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Estratto del documento

Il tema della caccia viene ripreso in una serie di

dettagli decorativi, enfatizzando e manifestando

l’influenza di Loos, come ad esempio

nell’affresco che decora l’interno del porticato

delle cucine, il quale raffigura il sogno del

cacciatore e del pescatore, tale affresco

rappresenta un’idea quasi rinascimentale, dove

attraverso le decorazioni venivano espresse le

funzionalità dell’edificio.

L’architettura di Loos viene ricordata anche

nelle forme stesse dell’edificio, osservando il

fronte verso il bosco infatti sono evidenti i

volumi molto semplici e una regolare

ripartizione delle aperture, è inoltre visibile in

tale immagine una sorta di ponte che pare

congiungere la casa al giardino. Osservando attentamente l’esterno della

villa si nota come la tessitura in mattoni

conferisca una certa orizzontalità

all’edificio, chiaro rimando allo stile

Wrightiano. Tale villa però è

caratterizzata dal fatto che essa si

presenta come essere senza fronte , in

quanto sono presenti molteplici punti

d’accesso, dove nessuno ad un primo

sguardo pare essere di minore

importanza dell’altro.

Giungendo nel sito con l’automobile si

passa d’avanti a tale facciata, avente

presumibilmente una funzione di

ingresso, ma il percorso che si è

obbligati a seguire aggira tale lato diretto

verso al campagna e conduce sul lato

che si affaccia sul bosco, reale ingresso

dell’abitazione. La facciata che si prostra

verso la campagna è di evidente

riferimento classico, è infatti una facciata

monumentale,

caratterizzata da un cornicione plastico,

sulla sua superfici non vi sono vere proprie

paraste o lesene ma una particolare

tessitura in mattoni che ne ricorda la forma,

le aperture inoltre sono disposte secondo

una griglia regolare, interrotte dalla grande

dimensione dell’apertura centrale che

illumina l’ampio soggiorno interno.

Osservando la pianta si può osservare

coma la facciata che da verso la campagna

sia al piano terreno, mentre quella che si

affaccia sul bosco si articoli sul secondo

livello, accorgimento sottile di disposizione

volumetrica di chiara ispirazione

Wrightiana.

La villa Crespi è di dimensioni notevoli, articolata su tre livelli per un totale di circa 300 metri

quadrati, più o meno 1000 metri quadrati per piano. Ad un primo sguardo l’organizzazione degli

spazi interni pare assolutamente simmetrica, ma simmetrico è unicamente il perimetro della villa, la

ripartizione degli ambienti infatti è del tutto asimmetrica. Le due ali laterali infatti, hanno funzionalità

differenti, mentre al centro vi è un ampio salone a doppia altezza, ad una quota inferiore rispetto

alle ali laterali (richiamo all’architettura di Loos), illuminata dall’ampia apertura entrale prima citata

che si apre, oltre che sul paesaggio, anche, su di un esteso terrazzo. Il salone è fiancheggiato da

due ambienti di pari estensione, unno dei quali destinato a biblioteca.

Sono stati creati due differenti percorsi per gli ospiti e per il personale di servizio, l’uno

perfettamente celato rispetto all’altro. Gli interni della villa sono caratterizzati da un’abile

mascheramento alla vista di tutta una serie di accorgimenti architettonici e innovazioni

tecnologiche, la vita all’interno di villa Crespi, secondo De finetti, doveva

essere il più comoda possibile, e per ciò godere di tutte le innovazioni tecniche disponibili

all’epoca, ma tali innovazioni dovevano rimanere celate, tutti i meccanismi che permettevano ai

serramenti delle aperture di modificare la loro posizione, e tutti gli strumenti dell’impianto di

riscaldamento vennero nascosti alla vista. Dal lato del bosco è presente un accesso

pedonale dal giardino che conduce,

attraverso il “ponte”, che conduceva ad un

ingresso situato al primo livello,ingresso al

piano della caccia (omaggio esplicito al

maestro Loos), il quale permetteva di

raggiungere un piccolo atrio, che

successivamente si collegava ad un

disimpegno che faceva da anti-camera al

grande soggiorno.

Il soggiorno era arredato con mobilio

solamente in parte progettato da De

filippi. L’ambiente era caratterizzato da

un’ampia apertura le cui dimensioni

rispecchiavano la doppia altezza del

soggiorno stesso, dove i serramenti

potevano scorrere all’interno della

parete. Nell’atri d’ingresso che si raggiunge da passaggio pedonale,

ci si trova di fronte a due possibili percorsi, uno dei quali

conduce in nell’anti-camera, l’altro su di una scalinata che

conduce su di un pianerottolo che si affaccia sull’ingresso

stesso; ricordando ancora una volta lo stile di Loos,

caratterizzato da un continuo affaccio di ambienti, l’uno

sull’altro, collocati a quote differenti.

Gli spazi molto ampli dei villa Crespi non paiono mai fuori

scala, grazie anche all’abilità nel scegliere e collocare

l’arredo che riesce comunque a fornire una percezione

dell’ambiente a misura d’uomo.

Dettagli
A.A. 2013-2014
6 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher SARA.SCUOLA.NET di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Ingegneria e Architettura Prof.