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BPG).
La reazione è' catalizzata da gliceraldeide 3-fosfato deidrogenasi e puo’essere considerata
come la somma di 2 reazioni:
⦁ l’ossidazione dell’aldeide ad acido carbossilico mediata dal NAD+
⦁ l’unione dell’acido carbossilico e dell’ortofosfato per formare il prodotto finale
acilfosfato
Riesco ad avere reazioni accoppiate quando ho un intermedio in comune tra le due
reazioni. Nel nostro caso l'intermedio è l'acil tioestere che si forma dalla gliceraldeide 3-
fosfato deidrogenasi.
Nel sito ho un residuo di glutammato che accetta protoni, e un gruppo sulfidrilico (-SH)
di una cisteina. Quando arriva la GAP, il glutammato prende l'idrogeno del gruppo -SH e
lo zolfo attacca il gruppo carbonilico, formando un intermedio tioacetale. Il tioacetale
+
viene ossidato e gli elettroni passano al NAD che si riduce a NADH. Il gruppo aldeidico
è ossidato ad acido carbossilico e si forma un -S-C(=O)-R cioè un acil tioestere.
L'Acil tioestere è l'intermedio di questa reazione, cioè è quello che si forma nella fase
ossidativa e viene usato dopo per essere fosforilato. Il tioestere ha un legame ad alta
energia, quindi viene facilmente fosforilato ed è rilasciato 1,3-bifosfoglicerato. Esce
+
NADH e rientra NAD , così rinizia il giro. 3
NB
Se l'ossidazione non fosse assicurata dalla fosforilazione, la fosforilazione non
avverrebbe. L'inserimento di un gruppo fosfato ha ΔG>0 (può variare tra +30 e +50)
quindi non è possibile da sola. Di fatto la reazione di ossidoriduzione ha ΔG<0 (favorita
termodinamicamente) e se associata con la reazione con ΔG>0 può farla avvenire.
Tuttavia la reazione non è completamente esoergonica, ho bisogna di un dispendio di
energia. Si attacca alla reazione successiva, tappa 7
NB
La caratteristica del coenzima NADH è di trasportare gli elettroni, ma di non essere
legato covalentemente; non è un gruppo prostetico, a differenza del FAD che è sempre
legato covalentemente all'enzima. Questo ha un'importanza quando dovremo rigenerarlo
alla fine della reazione.
7° TAPPA – Trasferimento del gruppo fosforico dall' 1,3-BFG all'ADP
E' reversibile
E' catalizzata dalla fosfoglicerato chinasi
L' 1,3-bifosfoglicerato cede il suo gruppo fosfato all'ADP per dare ATP e 3-
fosfoglicerato.
Questa reazione è una fosforilazione del substrato: 1,3-BPG è un componente ad alta
energia, più dell'ATP quindi cedo un gruppo fosfato ad ADP e formo le prime due ATP
(2 perchè tutto ciò che si spende e si guadagna è doppio, causa isomerizzazione).
La tappa 6 è resa possibile perchè accoppiata alla 7
Tappa 6 ΔG = +6,3 kJ/mol
Tappa 7 ΔG = -18,5 kJ/mol
TOT ΔG = -12,2 kJ/mol
L'intermedio comune è 1,3-BPG: ciò rende le reazioni termodinamicamente favorevoli e
il flusso può continuare verso la formazione di piruvato.
8° TAPPA – Conversione del 3-fosfoglicerato in 2-fosfoglicerato
E' reversibile
Il gruppo fosfato si sposta dalla posizione 3 alla posizione 2.
E' catalizzata dalla fosfoglicerato mutasi: nel sito dell'enzima, c'è residuo di istidina che è
stato fosforilato. Arriva 3PG (3-Fosfoglicerato) e un gruppo fosfato viene trasferito in
posizione 2; in questo modo si forma il complesso 2,3-BPG enzima. Il complesso 2,3-
BPG enzima cede poi il gruppo fosfato del C3 e si forma il complesso 2PG-fosfoenzima
che poi viene eliminato dall'enzima.
Quindi il trasferimento avviene per scambio di un gruppo fosfato con l'enzima, non c'è
consumo di energia. Lo spostamento del gruppo fosfato è importante per la tappa
successiva 4
9° TAPPA – Deidratazione del 2-fosfoglicerato a fosfoenolpiruvato (PEP)
E' reversibile
Processo di deidratazione in cui è tolta una molecola d'acqua e si forma un doppio
legame. Ottengo il fosfoenolpiruvato (PEP).
È catalizzata dalla fosfopiruvato idratasi (o dall'enolasi?)
PEP, come 3PG, è un composto ad alta energia (più dell'ATP) che può cedere ad ADP il
gruppo fosfato.
10° TAPPA – Trasferimento del gruppo fosforico da PEP all' ADP
E' irreversibile
Il PEP cede un gruppo fosfato ad ADP per formare ATP e piruvato.
È catalizzata dalla piruvato chinasi.
La formazione di piruvato avviene per stabilizzazione tramite tautomerizzazione: è il
riarrangiamento del piruvato dalla forma enolica a quella chetonica. Essa è importante
perchè avviene con un salto di energia.
Anche qui ho fosforilazione a livello del substrato, con la formazione di due molecole di
ATP in una reazione metabolica.
Il ΔG è -46 kJ/mol, ciò significa che nel piruvato rimane intrappolata energia destino
→
del piruvato.
CONTO: + +
Glucosio + 2ATP + 2NAD + 2ADP + 2Pi 2Piruvato + 2NADH + 2H + 2ATP +
→
2H O
2 DESTINI DEL PIRUVATO
Il piruvato può subire tre destini diversi a seconda di presenza di O , ultimo accettori di
2
elettroni portati dal coenzima.
⦁ Aerobiosi (Ciclo di Krebs + catena respiratoria) NADH cede elettroni a O e si
→ 2
+ +
riossida a NAD . E' importante perchè il NAD serve nella glicolisi (ossida aldeide ad
+
acido carbossilico, gli elettroni dati a NAD ). Il NADH porta gli elettroni alla catena
+
respiratoria e NAD torna disponibile nel citosol.
⦁ +
Anaerobiosi (muscolo sotto sforzo) il NAD viene rigenerato dalla riduzione del
→
piruvato a lattato.
⦁ Organismi in condizioni di anaerobiosi fermentazione alcolica
→
CONTROLLO DELLA VIA GLICOLITICA
Le reazioni irreversibili sono quelle per cui i reagenti sono lontani dall'equilibrio, perchè
l'enzima è troppo lontano. Il substrato non riesce a raggiungere l'equilibrio con il
prodotto. L'unico modo per modificare la velocità è il controllo.
Esse sono tappe importanti; di solito nel metabolismo la prima tappa,che è sempre
5
irreversibile, determina il destino di quella molecola. Nella glicolisi non è così: pur
essendo la prima tappa irreversibile e controllata, non è la tappa di controllo del flusso
metabolico.
Ciò è dovuto dal fatto che il glucosio può subire destini diversi a seconda delle esigenze
cellulari:
⦁ deposito sotto forma di glicogeno
⦁ sintesi di matrice e polisaccaridi della parete cellulare
⦁ ciclo dei pentosi (→ forma ribosio-5-fosfato)
⦁ ossidazione tramite glicolisi a piruvato
1° REAZIONE
E' catalizzata dall'esochinasi, una classe di enzimi molto ampia. Le più importante per noi
sono l'esochinasi I e l'esochinasi IV
ESOCHINASI I ESOCHINASI IV
LOCALIZZAZIONE Presente in tutti i tessuti Presente solo a livello epatico
CARATT. CINETICHE A bassissime concentrazioni di Ha Km maggiore, quindi bassa
glucosio è velocissima. Km affinità per glucosio.
bassa, quindi alta affinità per il
glucosio.
FUNZIONI Fornisce l'energia necessaria a Interviene nel fegato utilizzando
cervello e muscoli glucosio 6-fosfato per
aggiustare la glicemia.
REGOLAZIONE Viene inibita con feedback È attivata e disattivata da una
negativo: più il prodotto proteina regolatrice: èuna
aumenta e più aumenta il proteina nucleare di legame che
controllo negativo nel senso che attrae l’esochinasi IV nel nucleo
rallenta la velocità dell'enzima. quando la concentrazione del
fruttosio-6-fosfato nel fegato è
elevata,e la rilascia nel citosol
quando la concentrazione del
glucosio è alta.
3° REAZIONE
La terza reazione della glicolisi viene modificata allostericamente o attraverso controllo
ormonale. Essa è una tappa di controllo in quanto indirizza il glucosio verso il suo destino
glicolitico.
La fosfofruttochinasi-1 (PFK-1) catalizza la reazione per formare fruttosio 1,6-BP da
fruttosio 6-P.
La reazione è fortemente controllata perchè è importante la velocità.
Allosterici negativi
⦁ ATP Una elevata concentrazione di ATP inibisce l'enzima diminuendo la sua affinità
→
per il fruttosio-6-fosfato 6
Allosterici positivi:
⦁ AMP Una elevata concentrazione di AMP rimuove l'inibizione esercitata da ATP
→
Muscolo
Usa la glicolisi per formare ATP, quindi il controllo si basa su sensori energetici:
⦁ quando l'ATP è bassa la velocità aumenta
⦁ quando l'ATP è alta inibisce l'enzima PFK2 (controllo di tipo allosterico)
L'ATP è un allosterico negativo, mentre l'AMP è allosterico positivo.
Vi è anche un altro inibitore che è la concentrazione di energia ionica (concentrazione di
+
ioni H ). Quando il muscolo è sotto sforzo il piruvato viene ridotto a lattato. In questa
+ +
reazione vengono prodotti H . L'aumento di H fa iniziare la glicolisi per produrre ATP
Fegato
La PFK1 nel fegato è inibita dal citrato, un intermedio del ciclo dell’acido citrico. Un
elevato livello di citrato nel citosol segnala che i precursori biosintetici sono abbondanti,
e che non è più necessario degradare il glucosio per produrne ancora. Il citrato inibisce la
PFK1 incrementando l’effetto inibitorio dell’ATP. La PFK1 è attivata allostericamente
dal fruttosio 2,6-bifosfato (è un allosterico positivo).
PFK1 è un enzima tandem con il sito cinosico e fosfatasico. Il fegato non sente i segnali
di ATP e AMP (quelli energetici) ma sente quelli glicemici, grazie all'arrivo di due
ormoni: il glucagone e l'insulina. In risposta agli ormoni si attivano due siti diversi, sito
cinasico e fosfatasico.
Ipoglicemia
Il glucagone stimola il recettore a 7 eliche transmembrana accoppiato alla proteina Gs:
essa scambia GDP con GTP formando AMP ciclico. La proteina cinasi si attiva ( il
segnale sul substrato enzimatico è una fosforilazione) e il glucagone fosforila la PFK2. La
conseguenza della fosforilazione è che inibisce il suo sito cinasico e si attiva il sito
fosfatasico. Il sito fosfatasico taglia il fosfato e così il fruttosio 2,6-bifosfato diventa
fruttosio-6-fosfato. La concentrazione di fruttosio-2,6-bifosfato ha per lo più controllo
allosterico positivo la velocità della glicolisi diminusice.
→
Iperglicemia
L'insulina defosforila la PFK2. In questo modo inibisce il sito fosfatasico e attiva il sito
cinasico. Aumenta l'attività cinasica e si passa da fruttosio 6-fosfato a fruttosio 2,6-
bifosfato quindi aumenta controllo allosterico positivo della glicoli