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III.
Questi confini sono stati studiati da Braudel su tre diversi piani:
I confini tra il Mediterraneo ed il polo desertico, orientandosi quindi verso
i. sud e verso est
I confini tra il Mediterraneo e l’Europa, verso nord
ii. I confini tra il Mediterraneo e l’oceano, verso ovest
iii.
Il polo desertico
Nell’indicare il polo desertico, Braudel usa il termine Sahara non solo per
indicare il deserto africano, ma anche il deserto della penisola arabica.
I limiti di questo polo sono:
Il “palmeto compatto”, che è il limite più vicino, in Libia ed Egitto.
• L’ansa del Niger, il Lago di Ciad e del Nilo superiore, l’altopiano iranico
• fino alla valle dell’Indo, che sono i limiti più lontani.
Percorrendo questi territori si incontrano popolazioni molto diverse dallo stile di
vita derivato dall’influenza mediterranea.
Il deserto è un “mare senza acqua”, e come nel mare la chiave sta nel
movimento. Non ci si può fermare all’interno del deserto, e nello spostamento
hanno particolare rilievo quindi le “coste”, ossia i luoghi da dove si parte e
dove si arriva, e dove si entra in contatto con le varie popolazioni.
I trasporti effettuati attraverso il deserto sono difficili e costosi, poiché il
deserto non perdona, ed i tempi di spedizione si allargano, rendendo immenso
questo limite. C’è il bisogno quindi di sviluppare una tecnicità adeguata.
In questo “mare” esistono anche delle “isole”, che sono le oasi, anch’esse
caratterizzate dalla scarsità, creando uomini destinati all’emigrazione (che
sfocia anche in invasione dei territori al di fuori del deserto). Nel desrto sono
presenti anche i “pirati”, predoni che praticano razzie sulle carovane che
attraversano il deserto e sui contadini sedentari stanziati sulle rive del deserto,
procurandosi anche schiavi da vendere.
A livello di paesaggio desertico, le distese di dune sono poche, mentre il
paesaggio abituale sono distese di sassi, rendendo il deserto in sé scarsità,
desolazione (non a caso Sahara significa “luogo desolato”). Questa scarsità si
denota anche nel clima, con elevate temperature e rare precipitazioni, e di
risorse, con mancanza di vegetazione e legname, di cibo e d’acqua (eccezion
fatta per cibi facilmente ritrovabili come datteri essiccati e latte di dromedario).
Le attività umane svolte nel deserto sono:
Il nomadismo pastorale
La vita nelle oasi
Le vie carovaniere
Il nomadismo pastorale permette, attraverso il continuo spostamento, di
sfruttare le poche risorse desertiche, spostando il bestiame in pascoli ottenuti
da piogge sporadiche o posti in luoghi cadenzati alternativamente. Il bestiame
è composto da cammelli, dromedari, pecore e capre, e ciò comporta una
distinzione tra pastori nomadi in base a gli animali che allevano:
Grandi nomadi cammellieri, che possiedono i dromadari.
1. Nomadi con dromedari, pecore e capre, con spostamenti più limitati,
2. poiché gli ovini devono abbeverarsi 1 giorno su 4.
Nomadi con bovini, sotto “spostamento obbligato”, perché questi animali
3. deve abbeverarsi quotidianamente.
Le carovane sono pertanto il risultato di economie attive che hanno il loro fulcro
in centri commerciali molto organizzati, che necessitano di vie commerciali che
attraversino il deserto. Oltre a queste vie commerciali, il deserto è attraversato
da vie della fede, vie create con lo scopo del pellegrinaggio verso La Mecca. Le
carovane quindi, oltre al commercio, sono indirizzate a raggiungere anche
questi luoghi di culto.
Queste vie iniziano a segnalare un decadimento di frequentazione dal ‘500, con
lo stabilirsi di rotte marittime di circumnavigazione. Le linee desertiche verso
l’Atlantico sono le prime a spegnersi, mentre quelle riguardanti il centro Africa
sono ancora tutt’oggi attive.
Per collegare invece il Mar Mediterraneo con l’Oceano Indiano, i commerciantyi
arabi utilizzano ora due “corridoi” principali: Il Mar Rosso ed il Canale della
penisola arabica, che ha come punto d’arrivo il centro commerciale di Aleppo.
Le oasi
Le oasi sono dei punti fissi all’interno del deserto. Non sono come si crede
regali della natura, ma la loro nascita è condizionata artificialmente dall’uomo,
attraverso la costruzione di canali di drenaggio sotterranei scavati a meno per
la lunghezza dagli 8 ai 43 Km.
Sopra a questi canali, vengono costruiti anche centri abitati, che utilizzano
l’acqua che scorre verso l’oasi sia per “usi umani” sia per rinfrescare le case,
poiché la temperatura fredda dell’acqua mitiga il calore del deserto. Quando
l’acqua giunge infine all’oasi, essa incontra una struttura a pettine, che
consente di limitare la quantità d’acqua in accumulo attraverso l’utilizzo di
canali che l’acqua riempie, mitigandone la quantità.
Quindi l’oasi è sempre una costruzione molto elaborata per l’uomo.
Con lo sviluppo della vegetazione del palmeto nell’oasi, ciò permette, grazie
alla difesa del sole esercitata dalle fronde delle palme, la creazione all’interno
di un microclima, che permette alle popolazioni di coltivare le oasi con altri due
livelli di coltivazione, aggiungendo il livello degli alberi da frutto ed il livello
delle piante annuali a quello del palmeto (da cui si può ricavare inoltre i
datteri).
L’Europa secondo Braudel
Nella sua opera Braudel indica il continente europeo come “un cuneo che
separa il Mediterraneo dai Mediterranei del nord”, che sarebbero il Mar Baltico
ed il Mare del Nord.
Nello studio dei rapporti tra il Mediterraneo, questi Mediterranei del nord e
l’Europa, Braudel individua metaforicamente degli istmi, usando il termine
come collegamento dei fasci stradali e fluviali, che connettono il Mediterraneo
con i suoi due mari del nord. Braudel ne individua quattro:
L’istmo russo
1) L’istmo polacco
2) L’istmo tedesco
3) L’istmo francese
MarBal.
Mar d.
N. 4 3 2 1
Mar Mediterr.
Tra i quattro istmi vi sono anche differenze a livello climatico,
e differenze vi sono anche tra l’Europa settentrionale e
l’Europa meridionale:
A livello di vegetazione, l’Europa meridionale è brulla e con poca
1) vegetazione, mentre l’Europa settentrionale è in gran parte dominata da
boschi;
Sui rilievi, l’Europa meridionale presenta molte montagne, mentre a
2) settentrione si ha una grande presenza di pianure, con di conseguenza la
presenza di fiumi navigabili;
A livello di prodotti, nell’Europa settentrionale si consuma
3) prevalentemente la birra, mentre nell’Europa meridionale è più presente
l’attività vinicola.
A queste differenze esistono comunque forme di complementarietà,
sviluppando ad esempio un commercio di prodotti che scambiano risorse di cui
uno necessita e l’altro ne possiede in abbondanza (es. Eu. Mer. vino, frutta,
agrumi ecc.; Eu. Set. carne, legname, grano ecc.).
L’istmo russo
Secondo Braudel, questo è l’istmo più selvaggio e meno antropizzato,
riguardante le grandi pianure russe. Istmo pericoloso per la presenza delle
bande nomadi dei tartari, qui esercita un ruolo importante l’impero ottomano,
che commercia con i tartari scambiando armi ed artiglieria con gli schiavi,
quest’ultimi ottenuti dai tartari attraverso le razzie compiute nei villaggi russi,
polacchi e slavi.
Questo istmo orienta la sua azione verso il Mar Baltico (e anche sul Mar Bianco)
e verso le rotte navigabili del Volga e del Don, percorribili anche in inverno con
le slitte, scivolando sulla superficie ghiacciata dei fiumi.
Verso oriente, l’istmo russo dirige le popolazioni verso le acque del Mar Caspio.
L’istmo polacco
Anche quest’istmo presenta spazi poco antropizzati, ma non sono ampi come
quelli russi. Quest’istmo va sempre a collegamento dal Mar Baltico al Mar
Mediterraneo, da Danzica ad Istanbul.
Prevalentemente il mondo polacco è orientato verso le rotte commerciali del
Mar Baltico, zona sottoposta al controllo commerciale di Amsterdam, che
stabilisce i prezzi delle merci, tra le quali il grano prodotto dalle campagne
polacche. Inoltre, dai pascoli della Moldavia arrivano qui anche grandi mandrie,
portate qui per essere vendute.
In questa zona, nel ‘500, il mondo polacco vede la comparsa nel suo scenario di
commercianti italiani, soprattutto veneziani.
A livello politico, la situazione polacca non è ancora salda, rendendo la Polonia
fragile tra due potenze come la Germania e la Russia. L’istmo polacco è quindi
orientato di più verso il mondo tedesco, italiano ed ottomano, e meno verso il
Mar Nero, a causa della presenza qui delle bande tartare.
L’istmo tedesco
Braudel rappresenta quest’istmo come una specie di ventaglio con le linee
fondamentali tra le città di Danzica e Venezia e tra Genova e Londra. Questo è
l’istmo più strutturato più organizzato a livello dei trasporti.
Su quest’istmo fanno da padrone, considerati come i re dell’istmo, la pianura
padana, le alpi ed il mondo tedesco.
Le alpi fanno da ostacolo tra le comunicazioni ed i commerci tra la pianura
padana ed il mondo tedesco, ma è sempre stata comunque superata
dall’uomo, attraverso l’utilizzo di ventuno passi, di cui sono usati cinque
maggiormente:
Il Celisio
o Il Sempione
o Il San Gottardo
o Il Tarvisio
o Il Brennero
o
L’accesso a questi passi è gestito dai popoli alpini, che gestiscono anche la
traversata delle alpi.
Di quest’istmo Braudel opera un’ulteriore suddivisione in tre parti:
Una Germania vicina al Mar Mediterraneo, che passa per la Baviera;
A. Una Germania Baltica, indirizzata sui mari del nord;
B. Una Germania selvaggia, rivolta verso il limite est dell’istmo;
C.
In quest’istmo vi sono aziende infine molto specializzate nei trasporti e nei
traffici commerciali.
L’istmo francese
Si estende dalla Marsiglia alla Manica. In quest’istmo hanno un ruolo
importante i fiumi Rodano e Senna, ed i punti principali sono Marsiglia, città
portuale sul Mediterraneo, e Lione, la piazza principale dell’economia non solo
francese, ma anche italiana, e centro di diffusione della cultura italiana nel nord
della Francia e della cultura francese in Italia.
Le principali relazioni che la Francia intrattiene attraverso quest’istmo sono con
Spagna, con il mondo tedesco ed il mondo italiano (quest’ultimo attraverso le
alpi).
Ma come si interpretano questi istmi?
Ques