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TUTTA LA REALTA'.
Utilitarismo illuminista, particolarizzazione degli interessi--> Tuttavia se considero l'oggetto utile solo per
me, lo riconosco comunque come dipendente da me stesso.
Paragrafo 5 → “Nella religione della moralità, infine, si ristabilisce che l’essenza assoluta è un contenuto
positivo; ma esso è unito con la negatività del rischiaramento. È un essere che è ritornato nel Sé e vi resta
chiuso allo stesso modo che è un contenuto distinto le cui parti sono immediatamente e negate e proposte.
Ma il destino, ove affonda questo movimento contraddittorio, è il Sé consapevole di sé come del destino
dell’essenza e dell’effettualità.”
Paragrafo 6 → “Nella religione lo spirito che sa di se stesso è immediatamente la sua propria autocoscienza
pura. Quelle figure di esso che vennero considerate, - lo spirito vero, lo spirito estraniato da sé, e lo spirito
certo di se stesso, - costituiscono insieme lui nella sua coscienza, la quale contrapponendosi al suo mondo,
non vi si riconosce. Ma nello spirito coscienzioso esso assoggetta a sé sia il suo mondo oggettivo in generale,
e sia anche la sua rappresentazione e i suoi concetti determinati ed è ora autocoscienza che è presso di sé".
RELIGIONE DELLA MORALITA'--> Kant.
Riduzione del divino all'uomo.
Negatività del rischiaramento= Kant rimane impigliato in questa considerazione: contrasto fra inclinazione e
moralità. Per Kant probabilmente non c'è mai stata un'azione veramente morale, poichè per essere tale essa
dovrebbe prescindere dall'elemento passionale.
Kant rimane, per Hegel, nella separatezza, intrinseca contraddittorietà nell'individuo.
DESTINO= Quì significa PUNTO DI ARRIVO NECESSARIO.
Jacobi--> Sapere immediato
Polemica con Kant: l'uomo per fare il bene deve negare la sua naturalità. Per Jacobi la moralità è
immediatamente presente, l'uomo sente quale è il suo dovere, ha immediata consapevolezza dell'azione
giusta.--> SPIRITO COSCIENZIOSO
Jacobi parla di Desdemona--> In punto di morte mente per salvare Otello, sente di doverlo fare.
Un sè che tiene insieme l'essenza= la moralità
e l'effettualità= l'azione.
Sarebbe così risolta la contraddizione kantiana.
L'attraversamento dell'esperienza di Jacobi e Schleiermacher ci ha permesso ci pensare il divino come
aderente al soggetto: posso fare teologia e non sono più nella dinamica esperienziale di relazione al divino,
ma ho la possibilità di guardare ad esso anche se lo considero sempre come altro da me. Ne faccio una
FIGURA del tutto trasparente a se stessa= riesco a leggere in essa degli aspetti di me.
La trasparenza assoluta sarà quella filosofica in cui la figura sparisce, ovvero sparisce la divinità.
V LEZIONE
Nel passaggio dalla coscienza all'autocoscienza viene meno la divinità= MORTE DELLA RELIGIONE-->
Consapevolezza di me stesso come UNICA REALTA'.
Introduzione capitolo VII:
-INCONTRO con il divino.
-Ultima esperienza= SPIRITO COSCIENZIOSO--> Rapporto INTIMO con Dio--> Riduzione della distanza
(Jacobi, Schleiermacher)
- Il filosofo comprende il fatto che il divino è in realtà qualcosa che fa parte di lui, del soggetto-->
TERRENO DELL'AUTOCOSCIENZA.
- Religione come AUTOCOMPRENSIONE del soggetto: il DIVINO viene visto come quell'OGGETTO in
cui il SOGGETTO si RICOMPRENDE.
- Hegel ci fa vedere come le diverse culture, i vari popoli... (SPIRITI) si sono rappresentati il divino.
- STORIA DELLE RELIGIONI: Modi in cui l'individuo si è visto sotto la veste del divino--> ANALOGIA
FRA LA SITUAZIONE INDIVIDUALE E L'IMMAGINE DI DIO CHE NE SCATURISCE ( DIVINITA'
OGGETTIVA- ESSERE CONCRETO).
Paragrafo 7 → “Ora, come noi sappiamo lo spirito nel suo mondo e lo spirito consapevole di sé come spirito
o lo spirito nella religione sono la stessa cosa... nella religione lo spirito si rappresenta a lui stesso, esso è
coscienza, e l'effettualità implicita nella religione è la forma e la veste della sua rppresentazione. Ma in
questa rappresentazione l'effettualità non incontra il suo pieno diritto, quello cioè di non essere soltanto
veste, ma esistenza indipendente e libera; e viceversa, mancandole il compimento in lei stessa, essa è una
figura determinata, che non consegue ciò che deve rappresentare, cioè lo spirito consapevole di se stesso. Per
poter esprimere lo spirito di sé consapevole, la sua figura non dovrebbe essere altro da lui, ed esso così
dovrebbe apparire o essere effettuale a sé come esso è nella sua essenza”.
MOMENTO RELIGIOSO--> Azioni pratiche estratte/astratte dalla realtà effettuale/operativa e portate nel
piano riflessivo come ipostasi/Dio--> Es: Ares= Guerra.
"Noi"= noi filosofi
SPIRITO NEL MONDO (UNITA')- SPIRITO NELLA SUA FORMA SPIRITUALE (DUALISMO)-
CONSAPEVOLEZZA DELL'IDENTITà FRA I DUE (FILOSOFI-UNITA').
UOMO=DIO=CRISTO
RAPPRESENTARE--> VORSTELLEN
RAPPRESENTAZIONE--> VORSTELLUNG
MOMENTO RELIGIOSO= COSCIENZA NON AUTOCOSCIENZA
La rappresentazione necessità della MEDIAZIONE del poeta o del teologo.
ANTROPOMORFIZZAZIONE DEL DIO--> Si può parlare di autocoscienza.
RELIGIONE CRISTIANA--> Tiene insieme universale e particolare laddove, invece, la prima effettualità si
schiacciava sull'universale e la religione artistica sul particolare.
VI LEZIONE
Paragrafo 12 → “La prima effettualità dello spirito è il concetto della religione stessa, o la religione come
immediata e quindi naturale... ma la seconda è necessariamente quella di sapersi nella figura della naturalità
tolta o del Sé. Essa è quindi la religione artistica perché la figura si eleva alla forma del sé mercé la
produzione della coscienza, così che questa contempla nel suo oggetto il suo operare ossia il Sé. La terza
effettualità, infine, toglie il carattere di unicità delle prime due; il Sé è tanto immediato quanto
l'immediatezza è Sé. Se nella prima lo spirito è in genere nella forma della coscienza, e nella seconda in
quella dell'autocoscienza, nella terza esso è nella forma dell'unità di ambedue … questa è la religione
rivelata.”
Religione naturale
La religione consiste in una operazione di comprensione, ma questa passa attraverso la mediazione della
rappresentazione per cui ciò che viene rappresentato non lo colgo come me stesso, ma come un qualcosa di
separato da me: costruisco il divino.
Non c'è vera e propria autocoscienza, sebbene l'immagine costruita corrisponda al soggetto.
Hegel differenzia le religioni sulla base del fatto che in ognuna di esse ci sia una caratteristica particolare,
che la identifica come religione che sta a quel livello del percorso della storia delle religioni. --> Tratto che
identifica, che fa di essa ciò che essa è, aspetto primario (Es: Cristianesimo= incarnazione)
Ci sono anche tratti secondari.
Hegel introduce il TEMA dell'EVOLUZIONE.
L'obiettivo di Hegel non è quello di tracciare una storia completa delle religioni, ma di individuare delle
tipizzazioni.
Pag. 206 → INIZIO ANALISI DELLE RELIGIONI
Paragrafo 13 → “Una religione si distingue dall'altra a seconda della determinatezza di quella figura nella
quale lo spirito sa sé... il Dio viene rappresentato come autocoscienza. Il Sé rappresentato non è quello
effettuale; affinché esso, come ogni ulteriore determinazione della figura, a questa veramente appartenga, da
una parte deve essere posto in lei dall'operare dell'autocoscienza; d'altra parte la determinazione inferiore
deve mostrarsi tolta e compresa dalla superiore. Infatti il rappresentato cessa di essere rappresentato e
estraneo al proprio sapere solo quando il Sé lo ha prodotto, e considera allora la determinazione dell'oggetto
come la sua propria, e intuisce quindi sé in lui”. → “l'operare è il negativo che si compie a spese di un altro”.
Nella RELIGIONE NATURALE la naturalità è data nella sua immediatezza--> LUCE (pervasiva).
MONDO ORIENTALE--> INIZIO, dalla notte inizia ad emergere qualcosa, figura della mancanza di figura,
figura talmente totalizzante che non è nemmeno capace di determinazione.
RELIGIONE DEI PERSIANI
PROBLEMA LOGICO, NON TANTO CRONOLOGICO--> Elemento dominante di ogni religione che
permette di collocarla nel percorso evolutivo.
VII LEZIONE
ESSENZA LUMINOSA
Paragrafo 15 → Dapprima l’assoluto viene intuito come "divinità della luce", "la pura, aurorale essenza
luminosa che tutto contiene e riempie, e che si conserva nella sua sostanzialità priva di forma. Il suo esser -
altro è il negativo altrettanto semplice, la tenebra; i movimenti della sua propria alienazione sono piogge di
luce ... quell’essenza ... si propaga bensì nella sostanza dell’esserci e si plasma nelle forme della natura; ma
l’essenziale semplicità del suo pensiero vaga in esse priva di consistenza e d'intelligenza, allarga i propri
confini fino all’immensità, e risolve la sua bellezza cresciuta a magnificenza nella sua sublimità".
Paragrafo 16 → “Il contenuto che questo puro essere sviluppa... è un inessenziale gioco in quella sostanza
che soltanto sorge senza calare in se stessa, senza farsi soggetto e senza consolidare le differenze”.
Paragrafo 17 → “La luce pura decompone la sua semplicità come un'infinità di forme e si offre in olocausto
all'essere-per-sé, per modo che il singolo si prenda il sussistere nella sua sostanza”.
Prima modalità di estrinsecazione del divino.
In particolare Hegel si riferisce alla RELIGIONE DEI PARTI, ma il discorso vale in generale per la religione
orientale.
ASSOLUTEZZA del primo oggetto religioso (luce).
PANTEISMO--> In questa sezione inteso come TOTALITA' del reale riferita ad un tale oggetto religioso,
pervasa e in grado di essere grazie a questo.
DIFFERENZE poste ma subito TOLTE.
MANIFESTAZIONE E ANNULLAMENTO DELLA DIFFERENZA--> atteggiamento riscontrabile in tutta
la storia degli atteggiamenti umani, si dà più volte nel tempo--> modalità in cui si strutturano il pensiero e il
reale.
Siamo nel MOMENTO DELL'IN SE', della SOSTANZA --> Incapacità di articolare le differenze.
E' un atteggiamento con valenza filosofico-religiosa (cfr Plotino, emanazione ecc...)
SOSTANZIALI