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Estratto del documento

II)

creano la vegetazione della savana;

Fascia tropicale, dove si trovano i due tropici del cancro e del

III)

capricorno, dove la situazione climatica è secca, con la presenza di

deserti;

Fascia sub-tropicale, dove le stagioni in alternanza soffrono di

IV)

incursioni di perturbazioni occidentali (clima mediterraneo);

Fascia delle medie latitudini, con molte piogge e più regolarità

V)

nelle precipitazioni;

Fascia sub-artica, con il paesaggio della tundra;

VI) Zona polare, dove si trovano i ghiacci polari.

VII)

Sono infine importanti nella definizione dei quadri anche l'altitudine e

la vicinanza al mare.

La così marcata variabilità del clima è dovuto alla diversa irradiazione

solare a cui è soggetto il globo terrestre, poiché, con la medesima

quantità di raggi solari, si riscaldano diversi spazi territoriali, che

risentono in maniera diversa del calore del sole.

Altro fattore di cambiamento climatico sono i due moti che compiono

la terra, uno di rotazione, che scandisce il giorno e la notte, ed uno di

rivoluzione, dove la terra gira intorno al sole, che la sua inclinazione e

rotazione gestisce il passaggio delle stagioni.

Insolazione

Temperatura

Pressione atmosferica Evaporazione

Umidità

Circolazione atmosferica

(venti) Nubilosità

Precipitazioni

Alcune zone quindi hanno un surplus energetico, specie le zone vicine

all'equatore, e zone con un deficit energetico, zone oltre ai tropici e i

poli. L'equilibrio di calore, allora, è adibito alle correnti atmosferiche e

alle correnti marine. Nelle correnti atmosferiche vi sono cellule

convettive che raccolgono l'umidità delle masse equatoriali e si

spostano periodicamente verso i tropici (cellula convettiva di Hadley).

Febvre esalta quindi l'ordine e la periodicità scandita dalle stagioni e

dai movimenti della terra.

Ora, stabiliti i quadri climatico-botanici, la zona ambientale è causa

d'influenza sulle società umane che la abitano?

Per Febvre la risposta è no, perché, anche con variazioni, le diverse

zone climatiche sono equivalenti, e le variazioni climatiche sono

intese come possibilità, perché propone all'uomo una serie di dati, e

l'uomo decide quali opzioni scegliere, creando così le differenze tra le

società (es. tabù alimentari).

Non tutto ciò che viene offerto dalla natura viene utilizzato dall'uomo

allo stesso modo. Febvre paragono quindi la sua visione ad un

pianoforte: le società umane scelgono quale melodia comporre, quali

tasti premere, quali non premere e quali premere in determinate

occasioni.

Visione possibilistica: “A determinati quadri climatici, l'uomo sceglie

ciò che la natura gli offre, e le scelte sono dettate dalla cultura”

Visione deterministica: “A determinati quadri climatici ci creano

determinate civiltà umane”

All'interno dei quadri climatico-botanici, sono molto presenti le

materie prime, che per diventare risorse per le comunità umane

abbisognano di un'intenzionalità al suo utilizzo ed una tecnicità. Un

esempio è fornito dalla laguna di Venezia, che, sebbene in periodo

romano era un luogo disabitato e inospitale, alla discesa dei barbari

divenne essenziale come luogo di rifugio per i cittadini dell'impero in

fuga.

Non tutti i quadri climatico-botanici, comunque, forniscono il

medesimo tipo di risorse, differenziandosi per morfologia e la

vicinanza o meno dal mare.

A determinate condizioni, nel medesimo quadro-climatico, si possono

trovare, in qualsiasi luogo, popolazioni simili.

Questo non è possibile per Febvre, perché, ipotizzando una comunità

umana stanziata sulla costa, per egli questa comunità può decidere

se rivolgere le sue attività sulla terra o sul mare. Altro esempio sono

le valli, che possono essere simbolo di unità o divisione tra le

comunità, o privilegiare relazioni con le comunità della pianura o delle

zone montane. Anche le isole possono indirizzare le loro attività o

verso l'interno o verso l'esterno.

Anche capendo l'importanza delle specificità di differenti territori, per

Febvre non sono comunque essenziali, poiché alla fine è l'uomo a

scegliere.

“Necessità da nessuna parte, possibilità dappertutto”.

A muovere le scelte dell'uomo è il bisogno. Una schematizzazione dei

tipi di bisogni è stata realizzata da Maslow, con la sua piramide:

1 2 3 4 5

1) Bisogno di autorealizzazione (espressione di sé)

2) Bisogno di stima (ruolo, ricerca

dell’approvazione degli altri)

3) Bisogno di appartenenza (sentirsi parte di un

gruppo)

4) Bisogni di sicurezza (certezza nella comunità)

5) Bisogni fisiologici (dormire, mangiare, ecc.)

Tornando ai quadri climatici, alcune zone quindi hanno un

surplus energetico (ossia le zone vicine all’equatore) e altre

un deficit energetico (le zone oltre i tropici e i poli).

L’equilibrio di calore tra queste due compagini è dovuto

alle correnti atmosferiche e alle correnti marine. In

particolare, nell’atmosfera agiscono delle cellule convettive

che raccolgono l’umidità dalle masse d’aria equatoriali e,

cariche di quest’umidità, si spostano periodicamente verso

i tropici (zone sub-equatoriali). L’esempio chiaro di questo

movimento atmosferico è la cellula di Hadley.

Febvre, stabiliti i quadro climatico-botanici, esalta l’ordine e

la periodicità delle stagioni e dei movimenti della terra, ma

secondo il suo pensiero, non è la zona climatica a influire

ed a essere causa delle società umane che la abitano,

poiché le società abitanti zone climatiche differenti sono

equivalenti, e le variazioni climatiche sono possibilità che

propongono una serie di dati all’uomo, che, decidendo che

opzioni offerte seguire, crea le differenze tra le società (es.

tabù alimentari). Quindi non tutto ciò che viene offerto

dalla natura è utilizzato allo stesso modo, e Febvre

paragona questa sua visione ad un pianoforte, dove le

società umane scelgono che tasti premere, quali non

premere mai e quali premere in determinate e speciali

occasioni.

Questa è una chiara visione possibilistica, in cui a

determinati quadri climatici l’uomo sceglie tra ciò che la

natura gli offre, e queste scelte sono dettate dalla cultura,

che ha una visione chiaramente diversa da quella

deterministica, che sottolinea che a determinati quadri

climatici equivalgono determinate società.

Un intervento critico a questa visione è la non ordinarietà

dei bisogni, che spesso possono essere compresenti o

contrarsi in maniera differente. Comunque anche la

piramide di Maslow è posta su da una parte le possibilità

date dal territorio e dall’altra i bisogni dell’uomo, che

intrecciandosi sempre in modo diverso, non è sempre detto

che lo stesso numero di risorse porti al conseguire lo stesso

risultato tra le comunità umane.

“Armi, accaio e malattie” di Jared

Diamond

In quest’opera, Diamond cerca di rispondere al quesito

postogli da Yali, uomo politico della Nuova Guinea

incontrato nella sua ricerca come ornitologo, che gli

domanda il motivo per il quale alcuni popoli hanno così

tante risorse e altri popoli che non nulla, e perché questa

situazione non sia contraria a come è oggi.

Per cercare di risolvere il quesito, bisogna partire dalle

origini di questa disuguaglianza, riconosciute nell’epoca

delle esplorazioni geografiche, dove gli occidentali, grazie

alla loro superiore forza tecnica e militare, impongono al

resto dei popoli la colonizzazione europea. Ma prima

dell’inizio di questa disparità, quand’è che le varie società

umane “partirono” da una linea di partenza uguale per

tutti?

Diamond riconosce questa situazione di uguaglianza nelle

comunità di cacciatori-raccoglitori, partendo da qui a porre

il problema sulle motivazioni che hanno portato le

comunità umane a svilupparsi in modo diverso.

Diamond affronta questo problema con una visione

neodeterminista, ricercando le cause di questo dislivello di

sviluppo nell’ambiente in cui le società umane vivevano.

Nel suo studio, Diamond affronta tre obiezioni principali:

I) La possibile legittimazione della realtà di

questa disparità attraverso il

neodeterminismo, giustificando la

colonizzazione europea, a cui Diamond

risponde che “capire non è giustificare”;

II) Implicita affermazione della superiorità

occidentale, anche se Diamond sostiene che il

suo approccio non è etnocentrico;

III) La storia può venire intesa come una

macchina che va verso il continuo progresso

benigno, interpretazione che Diamond attacca

affermando che i “doni della civiltà” sono

un’arma a doppio taglio, perché non è

scontato che più progresso porti a più felicità,

e che cerca quindi di non dare un giudizio di

valore.

Inoltre, Diamond analizza le spiegazioni che sono state

avanzate prima di lui per spiegare questa disparità tra i

popoli.

La prima spiegazione è quella biologico-razziale, che

sostiene che alcune società sono naturalmente più portate

a svilupparsi, mentre altre no (Questa spiegazione può

ritorcersi contro gli stessi occidentali che la promulgano,

poiché in Europa è presente una minore pressione

selettiva). Un’altra spiegazione è quella del determinismo

antico, basata sulla capacità d’attività data da un clima

freddo e dalla pigrizia influenzata da un clima caldo.

Diamond controbatte a questa interpretazione che i popoli

nordici hanno avuto il loro sviluppo raccogliendo l’eredità

culturale dei popoli del sud, visto che le maggiori civiltà

nascono al di sotto del tropico del cancro, e solitamente

vicino ad un grande fiume, con la presenza quindi di un

clima secco, favorendo uno sfruttamento idraulico

dell’agricoltura.

Ascoltate queste spiegazioni, per Diamond non c’è

chiaramente una risposta soddisfacente, e le risposte date

dagli storici sono prevalentemente possibilistiche.

Dopo queste premesse, Diamond fa iniziare la sua ricerca

da un esperimento naturale, incentrato sulla differenza di

sviluppo tra l’Eurasia e le Americhe. Per lui, infatti, dopo la

fine dell’ultima glaciazione, i due tipi di popolazio

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Publisher
A.A. 2013-2014
26 pagine
5 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Primus93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia storica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Pase Andrea.