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Estratto del documento

L’ISTAT

modalità di trasporto: per quanto riguarda il mezzo di trasporto, viene richiesto di indicare quello utilizzato per compiere

il tratto più lungo del tragitto dal proprio luogo di residenza al luogo abituale di studio o di lavoro.

Lo spostamento considerato è quello effettivamente compiuto e, quindi, se nel tragitto l’intervistato deve recarsi, ad

esempio, all’asilo per portare suo figlio, questo periodo di tempo rientra nel normale tempo impiegato per recarsi a lavoro.

Tra i pendolari, però, non sono ancora inclusi i lavoratori che non hanno un luogo fisso dove svolgere le proprie mansioni

(come, ad esempio, i procacciatori di affari, i rappresentanti e gli ambulanti).

Capitolo 8

Desuguaglianze territoriali e politiche di sviluppo

1. Lo sviluppo e gli squilibri internazionali

L’organizzazione globale dello spazio, operata dall’uomo per avere il massimo utilizzo delle risorse disponibili, ha

favorito la concentrazione territoriale della ricchezza e, quindi, la formazione di differenziazioni regionali, in termini di

condizioni di vita della popolazione.

Questi squilibri territoriali portarono alla formulazione di teorie e metodi della crescita economica e alla sperimentazione

di strategie di sviluppo in grado di migliorare le differenziazioni regionali.

1.1 La crescita e lo sviluppo non sono sinonimi stata definita dall’economista Simon Kuznets come

La crescita economica di un Paese è valutata attraverso il PIL ed è

l’incremento a lungo termine della capacità di fornire alla popolazione una varietà sempre più ampia di beni e servizi

economici, grazie al progresso tecnologico e ai cambiamenti istituzionali e ideologici richiesti dalla crescita.

Lo sviluppo, invece, non riguarda solo la disponibilità di beni e servizi economici, ma anche una serie di parametri

qualitativi determinati dal sistema culturale del territorio considerato (come, ad esempio, il diritto alla salute e alla casa, la

garanzia dei diritti civili e politici, la libertà di religione e di opinione, e la sicurezza alimentare).

Lo sviluppo presenta risorse esplicite (o palesi) e risorse implicite (od occulte):

1. le risorse palesi dello sviluppo rappresentano i principali fattori in grado di sviluppare una società nel sistema

mondiale e sono:

le imprese;

il capitale;

la forza lavoro;

le istituzioni nazionali;

lo Stato;

le istituzioni sovranazionali;

le organizzazioni internazionali.

2. le risorse occulte, invece, rappresentano le diversità territoriali in termini di sviluppo e sono:

la salute;

la cultura;

l’educazione;

la propensione all’innovazione.

La capacità della popolazione di intraprendere qualsiasi percorso di sviluppo dipende molto dalla disponibilità di risorse

primarie (come il cibo e l’acqua) in grado di garantire uno stato di salute indispensabile per conoscere e trasformare il

territorio, allo scopo di progettare il futuro e di organizzare forme diverse di relazioni sociali ed economiche.

Organizzazioni internazionali

palesi Istituzioni sovranazionali

Fattori Stato

Istituzioni nazionali

tecnico

capitale dell’investimento

Ritorni

Imprese Capitale Lavoro umano

e

al materiale

Ritorni Popolazione

occulti Educazione

Fattori Salute Propensione

Cultura all’innovazione

Specificità locali

2. Le principali interpretazioni dello sviluppo e dei divari

La complessità dello sviluppo e la sua continua evoluzione richiedono numerosi contributi teorici per individuare le cause

l’arretratezza di un territorio.

che determinano il motore dello sviluppo era l’industrializzazione e che lo sviluppo:

Dal 1950 al 1980, si riteneva che

richiedeva l’intervento dello Stato;

1. presupponeva l’indipendenza economica;

2. necessitava dell’accumulazione

3. dei fattori produttivi.

A partire dal 1980, invece, si ritiene che:

lo sviluppo dipende dall’apertura dei Paesi verso l’esterno;

1. il mercato è il modellatore e l’acceleratore dello sviluppo;

2.

3. lo sviluppo è più rapido quando gli incentivi del mercato sono socialmente compatibili.

3. Lo sviluppo squilibrato

I principali studi sulle cause degli squilibri territoriali sono attribuiti a tre economisti principali, cioè:

1. François Perroux;

2. Albert Hirschman;

3. Gunnar Mydral.

3.1 Lo studio di François Perrow si basano sull’individuazione delle possibili rappresentazioni

Gli elementi principali dello studio di François Perroux

dello spazio economico, che viene privilegiato rispetto all’analisi dello spazio geonomico:

1. lo spazio economico è un campo di azione dei soggetti economici che avviano meccanismi di sviluppo squilibrato;

2. mentre lo spazio geonomico è uno spazio geografico distinto per caratteristiche fisiche e di popolazione.

Dalla combinazione degli elementi che caratterizzano lo spazio economico e quello geonomico si possono verificare

quattro situazioni:

1. se lo spazio economico è caratterizzato da potenti campi di forze e agisce su uno spazio banale dotato di alta

intensità di elementi geonomici, si hanno territori più sviluppati del mondo;

2. mentre se lo spazio economico è caratterizzato da deboli campi di forza e agisce su uno spazio banale che

presenta una bassa intensità di elementi geonomici, si hanno territori marginali per economia e popolamento;

3. se, invece, lo spazio economico è caratterizzato da potenti campi di forza e agisce su uno spazio banale dotato di

una modesta intensità di elementi geonomici, si hanno territori con ampie possibilità di sviluppo e con bassa

incidenza demografica;

4. mentre, se lo spazio economico è caratterizzato da deboli campi di forza e agisce su uno spazio banale dotato di

alta intensità di elementi geonomici, si hanno territori più arretrati del mondo e con una grande pressione

demografica.

In quest’ultimo caso, quindi, è fondamentale il potenziamento dei soggetti economici, allo scopo di originare beni e

servizi necessari per il superamento delle condizioni di arretratezza dei territori; secondo François Perroux, lo strumento

inteso come un’industria di grande dimensione

adatto per il potenziamento delle forze economiche è il polo di sviluppo,

in un’area periferica, in grado di determinare il rilancio dello sviluppo e, quindi. di contribuire ai bisogni della

localizzata

popolazione locale di un’area arretrata.

3.2 Lo studio di Albert Hirschman

Seguendo la teoria di François Perrow, Albert Hirschman osservò gli effetti della localizzazione del polo di sviluppo in

un’area arretrata e notò che il polo avviava un processo che generava nuove opportunità sia dal lato della domanda di beni

e di servizi sia dal lato dell’offerta, consentendo di ridurre, nel lungo periodo, le distanze tra aree sviluppate e quelle

arretrate.

3.3 Lo studio di Gunnar Mydral

Lo studio che, però, focalizza maggiormente l’attenzione sui possibili effetti della localizzazione del polo di sviluppo in

un’area arretrata è quello di Gunnar Mydral, che ha proposto il modello della causazione circolare e cumulativa,

secondo il quale il meccanismo di attrazione di flussi materiali e immateriali su un’area geografica (coinvolta in una

nuova localizzazione industriale) comporta una concentrazione di attività economiche, che tenderà ad alimentarsi, grazie

alla sua capacità di generare economie di scala in un intero settore (dette economie esterne), in grado di:

1. richiamare nuove imprese;

2. offrire opportunità occupazionali e, quindi, una nuova domanda di beni e servizi, che potrà essere soddisfatta da

nuove imprese. l’effetto

Questo processo viene spiegato attraverso di riflusso e quello di diffusione dello sviluppo:

l’effetto di riflusso

1. si ha quando il trasferimento di capitale e di altri fattori produttivi verso il polo di sviluppo

centripete (cioè tendenti all’aggregazione),

attiva forze provenienti da altre aree geografiche;

l’effetto di diffusione dello sviluppo, invece, si ha quando il surplus disponibile nel

2. polo di sviluppo avvia forze

(cioè tendenti all’autonomia),

centrifughe che vanno ad attivare processi cumulativi in altre aree precedentemente

marginali.

La diversa intensità di questi due effetti richiede un intervento correttivo, altrimenti verranno favorite le forze centripete

rispetto a quelle centrifughe e, quindi, verranno incrementati gli squilibri spaziali.

4. Gli stadi di sviluppo

La principale interpretazione delle diverse fasi del percorso di sviluppo di un territorio è quella presentata dallo storico

economista Walt Whitman Rostow, che ha individuato cinque stadi successivi:

1. la prima fase è rappresentata dalla società tradizionale, caratterizzata dalla mancanza del commercio, dovuta

alla lenta progressione delle risorse naturali del suolo, all’aumento della popolazione e agli eventi naturali

catastrofici (come le epidemie e le carestie);

2. la seconda fase, invece, è rappresentata dalla transizione (pre-take off) ed è caratterizzata dalla produzione di

innovazioni da parte della società, dall’abbandono della tradizione e dalla ricerca di cambiamento (attraverso

l’investimento di capitali in attività industriali rischiose); grazie all’affermazione del

3. mentre la terza fase è rappresentata dal decollo (take-off) della società, che si verifica

l’ulteriore

settore industriale (che comporta incremento degli investimenti, un percorso di accumulazione di

capitale ed un incremento della produttività);

4. la quarta fase, invece, è rappresentata dalla maturità, che si verifica quando la società si è modernizzata: ciò

comporta un rallentamento della crescita, dovuto alla riduzione delle opportunità di investimento e alla lenta

creazione di nuove tecnologie (perché si cominciano a destinare maggiori risorse ai consumi);

l’ultima fase,

5. invece, è rappresentata dall’età dei consumi di massa ed è caratterizzata da una struttura

produttiva matura di tipo post-industriale, dove il ruolo principale è attribuito al settore terziario.

spaziale dello sviluppo

4.1 L’organizzazione

L’analisi storica di Walt Whitman Rostow venne arricchita dal contributo di John Friedmann, che per la prima volta

interpretò l’organizzazione spaziale delle fasi dello sviluppo, attraverso l’osservazione di un Paese sottosviluppato (cioè il

Venezuela).

In particolare, John Friedmann evidenziò quattro fasi di sviluppo e le relative trasformazioni territoriali:

1. la prima fase è detta preindustriale e presenta diversi centri urbani non connessi tra lor

Dettagli
Publisher
A.A. 2010-2011
51 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/02 Geografia economico-politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Bocci1986 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Spinelli Giorgio.