Anteprima
Vedrai una selezione di 6 pagine su 21
1) Gli spazi urbani greci, l’architettura greca e l'ellenismo Pag. 1 1) Gli spazi urbani greci, l’architettura greca e l'ellenismo Pag. 2
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
1) Gli spazi urbani greci, l’architettura greca e l'ellenismo Pag. 6
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
1) Gli spazi urbani greci, l’architettura greca e l'ellenismo Pag. 11
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
1) Gli spazi urbani greci, l’architettura greca e l'ellenismo Pag. 16
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
1) Gli spazi urbani greci, l’architettura greca e l'ellenismo Pag. 21
1 su 21
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

ARCHITETTURA GRECA

LA CIVILTÀ GRECA

All'interno della civiltà greca si afferma una nuova visione del mondo per due aspetti fondamentali:

  1. La scoperta dell'uomo teoretico: l'uomo non si limita più a conoscere la realtà, ma la conosce per intervenire su di essa (pensiero razionale);
  2. Scoperta della coscienza individuale e conseguente valorizzazione della dignità e della libertà del singolo.

GLI SPAZI URBANI GRECI

I greci preferiscono considerare gli spazi urbani come una piccola sezione del paesaggio infinito entro il quale gli edifici sono inseriti, non secondo rigidi schemi prestabiliti, ma in armonia con la natura, sentimento che nasce proprio dalla contemplazione della bellezza della propria terra.

L'ACROPOLI E L'AGORÀ

La città greca per antonomasia è la polis, città stato, solitamente fortificata da una cinta muraria, divisa in 3 zone:

  1. Le aree private, occupate dalle abitazioni;
  2. Le aree sacre dove sorgono i tempi dedicati agli dei e situate nella parte alta della città: le acropoli;
  3. Le aree pubbliche destinate alle riunioni politiche, al commercio, al teatro … costituite dall’agorà;

L'acropoli L'impianto dei santuari è determinato dalla natura e dal rango delle divinità e dalle tradizioni locali di culto; i luoghi privilegiati sono: boschi, fonti, ambienti naturali particolari e aree in posizioni elevate rispetto all’agorà.

A queste esigenze rispondono le acropoli: le parti più alte della città, adatte ad essere difese e trasformate in rocca, rappresentavano l’ultimo baluardo in caso di assedio, e proprio per questo che in essa si costruivano edifici sacri.

Il luogo sacro (temenos) era delimitato da una recinzione realizzata in forme non geometriche che seguivano i perimetri accidentati del terreno, evidenziando la stretta aderenza alla bellezza della natura e stimolandolo il moto al fine di apprezzare il tempio da più punti di vista.

La formazione dell’acropoli di Atene Fin dall’epoca micenea (XX Secolo AC) sulla sua sommità si trovava il palazzo del re (Anax) ed intorno al XIII secolo vi fu innalzata la prima cinta muraria fortificata.

Con l’accrescimento dell’importanza di Atene (in modo particolare nell’età di Pisistrato, VI Secolo) l’acropoli si è via via arricchita di edifici sacri.

Dopo le distruzioni operate dai persiani cominciò la ricostruzione, prima sotto Temistocle e poi sotto Cimone, ma con Pericle l’acropoli raggiunse il suo massimo splendore con il grande progetto di Ictino e Mnesicle che imprime all’acropoli la sua immagine definitiva secondo un impianto dominato da 3 edifici: Propilei, Eretteo, Partenone.

L'agorà L'agorà era il centro della vita pubblica, sede del commercio, degli affari e delle attività collettive della polis.

Gli edifici pubblici formano una cornice architettonica della piazza nella quale corporazioni e mecenati promuovevano la costruzione di porticati, altari, fontane e statue.

Gli edifici rappresentativi dell'architettura civile sono:

  • Il pritaneo: nel quale si esercitava la più alta magistratura e custodiva gli archivi più preziosi;
  • Il bouleuterion: sede dell'assemblea consiliare, costituita da sale rettangolari colonnate;
  • La stoà (porticato): esso non solo delimita con precisione gli spazi, ma ne costituisce un motivo decorativo e un riparo per i pellegrini e per gli abitanti;
  • Il ginnasio: luogo destinato alla formazione intellettuale ed all'addestramento fisico;
  • Il teatro: dove si recitavano i drammi (tragedie e commedie).

IPPODAMO DA MILETO

Mileto, Pireo, Priene

Una delle sostanziali differenze tra arte classica greca e l'ellenismo era che le regole codificate cominciavano ad essere viste come canoni proporzionali non legati a una scala determinata, ma qualsiasi scala. Proprio nel momento di passaggio tra arte classica ed ellenismo si compì il tentativo di Ippodamo da Mileto di applicare i concetti di regolarità geometrica ad un'intera città.

La scacchiera tipica ipotizzata da Ippodamo si basava su 3 assi longitudinali, chiamati Decumani, che procedevano in direzione est-ovest, intersecati perpendicolarmente da altri assi, detti Cardi, in direzione nord-sud. L'intersezione di questi assi determinava isolati rettangolari. Si impone soltanto la regola dello squadro, lasciando che il reticolo stradale si adatti liberamente al terreno e alle necessità funzionali, senza assegnare alla città un contorno geometrico semplice: le cinte murarie, se presenti, sono irregolari (Priene).

Mileto La prima attuazione di questa teoria si riscontra a Mileto (dirante la ricostruzione del V secolo successiva alla distruzione persiana), dove il perimetro frastagliato della penisola sulla quale sorgeva la città era occupato da una scacchiera di lotti separati dalle vie. Parte dei lotti era riservato agli edifici pubblici, articolati su due braccia che collegano i porti principali separati dal promontorio e dal teatro. Nel punto di giunzione delle braccia sorge l'agorà, circondata da portici.

Sulla direttrice nord si succedono: il bouleuterion, il ginnasio, il santuario di Apollo ed i mercati e depositi del porto; a ovest si estendono altri mercati ed il tempio di Atena.

Gli altri quartieri, divisi in 3 blocchi, sono riservati alle abitazioni, articolate in tanti isolati regolari.

Portici e colonnati costituiscono l'ossatura di queste composizioni, unendo costruzioni di carattere diverso e sottolineando l'orientamento degli assi principali.

Ordine Dorico

La colonna dorica non ha una base, ma poggia direttamente sullo stilobate.

Il fusto della colonna è rastremato verso l’alto e presenta scanalature poco profonde unite a spigolo vivo, presenta nella parte terminale da uno a tre tagli orizzontali (hypotrachelion, ipotrachelio) oltre i quali proseguono ancora per breve tratto le scanalature; sotto l’echino da 3 a 5 anellini terminano le scanalature.

Il capitello, che media il passaggio da elementi verticali ad orizzontali, è costituito dall’echino e dall’abaco; l’echino in periodo classico rassomiglia molto ad un tronco di cono, mentre è schiacciato e sporgente in periodo arcaico; l’abaco ha la forma di un parallelepipedo a base quadrata.

Sopra ai capitelli si trova la trabeazione, costituita dall’architrave, dal fregio e dalla cornice.

L’architrave è liscio.

Nel fregio si susseguono a ritmo alternato le metope (tavolette quadrate lisce o con bassorilievi) e i triglifi (tavolette rettangolari con scanalature verticali).

Tra l’architrave e il fregio è presente una striscia piatta e sporgente (taenia), sotto la quale in presenza dei triglifi è disposto un listello con gocce (regula).

La trabeazione si conclude con la cornice (geison) che sporge e presenta nella parte inferiore mutuli e gocce, e nella parte superiore una gronda.

Ordine Ionico

A differenza della colonna dorica, quella ionica presenta una base, in genere costituita dal susseguirsi di toro-scozia-toro, mentre il plinto quadrato viene aggiunto solo in un secondo tempo.

Il fusto ha scanalature che non si incontrano a spigolo vivo, ma sono separate da sottili strisce piane (angolo morto).

Il capitello ionico è costituito da un abaco schiacciato e da un echino a pianta circolare tagliato ad ovuli e racchiuso in un cuscino che si arrotola a formare due volute.

La trabeazione era originariamente composta solo da un architrave diviso in 3 fasce e da una cornice formata da elementi aggettanti e da dentelli.

Quando l’ordine ionico si trapianta in Attica, la trabeazione si arricchisce di un fregio trattato a bassorilievi posto sopra l’architrave.

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
21 pagine
1 download
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lugiank di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura ed estetica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Lerza Gianluigi.