vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
LA RISOLUZIONE DEL CONTRATTO
La risoluzione del contratto è un istituto giuridico dell'ordinamento civile italiano che scioglie il vincolo contrattuale. Esso non colpisce il negozio, ma il rapporto, si può far valere solo prima che il contratto sia compiutamente eseguito (scioglimento del vincolo contrattuale per fatti verificati successivamente alla conclusione del contratto stesso).
Essa può avvenire per:
- Volontà delle parti;
- Inadempimento;
- Impossibilità sopravvenuta (qualcosa che dovevo dare va distrutto);
- Eccessiva onerosità sopravvenuta (aumento eccessivo di prezzo, ad esempio nella consegna di merci).
Articolo 1.453 Nei contratti con prestazioni corrispettive, quando uno dei contraenti non adempie le sue obbligazioni, l'altro può a sua scelta chiedere l'adempimento o la risoluzione del contratto, salvo in ogni caso il risarcimento del danno.
La risoluzione può essere domandata anche quando il giudizio.
è stato promosso per ottenerel’adempimento, ma non può chiedersi l’adempimento quando è stata domandata la risoluzione. Dalla data di domanda di risoluzione l’inadempiente non può più adempiere la propriaobbligazione. La parte che subisce inadempimento ha due strade: 1. Adempimento: Chiederò il pagamento del prezzo e la riconsegna del bene oltre alrisarcimento del danno. 2. Risoluzione del contratto: Vi chiederò un danno che si aggiunge alla riconsegna del bene. Ilprezzo non ve lo chiedo più. La scelta tra richiedere adempimento e la risoluzione è una scelta che va ponderata, perché oltre adesserci questa differenza ce n’è un'altra importante. Che cosa ci dice anche il codice? Ci dice ancheche quando si domanda l’adempimento e quindi io vi chiedo il pagamento del prezzo oltre al dannopoi si può chiedere in seconda battuta la risoluzione del contratto se l’adempimentonon viene mantenuto, ma non vale il contratto. Se richiedo la risoluzione del contratto finisce lì, non posso chiedere adempimento in seguito. Nel primo caso una scelta non esclude l'altra, viceversa se chiedo subito la risoluzione non posso più chiedere adempimento. Coerentemente accade che quando la parte adempiente richiede risoluzione la parte inadempiente non può più adempiere. Risoluzione è una scelta irreversibile ed ha effetti non rimediabili. In quel caso il contratto è risoluto e la prestazione per la parte obbligata sarà la restituzione del bene più risarcimento del danno. È una scelta che è rimessa solo alla volontà della parte adempiente (chi subisce inadempimento). Articolo 1.454 - Diffida di adempiere Alla parte inadempiente l'altra può intimare per iscritto di adempiere in un congruo termine con dichiarazione che, decorso inutilmente detto termine, il contratto siintenderà senz'altro risoluto. Il termine non può essere inferiore a 15 giorni, salvo diversa pattuizione delle parti. Decorso il termine senza che il contratto sia stato adempiuto esso è risoluto di diritto. Un adempimento fatto nei 15 giorni può eliminare / prevenire la risoluzione del contratto, ma non elimina il risarcimento del danno in quanto comunque si è in ritardo. Casi in cui inadempimento non porta risoluzione? Articolo 1.455 Il contratto non si può risolvere se l'inadempimento di una delle due parti ha scarsa importanza, avuto riguardo all'interesse dell'altra. La parte adempiente non può domandare la risoluzione del contratto per inadempimenti di modico valore, di scarsa rilevanza. Esempio: Se io ti ho venduto il libro e il termine scadeva domenica 01/05 se l'altra parte non mi può adempiere quel giorno e lo fa il giorno successivo, a quel punto io di fronte al giorno di ritardo potrei mandarle.una diffida d'adempiere e richiedere la risoluzione del contratto. Ammettiamo che io mandi la diffida d'adempiere perché mi avete pagato tempestivamente, ma una cifra inferiore a quella pattuita, io vi mando la diffida e voi ciò nonostante non adempiete entro i 15 giorni per i 2 euro di differenza. Decorso il termine per cui il contratto sarà risoluto la parte mi dovrà ridare il libro e io le ridarò i soldi. Inoltre, l'inadempiente mi dovrà risarcire per il danno subito. Come vediamo qui si applica l'Articolo 1.455 che ci indica un parametro oggettivo e soggettivo. - Oggettivo per la scarsa importanza, grado di valore quantitativo dell'adempimento; - Soggettivo, che è quello dell'interesse del creditore. L'inadempimento può apparire scarsamente importante per la quantità (modica cifra), ma in realtà essere particolarmente importante in quanto riguarda un interesse importante per il creditore.creditore.Esempio: Dobbiamo andare ad una festa a cui teniamo molto, ci preoccupiamo di comprare un abito consono per tale festa. La festa si tiene in data 09/05. Sosteniamo una spesa importante. Il sabato mattina ci rechiamo a ritirare l'abito e il negoziante ci dice che l'abito arriverà lunedì mattina. Percui per il criterio quantitativo non possiamo dire che sia importante tale inadempimento, ma per il soggettivo invece è molto importante in quanto noi volevamo quell'abito per sabato sera.
Come fanno le parti a decidere quali inadempimenti possano rilevarsi gravi? Fanno quello che accade con la penale. Le parti per prevenire le discussioni predeterminano preventivamente il danno. Le parti convengono già quali sono gli inadempimenti al verificarsi dei quali il contratto debba considerarsi inadempiuto, anche per la risoluzione del contratto.
Le clausole di risoluzione di diritto (fissare la gravità di inadempimento preventivamente)
delle parti può essere considerato essenziale se, nell'interesse dell'altra parte, è necessario che venga rispettato. In caso contrario, se l'altra parte desidera richiedere l'esecuzione nonostante la scadenza del termine, deve comunicarlo entro tre giorni.IL FATTO ILLECITO
I fatti illeciti sono una delle fonti delle obbligazioni. Il quale è una categoria aperta.
Articolo 2.043 - Risarcimento per fatto illecito
Qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno.
Qualunque fatto?! Non c'è un elenco di fatti illeciti, non ci sono restrizioni. È una categoria aperta, non tipici. Lascia aperta la possibilità che si verifichi un qualunque tipo di evento e che tale evento sia idoneo a produrre una responsabilità da fatto illecito. È impossibile stabilire a priori quale sia il fatto illecito, non è ipotizzabile. Caratterizzato dalla
generalità. Quando diciamo che la categoria è aperta la dobbiamo rivedere in considerazione della circostanza per cui a generare l'illecito è il fatto, che in diritto si caratterizzata per essere un accadimento naturale e diversamente dall'atto che è un accadimento umano. La trilogia fatto, atto e negozio determina che la definizione del fatto illecito potrebbe essere intesa come una definizione generica dei fatti, ma invece non ricomprendere gli atti e i negozi giuridici. Per cui il 2.043 è si generico, ma non fa riferimento agli atti e ai negozi. Quando io dico qualunque fatto, dico qualunque evento naturale (no per comportamento uomo). Vorrebbe dire che se io colpisco una persona dolosamente (do un pugno volontariamente) questo evento non costituirebbe responsabilità da fatto illecito perché ciò che ha scatenato il danno non è il fatto ma un atto, in quanto eseguito da una persona. La giurisprudenza dice che il 2.043
non va lettonel senso restrittivo e dunque per i soli accadimenti naturali, ma come se la norma contenesse efosse scritto così “qualunque fatto e/o atto doloso o colposo”. Il più delle volte infatti si riferisceagli atti riconducibili ai comportamenti umani.
Doloso/colposo Occorre che quel accadimento pur potendo essere naturale etc. abbia anche unelemento psicologico. Ci deve essere anche elemento soggettivo, che è concorrente ai fini dellaresponsabilità. Un fatto inteso come accadimento che generi un danno ma che non sia ascrivibile adolo o colpo non è fonte del 2.043.
Esempio: Siamo in una piscina e un nostro amico se dovesse trovarsi in uno stato di difficoltà e talestato fosse da determinare il rischio di annegare e noi per soccorrerlo urtiamo un bagnante e glirompiamo il naso rientriamo dal punto di vista oggettivo nella prima parte del 2.043, accadimentoumano, questo evento determina un atto. La conseguenza della assenza di
dolo o colpa da parte dell'autore, che siamo noi che soccorriamo l'amico, determina che a quell'autore non possoascrivere un comportamento volitivo in quanto non ha dolo. Per cui l'elemento psicologico è indispensabile. Non vuol dire che tale evento non determina responsabilità, ma in questo caso si tratta di responsabilità che non rientra nel 2.043 ma è disciplinata da altre norme.
Se non c'è il dolo o la colpa la responsabilità di colui che ha effettuato la frattura è una responsabilità da Articolo 2.045 - Stato di necessità. Quando chi ha compiuto il fatto dannoso viene stato costretto dalla necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, e il pericolo non è stato da lui volontariamente causato né era altrimenti evitabile, al danneggiato è dovuta un'indennità la cui misura è rimessa
All'equo apprezzamento del giudice. (Come esempio sopra)
Quando un soggetto commette un fatto illecito il danno risarcibile comprende voci di danno persino più ampie.