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GIOVANNI BOCCACCIO

Grande autore sperimentale, scrittore a 2 teste: Opere giovanili: in volgare, ispirate al codice cortese che valorizza la figura e il ruolo della donna. Opere senili: in latino, con accenni misogini, rivolte alla cerchia dei dotti. Questo passaggio è dovuto, per molti, all'incontro con Petrarca nel 1350 e all'assunzione dei voti nel 1360. In realtà le cose sono più complesse: Boccaccio non visse una reale conversione, piuttosto si è mosso sempre fra due modelli culturali: uno filogino incentrato sul rapporto amore/poesia, l'altro misogino incentrato sulla ricerca della sapienza. Ha riscattato i temi popolari (cultura bassa) rielaborandoli in opere erudite (cultura alta). L'incontro con l'ambiente napoletano, evoluto culturalmente, lo spinse verso la letteratura mezzana, con l'obbiettivo di soddisfare un pubblico nuovo. Nasce nel 1313 a Firenze. Si sposta a Napoli col padre, un mercante. Qui a contattocon la corte angioina, nonostante gli studi giuridici, nutre unapassione per l'attività letteraria. Comincia gli studi letterari, contro lavolontà del padre.La conoscenza del mondo mercantile e gli studi del diritto canonico, la sua matrice fiorentina, si riverbereranno nella sua attività letteraria.A Napoli vi è una matrice angioina, dunque un modello cortese che vede nella liberalità, nella magnificenza e convivenza festosa, nel valorizzarel'amore come perfezionamento dell'amante il centro della produzioneculturale.CACCIA DI DIANA -poemetto di 18 canti di terzine endecasillabi si riverberala matrice fiorentina, basata sul volgare e le attività pratiche. Rappresenta lacorte angioina in una cornice mitologico-allegorica. Qui esalta le donnenapoletane riprendendo la contrapposizione fra Diana (dea della caccia) eVenere (dea dell'amore).FILOSTRATO - primo poema della letteratura italiana, in ottave, si

Ispirò agli huitains francesi e alla poesia popolare. Storia del triste amore di Troilo per Criseida.

FILOCOLO – primo romanzo in prosa italiano. Narra dell’amore fra Florio e Biancifiore, allontanati per volere dei genitori di Florio. Boccaccio declina la storia, conosciutissima nel Medioevo, allegoricamente.

TESEIDA – Rivendica l’aver aperto il volgare alla narrativa epica dedicata alla guerra e all’onore. Poema di ottave in 12 libri. Le gesta di Teseo fan da sfondo all’amore fra Arcita e Palemone, innamorati di Emilia. Molti riferimenti al codice cortese vi sono nel poema.

ELEGIA DI MADONNA FIAMMETTA – ispirato alle Heroides ovidiane, primo romanzo in prosa occidentale in cui narra una donna la propria storia. Fiammetta esprime il suo dolore per il tradimento e l’abbandono di Panfilo, tornato a Firenze. Molti i riferimenti all’ambiente cortese napoletano, da cui Boccaccio trae molti spunti per poter narrare la vicenda.

In queste prime

Opere si nota la forte influenza dell'ambiente napoletano e una tendenza allo sperimentalismo (prosa, poesia, terzine, ottave...)

Dante nel De vulgari eloquentia, nel II libro scrive come fra i magnalia (grandi temi della poesia) vi erano salus, venus e virtus: il primo, salus, uso delle armi, non era stato ancora affrontato da nessun poeta italiano: Boccaccio, parlandone, si candida a riempire questo vuoto, come poeta epico.

1340 torna a Firenze per la crisi economica. Scrive molto:

COMEDIA DELLE NINFE FIORENTINE - narra l'incontro di sette ninfe con il pastore Ameto. Le ninfe sono allegoria delle 7 Virtù: educano Ameto, emancipandolo dalla sua condizione rozza.

AMOROSA VISIONE - poema allegorico in terzine, illustra la sala di un castello. Sulle pareti sono rappresentati: i seguaci della Sapienza, coloro che aspirarono alla vita mondana, chi all'avarizia e il trionfo di Amore.

NINFALE FIESOLANO - poemetto pastorale in ottave dedicato

alle mitiche origini di Firenze, intorno all'amore fra Africo e Mensola. Viaggia in questi anni, incaricato dal Comune fiorentino, in Romagna, mettendosi in contatto con i luoghi frequentati da Dante Alighieri. La sua devozione al maestro si evince dal BUCCOLICUM CARMEN che reinterpreta le Bucoliche virgiliane in chiave politica. META' SECOLO La peste condizionerà l'attività boccacciana. Essa spinse gli uomini a vivere una catastrofe culturale, scadendo nella xenofobia. DECAMERON - Boccaccio comincia a raccogliere materiale che avrebbe dato vita al Decameron. Egli riprende lo schema narrativo della Commedia: al posto della selva c'è la pesta, "orrido cominciamento" che cede il passo a cose più dilettevoli poi. L'Introduzione spiega la peste e lo scenario che creò: chi evita le persone, le loro cose, chi si chiude in casa; l'unica medicina è il bere assai e l'andar cantando. Gli istituti civilie religiosi sono indeboliti e non riescono a fermare il disgregarsi della società. Usa un linguaggio tragico, uno stile elevato. Cominciato nel 1349 e concluso nel 1360. Boccaccio lo copia in un codice autografo, fu copiata sia da copisti per passione, sia da copisti di mestiere. Inizialmente si diffuse molto sull'asse Firenze-Napoli che ebbe grande importanza per la diffusione dell'opera. Come chiarisce il Proemio, Boccaccio attinge a molte forme diverse di Amore e Fortuna, e specifica la molteplicità dei casi che vi si troveranno. Come conferma anche la Conclusione, importante sarà la varietà all'interno del libro: di temi, personaggi, stili e registri. Una la narrazione breve, seguendo il modello retorico della quaestio che pone due poli contrapposti di un problema. Nel Proemio egli stesso conferma la varietà dicendo di aver voluto raccontare 100 novelle, o favole, o parabole, o storie. Non è facile capire segli ultimi tre sono da intendere come sinonimi di novelle. Novella indicava nel Medioevo il racconto di un evento-novità, funzionalizzato al progetto educativo: la novella boccacciana non è però solamente didascalico-educativa, ma si innova svincolandosi dal discorso morale. La risoluzione di una situazione complessa in Boccaccio non risponde a astratte categorie morali, ma è il frutto di un conflitto fra diverse prospettive. Oltre alla valorizzazione della varietà e della problematicità, nell'Introduzione alla prima giornata, i ragazzi si interrogano su quale attività dedicarsi: alla proposta di giocare (dove possono nascere conflitti), Pampinea contrappone il novellare (nessun conflitto, soltanto diletto). Novella è dunque più un verbo che un sostantivo, un'azione che risponde ad un insieme di regole e convenzioni riconosciute ed eseguite. 100 racconti brevi in una cornice: il Decameron è una sintesi di.brevitas e narrazione, realizzata sui modelli del dialogo e del racconto orientali.
Boccaccio offre una sintesi fra questi e gli exempla occidentali, ibridandoli, realizzando un nuovo schema narrativo, la cornice che sintetizza ciò che vedremo nel libro.
Possiamo individuare 3 cerchi concentrici nel Decameron:
1. - Proemio, dove troviamo l'Autore (non Boccaccio) che si rivolge ai destinatari dell'opera, le donne dotate di animo sensibile e cultura sufficiente per poter leggere il libro. Non è una definizione di pubblico da prendere alla lettera, ma ci dice che il pubblico alla portata di questo lavoro va dai sapienti agli analfabeti.
- Introduzione IV giornata, dove si difende da 5 accuse narrando prima un racconto:
I. Scelta delle donne come destinatarie privilegiate.
II. La sconvenienza per la materia trattata, bassa per un autore maturo.
III. La futilità dei racconti narrati.
IV. La scarsa remuneratività della scrittura novellistica.
V. La falsità.

dei racconti.- Conclusione, dove si difende da possibili domande che le lettrici potrebbero porgli, affermando che non vi sono criteri morali nel libro. Inoltre afferma che così come i ragazzi dialogano fra loro con le novelle, le lettrici riusciranno a dare le proprie interpretazioni in base al proprio livello culturale. Egli inoltre parla dell'inserimento di rubriche che fungono da contraltare alle novelle: le rubriche sono orientate verso la conclusione dell'evento narrato, le novelle verso le cause emotivazioni che conducono a quella conclusione. Boccaccio dunque attribuisce l'immagine del libro a un titolo e a un autore.

2. Caratterizzato dalla novella portante: i narratori raccontano le novelle. La cornice serve per tenere insieme i racconti, usata per coordinare e tenere insieme le attività dei ragazzi nel contado. Il novellare è dunque un'attività regolata: anche il concedere a Dioneo di non seguire il tema è simbolo

dell'unità dei ragazzi.- Il sistema di regole è offerto nel discorso di Pampinea alle altre ragazze per convincerle a seguirla nel contado, con termini di rilievo come allegrezza, festa, piacere... il tutto condensato nel termine "onestamente": onestà è un lemma molto importante nell'opera.- Le tensioni che a volte agitano la brigata mostra come la cornice non abbia solo una ragione architettonica (tenere insieme i racconti) ma anche dinamica: rappresenta la tensione fra principio dell'onesto e ricerca del piacevole.- Le regole si fondano dunque sul principio dinamico della circolazione narrativa.

3. Dove si collocano le 100 novelle.- I TEMI divisi per giornate:

I. tema libero.

II. Si ragiona di chi, infestato da varie cose, abbia raggiunto un lieto fine.

III. Si ragiona su ciò che, desiderando molto, la si prendesse o recuperasse.

IV. Si ragiona di coloro che ebbero amori infelicemente terminati.

V. Sull'avvento di amori

felici dopo sventure.

VI. Di chi evita i pericoli dopo le tentazioni.

VII. Delle beffe di donne ai mariti senza che questi se ne accorgano.

VIII. Beffe che uomo e donna reciprocamente si fanno.

IX. Tema libero

X. Chi opera liberalmente o magnificamente cose intorno a fatti d'amore o altro.

Amore (tragico IV), (lieto fine V); comicità (VI, VII, VIII); fortuna (II); liberalità e magnificenza (X).

I PERSONAGGI: Boccaccio inserisce un gran numero di personaggi, dando corpo ad una importante stratigrafia sociale. Prevale la classe mercantile. La più descritta in termini negativi è la classe religiosa le cui caratteristiche principali sono l'ipocrisia e la lussuria: il tema amoroso è centrale nel Decameron e talvolta funge da monito di riscatto per i religiosi.

Dettagli
A.A. 2019-2020
6 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

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