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Storia dell'arte moderna - Gotico Internazionale Pag. 1
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CARATTERISTICHE COMUNTI:

• Aspetto naturalistico – uno degli elementi di grande modernità che caratterizza lo stile

del Gotico Internazionale è l’attento studio minuzioso della realtà, in particolare della

natura, delle flora e della fauna, mai prima d’allora indagate con tale curiosità e

precisione.

• Gotico Cortese – viene anche definito come Gotico Cortese perché il luogo di

elaborazione e di fruizione di questo stile è quello della corte aristocratica, alla quale

sono destinati eleganti sculture e dipinti ma anche oggetti lussuosi e preziosi, spesso

minuti, realizzati con materiale di pregio.

• Colorazione accesa – utilizzo di colori accesi e brillanti che esaltano il preziosismo

dell’opera.

• Predilezione delle linea – guizzante, morbida, espressiva, piegata alla creazione di

arabeschi fantasiosi ed eleganti panneggi antinaturalistici, che diventano oggetto di

decorazione.

• Interesse per il realismo – minuto, che indaga ogni singolo aspetto e cosa presentata

nel dipinto.

Lo stile del Gotico Internazionale coinvolse più ambiti della produzione artistica:

• PITTURA – A contribuire la diffusione dello stile gotico in pittura fu soprattutto Matteo

Giovannetti, chiamato ad Avignone da Clemente VI per decorare il “Palazzo dei Papi”

ad Avignone. Caratteristica tipica dello stile del maestro è l’iperdescrittivismo che

utilizza nel raffigurare minute riproduzioni naturali.

Simili decorazioni ed interesse per la descrizione dettagliata della natura, sono

applicate alla fine del ‘300 dal Maestro Venceslao , su committenza del Principe di

Liechtestein, nel suo “Ciclo dei Mesi” a Torre l’Aquila nel Castello del Buonconsiglio di

Trento. Le attività agricole e i divertimenti dei signori sono descritti con minuzia e co

un linguaggio fresco e pacato.

Altre testimonianze di primo ‘400 vengono dal “Polittico di santa Barbara” del Maestro

Fracke che testimonia uno scarso interesse per il rispetto delle proporzioni.

• SCULTURA – L’iperdescrittivismo, già presente in pittura, è largamente utilizzato anche

nella scultura con il pronunciamento di eccessivi drappeggi antinaturalistici che

diventano occasione per ulteriori decorazioni. Ne sono testimonianza la “Madonna con

bambino” e il “San Bartolomeo” del Maestro Boemo.

• MINIATURE – Nel campo delle miniature operano i Fratelli de Limbourg; nel loro

“Libro d’ore” (1421-1415), dame e cavalieri sono descritti con precisione nelle eleganti

vesti, cavalcano entro un paesaggio solitamente indagato dalla luce. I due artisti

dimostrano una notevole sapienza nell’accostamento di colori preziosi ma uno scarso

interesse per la profondità: lo spazio è simile a quello dipinto da Giotto, dove il calcolo

non era preciso ma empirico, la prospettiva veniva solo intuita.

• ARAZZI – anche nell’ambito artistico degli arazzi le maggiori caratteristiche del Gotico

Internazionale vengono riprodotti. Le figure sono spesso allungate e molto compatte tra

loro.

• ARCHITETTURA – in architettura il Gotico Internazionale viene definito fiorito, ad

indicare il sistema di contrafforti iperdecorati. Nella “Cappella di Enrico VII” all’interno

dell’abazia di Wenstmister , i contrafforti sono decorati come fossero sottili ragnatele, e

le vetrate simili a pizzi trasparenti.

Capolavoro dell’architettura del Gotico Internazionale è il “Duomo di Milano”, che prese

l’avvio con Galeazzo Visconti nel 1386. Il Duomo milanese è testimonianza

dell’adozione dello stile tardogotico anche in periodi successivi ai secoli del Trecento e

Quattrocento, essendo terminato nella prima metà dell’800.

IL GOTICO INTERNAZIONALE IN ITALIA

LOMBARDIA

MICHELINO DA BESOZZO – Pittore e miniatore italiano.

La sua formazione artistica avvenne tra il cantiere del Duomo e la biblioteca pavese.

“ASCENSIONE DELLA VERGINE” (1400 c.) – tratto dall’Offiziolo Bodmer, un Libro d’Ore

miniato, la piccola illustrazione mette in luce le caratteristiche tipiche dell’artista: con una

totale assenza dello spazio, Michelino incastra le figure l’una nell’altra creando motivo di

decoro. Prevale un interesse per il colore brillante e le decorazioni, indagate nei minimi

dettagli (come i particolari della natura).

“SPOSALIZIO MISTICO DI SANTA CATERINA” (1420 c.) La scena mostra la Vergine che tiene

sulle ginocchia il Bambino, mentre egli, con un anello, sposa misticamente santa Caterina

d'Alessandria, che è inginocchiata davanti a lui e vestita, secondo il suo rango principesco. Ai

lati fanno da testimoni san Giovanni Battista e sant'Antonio Abate. Lo sfondo dorato mostra le

corone, le aureole, i nomi dei santi ai lati e la firma dell'artista in pastiglia, una tecnica di

grande raffinatezza che aveva molto seguito nelle corti. Prevale la ricerca di un “bel

linguaggio” dove ogni singolo particolare diventa motivo di decoro, dalle mani lunghe e

affusolate della Santa, ai panneggi irreali delle vesti. L’artista è totalmente disinteressato alla

collocazione spaziale delle figure.

VENETO

“BASILICA DEI SANTI GIOVANNI E PAOLO” (1246 – 1364) Chiamata anche San Zanipolo, è uno

degli edifici medievali religiosi più imponenti di Venezia. La pianta è a croce

latina con transetto e tre navate suddivise da enormi colonne cilindriche. Le

altissime volte gotiche sono collegate da tiranti lignei, che hanno la funzione di contrastare le

spinte generate dalle volte a crociera e degli archi, alleggerendo anche io peso scaricato dalle

volte.

“BASILICA DI SANTA MARIA GLORIOSA DEI FRARI” (1250 – 1338) Chiamata anche Chiesa dei

Frari, presenta al suo interno delle catene lignee adibite all’alleggerimento dei pesi scaricati

dalle volte, evitando i contrafforti.

“PALAZZO DUCALE” (1340 – ‘400) è uno dei simboli della città di Venezia, nonché massima

espressione del gotico Veneziano. Le due facciate principali del Palazzo, in

stile gotico-veneziano rivolte verso la piazzetta ed il Molo si sviluppano su due livelli colonnati

sovrastati da un poderoso corpo a marmi intarsiati aperto da grandi finestroni ogivali, con

monumentale balcone centrale, e coronamento di guglie. Gli ariosi loggiati a colonnine ed

archi ogivali traforati, delimitati da balaustre, sono sorretti dal portico al piano terreno, che

deve l'attuale aspetto ribassato alle successive opere di rialzo della pavimentazione per

combattere il secolare innalzamento del livello marino, che hanno conferito un aspetto più

massiccio alle colonne sormontate da capitelli finemente scolpiti.

Il complesso verrà guardato come modello d’ispirazione nel ‘400.

A sua immagine nascono:

“CA’ D’ORO” (1421 – 1440) La facciara prospicente al Canal Grande è alleggerita da tre logge

sovrapposte ed è finemente decorata da intagli, con un’intelligente riutilizzo delle cornici

marmoree preesistenti.

“PALAZZO GIUSTINIANI E CA’FOSCARI” (prima metà XV sec.)

GENTILE DA FABRIANO (1370 c. – 1427)

Artista girovago, che si può considerare come un dei più grandi maestri del Gotico

Internazionale, in continuo movimento tra le corti e le città prestigiose. La sua pittura

appare caratterizzata da eleganza, estrema raffinatezza e sensibilità per la luce ed i

colori utilizzati, grande virtuosismo tecnico.

“MADONNA CON BAMBINO, I SANTI NICOLA E CATERINA E UN DONATORE” (1395 –

1400)

La scena mostra la Madonna col Bambino in trono, che guarda verso lo spettatore, affiancata

dai due santi, Nicola di Bari e Caterina, e dal donatore inginocchiato in basso, di proporzioni

più piccole, secondo la tradizione medievale, ma comunque considerevoli. Alcuni stilemi

rimandano inequivocabilmente alla tradizione tardogotica, come il cadere delle pieghe dei

panneggi in linee sinuose, l’attenzione rivolta al tappeto erboso, descritto con attenta cura.

“POLITTICO DI VALLE ROMITA”

Le stesse osservazioni possono valere per il Polittico di Valle Romita; le figure si stagliano su di

un fondo oro finemente lavorato, vestite di abiti e manti dei quali si riesce a percepire la

consistenza materica.

“ADORAZIOONE DEI MAGI” (1423)

La fase successiva della sua arte è testimoniata dall’Adorazione dei Magi dipinta su

committenza di palla Strozzi per la Cappella Strozzi in Santa Trinità a Firenze, dove si

percepisce una maggiore solidità nella definizione delle figure ed un interesse più pronunciato

per la resa dello spazio. La pala si presenta con uno spazio unificato entro il quale si dispiega

il racconto del corteo dei Magi; la narrazione del lungo viaggio che porta i Magi alla stella di

Betlemme, distinta in episodi sfruttando le lunette superiori della cornice. Il modo in cui è

organizzata la pala e la descrizione minuta di della natura, dei costumi esotici dei Magi e del

loro seguito fiabesco, costringono l’osservatore a soffermarsi in ogni singolo particolare. Il

corteo dei Magi era anche occasione per l’artista di ritrarre volti di contemporanei. La pala si

compone di tre tondi posti nelle cuspidi circondati da figure di profeti, ritraenti Cristo giudice

al centro, e l’Annunciazione ai lati. Si completa nel fondo di predella raffigurante le scene

della Natività, della Fuga in Egitto, e della Presentazione al tempio. L’opera si presenta come

prodigio di naturalismo e ricerca luminosa.

ANTONIO PISANO detto PISANELLO (1390 – 1450/55)

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
4 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aandreadrew94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Pattanaro Alessandra.