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Mezzaluna Fertile e la Cina: vantaggi e cambiamenti nel corso dei secoli

Mezzaluna Fertile è molto cambiato nel corso dei secoli e le prime società ospitate ebbero la sfortuna di sorgere in un territorio fragile e con le colture e altri fattori contribuirono a distruggere le loro stesse risorse. Questo non accadde per l'Europa occidentale e settentrionale a cui questo fu risparmiato, perché il loro ambiente era sicuramente resistente.

Per la Cina invece? I suoi vantaggi erano veramente molteplici e anche maggiori rispetto all'area precedentemente trattata:

  1. inizio dell'agricoltura quasi contemporaneo alla Mezzaluna Fertile;
  2. grande diversità ecologica, che permetteva ricchezza di colture, animali e tecniche;
  3. area grande e produttiva;
  4. popolazione numerosa;
  5. ambiente meno fragile rispetto a quello del Vicino Oriente.

Questi furono i vantaggi che le permisero di essere nel Medioevo la nazione più tecnologica al mondo, senza contare che fu la nazione con il maggior numero di invenzioni, come...

La ghisa, la carta... Sintetizzando possiamo dire che la mancanza di predominio della Cina, fu sostanzialmente legata alla sua costante unità di fondo, contrapposta alla disomogeneità europea. Altri fattori che possono avervi contribuito sono:

  • Mezzaluna Fertile, Cina ed Europa sono esposte in modo diverso alle minacce esterne, soprattutto dei pastori nomadi dell'Asia Centrale.
  • La contrapposizione tra la posizione centrale della Mezzaluna Fertile nel controllo del commercio tra Cina, India e Europa e l'isolamento della Cina, che la colloca nel panorama come una sorta di isola continentale.

Questo dimostra però che i fattori ambientali sembrano contare anche a scale più piccole nello spazio e nel tempo. E chiaramente è necessario ricordare che le condizioni possono cambiare e la supremazia del passato non la garantisce nel futuro.

Probabilmente le differenze geografiche non hanno più senso nel mondo moderno, in cui le nuove...

Le idee si diffondono attraverso internet e le merci si spostano velocemente da un continente all'altro. Chiaramente potranno emergere nuove potenze come:

  • Taiwan
  • Corea
  • Malaysia
  • Giappone in modo particolare (fu molto abile a sfruttare la tecnologia del transistor perché i suoi abitanti avevano alle spalle una lunga storia di alfabetizzazione, tecnologia e governo centralizzato)

Chiaramente, per rispondere alla domanda di Yali, non è possibile prescindere dai fattori culturali e il ruolo di alcuni singoli individui nella storia. Dal punto di vista dei primi, possiamo sicuramente essere certi che molti siano un prodotto della variabilità culturale, ma potrebbero esistere anche dei piccoli fattori locali che predispongono un'intera società a scelte importanti. Le idiosincrasie culturali sono però molte: infatti, piccoli eventi casuali, alla fine, possono diventare caratteristiche permanenti (EPISODIO DELLA TASTIERA).

QWERTY) la loro importanzacostituisce un problema storico ancora oggi aperto, che però puòessere affrontato concentrandosi su eventi inspiegabili, che peròsiano presi in considerazione dopo tutti gli effetti ambientali. È

importante però non perdere di vista gli individui. Si possonopensare ad individui che abbiano avuto idiosincrasie culturalideicisive, come Alessandro Magno, Lutero, Maometto,etc..; non sideve però dimenticare che la questione della durata delleinfluenze individuali è una questione che rimane ancora aperta.Generalmente, invece, la storia non è in genere considerata unaSCIENZA, ma le scienze storiche, così intese, hanno moltecaratteristiche in comune che le rendono diverse dalla fisica,biologia,etc.. e possiamo isolarne precisamente quattro:

  1. Metodologia
  2. Catena di cause e di effetti
  3. Previsioni
  4. Complessità

Il metodo base della conoscenza fisica è l’esperimento,

che non è invece applicabile alle scienze storiche, giacché esse basano la conoscenza sull'osservazione, sull'analogia e sugli esperimenti naturali. Le scienze storiche si preoccupano di trovare le cause prossime e remote dei vari fenomeni. Altra differenza tra i due campi è sicuramente la PREVISIONE, in quanto mentre in chimica e in fisica una teoria acquista successo se riesce a prevedere il comportamento di un futuro sistema, nelle scienze storiche, invece, possiamo dare spiegazioni solo a posteriori, perché a priori è difficilmente realizzabile. Quindi un biologo e uno storico, tendono a cercare tendenze di natura principalmente statistica. Per concludere, è necessario ricordare che nei sistemi storici, lunghe catene di cause ed effetti possono separare il risultato finale dalle cause remote, che magari appartengono ad altri campi di studio. Le difficoltà degli storici sono quelle che incontriamo anche in altre discipline. In vari modi.

tutte queste discipline soffrono per: L'impossibilità di formulare leggi universali; La complessità insita nell'enorme numero di variabili; L'unicità di ogni sistema; L'impossibilità di formulare leggi universali e previsione sul comportamento futuro. La previsione quindi è solo possibile su larga scala spaziale e temporale. Chiaramente le scienze storiche possono trarre profitto dalle altre scienze attraverso l'ESPERIMENTO NATURALE, in cui si confronta il comportamento di due sistemi in assenza o in presenza di un dato fattore. Senza dubbio questo metodo si presta a critiche.

Il esperimento può essere soggetto a critiche di vario genere: Individuare erroneamente gli effetti della variazione naturale in quelle che sono le variabili.

 addizionali;

 ü Inferire

 non

 sempre

 correttamente

 cause

 ed

 effetti

 a

 partire

 dalla

 correlazione

 delle

 variabili.

 Sono tutte obiezioni che vengono studiate con cura e nel dettaglioin alcune scienze storiche. Chi sono i giapponesi?Il Giappone è uno degli ambienti culturali e ambientali piùinteressanti. L’origine della loro lingua rimane ancora oggi unfatto controverso e il problema è di difficile soluzione, giacchè, daun lato i giapponesi non hanno caratteristiche etniche che lidifferenzino dagli asiatici, in particolare i coreani, dall’altro essiamano far notare l’omogeneità della loro popolazione dal punto divista biologico e culturale, peraltro ci sono veramente limitatedifferenze tra gli abitanti delle varie zone del Giappone. Perrisolvere queste controversie sono state elaborate 4 teorie:

  1. La

La teoria più amata è quella che sostiene una graduale evoluzione dei moderni giapponesi a partire da una popolazione stanziatasi nell'arcipelago durante le glaciazioni.

Un'altra teoria individua gli antenati dei giapponesi in una popolazione di nomadi a cavallo provenienti dall'Asia centrale, che invasero la Corea nel IV secolo e migrarono poi nelle isole.

Una terza teoria piuttosto osteggiata afferma che i giapponesi discendono da un gruppo

  1. di coloni provenienti dalla Corea che attorno al 400 introdussero l'agricoltura nell'arcipelago;
  2. di tribù nomadi provenienti dalla Siberia che si stabilirono nell'isola di Hokkaido;
  3. di popolazioni provenienti dalla Cina che portarono con sé la cultura e la tecnologia;
  4. di tutti questi popoli antichi alla formazione del Giappone moderno.

Il Giappone ha però il merito di essere riuscito a conservare la sua indipendenza politica-culturale e ad entrare nella modernità, diventando un paese industriale. (si illustrano i problemi di delineare una storia del Giappone per ostacoli al lavoro degli archeologi e il diffuso sentimento antigiapponese da parte della Corea)

Per meglio comprendere il Giappone, è necessario partire dal suo ambiente e dalla sua posizione geografica. La superficie del Giappone è molto estesa ed è di circa 373000 chilometri

Quadrati, aspetto che potrebbe sicuramente aver influito nel legame tra il Giappone e il resto dell'Asia. Senza dubbio questo ha contribuito alla sua unicità culturale. Il clima giapponese è particolarmente umido e la nazione è il paese più piovoso al mondo tra quelli di clima temperato. Le pioggie cadono soprattutto d'estate. L'elevata piovosità ha un'altra conseguenza, cioè che la piovosità aumenta la rapidità di rigenerazione della copertura boschiva, che varia in ogni caso con altitudine e latitudine. La preistoria giapponese è un argomento molto controverso. Sappiamo che 4 sono le isole principali dell'arcipelago:

  1. Kyushu
  2. Shikoku
  3. Honshu
  4. Hokkaido

Solo le prime tre sono state abitate sempre da giapponesi, in quanto Hokkaido è stata fino alla fine del XX secolo la patria degli ainu. La loro peculiarità consiste nel vantare una quantità immensa di scritti e studi.

Dal punto di vista del corredo genetico complessivo, gli ainu sono imparentati con altri popoli asiatici come i giapponesi, i coreani e gli indigeni di Okinawa. Anche le origini della lingua ainu sono poco chiare e sembra che non ci possano essere parentele con il giapponese. Un altro tipo di fonti su cui poter lavorare è dato dalle antiche statue haniwa, che rappresentano statue di uomini asiatici dagli occhi a mandorla, nemmeno lontanamente immaginabili come ainu. Con l'arrivo dei giapponesi a Hokkaido si diede inizio a un programma di sistematico annullamento linguistico e culturale, a causa del quale oggi non possiamo dire con certezza chi sia di discendenza ainu. Le maggiori notizie sul Giappone provengono dalla Cina e proprio da lì, passando attraverso la Corea, arrivarono in Giappone: - Buddismo - Metallurgia - Varie altre tecniche.
Dettagli
A.A. 2012-2013
8 pagine
5 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jessicabortuzzo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Longobardi Giuseppe.