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T:V→V' isomorfismo Allora kerT= {0} ⇒ dimker=0

Per il teorema Nullità + Rango: 0 + dimV' = dimV

EX: T:V→V' appl. lineare, dimV = u, dimV' = m. Dimostrare che

  • a) se u=m, T non è iniettiva
  • b) se m>u, T non è suriettiva (USARE Nullità + Rango)

Un'applic. lin. T:V→V' (dominio - codominio) si dice endomorfismo

Data un'appl. lineare, la controimmagine di un vettore b∈V' è l'insieme dei vettori di V che hanno come immagine b (si indica con T-1(b)) { x∈V tali che T(→x)=b }

ES1 La controimmagine di 0V' è KerT.

ES Se T= LA:ℝm→ℝn, la controimmagine di b→∈ℝm è l'insieme delle soluzioni del sistema lineare A (x1xn) = b→

Siano dimV = u, dimV' = m. Abbiamo detto che fissata una base B di V e una base B di V' abbiamo una funzione

{ appl. lin. T:V→V' } → Mm,u

T → MB, B'(T)

Tale funzione è biettiva.

Se F:V→V' e G:V'→V'' sono appl. lin. la funzione composta G∘F:V→V'' è un appl. lineare (additiva e omogenea)

Prop. Siano B',B'' basi di V',V'' e V una F:V→V' e G:V'→V'' due appl. lin. Allora la matrice MB''B(G∘F) associata a G∘F è il prodotto delle matrici associata a G e F.

MB''B(G∘F) = MB''B'(G) MB'B(F)

Im(1) Sia v∈V

MB''B'(G) MB'B(F) tB(v) = MB''B'(G) tB'(F(v)) = tB''(G(F(v)))

Coord. rispetto a B.

Quindi il MB''B'(G) MB'B(F) agisce per moltiplicazione come MB''B(G∘F) e quindi coincidono.

Sia T:V→V un endomorfismo

T∘T∘T∘...∘T DEF Tn

n volte

Se MBB(T) = A, allora MBB(Tn) = An

Prop. Sia T:V→W un'app. lineare, A = MB'B(T).

T è un isomorfismo ↔ {dim V = dim W

def. A ≠ 0

↔ A matrice quadrata

Teorema

T : V → V endomorfismo. Siano B e B' due basi di V. Allora MBB'(T) e MB'B(T) sono simili.

Dim

Dimostriamo che MBB'(T) = MBB'(Id) . MBB(T) . MB'B(Id) .

MBB'(Id) . vB = MBB'(Id) . MBB(Id) . vB = vB'

FB'B(vB') = FB(T(vB'))

MBB'(T) = MBB(Id) . FB'(T(vB'))

Quindi il prodotto delle tre matrici agisce come MBB(T), quindi è uguale ad essa.

Viceversa, se MBB(T) è simile a A ∈ Mn, allora esiste una base B' per cui A = MB'B(Id) = P-1 . MBB(T) . P, P è la matrice del cambiamento di base che cambia le coordinate da una certa base B' a B.

DEF

Una matrice A ∈ Mn è diagonalizzabile se è simile a una matrice diagonale.

Un operatore (o endomorfismo) T : V → V è diagonalizzabile se esiste una base B di V per cui MBB(T) è diagonale. Quindi T è diagonalizzabile ⇒ MBB(T) è diagonalizzabile (qualsiasi sia la base B).

Def Il polinomio che si ottiene svolgendo il det (A - λI) (λ è la variabile) è detto polinomio caratteristico di A. Le radici del polinomio caratteristico sono gli autovalori di A.

Se λ è un autovalore di A, per trovare il autospazio relativo a λ bisogna trovare Ker (A - λI), ovvero risolvere il sistema (A - λI) x = ( 0..

Sia T : V → V un operatore. Scelgo una base B di V, faccio quanto detto per A = TBB (T) E' base definita, cioè non dipende dalla base B scelta poiché se cambiamo base otteniamo una matrice simile e vale il seguente teorema:

Proposizione Matrici simili hanno lo stesso polinomio caratteristico.

Dim. Siano A e A' due matrici simili. Esiste P ∈ Mn invertibile tale che A' = P-1 A P

  • polinomio caratteristico = det (A'-1 - λI) = det (P-1 A P - λI)
  • = det (P-1 A P - P-1 λI P) = det (P-1 (A - λI) P) BINET.
  • = det(P-1) ・ det (A - λI) ・ det(P)

EX

C'erudomorfismo T : R3 → R3

T(x1, x2, x3) = (2x1 - x2 + x3, x2 + x3, 2x1 + x2 + 3x3)

è diagon...lizzabile?

Scegliamo la base canonica e

Mee(T) = A = (2   -1   1) (0   1   1) (2   1   3)

Troviamo gli autovalori: det (A - λI) =

det (2 - λ   -1   1) (0   1 - λ   1) (2   1   3 - λ) = ... = - λ3 + 8λ2 ≥ 0

(λ-2)2 (λ-u)

λ2 = λ1 = 2    ma(2) = 2    mg(2) = 2

λ3 = 4    ma(u) = 1    mg(u) = 1

Troviamo E(2) : (A - 2I) X = 0

(0   -1   1)  (x1)  (0) (0   -1   1)  (x2) =  (0) (2   1   1)  (x3)  (0)

(x2 - x3 = 0) (x2 + x3 = 2x1)

{ (x1) (-x1)   con   x1 ∈ R (-x1) } = Span (1) (-1) (-1)

mg(2) = 1

NON DIAGONALIZZ.

II2 = V02

( x1 y1 ) ( x2 y2 ) = x1y1 + x2y2 = OP cos φ

OP sen φ

OP OQ ( cos φ cos (θ + φ) + sen φ sen (θ + φ) )

= OP OQ ( cos φ cos θ cos φ + cos φ sen θ sen φ +

sen φ sen θ cos φ + sen φ cos θ sen φ ) =

OP OQ ( cos2 φ + sen2 φ ) =

‖OP‖ = √( x12 + x22 )

Teorema di Pitagora = la distanza del punto o da P.

Def. Una base B (v1, …, vm) di ℝn di un suo sottospazio si dice ortogonale se è composta da vettori a due a due perpendicolari. B si dice ortonormale se oltre ad essere ortogonale è composta da versori.

B(v1, …

vm) ortonormale

⟨vi, vj⟩ = 0

i ≠ j

∀ i, j

V

iffj

⟨vi, vi

ffj

||vi|| = 1

n

Teorema Siano v1, …, vk ∈ ℝn vettori non nulli a due a due ortogonali. Allora essi sono linearmente indipendenti.

Dim. Sia c1v1 + … + ckvk = 0. Per ogni i = 1, …, k0 = ⟨0, vi⟩ = ⟨c1v1 + … + ckvk, vi⟩ = c1⟨v1, vi⟩ + … + ci⟨vi,vi⟩ + … + ck⟨vk,vi⟩ = ci⟨vi,vici|

⟨vj, vi⟩ = 0 ∀ j ≠ i

Poiche vi ≠ 0, ||vi||2 > 0, quindi ci = 0

Dal argomento vale ∀ i = 1, …, k quindi tutti i coefficienti sono nulli.

ESERCIZI fino 8.3

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Publisher
A.A. 2016-2017
92 pagine
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SSD Scienze matematiche e informatiche MAT/02 Algebra

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mazzock23 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Algebra lineare e geometria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Politecnica delle Marche - Ancona o del prof Marietti Mario.