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Il giusnaturalismo e i suoi principi

Seicento, della quale Grozio è considerato il fondatore. Tutti i rappresentanti del giusnaturalismo hanno affrontato due problemi politico-giuridici:

  1. Da dove ha origine il diritto e qual è il suo fondamento?
  2. Quali sono i limiti del potere statale, sia rispetto ai sudditi, sia rispetto agli altri stati?

Alla prima domanda il giusnaturalismo risponde che esiste un diritto naturale, cioè un insieme di norme razionali e universali, valide da sempre e per sempre, indipendenti dalle decisioni umane, dalle convinzioni e dalle contingenze storiche. Il diritto naturale precede e giustifica il diritto positivo, cioè le leggi dei singoli stati e organismi politici.

Anche nell'antichità e nel medioevo si era discusso dell'esistenza di un diritto, o legge di natura. Nell'Etica Nicomachea Aristotele scriveva che del giusto politico una specie è naturale, l'altra legale. Lo ius naturae è tornato poi nello stoicismo romano, in...

particolare in Cicerone che lo intende sia come legge universale, sia come legge propria della natura umana

Il cristianesimo ha trasformato il concetto di diritto naturale. Se prima tra diritto naturale e positivo c'era una relazione di antecedenza, il cristianesimo introduce tra i due un ordine gerarchico. Il diritto naturale, secondo la filosofia cristiana, serve a valutare il diritto positivo. Non solo lo precede, ma ne costituisce la norma.

La differenza introdotta dal giusnaturalismo moderno all'interno di questa tradizione è dovuta alle nuove condizioni storiche e filosofiche proprie del Seicento: in particolare alla nascita dei primi stati moderni e della scienza.

I più importanti rappresentanti del giusnaturalismo moderno - insieme a Grozio - sono Hobbes, Spinoza, Pufendorf, Locke, Rousseau, Kant.

Pur avendo prodotto teorie e modelli politici anche molto diversi tra loro, i giusnaturalisti condividono alcune convinzioni:

  • la convivenza umana

può darsi solo nella forma politica dello stato

lo stato è un prodotto artificiale della volontà e della razionalità umana

lo stato si istituisce con il passaggio da uno stato di natura a uno stato civile della società

lo stato si istituisce in seguito a un contratto o comunque sulla base del consenso

il diritto naturale precede, ispira e legittima il diritto positivo.

Ugo Grozio (1583-1645)

Ugo Grozio è il nome italianizzato di Huig van Groot, nato in Olanda nel 1583.

Ugo era quello che oggi chiameremmo un "bambino prodigio", tanto che a soli dodici anni fu ammesso all'Università, dove si laureò in legge.

La sua storia è legata al conflitto politico-religioso fra arminiani e gomaristi, che si consumava in quegli anni in Olanda. I gomaristi erano calvinisti ortodossi, sostenitori della dottrina della giustificazione per sola fede. Grozio, per la sua formazione umanistica ed erasmiana, non poteva che

schierarsi con gli arminiani, che credevano nella non irresistibilità della predestinazione. Per aver sostenuto l'arminianesimo, Grozio fu condannato all'ergastolo dal Sinodo di Dordrecht, convocato dalla Chiesa riformata olandese nel 1618. Per scampare alla condanna, fuggì a Parigi. Lì rimase poi per diversi anni, ricoprendo la carica di ambasciatore di Svezia. Dopo la condanna, Grozio fu imprigionato e poté scappare a Parigi solo grazie a una rocambolesca evasione organizzata dalla moglie. Pare che sia uscito dal carcere nascosto nella cassa di libri che regolarmente gli veniva recapitata. De iure belli ac pacis A Parigi, nel 1635, Grozio pubblicò la sua opera più importante: "Il diritto della guerra e della pace". L'opera è divisa in tre libri: - il primo è dedicato al problema di quando una guerra si possa dir giusta - il secondo alle cause della guerra - il terzo a stabilire ciò che è lecito in guerra. Con la sua opera,Grozio fonda non solo la dottrina giuridico-politica del giusnaturalismo, ma anche la tradizione del diritto internazionale. Nel De iure, infatti, oltre a rivendicare l’esistenza del diritto naturale e la sua priorità rispetto al diritto positivo, Grozio sostiene la necessità di regolamentare i rapporti fra gli stati. Come le leggi dello stato, anche il diritto internazionale deve essere ispirato a quello naturale. Nella sua prima opera giuridica, il De iure praede, nel capitolo intitolato Mare liberum, Grozio scrive che il mare, a differenza della terra, non può essere soggetto al dominio degli stati, perché è res communis, impossibile da delimitare. La guerra, secondo Grozio, non è un male necessario e inevitabile e deve esser l’ultima spiaggia nella risoluzione dei conflitti internazionali. L’istituzione di norme che regolino le relazioni internazionali può contribuire a mantenere la pace. Inoltre, anche in guerra, il dirittodeve essere rispettato. Grozio si colloca così in una posizione intermedia fra i bellicisti e i pacifisti. Secondo i bellicisti, ispirati da Machiavelli, la politica coincide con l'esercizio della potenza da parte degli stati. La guerra, dunque, è parte integrande delle strategie politiche che gli stati devono attuare per mantenere la propria potenza. Secondo i pacifisti, ben rappresentati da Erasmo, il diritto può sempre affermarsi senza bisogno di imporsi con la forza. Contro entrambe le posizioni, Grozio sostiene che il diritto non coincide con la forza, ma le è superiore, anche se a volte ha bisogno della forza per affermarsi. La forza, dunque, deve servire al diritto e non viceversa. Il diritto naturale.
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Publisher
A.A. 2021-2022
4 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/01 Filosofia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Cricetina93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Borrelli Francesco.