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DA QUESTO PUNTO IN POI BISOGNA MOLTIPLICARE PER 2!
In questa tappa si forma un composto ad alta energia, l’1,3-bifosfoglicerato, per
mezzo dell’enzima gliceraldeide-3-fosfato deidrogenasi.
Il coenzima NAD+ è l’accettore di atomi di idrogeno nella reazione della
gliceraldeide-3-fosfato deidrogenasi. La riduzione del NAD+ ha luogo mediante il
trasferimento da parte dell’enzima di uno ione idruro (:H-) dal gruppo aldeidico della
gliceraldeide-3-fosfato all’anello nicotinamidico del NAD generando la forma ridotta
+
del coenzima NADH. L’altro atomo di idrogeno della molecola del substrato compare
nella soluzione sottoforma di ione H+. 12
Ci scostiamo ora leggermente dalla glicolisi descrivendo una particolare relazione tra
l’intermedio appena formato e una delle molecole più importanti per la sopravvivenza del
nostro organismo: l’emoglobina.
l’1,3-bifosfoglicerato continua tranquillo e beato la sua glicolisi, sappiate però si
può convertire anche in un altro intermedio: il 2,3-bifosfoglicerato, molto
importante nella regolazione dell’emoglobina.
L’emoglobina lega, con una certa affinità, l’ossigeno. il 2,3-bifosfoglicerato è una
molecola che si pone tra le subunità β dell’emoglobina e serve a regolare l’affinità per
l’ossigeno: quando aumenta il 2,3-bifosfoglicerato (in seguito ad un aumento della
via glicolitica), l’emoglobina tende a dissociare l’O .
2
Quando si ha un aumento della glicolisi, le cellule necessitano di una maggior
quantità di ossigeno per la fosforilazione ossidativa. Il 2,3-bifosfoglicerato è
presente in quantità elevate nei globuli rossi e ha la funzione di ridurre l’affinità
dell’emoglobina per l’ossigeno e favorire di conseguenza il rilascio dell’ossigeno alle
cellule dei vari tessuti.
Il 2,3-bifosfoglicerato è un intermedio della glicolisi che diminuisce l'affinità
dell'ossigeno per l’emoglobina. Una malattia genetica che causa la carenza di esochinasi
quindi:
A) Causerà un aumento dell'affinità dell'emoglobina per l'ossigeno
B) Causerà una diminuzione dell'affinità dell'emoglobina per l'ossigeno
C) Causerà un accumulo di prodotti intermedi della glicolisi
D) Lascerà invariata l'affinità dell'emoglobina per l'ossigeno
E) La carenza da esochinasi non influenzerà la glicolisi non essendo l'esochinasi un enzima
glicolitico
(Suggerimento: se manca esochinasi i prodotti intermedi della glicolisi aumentano, diminuiscono o
rimangono invariati?)
Qui non serviva imparare a memoria tutti gli enzimi della glicolisi ma se uno dà una rapida occhiata
alla glicolisi potrebbe ricordarsi che l'esochinasi è il primo enzima della via. Se manca esochinasi
TUTTI i prodotti intermedi della glicolisi vengono prodotti in minor quantità, compreso il il 2,3-
bifosfoglicerato. In questo modo l'emoglobina è libera dalla sua inibizione (! il 2,3-bifosfoglicerato
non viene prodotto a sufficienza per diminuire l’affinità dell’emoglobina) e trattiene molto di più
l'ossigeno, tanto che i soggetti affetti da questa carenza hanno difficoltà a cedere quantità adeguate di
ossigeno ai tessuti (l’emoglobina è legata fortemente all’ossigeno). Risposta corretta a.
13
VII° reazione Fosfoglicerato chinasi 3-FOSFOGLICERATO
1,3-BIFOSFOGLICERATO
Questa tappa è caratterizzata dalla vera e propria fase di recupero, che consiste nella
produzione di ATP (in questa reazione viene descritto un primo esempio di
fosforilazione a livello di substrato).
Attraverso l’enzima fosfoglicerato chinasi, infatti, l’1,3-bifosfoglicerato cede un
gruppo fosfato ad un ADP, che diventa ATP. Quindi l’1,3-BPG dona all’ADP il suo
fosfato e si formano quindi: 3-fosfoglicerato e una molecola di ATP.
Come già accennato, questo genere di produzione di ATP è definita
FOSFORILAZIONE A LIVELLO DI SUBSTRATO dal momento che la molecola
donatrice, l’1,3-bifosfoglicerato, è un substrato ad alto potenziale di trasferimenti di
un gruppo fosfato.
VIII° reazione
Le ultime 3 reazioni della glicolisi consistono nella conversione del 3-fosfoglicerato
in piruvato attraverso una concomitante conversione di un’altra molecola di ADP in
ATP.
L’enzima fosfoglicerato mutasi catalizza lo spostamento reversibile del gruppo
fosforico tra gli atomi di carbonio C2 e C3 del glicerato; avviene quindi un
riarrangiamento del 3-fosfoglicerato a 2-fosfoglicerato.
Fosfogliceromutasi
3-FOSFOGLICERATO 2-FOSFOGLICERATO
Mutasi sono enzimi che catalizzano il trasferimento di un gruppo funzionale da
#
una posizione all’altra della stessa molecola. Le mutasi sono una sottoclasse delle
isomerasi. 14
IX° reazione Enolasi
2-FOSFOGLICERATO FOSFOENOLPIRUVATO
La nona reazione della glicolisi è una disidratazione. E’ la seconda reazione glicolitica
che genera un composto con un alto potenziale di trasferimento del gruppo fosforico
ed è catalizzata dall’enolasi (liasi).
Enolasi enzima che promuove la rimozione reversibile di una molecola di acqua
#
dal
2-fosfoglicerato formando fosfoenolpiruvato.
Il 2-fosfoglicerato perde una molecola di acqua e si trasforma in un altro composto,
il fosfoenolpiruvato (PEP). Lo spostamento del fosfato dalla posizione 3 alla
posizione 2 serve a formare questo composto intermedio, che è estremamente
reattivo e anch’esso riesce a donare fosfato: dona il suo fosfato all’ADP e determina la
II° FOSFORILAZIONE A LIVELLO DEL SUBSTRATO.
Quindi durante la glicolisi, ci sono due fosforilazioni a livello del substrato: una ad
opera
dell’1,3-bifosfoglicerato ed una ad opera del fosfoenolpiruvato.
Dato che i composti a 3 atomi di carbonio sono due per ogni glucosio, in realtà si
generano 4 ATP, 2 per ogni composto a tre atomi di carbonio; ne abbiamo
consumati 2 e quindi generiamo 2 molecole nette di ATP. Questo è il bilancio in
ATP della glicolisi.
X° reazione
L’ultima tappa, irreversibile, è la sintesi del piruvato e dell’ATP, per mezzo
dell’enzima piruvato chinasi. Come già anticipato, è una reazione di fosforilazione a
livello di substrato che produce piruvato. 15
Piruvato chinasi
FOSFOENOLPIRUVATO PIRUVATO
Il piruvato però compare prima nella forma enolica; quest’ultima tautomerizza,
molto rapidamente e non
enzimaticamente, nella
forma chetonica del
piruvato che è quella
prevalente a
pH 7.0 la forma
# Piruvato chinasi
chetonica è infatti la più FOSFOENOLPIRUVATO ENOLPIRUVATO PIRUVATO
stabile.
Tautomerizzazione reazione chimica che serve per interconvertire i diversi
#
tautomeri
Tautomeria si intende una particolare forma di isomeria tra composti organici.
#
Dopo aver studiato la glicolisi e compreso la resa energetica che ne deriva, prova a
rispondere a questo semplice quesito.
Le moli di ATP prodotte direttamente nella trasformazione di 1mole di glucosio in
piruvato sono:
A) 2
B) 4
C) 6
D) 8
E) 10
2 molecole di 1,3-difosfoglicerato → 3-fosfoglicerato = 1 ATP x2 = 2. Poi 2 molecole di
fosfoenolpiruvato → piruvato = 1 ATP x 2 = 2. Totale 4 ATP. Risposta corretta: B
16
Ricapitolando… alla fine della glicolisi, abbiamo:
(1) la produzione finale di 2 molecole di ATP,
(2) due fosforilazioni a livello del substrato,
(3) formazione di 2 NAD ridotti (NADH) nel citoplasma
(4) e la produzione di un composto, il piruvato.
Di solito il piruvato viene poi destinato al ciclo di Krebs, in condizioni aerobiche.
Se invece la cellula si trova in condizioni anaerobiche, si verificano le
fermentazioni: tra quelle più note ricordiamo la fermentazione alcolica e la
fermentazione lattica. Questi due processi verranno spiegati in dettaglio nel
paragrafo successivo. LATTATO
Glicolisi PIRUVATO
GLUCOSIO ETANOLO
17
18
DESTINI DEL PIRUVATO
Cerchiamo di capire ora che fine fa il piruvato prodotto dalla via glicolitica. Sai bene
che alla fine della glicolisi vengono prodotte in totale 2 molecole di piruvato. Devi
sapere che questo piruvato può avere diversi destini:
1- In condizioni anaerobiche, può essere fermentato a lattato durante una (1)
vigorosa contrazione muscolare, (2) negli eritrociti ed in (3) alcuni
microrganismi (FERMENTAZIONE LATTICA).
2- Sempre in condizioni anaerobiche, può essere fermentato ad alcol nei lieviti
(FERMENTAZIONE ALCOLICA).
3- In condizioni aerobiche, invece, può essere convertito in acetil-CoA ed entrare nel
ciclo dell’acido citrico
(DECARBOSSILAZIONE Glucosio
OSSIDATIVA#CICLO DI Glicolisi
(10 reazioni
KREBS#FOSFORILAZIO successive)
NE OSSIDATIVA). Condizioni Condizioni
2 Piruvato
anaerobiche anaerobiche
Condizioni
aerobiche
Fermentazione lattica 2 Etanolo + 2 CO 2 Lattato
2 2 CO 2
FERMENTAZIONE
Studiando i capitoli precedenti, AD ALCOL IN 2 Acetil-CoA
LIEVITO
hai imparato che durante le
reazioni della glicolisi vengono
prodotti coenzimi ridotti, in
particolar modo il NADH. Il 4 CO + 4 H O
2 2
fatto che questo NADH possa ANIMALI, PIANTE SOTTO
trasferire elettroni alla catena CONDIZIONI AEROBICHE
di trasporto mitocondriale, comporta che ci deve essere ossigeno come accettore
degli elettroni.
L’ossigeno (O ) è, infatti, l’accettore finale di elettroni nella respirazione cellulare aerobica: viene
2
ridotto (ovvero riceve elettroni) ad acqua (H O)).
2
La presenza di ossigeno è quindi necessaria perché il trasferimento di elettroni del
NADH a qualcos’altro porti alla rigenerazione del NAD+. Il NAD+ così rigenerato
(quindi riossidato) serve per la reazione della gliceraldeide-3-fosfato deidrogenasi
(VI° reazione della via glicolitica): in questa reazione, come saprai, vengono trasferiti
elettroni al coenzima che, di nuovo, si riduce a NADH.
Attenzione però, perchè può succedere che siano presenti condizioni di anaerobiosi,
cioè che ossigeno molecolare non sia disponibile come accettore di elettroni per il
NADH. Questo succede regolarmente in organismi prettamente anaerobici. Ma può
succedere anche in organismi aerobici che possono trovarsi in condizioni di
19
anaerobiosi in situazioni particolari: vale, ad esempio, anche per l’uomo durante
condizioni in cui l’ossigeno è disponibile, ma le condizioni metaboliche lo rendono
inutilizzabile.
Specifichiamo che l’anaerobiosi nell’essere umano è di due tipologie:
Costitutiva: caratteristica dei globuli rossi. I globuli rossi