità per dedicarsi a Dio, alla ricerca della
perfezione spirituale che talvolta può anche prevedere la mortificazione del corpo = martirio
senza sangue.
Il Monachesimo nasce in Egitto ad opera di Antonio l’abate (251-356) x diffondersi dalla
• metà del III, secondo la vita scritta da Atanasio vescovo di Alessandria, si dice che
abbandonò tutto per unirsi ad un anziano asceta-> tale vescovo farà conoscere il
monachesimo in Occidente—Marcellina, sorella di Ambrogio, si consacrerà al ignore
scelta di perfezione e imitatio Christi.
assieme ad altre consorelle nel 353.
Si diffonde il desiderio del martirio tra i fedeli:
- Nella piccola Passione del protomartire negli Atti degli Apostoli “signore Gesù
accogli il mio Spirito”
- Lettera ai Romani di Ignazio di Antiochia ”lasciate che sia pasto delle belve x mezzo
delle quali potrò raggiungere Dio”
- Nel Martirio di Policarpo (a rogo nel 167), riscontriamo l’elemento prodigioso del fiotto
di sangue che spegne il fuoco, l’impedimento di raccoglierne le spoglie x evitare che
il culto dei Santi è quasi una
diventasse oggetto di culto, su suggerimento dei giudei
religione del corpo.
- I martiri di Lione non vogliono essere chiamati tali, xkè spetta a Cristo, ma Confessori
- Atti Martiri di Scili 180 d.C (Commodo) quasi verbalizzazione dle processo: in cui
fieri affermano di essere cristiani e ringraziano chi li maltrattava.
- Cipriano è il primo che afferma che attraverso le opere di giustizia si può seguire la
strada della purificazione, prescindendo dal martirio (problema Lapsi e libellatici)- cfr.
50 anni prima Clemente Alessandrino “martiri spirituali”.
In Siria si manifesta agli inizi del V lo stilismo by Simeone il Vecchio
• Eusebio, vescovo di Vercelli dopo poco la metà del IV raccoglie nella sua città il primo
• monastero episcopale di Occidente; altri furono ad esempio a Cimitile presso Nola e poi nel
V a Cassino by Benedetto da Norcia.
L’esperienza ascetica monastica ha dato spazio anche alle donne costituendo x loro una via
• alla santità: es Maria, sorella di Pacomio, sarà a capo di un monastro femminile.
L’asceta e il monaco, dal martire, rappresentano un tipo di santità vivente, a loro sono
≠
• riconosciuti poteri e capacità miracolose.
Primi vescovi dell’epoca delle persecuzioni come : Ignazio di Antiochia, Policarpo di
• Smirne, SistoII a Roma, Cipriano di Cartagine guidavano le comunità loro affidate e
intervenivano con scritti e predicazioni, ma si occupavano anche della diffusione del culto
dei martiri-> da Costantino in poi in ai vescovi si riconosce anche un potere giuridico di
esercizio delle loro funzioni.
Tra fine persecuzioni e metà V sec si diffondono i Grandi Padri della Chiesa (non tutti
• furono vescovi, come ad es Girolamo)
I primi vescovi non martiri che ebbero un culto, attestato in panegirici e sermoni, furono
• quelli che rientravano nella categoria dei “confessori” o che sostennero il monachesimo
come Basilio di Cesarea, suo fratello e Martino di Tours nella storia di quest’ultimo influì
il mito del orientale del monaco taumaturgo. natale del suo martirio
Nella Passione di Policarpo si legge: la necessità di individuare il
• nel luogo
per una forma di onoranza in sua memoria in cui sono conservate le sue ossa.-->
la celebrazione del dies natalis , depositio è il giorno della morte, trae origine dalla
tradizione antica (banchetti funebri) ma predilezione per l’inumazione!
Il culto dei martiri trae origine dal culto dei morti, ma si differenza per il fatto che
• sono celebrati da tutta la comunità e non solo dia familiari + si pregava affinchè loro
pregassero per i fedeli.
Con Tertulliano, II d.C., si parla della celebrazione eucaristica per i defunti, dunque è facile
• pensare che avvenisse anche per i martiri, anche se la pratica è testimoniata da Cipriano i
Cartagine alla metà del III.
La fine delle persecuzioni comporta alla diffusione del culto dei martiri con la creazione di
• memorie sulle loro tombe e piccoli oratori fino a giungere alla costruzione di basiliche
martiriali! Dal III è documentata anche la pratica del refrigerium, mensa, anche se da alcuni
ostacolata xkè dava sfogo ad eccessi.
Dal momento che al martirio si riconosce un valore sacrificale, sempre maggiore diventa il
• patronato
richiamo all’intercessione dei martiri il dunque si inserisce come un’estensione
della funzione di intercessione da parte dei santi ( lat. Patronus e cliens, protettore); a Roma
dalla metà del V sec si afferma l’idea del patronato di Pietro e Paolo.
reliquie,
Per quanto riguarda la questione delle già quelle di Policarpo furono considerate
• preziose! In oriente si diffuse la pratica della traslazione delle reliquie, mentre in occidente
giungerà solo nel IX sec, x la sacralità inviolabilità dei corpi (legislazione romana), prima
ancora del problema della resurrezione si diffusero perciò le reliquie da contatto( graticola
di S.Lorenzo, polvere, olio delle lampade)
Il caso più antico di traslaz d reliquie risale al 386 ad opera di Ambrogio dei corpi di
Gervasio e Protasio.
Il culto delle ossa dei martiri si accresce in quanto accrescono il numero dei casi di eventi
• miracolo
prodigiosi (miracolosi) in loro presenza il diventa un giudizio relativo ad un
fatto inspiegabile, come se la potenza taumaturgica dei defunti sopravvivesse alla morte i
Vescovi incoraggiano la fede nei miracoli sottolineando il potere delle reliquie (miracolose
guarigioni con le reliquie di S.Stefano documentate da Agostino; in oriente la più antica
raccolta di miracoli è quella relativa al santuario di S.Tecla a Seleucia redatta da Basilio nel V)
culto dei martiri
Inizialmente il iniziava dopo la loro morte con la fissazione
• dell’anniversario, ma non vi era un vero controllo ecclesiastico prime attestaz. le abbiamo
a Cartagine IV sec con il rimprovero da parte del vescovo ad un’aristocratica che prima di
ricevere l’eucarestia era solita baciare l’osso di un martire + in un concilio cartaginese di
metà IV si vieta il culto dei defunti non martiri; si diffondono anche casi di incertezza sul
nome del presunto martire venerato. SI affermano i Vescovi quali figure giudicanti la
promozione o abrogazione di nuovi culti!
Il culto dei martiri porta all’abbattimento delle barriere: vivi/morti e pubblico/privato (x la
• gestione del culto by Peter Brown) e sociale, xkè hanno un ruolo anche poveri e donne.
I