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Caratteristiche del testo scientifico

Una procedura che può creare pericoli = una procedura pericolosa.

Spersonalizzazione: Si usano forme impersonali per rendere la verità assoluta, questa tecnica è usata per distaccarsi dal testo dandogli una valenza assoluta, distaccata da chi scrive.

La dimensione lessicale

Nel testo scientifico ogni parola diventa termine, ovvero vuota di connotazioni relative ad una cultura o ad una lingua. Perciò è privo di sinonimi e non crea ambiguità.

La ricerca della non-ambiguità si realizza attraverso scelte stilistiche molto precise, che vanno fatte scoprire agli studenti che desiderano essere accettati in una comunità scientifica. Il lessico crea lo stile di una community e permette di integrarsi ed essere accettati in essa come professionista e non come dilettante.

Gli apparati: note, bibliografia, appendici e glossari

Molte comunità come ad esempio quelle storiche, filosofiche e letterarie, fanno molto affidamento sulle note per

integrare i contenuti.

Le appendici sono molto comuni nei saggi dove si devono fornire le prove di ciò che si espone. In tali saggi le dimostrazioni delle proprie teorie sono offerte con dati, tabelle, statistiche o grafici.

I glossari sono usati di frequente soprattutto quando i destinatari del testo sono neofiti della materia, servono da supporto per il lessico specifico che potrebbe risultare di difficile comprensione.

Per quanto concerne la bibliografia, ogni riferimento ad un autore per corroborare la propria tesi denota la corrente di pensiero alla quale si appartiene. I riferimenti ad autorità di ideologia dichiarata possono perciò darci un'anteprima sulla natura del testo con il quale ci confrontiamo.

Il testo scientifico, la dimensione multicodica

Come sappiamo il testo scientifico è farcito di grafici, figure, tabelle, diagrammi e così via. Usare questo sistema di riportare informazioni vuol dire:

  1. Usare il meccanismo che Roland Barthes
definisce relais, nel cui l'elemento iconico assume significato solo se collegato ad una didascalia e viceversa. 2. Attivare diversi tipi di intelligenza: quella logico-formale, linguistica e spaziale. La prima consiste nel buon funzionamento dell'emisfero sinistro analitico, la seconda nel saper usare e modulare un buon vocabolario, la terza infine concerna l'abilità di memorizzare oggetti e particolari nello spazio. 3. Sfruttare, perciò, le potenzialità del cervello al massimo. Pragmatica, argomentazione e glottodidattica del discorso accademico Logodeissi, discourse community e spersonalizzazione Il discorso accademico usa un sistema per organizzare il suo enunciato, cioè la deissi testuale che consta di cronodeittici e topodeittici. In questa maniera si orienta il destinatario nel reperimento delle informazioni, ad esempio: nel capitolo precedente, nel prossimo paragrafo, su questo ci soffermeremo dopo e simili. La deissi del discorso

è chiamata logodeissi perché fa riferimento al discorso stesso ed alle sue parti, dando vita a metadiscorsività. Il discorso attua perciò un controllo su sé stesso, dirige e modula l’attenzione dei destinatari facilitando la vittoria della comunicazione.

La divisione in parti o macrosequenze ha la stessa funzione, in altre parole, gerarchizzare le informazioni.

In aggiunta dobbiamo ricordare che il discorso deve fare i conti con la discourse community, cioè la comunità accademica. Esso ha l’obiettivo di estendere ed ampliare le conoscenze che il gruppo si prefissa di studiare, e persegue tale fine, tramite un linguaggio che si conforma ai meccanismi di interazione della comunità stessa, che risulta quindi formalmente marcata.

Quando il soggetto scrivente presenta il suo prodotto linguistico scientifico si allontana da esso usando una forma impersonale del verbo, in modo che il discorso possa autorappresentarsi ed essere

indipendente dal suo produttore. Forte di questa presunta imparzialità asoggettiva, il discorso può perpetuarsi nei tempi e luoghi più disparati. Dire x è vero, risulta più oggettivo di io so che x è vero, ciò è ovviamente un camuffamento dellaverità, una pura strategia discorsiva che ha l’unico fine di “negoziare la credibilità”. Essere credibili è, in definitiva, un fattore importantissimo, in quanto lo scopo del discorso è il far-sapere, cioè di trasmettere le conoscenze, cioè comunicare in maniera vincente. Infine, per redigere un discorso accademico sono utili alcune delle massime di Grice:

  1. Dà un contributo informativo non più ampio del dovuto.
  2. Non dire ciò che ritieni essere falso.
  3. Non dire ciò di cui non hai prove.
  4. Evita ambiguità.
  5. Sii chiaro, breve e ordinato nell’esposizione.

Reported speech, citazione,

argomentare in modo coerente e logico. Per creare una buona argomentazione, è importante utilizzare una serie di elementi strutturali e stilistici. Innanzitutto, è necessario introdurre il tema in modo chiaro e conciso, fornendo al lettore un contesto adeguato. Successivamente, si possono presentare le premesse, ovvero le affermazioni o i concetti che si ritiene siano universalmente condivisi. Una volta presentate le premesse, si può procedere con l'esposizione della tesi che si intende dimostrare. È importante che la tesi sia chiara, specifica e argomentata in modo convincente. A questo punto, è possibile utilizzare diverse strategie argomentative, come ad esempio l'uso di esempi, statistiche, citazioni o riferimenti a studi scientifici. Durante l'argomentazione, è fondamentale mantenere una logica coerente e evitare contraddizioni. È possibile utilizzare connettivi logici, come ad esempio "inoltre", "invece", "d'altra parte", per collegare le diverse parti dell'argomentazione e rendere il testo più fluido e comprensibile. Infine, è importante concludere l'argomentazione in modo efficace, riassumendo le principali affermazioni e sottolineando l'importanza della tesi sostenuta. Una buona conclusione può anche includere una riflessione finale o una proposta di azione. In conclusione, per creare una buona argomentazione è necessario utilizzare una serie di elementi strutturali e stilistici, presentare premesse condivise, esporre una tesi chiara e argomentata, utilizzare strategie argomentative efficaci e mantenere una logica coerente. Formattazione del testo

autodecentrarsi e di vestire i panni di chi esprime il proprio punto di vista. Una proposta glottodidattica per l'apprendimento della scrittura accademica

Il parlato e lo scritto

Il parlato e lo scritto sono due varietà diamesiche, la seconda nasce per memorizzare e trasmettere il parlato, rendendolo fruibile a distanza di tempo, conservandolo e perpetuandolo. La prima invece si distingue per la minore cura stilistica, per un necessario uso dell'aparatassi (più facile da gestire e più di frequente usata per economia) e per l'uso di implicati che si servono del contesto situazionale comune ai parlanti. Inoltre il parlato è soggetto ad un controllo meno rigoroso nel quale si evita la correzione di anacoluti o concordanze a senso.

Entrambe le esecuzioni orali e scritte sono oggetto di fluttuazioni di registro e stile in base a diversi fattori:

  1. Il setting: può dar luogo a formalità ed informalità.
  2. L'argomento: la

settorialità obbliga ad usare la microlingua, la scabrosità induce a riformulazioni allusive.

Gli interlocutori: lo status delle persone alle quali si rivolge può essere disparato e relativo all'asse diastratico e al grado di istruzione.

Dallo scopo comunicativo: Un testo sarà più o meno colloquiale o organizzato.

La Rete ha dato vita ad un nuovo tipo di scritto coadiuvato da una componente iconica, le cosiddette emoticons, che svolgono una funzione paralinguistica, ma anche linguistica perché possono sostituire un intero enunciato ed essere comunque portatrici di un significato di senso compiuto.

La scrittura accademica e le sue caratteristiche

Con l'aggettivo "accademica" ci si riferisce a quel tipo di scrittura rivolta agli specialisti e non allo studio degli studenti. La natura pragmatica di questo testo è produrre una nuova conoscenza. Come già menzionato, la scrittura accademica deve rispondere a

Delle esigenze di registro, stile e precisione. Ciò implica l'ovvio uso della microlingua, l'evitare gli eufemismi (costruzioni sintattiche che potrebbero dar luogo ad ambiguità) e gli iperonimi, ma non le metafore che fungono da riformulazioni alternative di un significato in termini più quotidiani. È fortemente preferibile usare costrutti prolissi e ridondanti, nominalizzare ed eliminare i costrutti relativi (vedi Sfide di Babele).

Lo stile americano (essay) impone una strutturazione diversa del saggio in quando la propria tesi deve essere presentata nell'introduzione e poi spiegata o dimostrata nel corpo del testo, il quale sarà chiuso con una conclusione che riassume in altre parole la propria tesi.

Lettura critica ed analisi dei testi

La lettura attenta di un testo è chiamata scanning, è un tipo di lettura più analitica che procede in modo lineare. Al contrario la search reading non è lineare, ma globale e

rapida; è sempre una lettura di ispezione. Lo skimming è invece un'analisi veloce del testo che serve a rintracciare informazioni che si sospettano essere presenti a priori, o a posteriori è utile per trovare parti del testo che si erano considerate utili. La lettura critica va oltre i possibili modi di confrontarsi con i contenuti di un testo, ma riguarda anche la presa di coscienza della qualità organizzativa di quest'ultimo, affinché lo studente possa avere un'idea riguardo le capacità argomentative dell'autore. La traduzione come strumento didattico

Tema importante della glottodidattica è la traduzione, e la sua adeguata applicazione. Nell'imparare a tradurre si perfeziona la propria competenza linguistica in una sorta di "imparare facendo". Insegnare come tradurre è quindi un processo indispensabile durante l'apprendimento della lingua straniera, infatti lo studente sarà motivato

ad usarla come strumento per la redazione di un prodotto finale. Il Quadro Comune la annovera fra le attività di riformulazione del testo come il riassunto o la parafrasi, ma dev'essere affiancata alla capacità di interagire in lingua straniera. Tramite queste due attività si può attuare una pratica efficace di mediazione linguistica fra due soggetti incapaci di comunicare, ma solo se si è coscienti delle differenze interculturali vigenti fra gli interlocutori. È consigliata per gli studenti avanzati B2 come strumento sia di metacompetenza linguistica sia di riflessione interculturale.

Content and Language Integrated Learning (CLIL)

È l'insegnamento di una materia usando la lingua straniera come lingua veicolare. È un approccio duale che permette di insegnare sia la lingua che i contenuti della materia. La lingua diventa medium e contenuto allo stesso tempo. Sono state portate prove a sostegno di un apprendimento più

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A.A. 2021-2022
20 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/02 Didattica delle lingue moderne

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher edoardodezi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica delle lingue straniere e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Desideri Paola.