vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
IDENTITÀ E CULTURA
Qualsiasi tipo di relazione che noi abbiamo, non forzatamente interculturale, implica che ci mettiamo in discussione/in gioco per quanto riguarda la nostra identità. Questo vale per qualsiasi tipo di relazione, ancor più vale per le relazioni di tipo interculturale perché ci portiamo dietro la nostra cultura. Questa questione dell'identità dunque ci mette in obbligo di rifletterci sopra, in qualsiasi tipo di relazione o di mediazione dovremmo chiederci "chi sono? Come mi pongo difronte alle altre persone?". Bisogna essere consapevoli dell'importanza dell'identità. Il tema dell'identità è stato affrontato in molti modi diversi, ad esempio in ambito filosofico (fin dai greci), psicologia, sociologia (in che modo le identità si collegano tra loro e formano la comunità), amministrazione giuridica (tutti noi abbiamo una carta d'identità).
d'identità: tutti noi ne abbiamo una. Ci identifica e si suppone che siamo tutti diversi. Non ci può essere in uno stato due cittadini che hanno lo stesso documento d'identità. Questa questione dell'identità è molto complessa anche perché se è vero che siamo tutti diversi, è pur vero che nella diversità ci sono elementi in comune. Ad esempio, nei documenti di identità, ci sono delle cose che sicuramente saranno diverse come il codice fiscale e delle cose che condividiamo con altri come l'identità sessuale, il luogo di nascita, il cognome. L'identità nello stesso tempo ci definisce come persone e ci collega ad altri.
A questo proposito si può parlare di identità:
- Individuale/personale
- Collettive/di gruppo
L'equilibrio tra le due è cosa complicata.
Il termine italiano identità viene dal latino tardo "identitas", che deriva da idem,
Cioè "medesimo", "uguale", "stesso". L'identità gioca su questa ambiguità, è stesso nel senso "se stesso" ed è "stesso" nel senso che è uguale ad altri. Questo termine è entrato nella lingua italiana principalmente attraverso il suo uso in filosofia, successivamente nella matematica, nelle scienze. Solo recentemente, a partire dal XIX secolo, abbiamo assegnato a questo termine anche un valore politico, sociale, individuale.
Infatti, tutto inizia con il principio di identità, è un'elaborazione filosofica risalente agli antichi greci (in particolare Aristotele), che però trova la sua definizione principale con Kant. Questo principio stabilisce che A è uguale ad A e che A è diverso da NON A. Fino al '700 viene considerato una delle basi del pensiero filosofico occidentale, sarà poi nell'800 che sarà messo in crisi.
principalmente da Hegel che lo sostituisce con il principio dialettico. Lui afferma che il principio di identità, se dal punto di vista teorico è inattaccabile, nella realtà non serve a nulla, in quanto nella realtà la diversità a NON A non è separata in questa maniera totale come il principio afferma. Ma A e NON A saranno in relazione e produrranno un risultato diverso sia da A e NON A, ma è qualcosa di nuovo. Il problema che si pone prima nel '700 poi nell'800, è che questo principio di identità si applica alle persone. Tutti abbiamo una carta d'identità, un passaporto, una tessera sanitaria... Da quando le persone hanno un passaporto? Quando è che gli stati si mettono d'accordo e decidono di dar vita al passaporto? Nel 1923, dopo la Prima guerra mondiale, in Europa nascono nuovi stati. Per situare le persone in una nuova geografia c'era bisogno di un documento e alivello internazionale si decide che questo può essere il passaporto. Perché in realtà non c'erano o erano molto limitati i documenti di identità nazionali. In Francia il documento d'identità inizia nei primi decenni del '900 per controllare le popolazioni nomadi (zingari, persone che si muovevano per le fiere che non avevano dimora fissa), questo era il primo obiettivo del documento d'identità. Invece per le persone che vivevano sempre nelle loro città non era richiesto. Serviva solo per controllare le persone che si muovevano all'interno del loro territorio. In Italia il documento non serve a controllare i movimenti interni e comincia tra il 1870-80. Serve per controllare coloro che lasciano il paese, perché intorno al 1880 comincia questo fenomeno che si chiama "la grande migrazione italiana". Milioni di persone lasciano l'Italia, queste persone dovevano richiedere al proprio comune diNascita un documento in cui si dichiarava nome, cognome, data di nascita e la residenza limitata al comune. Con questo documento andavano al porto, si imbarcavano sulle navi e una volta arrivati al paese di destinazione dovevano mostrare questo documento.
Questo ci fa capire una cosa, anche i nostri documenti sono rilasciati dal nostro comune. Questo ha origine da questo avvenimento storico perché in altri paesi è rilasciato dallo Stato.
Il documento di identità ci vuole identificare. Tra la vecchia versione e la nuova ci sono delle differenze. Nel passaggio da una forma all'altra qualcosa non c'è più.
Il colore degli occhi, perché ad oggi si può cambiare il colore degli occhi con le lenti a contatto.
Il colore dei capelli, perché potrebbe cambiare o potresti non averli più.
I segni particolari, perché questa cosa era molto discriminatoria. Con la presenza di disabilità questa cosa era indicata nei segni particolari.